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Autore: MegJung    10/12/2012    4 recensioni
Come reagireste alla sola idea di scoprire che la vostra migliore amica, in realtà è un extraterrestre, inconsapevole di esserlo? Sophie, una liceale qualunque, avrà a che fare con una ragazza particolare e insieme a lei e alle persone vicine dovranno affrontare un'impresa immensa, scopriranno segreti inconfessabili e entità misteriose, il tutto con avventura e, ogni tanto, anche a suon di risate!
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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(Dal punto di vista di Esther).
Erano passati ormai due mesi e diverse volte eravamo andati nel camposanto di Taygete, ma dell’elevazione del mio spirito neanche l’ombra. Era davvero demoralizzante vedere le proprie amiche umane che ci erano riuscite e io che ero una pleiadiana no. Ero incapace di attuare le mie stesse capacità di cui la mia specie aveva intrinseche. Mi sentivo la peggiore dei pleiadiani, un’autentica schifezza, in quel periodo rimpiangevo di aver scoperto di essere un’aliena. Avrei preferito continuare la mia vita da umana, almeno mi sarei sentita uguale agli altri. Forse no, visto che le mie amiche terrestri erano riuscite a fare una cosa che io sarei dovuta riuscire ad attuare in un batter d’occhio.
Quella mattina mi alzai davvero con la luna storta, ero infastidita da tutto e tutti. Nathalie e Sophie erano abituate al fatto che ero lunatica e avevano capito benissimo che abbattuta e delusa per quello che stava succedendo. Quel periodo davvero non le sopportavo, erano così beate, contente e appagate, parevano così maledettamente contagiose. Non riuscivo a tollerare quella gioia pericolosa che diffondevano per la casa, era così dilagante! Effettivamente in quei mesi ero costantemente di malumore e col passare del tempo peggiorava sempre di più. Stavo lontana da tutto ciò che mi trasmetteva qualcosa di positivo, non sopportavo e non volevo vedere nessuno.
Quando sorse Alcyone chiusi subito la tenda, la luce mi stava dando un fastidio tremendo. Tutto ciò che era buono mi suscitava disgusto, infatti mangiai pochissimo a colazione.
-         Forse dovresti smetterla di comportarti così – mi disse Sidus.
-         Fatti i fatti tuoi – gli risposi stizzita.
-         Finiscila di stare così, non vedi Nathalie e Sophie … -.
-         Chi se ne frega di Nathalie e Sophie! – lo interruppi sbraitando.
-         Secondo me tu sei solo … -.
-         Taci! -.
Odiavo sentire quella parola, ma sapevo che era l’amara verità. Ero invidiosa di loro, per esserci riuscite e io non stavo facendo altro che covare rancore nei loro confronti. Loro non mi avevano fatto niente, però quando mi rodeva che loro ci erano riuscite e io no! Doveva essere una mia qualità innata e invece mi ero fatta superare da loro che erano umane!
Invidia, rabbia e rancore, non sono i sentimenti umani più belli del mondo, ma erano quelli che mi stavano ferocemente governando. Certo da qui si può capire che non sono mai stata una bella persona, visto che provo cose del genere nei confronti delle mie amiche. Ma erano sentimenti e sia umani che pleiadiani provavano, quindi potevano risiedere anche in un essere ignobile come me. In fin dei conti, quando si provavano quei sentimenti, era chiaro segno di sofferenza e io stavo soffrendo. Mi tormentavo per il fatto di essere un’incapace di non essere riuscita nemmeno a fare una cosa che per tutti i miei simili era a dir poco elementare.
Era una giornata soleggiata, decisi di andare al cimitero di Taygete, da sola stavolta. Avevo subito fin troppe umiliazioni ed io odiavo essere avvilita, ero consapevole di essere orgogliosa. Maledetto difetto, dopo avermi quasi portato via l’amore di Josh, in quel momento mi stava togliendo lentamente l’amicizia di Nathalie e Sophie.
Visto in solitudine, in cimitero aveva un’altra atmosfera, era un posto rilassante, tranquillo che calmava i sensi. Era così bello stare in quel luogo così magico senza nessuno che ti ronzava intorno!
Ammirai quelle splendide statue la luce traspariva attraverso quel materiale facendo magnifici giochi di luce. Se solo avessi potuto avere un briciolo del loro spirito! Mi andai a sedere su una tomba, ero di spalle alla statua e non potei vederla, dato che stavo ammirando la natura lussureggiante. Ero così triste, mi sentivo una nullità, non ero buona né come umana né come pleiadiana! Quei pensieri tristi mi fecero scivolare una lacrima sul viso, la bloccai subito. Non mi piaceva piangere, mi faceva sentire debole e idiota, era una cosa che mi dava ai nervi. Perché loro ci erano riuscite? Perché io no? Cosa avevo io che non andava? Cosa avevano loro che non avevo? Cosa avevo in meno a loro?
-         Forse dovresti smetterla di porti domande e cercare le risposte dentro di te – disse una voce dolce e gradevole.
Rimasi interdetta, chi aveva parlato? Nel cimitero non vi era nessuno a parte me e le statue. Mi guardai intorno, non c’era anima viva.
-         Chi è che parla? – chiesi intimorita.
