Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |       
Autore: giormoments    10/12/2012    3 recensioni
Pairing: larry | Rating: arancione | Conteggio parole: 5076 | AU | lime.
Nel 2010 Harry Styles pensava che quello sarebbe stato senza ombra di dubbio l’anno più bello ed intenso della sua vita.
Aveva diciotto anni e si godeva la vita.
Era uno dei ragazzi più desiderati e popolari della città, era il capitano della squadra di calcio della scuola.
Aveva voti alti, con quel suo visino dolce e sfacciato riusciva ad ottenere il meglio in tutte le materie, un po’ impegnandosi, un po’ sfruttando quel suo carattere svergognato.
Non gli sarebbe bastato un libro di 100 pagine per contenere tutti i nomi delle ragazze che avrebbero fatto carte false pur di passare anche solo un’ora in sua compagnia.
Peccato, però, che a lui non interessasse nessuna di queste. E non perché se la tirasse o fosse uno solitario. Semplicemente: era già felicemente fidanzato.
Nel 2010, precisamente il 15 maggio, aveva finalmente trovato l’occasione ed il coraggio per dichiararsi a Louis Tomlinson, 19 anni, bello da morire.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Like you were never gone

1. The one that got away


Nel 2010 Harry Styles pensava che quello sarebbe stato senza ombra di dubbio l’anno più bello ed intenso della sua vita.
Aveva diciotto anni e si godeva la vita.
Era uno dei ragazzi più desiderati e popolari della città, era il capitano della squadra di calcio della scuola.
Aveva voti alti, con quel suo visino dolce e sfacciato riusciva ad ottenere il meglio in tutte le materie, un po’ impegnandosi, un po’ sfruttando quel suo carattere svergognato.
Non gli sarebbe bastato un libro di 100 pagine per contenere tutti i nomi delle ragazze che avrebbero fatto carte false pur di passare anche solo un’ora in sua compagnia.
Peccato, però, che a lui non interessasse nessuna di queste. E non perché se la tirasse o fosse uno solitario. Semplicemente: era già felicemente fidanzato.
Nel 2010, precisamente il 15 maggio, aveva finalmente trovato l’occasione ed il coraggio per dichiararsi a Louis Tomlinson, 19 anni, bello da morire.
Harry doveva ringraziare il suo amico Zayn. Di certo senza di lui non si sarebbero mai conosciuti.
Louis non era certo il tipo da frequentare le feste scatenate e le partite di calcio.
Era un tipo molto più riservato, anche se, Harry lo sapeva bene, era tutta apparenza. Una volta presa confidenza, era la persona più divertente e bastarda, sì bastarda, della Terra. Harry aveva perso il conto degli scherzi idioti che gli aveva fatto.
Zayn li aveva presentati all’inizio dell’anno. Lui e Louis facevano squadra per gli addobbi per l’ennesima raccolta di fondi organizzata dal loro liceo. Harry si era avvicinato a Zayn un giorno di febbraio del 2010, mentre il moro era intento a parlare con Louis dei loro impegni ed è stato lì che è successo.
E’ stato lì che è iniziato tutto.
E’ stato lì che per la prima volta, Harry ha visto davvero Louis Tomlinson.
Si è accorto lì, in quel corridoio affollato dal via vai del cambio tra la prima e la seconda ora, di quei fari che Louis aveva al posto degli occhi. Si era accorto lì di come quel capelli sottili ricadessero sulla fronte alta.
Era passato poco tempo, davvero poco tempo perché Harry iniziasse ad assillare Zayn per portarlo con lui alla prossima riunione del comitato studentesco.
L’occasione era arrivata subito dopo. La settimana successiva la partita settimanale di calcio e la riunione capitavano proprio nello stesso pomeriggio. Allora Harry era andato di Zayn alla riunione con il suo borsone blu scuro in spalla. Lì l’aveva rivisto. Certo, non che nell’ultima settimana non l’avesse visto, ma quella era la prima vera occasione che aveva di rivederlo da vicino.
Si ritrovò a sorridere come una ragazzina quando entrò nella sala conferenze e lo trovò lì, seduto con le gambe fasciate dai jeans chiari raccolte, la schiena appoggiata allo schienale e la cartellina in grembo con l’espressione pensierosa e corrucciata più dolce che Harry avesse mai visto.
Di Zayn nemmeno l’ombra.
Allora si avvicinò lentamente a Louis e poggiò il borsone lì a terra, facendolo sussultare.
Gli aveva sorriso. Appena si era accorto che era lui, Louis era arrossito leggermente e gli aveva rivolto un sorriso bellissimo. Harry si era seduto accanto a lui e avevano iniziato a chiacchierare, anche se erano entrambi nervosissimi e avevano parlato di cose banalissime come il tempo o la partita di Harry.
