Videogiochi > Professor Layton
Segui la storia  |       
Autore: REAwhereverIgo    10/12/2012    5 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

8

 

Layton stava riflettendo e non si rese conto di Luke che parlava.

“Professore, ma mi sta ascoltando?” lo chiamò il ragazzino. Lui sobbalzò e lo guardò.

“Come?” chiese, preso alla sprovvista.

“Le ho chiesto se questa pomata va bene” ripeté il piccolo, indicando la scatola che aveva in mano.

“Sì, penso di sì” rispose, continuando a non ascoltarlo veramente. Aveva sentito il bisogno di staccarsi rapidamente da Lisa, ma non avrebbe saputo spiegare come mai. Claire… aveva pensato a lei nell’esatto istante in cui aveva sfiorato le dita della ragazza. Si era sentito un verme, un traditore, anche se tutto ciò che stava facendo era solo controllare una ferita. Che stava succedendo?

“Ecco fatto, ho pagato. Torniamo da Lisa?” domandò Luke, tornando dalla cassa con in mano il sacchetto con la pomata.

“Sì, andiamo” annuì lui.

Erano a due passi dalla casa e andarono a piedi, rinfrescandosi nell’aria frizzante di Londra. A Layton quel clima piaceva, gli era sempre piaciuto, e non avrebbe potuto desiderare di meglio per pensare un po’.

“Senti, tu va’ avanti, io ho da fare una cosa” esordì, fermandosi a metà strada. Il ragazzino lo guardò, ma non disse nulla: annuì solamente. Aveva imparato che quando il professore aveva un problema di cui non voleva parlare non valeva la pena provare ad insistere, tanto non avrebbe sortito alcun effetto.

Scomparve dietro l’angolo ed entrò in casa, lasciando l’uomo da solo con i suoi pensieri.

Layton si aggiustò la tuba e poi mise le mani in tasca per ripararle dal freddo. A testa bassa iniziò a camminare senza una meta, cercando di capire i suoi sentimenti di poco prima. Perché aveva pensato a Claire? E dire che, da quando Lisa era arrivata, i suoi incubi erano diminuiti notevolmente e l’aveva ricordata sempre meno. Ma forse era proprio quello il problema: forse proprio il fatto che, quando pensava, aveva davanti solo le immagini di Lisa e non quelle di Claire lo faceva sentire in colpa. Ci aveva fatto caso in metropolitana, quando lei si era strinta a lui dal sollievo di averlo trovato dopo essere stata risucchiata dalla folla: non solo era carina, era anche molto simpatica, divertente e piacevole. E lui rischiava di rimanerci fregato.

La verità era che non accettava l’idea di avere accanto a sé un’altra donna perché Claire era l’unica. Lo era sempre stata e sempre sarebbe rimasta, non c’era possibilità che qualcuna la rimpiazzasse. Soprattutto una ragazza giovane come era Lisa. Certo, otto anni non erano poi così tanti, ma erano comunque abbastanza. Sospirò: poteva trovare mille scuse, poteva nascondersi dietro qualsiasi bugia, ma rimaneva il fatto che per lei provava qualcosa di più di quello che riusciva ad accettare al momento e questo lo spaventava. Con Emmy non era stato così difficile, perché con lei invece lo era?

Decise che l’unico posto in cui poteva andare era quello in cui c’era la persona che l’aveva fatto stare così male. Alzò gli occhi e fissò per qualche secondo l’edificio grigio che aveva davanti.

 

“Allora? Non mi hai risposto. Ti sei innamorata del professore?” ripeté Flora. Lisa rimase zitta. Aveva anche smesso di piangere, tanta era stata la sorpresa di quella domanda.

Fissò il pavimento e ci pensò. Se ne era innamorata? Quasi certamente sì, ormai l’aveva accettato da sola. Però ammetterlo a voce alta significava arrivare al punto di non ritorno e lei stava già abbastanza male così, senza complicazioni sentimentali. Mentire a tutti loro in questa situazione era difficile anche se non ammetteva di provare un sentimento intimo per Layton.

