Capitolo 2

Mi avviai di malavoglia verso quella specie di carcere-dormitorio.                                
Da vicino si poteva notare quanto l'edificio fosse vecchio e rivestito da uno strato di muffa,inoltre le sbarre alle finestre erano spesse e,a differenza di tutto il resto,sembravano quasi nuove.

C'era un gruppetto di ragazzi che stava entrando proprio in quel momento,quelli nuovi!

Erano tre,una ragazza e due ragazzi,e nessuno di loro si era accorto di me,meglio così,non ho voglia di essere fermata da qualcuno,così ne approfittai per capire meglio con chi avrei avuto a che fare.

Non avevano niente in comune tra di loro,di sicuro neanche si conoscevano.

La ragazza aveva una lunga chioma bionda e le unghie laccate;mi ricordava tanto le cheerleader dei film americani,quelle ragazze sempre perfette.                                                                                       
Fece ondeggiare i capelli e scomparve dietro una porta;aveva qualcosa di familiare ma,non avendola vista in faccia,non riuscivo a collegarla a nessuno che conoscessi.                                                
O meglio,una persona mi venne in mente ma non era il tipo da finire in un posto del genere.

Il ragazzo dietro di lei aveva occhi e capelli castani e qualche lentiggine sul viso,resa ancora più evidente dalle lampade a neon;teneva la testa bassa,guardandosi le scarpe,e con passi lenti e disorientati si infilò nella sua stanza.

Mi girai verso l'altro ragazzo ma era già scomparso,riuscii solo a vedere una testa di capelli neri e arruffati che scompariva dietro ad un'altra porta.                         
Quando i miei occhi si posarono su di lui il mio cuore cominciò ad accellerare e un grande senso di familiarità tornò a farmi visita.                                                        
Un forte calore iniziò a crescermi nel petto e,per qualche attimo che sembrava infinito,il senso di vuoto che avevo dentro sembrò dissolversi,per la prima volta dopo molto tempo.

Era come se fossi tornata indietro nel tempo.                                                      
Tornata a casa dopo un lungo periodo di assenza.                                                    
Come se avessi ritrovato tutto ciò che in passato avevo perso.                               
Come se avessi ritrovato me stessa.                                                                    
Come se fossi stata di nuovo completa.

Mi precipitai nella mia stanza,la numero 54, e richiusi la porta alle mie spalle.         
Mi sedetti sul letto per riprendere fiato.                                                               

''...Non può essere...non può essere lui...è solo uno che gli assomiglia,esistono migliaia di persone in America che hanno i capelli neri...''               

Certo,ma nessuno ti ha mai fatto sentire così!                                                             
Oh andiamo,non l'ho neanche visto in faccia,potrebbe essere chiunque!              
Chiunque o Qualcuno!             

Odiavo i miei dialoghi interiori,erano sempre capaci di farmi perdere la testa e di confondermi ancora di più.                                                                                      
Ora dovevo solo calmarmi,quando lo avrei rivisto avrei anche scoperto la verità,ma per il momento è meglio non farsi strane idee.                  

Solo allora mi guardai meglio intorno:l'arredamento consisteva in un semplice letto,un armadio a due ante,una scrivania in legno e un piccolo bagno.              
C'era anche una grande finestra (sempre con le sbarre,ahimè) che faceva entrare molta luce.                                                                                                             
Non è così orribile,certo è un pò anonima ma a questo perlomeno si rimedia!
 

Angolo Autrice