Il tempo era volato e tra una chiacchiera ed uno sguardo assassino rivolto a Zayn, arrivato con mezz’ora di ritardo, Harry era dovuto scendere in campo.
Mentre giocava, rivolse lo sguardo verso le tribune e sentì la forza di spiccare un salto di dieci metri. Louis era lì, accanto a Zayn, col suo cappellino bianco di lana calato sui capelli castani che chiacchierava col moro. Si era decisamente fatto perdonare per quella situazione orribile in cui l’aveva messo con quel suo ritardo.
Quando segnò, quel giorno, guardò di sottecchi verso gli occhi blu di Louis e gli sorrise. Lo vide arrossire ed abbassare lo sguardo mentre sul viso nasceva l’ombra di un sorriso.
Harry si sentì pieno di energia e nessuno riuscì a fermarlo più.
I loro incontri si succedevano tutti in quel modo: uno dei due costringeva Zayn a combinare incontri, si sorridevano e tubavano come due colombelle.
Il primo bacio Harry lo ricordava bene, eccome se se lo ricordava.
Era accaduto nel modo più scontato e idiota possibile: il gioco della bottiglia.
Zayn era riuscito a convincere Louis a partecipare ad una delle loro feste. In realtà non c’era voluto molto per convincerlo, gli era bastato dire ‘ci sarà anche Harry’ e Louis era già praticamente fuori dalla porta.
Erano tutti ubriachi, o meglio, quasi tutti. Harry era già abbastanza nervoso di suo e non gli serviva un’altra nausea da aggiungere a quella che già aveva; Louis invece non era tipo da sbronze, le feste preferiva ricordarsele.
Si erano ritrovati lì, tutti - o meglio, i superstiti degli alcolici supercorretti di Zayn - seduti a terra attorno ad una bottiglia di vetro.
Harry aveva girato quella bottiglia e pensò di aver avuto un’allucinazione quando la vide fermarsi proprio con l’estremità rivolta verso Louis. Zayn aveva iniziato a ridere, ubriaco fradicio, battendo il palmo sul pavimento. Gli altri amici ridevano. Louis no. Louis guardava quella bottiglia come se ne fosse spaventato a morte.
Harry doveva fare qualcosa. Si alzò e gli si avvicinò porgendogli la mano. Louis, che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi piantati a terra, li alzò di scatto. La sua mano si mosse da sola e andò ad afferrare quella di Harry, alzandosi e ritrovandosi faccia a faccia con lui.
Poteva sembrare idiota ma il fatto che il riccio fosse più alto di lui lo mandava in brodo di giuggiole.
Rimasero qualche secondo a guardarsi e sfiorarsi, poi le loro labbra, finalmente, si unirono. Harry non se le aspettava così morbide e Louis non se le aspettava così... buone.
Harry non sentì più la terra sotto ai piedi e si tenne alle spalle larghe di Louis, ma era deciso a non staccarsi da lui. Si staccò solo quando i loro amici ubriachi persi iniziarono a fischiare. Ma non staccò mai lo sguardo da quello di Louis.
Si rincorsero per tutta la notte, sfiorandosi e rubandosi baci a fior di labbra.
Davvero, Harry quel giorno lo ricordava come fosse appena accaduto.
E le settimane successive... Dio, poteva ancora sentire la felicità pungergli tutti i nervi quando lo incontrava nei bagni per qualche bacio rubato o nei corridoi, quando si scambiavano sguardi che avrebbero fatto impallidire chiunque.
Il 15 maggio era un martedì ed Harry ce l’aveva impresso nella mente. Durante l’intervallo era andato in classe di Louis e l’aveva trovato da solo. Aveva chiuso la porta e si era avvicinato constatando che quello ancora non si era accorto della sua presenza. Se ne stava nella sua solita posizione con le gambe raccolte, le cuffiette, un block notes poggiato sulle ginocchia ed una penna che schizzava veloce sul foglio a scribacchiare qualche pensiero fugace.
Sobbalzò ancora per la presenza di Harry e di nuovo abbassò lo sguardo sorridendo.
Lo salutò con un bacio a fior di labbra e gli sfiorò il naso con il proprio sfilandosi le cuffiette.
Quel giorno Harry gli aveva detto che voleva stare con lui, che rincorrersi a scuola e alle feste non gli bastava più.
Era allora che Harry aveva visto lo sguardo di Louis alzarsi e finire nei suoi smeraldi.
Senza dirgli niente si era fatto avanti e lo aveva baciato con trasporto. Gli aveva sussurrato mille ‘sì’ in quel bacio ed Harry, di nuovo, ebbe la sensazione di essere sollevato da terra.
Dal 15 maggio 2010 Harry e Louis stavano ufficialmente insieme.