Un senso di inquietudine imperversò il mio corpo, quel posto era davvero splendido e pieno di vita, ma rimaneva pur sempre un cimitero e la sola idea in quel momento mi faceva solo rabbrividire.
-         Sono Yoshua – mi rispose sempre la stessa voce.
-         Tu sei morto! Come fai a parlarmi? -.
-         Il corpo può pure diventare cenere, ma l’energia e uno spirito elevato hanno il dono di essere immortali -.
Mi guardai intorno e alla fine apparve davanti a me una sagoma luminescente e pallida. Aveva più o meno la stessa forma della statua, ma era evanescente e completamente bianco. Si andò a sedere sulla sua tomba, accanto a me.
-         Non ti devi scoraggiare Esther – mi disse sorridente – io sento che tu hai una grande energia dentro, devi solo tirarla fuori e il tuo spirito si alzerà -.
-         Come devo fare? Le mie amiche ci sono riuscite, io ho provato in ogni modo, ma non ci riesco! -.
-         Sei sicura? L’energia è parte dell’universo hai mai provato ad essere in armonia con esso ? -.
-         No -.
Mi aveva dato la chiave per arrivarci, un impulso improvviso mi fece alzare e correre verso la boscaglia del cimitero. Sentivo il contatto con il cosmo che si faceva sempre più vicino a me. Cresceva una sensazione di piacere e di estasi, ogni senso era appagato, forse l’avevo già sentita quella sensazione. Cominciai a sentire un forte calore che imperversava nel mio corpo e il respiro che si faceva intenso. Mentre correvo mi tolsi i vestiti fino a rimanere completamente nuda, essi non erano indispensabili, senza loro ero davvero libera. Non m’importava più nulla del pudore, in fin dei conti in un posto del genere chi mi poteva vedere se non innocui esseri di luce o animali? Ero assolta da ogni vincolo ed era la sensazione più bella che avessi mai provato. Arrivai in una radura, vi era un piccolo specchio d’acqua limpida. La mia corsa finì li, non so perché mi tuffai dentro quelle acque trasparenti e fresche. Fu qualcosa di meraviglioso e mi stetti immersa in quello specchio a godermi quello che stavo provando. Era davvero una liberazione di tutti i sensi, non sapevo se il mio spirito si stava elevando ma non mi ero mai sentita così tanto bene. Appartenevo all’universo in quel momento, ero tutt’una con esso e sentivo il fluire armonioso dell’energia che dilagava nel mio corpo.
Stetti li a rilassarmi, il fondo era sabbioso e morbido e piacevole e poi non avevo mai fatto l’esperienza di fare un bagno in un pozzo nel bel mezzo del bosco. Ad dir la verità non avevo neanche provato a correre nuda per un bosco dove magari degli alieni pervertiti mi hanno guardata. Non mi ero mai considerata una bella ragazza, avevo poco seno, avevo una seconda scarsa e le mie gambe erano due stecchini. Forse lo specchio della mia casa terrestre era deformante, visto che tutte le volte che andavo a farmi la doccia vedevo sempre un essere deforme.
Il cielo di Antea era meraviglioso in quel momento, Alcyone stava per tramontare e si vedeva lo spettacolo di luci che faceva mentre scendeva dietro l’orizzonte. Era una stella blu e si vedevano scie azzurrine luminose che tingevano il cielo che stava diventando sempre più blu.
Avevo sempre avuto un brutto rapporto col mondo, avevo sempre pensato che facesse schifo, ma mi sbagliavo. Era tutt’altro ed è stato proprio il mio approccio sbagliato a impedirmi di provare quelle sensazioni fantastiche.
Mi stavo lasciando andare in quel favoloso bagno, quando sentii una voce alle mie spalle.
-         Esther! – esclamo.
Riconobbi la voce, era quella stupita di Nathalie. Mi guardai alle spalle, c’erano Nathalie, Sophie, Aster e Sidus che mi stavano guardando interdetti.
-         Esther cosa ci fai in una pozza d’acqua completamente nuda? – mi chiese Sophie.
Mi resi conto di essere nuda come un verme davanti a degli uomini, cercai di coprirmi le pudenda con le mani arrossendo come un peperone.
Mi resi conto che potevo finalmente vederle: le auree di Sophie, Nathalie, Aster e Sidus. Intorno a Sophie si vedeva un alone rosso vermiglio; a Nathalie di colore verde, con delle pagliuzze rosse; Aster era giallo, invece Sidus era blu.
Stavano tutti guardando me, mi sentivo in terribile imbarazzo, ma notai che i due ragazzi non stavano cercando di scorgere col loro sguardo quelle ciliegie che avevo per seni. Stavano fissando tutti il mio viso, come se avessi un brufolo gigante sulla fronte.
-         Oddio io non so come sia successo tutto questo! – esclamai.
-         Esther – disse Sophie – la tua aura è … -.
 

Se avete seguito e commentato fin qui la mia miserrima storia  ne sono infinitamente grata. Ringrazio Frida Rush, Ferao 15 e RossyBieberHoran che mi sostengono sempre con le loro recensioni e tutti quelli che commenteranno, seguiranno, e metteranno la storia fra le seguite, ricordate e preferite!
   
 
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