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Autore: firstlost_nowfound    10/12/2012    1 recensioni
-Shhh.-asserì carezzandomi i capelli dolcemente.
-Sono qui, adesso. Non riaccadrà nuovamente-
Ed annunciando solennemente quelle parole spostò le mani dal mio viso baciandomi teneramente le lacrime.
Non poteva essere tutto così perfetto.
Stropicciai gli occhi ed incredula iniziai a scappare da quella soave immagine.
Ma a differenza di un quadro, ella si muoveva e mi seguiva, mi seguiva come se fosse importante il riacciuffarmi.
Come se, dopo molti anni , l’oggetto trascurato doveva ritornare al padrone a qualunque costo.
                                    ...
Ero stanca. Ma non avrei per nulla al mondo tentato di fermarmi.
-Lasciami.- Dissi.
La quiete s’intrufolò nella vicenda.
L’immagine non sembrava intenzionata a mollare la presa.
Ciò m’infastidiva.. M’infastidiva quella assenza di risposta. M’infastidiva la sua ricomparsa nella mia vita. Da quell’attimo in poi non capì più nulla Le sue labbra toccarono le mie e fu come se non avessi avuto più bisogno di sapere. Come se non avessi avuto bisogno di null’altro.
Eloise è una ragazza semplice che vive di ricordi correlati al suo passato di bambina. Dolorosi ricordi che attanagliano il suo cuore sofferente e la tormentano incessantemente.
Un giorno simile agli altri, rincasata dall'università,viene a sapere della ricomparsa di Charlie, la memoria che la tortura, nel suo paese. Come se non bastasse lei e la sua famiglia sono invitati quella sera stessa a casa del sottoscritto per una cena. Cosa mai ci si potrà prospettare da una situazione degeneratasi così gravenemte? Di certo una marea di guai. Riuscirà Eloise ad affrontare tale problema nel migliore dei modi? Questo è tutto da vedere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Vi è mai capitato di trovare così piacevole il calore emanato da quella copertina di piuma d'oca che chiamate per tale motivo piumone dall'esser riluttanti all'idea di aprire i vostri occhi anche solo per ammirare quel gioco di colori che si crea nella vostra stanza in una fredda notte di pieno inverno?

Dormivo beata nel mio carissimo letto quando degli insoliti ticchettii rovinarono quel momento di dolce quiete.

Ma che cavolo?! Per qualche bizzarra ragione ora ero costretta a soffrire d'insonnia e lasciare che le peripezie succedutesi incessantemente nella mia tortuosa vita mi rovinassero così il sonno.

Mi alzai di scatto come presa alla sprovvista. Non mi aspettavo infatti che quel frastuono, che avevo appurato provenisse dalla finestra, continuasse così a lungo.

Dopo esser finalmente riuscita a fare ordine nella mia testa , scesi dal letto e mi avviai verso il luogo da cui si sarebbe potuto assistere alla generazione del più grande inquinamento acustico di tutta la storia.

Con mia non grande sorpresa scoprì che, alla fine, non avevo tanto torto a pensare che a disturbare la mia stasi mentale fosse una certa persona.

Non appena misi il becco fuori dalla finestra vidi l'essere, in tutto il suo splendore, che si accingeva a raccogliere sassolini nella neve.

Eppure la cosa non mi infastidiva più del necessario. Era una situazione alquanto strana e piuttosto romantica. Tutto intorno era dipinto di bianco ed il vento freddo era così gradevole sulla mia pelle  che per qualche assurdo motivo ero spinta ad avanzare, esponendo così tutto il mio corpo a a quella sensazione di benessere naturale.

La me medesima si trovava al momento sul balcone stile Giulietta di Shakespeare con la differenza che si trattasse di uno stile all'Eloise di Giacomo.

Il mio Romeo era ancora alla disperata ricerca di sassolini.

-Ah! Ti prego signore perdonalo perchè non sa quello che fa. Fallo tu perchè io non ne ho più intenzione. Anzi preparati ad accoglierlo perchè sto per spedirtelo via posta prioritaria.- Pensai senza nessun rincrescimento.

La mia pazienza era in un certo senso arrivata al limite dal momento che non solo aveva avuto la sfacciataggine di camminare mano nella mano con un'altra la mattina precedente(non era trascorsa neppure una settimana da quando aveva per così dire rivelato il proprio cuore a me) ma ora si appropriava anche del diritto di lanciare sassolini alla mia finestra per svegliarmi.

Il che era totalmente folle ed illogico. Stentavo a capirlo ma decisi di prendere l'iniziativa e parlare per prima.

-Che cosa vuoi a quest'ora di notte?-Asserì, dunque,senza pentirmi per un solo secondo del tono pieno di disprezzo che avevo utilizzato per porgli quel quesito spontaneo.

Lui smise improvvisamente di muoversi, i sassolini gli caddero dalla mano e rimase lì a fissarmi indifeso come un bambino colto in flagrante con le mani nella marmellata.

Valutai quel preciso atteggiamento, assunto da quel preciso tale, sbagliato.

A mio modesto parere quando si decide di prendere a sassate una povera finestra si conosce il motivo che ti spinge a compiere quel gesto. A meno che tu non sia in ritardo. Che è l'equivalente dell'essere ritardati, per chi non l'avesse ancora capito.

-Ma sei cretino o cosa?! Hai intenzione di svegliare mia sorella? Guarda, non te lo consiglio dal momento che è furiosa come una belva con te.-  Incalzai rincalando così la dose.
 
In realtà stavo solamente parlando a vuoto. Sprecando parole. Giocando con il fuoco 

Un silenzio privo di qualunque significato a farci compagnia.

- Il cane ti ha morso la lingua o cosa, Charlie?- Continuai. La mia bocca non ne voleva sapere di cedere, purtroppo.

Dovevo proprio essere in vena di fare battutine quella sera.

-Io... ecco. -cominciò

Ma non gli diedi neppure il tempo di continuare perciò neppure di concludere..

-Tu cosa?! Ma con quale coraggio ti ripresenti qui? Sei un maledetto sfacciato. Non ti sopporto. Ma perchè non te ne vai?- Risposi alla sua domanda silenziosa che avevo preteso di capire ma che non avevo affatto capito.

Vedevo che qualcosa non andava nella sua espressione adesso. Non era più l'espressione dolce ed intimorita di partenza. Aveva la mascella serrata, come se qualcosa l'avesse fatto innervosire. Come se volesse veramente parlare ma ci avesse rinunciato da tempo a farlo.

-Sai una cosa?! Me ne vado. E' inutile parlare con te. Sei una codarda. Tu non vuoi sentire la verità. Tu non vuoi vivere la realtà. Preferisci evitare e sognare. Hai paura di ferirti per cui trovi più ragioni valide nel chiuderti in te stessa che nel rivelarti e cercare di ascoltare le persone che ti stanno accanto.

E dicendo questo scomparì nella sfumatura blu scuro/grigio sul serio. Come un'ombra che tutti osservano ma a cui nessuno presta veramente attenzione. Mi voltò le spalle lasciandomi stremata e priva di sensi, facendomi comprendere che la verità dei fatti non è sempre quella che tu pensi che sia. Che tu vuoi che sia.


 


 

   
 
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