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Autore: Loony Evans    10/12/2012    1 recensioni
Allora, in poche parole questa storia parla dei Mitici Marauders. Sette capitoli per ogni anno. Dal primo viaggio in treno ai M.A.G.O., più uno speciale estate.
Dunque, leggete ma, soprattutto, recensite. Fate felice la vostra Luna!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-         SEI UNA VERGOGNA! OGNI TUO PASSO È UN DISONORE PER LA NOSTRA FAMIGLIA!- le urla di mia madre si propagano per tutta il binario. Non sono ancora salito in treno, e lei ne ha approfittato per farmi la predica pre-scuola come ogni anno, io le ho risposto male e ha cominciato. Mio padre e Regulus ci guardano, uno indifferente, l’altro non lo so.
Mentre Walburga continua la sua tirata, il mio pensiero corre al motivo di ogni sfuriata che mi è stata fatta, il giorno in cui ho scoperto di odiare ogni idea della mia famiglia.
 
La neve cadeva lentamente. Poche volte avevo visto nevicare a Grimmauld Place, così pregai mia madre di farmi uscire a giocare.
-         Va bene, ma non da solo, chiedi alle tue cugine di accompagnarti. E non dare confidenza ai Babbani.- rispose lei con l’ultimo sorriso che le avrei visto fare per me.
-         Grazie.- dissi. Lei mi abbracciò e mi diede un bacio umido sulla guancia. Io uscii e mi diressi al numero quattordici di Grimmauld Place, anche quello nascosto grazie alla magia.
-         Ciao Sirius, cosa c’è?- mi accolse mia zia Druella con un gran sorriso; essendo il primo maschio, ero il futuro erede dei Black e quindi tutti mi coccolavano. Non sarebbe stato così ancora per molto.
-         Mamma mi ha detto che se voglio giocare fuori devo essere accompagnato da Bella, Meda o Cissy.- risposi.
-         Ah, d’accordo. Vieni, andiamo a chiederglielo.-
Mi condusse nel salotto della loro casa, dove le mie cugine stavano ascoltando zio Cygnus che leggeva una vecchia legge allora non ancora abrogata che diceva che era lecito fare qualcosa di orrendo (ora non ricordo cosa fosse) ai Babbani che scoprivano per caso la magia. Non era ancora il tempo degli Incantesimi di Memoria.
Le personalità delle mie cugine erano già ben delineate: Bellatrix ascoltava rapita, Andromeda con uno sguardo un po’ incerto e Narcissa era distratta.
Quando entrammo, zio Cygnus si fermò e chiese, infastidito per essere stato interrotto: - Sì?-
-         Walburga chiede se qualcuna di voi può accompagnare Sirius a giocare fuori.-
-         Fuori tra i Babbani? No grazie.- rispose Bellatrix guardandomi male.
-         Va bene, Narcissa?-
-         Non ne ho voglia, mamma.- rispose lei distratta come al solito. Zia Druella non le disse nulla: nessuno sgridava mai Narcissa.
-         Andromeda?- chiese all’ultima rimasta. Lei guardò prima il padre, poi me. alla fine disse: - Per me va bene. Vado a prendere il cappotto.-
Uscendo dalla stanza passò accanto a noi e mi accarezzò la testa con un sorriso dolce: mi aveva sempre preferito a tutti, compresa la sua famiglia.
-         Mamma mia, che freddo che fa. - commentò quando fummo usciti.
-         Sbrigati Dromeda! Voglio andare al parco!- esclamai correndo.
-         Arrivo, arrivo!- rispose mia cugina correndomi dietro.
Quando arrivammo, il parco era deserto, fatta eccezione per una donna che scriveva concentrata. Andromeda mi portò in un angolo lontano da lei, lanciandole un’occhiata preoccupata che io non compresi. Non riuscivo ancora a capire chi era un mago e chi no.
Ci mettemmo a giocare a palle di neve e solo dopo un’oretta circa ci accorgemmo che la donna si era spostata e si era seduta sulla panchina vicino a noi fissandoci.
-         Ciao. - ci salutò vedendo che la stavamo guardando.
-         Ciao. - risposi io. Andromeda rimase lì, ferma e zitta.
-         Vi state divertendo?-
-         Sì, mi piace la neve. -
-         Ho visto quanto ti divertivi.- disse lei con un sorriso.- Sai, io disegno per lavoro.-
-         Disegni?-
-         Sì, ho disegnato anche voi due. Vi va di vedere il mio disegno?-
Io annuii e mi avvicinai, ignorando lo sguardo ammonitore di Andromeda.
Ricordo che quel disegno era davvero bellissimo. C’ero io che tiravo una palla di neve a Dromeda mentre lei cercava di proteggersi mettendosi le braccia incrociate davanti al viso.
Rimasi incantato davanti a quel disegno, perfetto anche se fatto frettolosamente.
-         Vieni a vedere Meda!- esclamai voltandomi verso mia cugina. Lei rimase ferma, ma poi si convinse e venne lentamente verso di noi.
-         È molto…bello.- mormorò. La donna glielo porse e lei lo prese, fissandolo incantata.
-         Grazie, cara. Voi siete di queste parti?-
-         Sì. - risposi io.
-         Davvero? Non vi ho mai visto in giro. -
-         Noi non usciamo spesso.-
-         Oh, capisco. Siete fratelli?-
-         Cugini.-
-         E abitate qui a Grimmauld Place?-
-         Sì, al numero…- ma prima che potessi aggiungere altro, Andromeda mi tappò la bocca e rispose: - Undici. Abitiamo al numero undici; ci siamo appena trasferiti.-
-         Oh, e…- tentò di dire la donna.
-         E ora è meglio che andiamo. Si è fatto tardi. Grazie per il disegno.- la interruppe mia cugina porgendole il foglio. La donna lo rifiutò.
-         No, tienilo tu. Dopotutto ci siete voi due sopra.-
Meda guardò il disegno, lei e poi me. Infine sorrise salutò la donna prima di trascinarmi via.
-         Non dire a tua madre o alla mia chi abbiamo incontrato, ok?- mi disse mentre rientravamo nella piazzetta.
-         Perché?-
-         Non l’hai capito Sirius? Quella donna era una Babbana. Se i nostri genitori scoprono che abbiamo parlato con lei ci mettono in punizione a vita. - spiegò. Per la prima volta notai una punta di tristezza nella sua voce e tacqui.
Rimasi zitto anche quando rientrai in casa e mi chiusi subito in camera, pensando. Andromeda mi aveva affidato il disegno, conscia che in casa sua correva molti più pericoli a causa delle costanti intrusioni in camera sua delle sorelle. Da me sarebbe stato molto più al sicuro.
Mi sdraiai sul letto e mi misi a pensare come una creatura sudicia come un Babbano potesse aver creato quella meraviglia e all’improvviso mi venne in mente che quella signora era stata gentile con me, non avevo neanche capito che non era una strega. Allora, perché doveva essere diversa da noi?
Quella sera feci questa domanda a mio padre e ne nacque una litigata tremenda che diede vita poi a tutte quelle che seguirono.
Così mi resi conto che i Babbani erano uguali a me e cominciò la faida con la mia famiglia.
 
Mentre ricordo tutte queste cose, sono salito sul treno e sto cercando i miei amici. Un grosso baccano e Diana Flow che spia qualcuno dal corridoio mi indicano lo scompartimento giusto.
E infatti…
- Sirius! Remus è diventato Prefetto!-
  
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