“N-no, io non… non ne sono innamorata” negò. Quelle parole furono come un cazzotto nello stomaco e la cosa peggiore fu che le aveva dette di sua spontanea volontà. Si sentì orribile.

“Ne sei sicura?” si accertò Flora, sporgendosi verso di lei sorridendo. Le stava chiedendo di ripeterlo un’altra volta? Quella ragazza era una iena!

Lisa la fissò e poi scosse la testa.

“No, non ne sono sicura!” ammise. Lei rise soddisfatta e batté le mani.

“Lo sapevo!” esultò felice.

“Smettila” le disse l’altra, sconsolata.

“Perché? Sono felice che qualcuno provi un sentimento così bello per il professore!” spiegò, senza smettere di sorridere.

“Sì, ma io non sono felice affatto” la bloccò Lisa, disperata.

“Non capisco” ammise Flora, mettendosi un dito su una guancia.

“Se sei innamorata, dovresti esserne felice. Sentire le farfalle nello stomaco, i brividi se ti sfiora, il sorriso allargarsi non appena lo vedi” elencò. La ragazza strinse le mani e rifletté.

“I-io… diciamo che non posso permettermi l’amore, adesso” spiegò infine.

“Inoltre conosco qualcosa del passato del professor Layton e so della sua vecchia ragazza, Claire” ammise infine. Flora trattenne il respiro al ricordo dell’ultimo caso affrontato e si rattristò.

“Quanto sai di quella storia?” le domandò.

“So che lei è morta. Non ho voluto sapere altro” rispose. In parte era la verità, anche se omise di dire che sapeva COME era morta.

La ragazzina esitò e si guardò le mani.

“Lisa, senti forse dovresti sapere ciò che è successo davvero…” iniziò a dirle, ma il campanello suonò e loro furono interrotte.

“Probabilmente sono Luke e il professore, vado io ad aprire” disse Flora, andando alla porta. Lei sentì i rumori del chiavistello girare e della serratura scattare e attese di vedere i due entrare in salotto. Fu sorpresa di scorgere solo il più piccolo togliersi il giacchetto nell’ingresso.

“Dov’è il professore?” chiese Flora.

“Ha detto che aveva qualcosa da fare e se n’è andato” spiegò Luke. Corse da Lisa e le passò la pomata.

“Però abbiamo preso questo per te. Te la devi mettere sulla bruciatura e poi lasciarla senza fasciature per un paio di giorni. Il farmacista mi ha detto anche di fare in modo di non mettere sulla ferita qualsiasi tessuto irritante” le disse. Lei sorrise.

“Grazie, piccolo” rispose, prendendo la scatola e aprendola.

 

“Perché è venuto qui?”

“Volevo vedere come stavi”

“Ne è sicuro?”

“Certo. Non avrei avuto altri motivi, no?”

“Professore, la conosco abbastanza bene da vedere che c’è qualcosa che non va in lei. Non lo dice sempre? Un gentiluomo non racconta bugie”

Layton fissò il ragazzo davanti a sé e sospirò. Perché era andato lì?

“Ho solo sentito il bisogno di venire qua. Non so spiegarmi meglio” rispose.

“Ho capito. Però ciò che non capisco è: perché proprio qui? Perché proprio da me?” domandò lui. Dire la verità o mentire di nuovo?

“Perché sei la cosa che più mi ricorda Claire in questo momento” ammise infine.

Clive si sporse verso il vetro della sala in cui i detenuti parlavano con i visitatori e lo fissò straniato.

“Claire? Io le ricordo Claire? Mi scusi, ma non credo di seguirla”

“Clive, il punto è che non saprei spiegarti niente di quello che sto provando. Ho sentito il bisogno di venire qui per parlarti e per stare un po’ con te. In fondo, nell’ultimo anno sono venuto più volte, non è così strano” gli fece presente.

“Non è il fatto che lei sia qui ad essere strano. È lei che è strano” spiegò il ragazzo.

“Lo so” sospirò Layton.

“Non credo che mi dirà come mai si sente così giù, quindi cambierò domanda. Da cosa sta scappando?” chiese. L’uomo rimase in silenzio, sentendo la risposta rimbombare in testa e non riuscendo a pronunciarlo ad alta voce.

