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Autore: Betweenacupofteaandabook    10/12/2012    3 recensioni
Allora, comincio col dire che questa storia parla di una crisi adolescenziale, che sono quasi certamente sicura abbiano passato tutti e/o stanno ancora passando. Questa storia, l'ho scritta un po' di tempo fa, e l'ho scritta, quasi per sfogarmi, ma solo ora mi sono decisa a pubblicarla.. Chi ha letto questa storia ha detto che è molto triste, che fa piangere ma che è molto bella, io personalmente se dovessi auto-criticarmi direi che fa schifo e che non so scrivere, ma lascio a voi i commenti, accetto qualsiasi critica, ma vi prego niente insulti.. Se in questa storia c'è qualcosa che potrebbe far sentire offeso qualcuno, mi dispiace, le mie più sentite scuse in anticipo.. Beh quello che dovevo dire l'ho detto, buona lettura:) -Cris.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti il mio nome è Gioia, ho quattordici anni, quasi quindici a dir la verità, e odio la mia vita. Vivo in un paesino sperduto della Sardegna, e lo odio con tutta me stessa! Vorrei tanto potermene andare, ma non ho ancora completato gli studi, e quindi mi è impossibile scappare da questa prigione. Ho una sorella e un fratello più piccoli, due vere pesti, che mi fanno saltare letteralmente i nervi, con mia sorella Miriam ho tre anni di differenza, mentre con mio fratello Lorenzo, ho tredici anni di differenza. I miei genitori sono opprimenti e asfissianti quasi quanto il paesino insulso in cui vivo. Con mamma, non esiste un giorno in cui io faccia qualcosa che le vada bene, dice che non aiuto in casa, che vado male a scuola, certo la mia media scolastica, non è delle migliori ma non è così bassa.. Comunque si lamenta del fatto che voglio troppo, che non mi sta mai bene nulla, e un sacco di altre cose, che non ascolto, anche perché sono sempre le stesse, e mi urta il sistema nervoso quando mi fa la predica, perché sembra non finire mai. Ho una casa grande, ma non serve ad un emerito cazzo, visto che non posso organizzarci nulla, ultimamente la frase preferita dei miei genitori è: - No, Gioia, non c'è lavoro, per la crisi, quindi non si puó fare -, si la crisi, la crisi, si, okay, c'è una cazzo di crisi, perché l'uomo è stupido, ma questa non è una novità. Sono atea (altra cosa che non piace a mia madre, ve l'ho detto la lista è lunga), non credo in un dio, che dice un sacco di stronzate,  ma che poi non vengono messe in pratica. Il mio carattere non ha niente a che vedere con il mio nome, sono una ragazza acida, molto chiusa in sé stessa, che sorride poco, sono pessimista all'inverosimile e sono perennemente di malumore, fisicamente sono bassa, ho la carnagione olivastra, sono una ragazza decisamente anonima in tutto, ho gli occhi castano scuro, tendenti al nero, ho i capelli lunghi e castani, le sopracciglia folte, ho i peli scuri, che si vedono molto, insomma faccio cagare. Sono in seconda liceo, frequento il Linguistico, quasi tutte le persone che chiamavo "amici" sono scomparse, quando sono entrata alle superiori, non esco quasi più di casa perché qui non c'è un cazzo da fare e gli abitanti di questa landa desolata, sono una massa di convinti. Sono sempre nel mio mondo, perché la mia realtà fa schifo, ultimamente non riesco a distinguere la realtà dalla fantasia. Il mio nome è Gioia, e questo schifo è la mia vita.





Angolo autrice.
Okay, questo è l'introduzione alla mia storia, lo so è un po' melodrammatico, quasi patetico, ma sono i pensieri di un'adolescente.. Beh spero abbiate gradito.. Un bacio, alla prossima.  
-Cris.
  
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