“Non deve per forza dirlo a me, non mi permetterei mai tanta arroganza. Però si risponda e cerchi di capire come mai sta così” suggerì. In quel momento il secondino che lo aveva in custodia lo chiamò e lui si alzò.

“Mi fa sempre piacere parlare con lei, professor Layton. Spero di rivederla presto” lo salutò.

“Ciao Clive. Tornerò, te lo prometto” ricambiò.

“Lo so”

 

Lisa si era addormentata sul divano. Flora e Luke si erano messi ad armeggiare in cucina e l’avevano lasciata lì a mettersi la pomata. I suoi occhi, già provati dalle lacrime, si erano chiusi lentamente, senza che se ne rendesse conto.

“Secondo te quanto ci vorrà ancora al professore? Io inizio ad avere fame” disse il ragazzo, sedendosi su una poltrona.

“Non saprei. Non so dove sia andato, per cui non ti posso rispondere” ribatté Flora. Sospirarono entrambi.

“Facciamo qualcosa, ti va? Ho visto che in cucina c’è un blocco notes, sfidiamoci a una gara di enigmi!” propose Luke. Flora batté le mani entusiasta.

“Andiamo” accettò.

Si chiusero in cucina e si misero a parlare, lasciandola lì da sola.

Poco dopo Layton entrò in corridoio.

“Scusate se entro senza permesso, la porta era aperta” si annunciò, affacciandosi in salotto.

“C’è nessuno?” chiamò a bassa voce. Un gentiluomo non grida mai.

Non ebbe risposta e vide che la stanza era completamente vuota.

“Ma se ne sono andati?” si chiese. Fu a quel punto che la vide: una ragazza stesa sul divano che dormiva. Lisa.

In qualche modo il suo cuore si mise a battere forte e subito la sensazione di tradimento lo attaccò alle spalle. Maledetto senso di colpa.

“Mamma… papà…” sussurrò lei, iniziando a respirare più velocemente. Era così piccola e indifesa stesa lì sopra che lui si inginocchiò per essere alla sua altezza.

“Lisa, svegliati” la chiamò dolcemente. La ragazza, in risposta, lo afferrò per il polso.

“Non andartene” implorò. Aveva le lacrime agli occhi anche mentre dormiva, notò Layton. Le asciugò una guancia, sorridendo dolcemente. Era carina, niente poteva negarlo.

Le sue mani fredde la fecero sobbalzare e si ritrovò faccia a faccia con lui.

“P-professore” sussurrò. Il suo cervello analizzò quella situazione con un secondo di ritardo.

“Professore!” esclamò, sedendosi velocemente e arrossendo. L’uomo rise divertito.

“Tranquilla, sono solo io. Come va la mano?” s’informò.

“La… la mano?” domandò Lisa, confusa. Poi si ricordò della bruciatura.

“Ah, la mano. Bene, non mi fa male” rispose. Il suo cuore batteva all’impazzata, non riusciva nemmeno a respirare.

“Che succede, qualche problema?” chiese Flora, affacciandosi dalla cucina.

“Ah, è tornato!” esultò quando vide l’uomo inginocchiato a terra.

“Sì, scusate l’attesa. Dovevo visitare un posto” spiegò.

“Non importa. Venga, Luke è in cucina. Stavamo aspettando lei per metterci a tavola” lo invitò. A quelle parole lui si sentì male, ma sorrise.

“Grazie, ma non serviva aspettarmi”

“Si figuri, l’abbiamo fatto con piacere” minimizzò la ragazza, scortandolo a tavola. Lisa li seguì con la testa pesante.

“Ah professore, è arrivato” esclamò Luke, felice. Si sedette vicino a lui preoccupato, mentre Flora metteva il cibo davanti a loro e Lisa si posizionò davanti al ragazzino.

“Chi ha cucinato?” chiese Layton in un sussurrò al suo assistente.

“Ci ho pensato io, non tema” gli assicurò ridendo.

“Buon appetito!” esclamarono le ragazze all’unisono e iniziando a mangiare, seguite a ruota dagli altri due.

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Professor Layton / Vai alla pagina dell'autore: REAwhereverIgo