Entrambe le famiglie erano di mentalità abbastanza aperta, quindi furono più che felici della notizia ed i due non dovevano preoccuparsi di doversi nascondere anche fuori scuola.
La loro prima volta arrivò due mesi dopo.
Se lo ricordava bene, Harry, nonostante fosse passato molto tempo.
Anne era fuori per un addio al nubilato quindi avrebbe passato la notte fuori e Gemma dormiva da un’amica, quindi Harry aveva invitato Louis a casa sua per passare la serata insieme.
Ed ovviamente un bacio tira l’altro, si erano ritrovati sdraiati l’uno sopra l’altro sul letto di Harry, senza maglietta.
In quel momento Louis gli aveva sussurrato quel ‘ti amo’ che Harry poteva ancora sentire distintamente nella sua mente. Doveva esserci qualcosa che rendeva l’idea del suo stato d’animo, eppure non trovava un aggettivo che fosse adatto.
Aveva risposto a quella confessione ed aveva spento la luce. Quello che successe in quella stanza non l’avrebbero mai dimenticato.
I mesi successivi furono un crescendo di emozioni, esperienze e soprattutto amore. Impararono a conoscere pregi e difetti, espressioni, atteggiamenti. Ad esempio Harry aveva imparato che quando Louis era infastidito, assottigliava le labbra. Louis invece aveva imparato che Harry non sapeva assolutamente fingere. Era più forte di lui. Ci provava, ma alla fine scoppiava sempre a ridere e si faceva beccare.
Quando iniziò il 2011, Harry pensò che probabilmente, da come si erano messe le cose, poteva essere un anno addirittura migliore del 2010.
Filò tutto liscio fino al diploma di Louis.
Ovviamente avevano parlato del futuro. Del loro futuro individuale che includeva, era scontato, il loro futuro insieme. Louis voleva frequentare l’Accademia delle Belle Arti mentre Harry voleva continuare la sua carriera nel calcio trovando qualche università di giurisprudenza che offrisse anche borse di studio per lo sport.
Dopo il diploma del più grande però, le cose iniziarono a complicarsi.
Louis non trovava nessuna università nelle vicinanze che lo soddisfacesse, aveva iniziato ad indagare su università distanti da Londra e purtroppo per lui ne aveva trovata una che faceva proprio al caso suo. A Liverpool, circa 220 miglia da casa. Da Harry.
Quando glielo aveva comunicato, il piccolo non ci voleva credere. Sarebbero stati uno dalla parte opposta dell’Inghilterra rispetto all’altro. Louis non credeva nelle relazioni a distanza, ma per Harry decise di provarci.
Si fecero una promessa quella sera. ‘Noi ce la faremo.’
E così, dopo quasi due mesi, Louis si ritrovò all’aeroporto con genitori, sorelle ed un Harry con gli occhi arrossati.
Cercò di farsi forza lui per primo, ma quando abbracciò Harry sentì tutte le sue difese crollare sul petto del riccio. Gli bagnò di lacrime la felpa verde che portava ma a lui non interessava, continuò a stringerlo fino a quando i singhiozzi di Louis si calmarono e si decise a salire su quel dannato aereo.
I primi mesi le cose furono difficili. Si sentivano per telefono ogni ora, si vedevano ogni sera tramite Skype, ma non era la stessa cosa. Non si toccavano, non si baciavano da troppo tempo. Ed era proprio questo quello di cui Louis aveva paura.
Dopo tre mesi di lontananza si erano visti due volte in cui Louis era sceso a Londra per una toccata e fuga di un giorno.
Allora, poco prima di Natale, in una delle loro ormai sporadiche telefonate, Louis pronunciò la fatidica frase capace di far tremare il mondo: ‘dobbiamo parlare’.
Decise per la strada ‘via il dente via il dolore’ oppure ‘è come quando strappi un cerotto.’
Gli disse che non potevano più stare insieme perché Louis non sopportava quella lontananza che sarebbe stata tra di loro per altri quattro lunghi anni. Sapeva che il più piccolo avrebbe ribattuto dicendo che il loro amore era più forte della lontananza, che loro si amavano e potevano sopportare, che lui avrebbe scelto una facoltà a Liverpool in modo da potergli stare accanto.
Come poteva quel riccio basare il suo futuro su una decisione di Louis? Il più grande ancora non se ne capacitava. E soprattutto non voleva che cambiasse i suoi piani per lui. Quindi sganciò la bomba. ‘Non so più se ti amo o no.’
Non era vero. Come poteva esserlo? Certo che lo amava, lo amava più di quanto amasse se stesso. Ma doveva farlo. Quella maledetta lontananza stava facendo male ad entrambi.
Harry rimase con la cornetta appoggiata all’orecchio per qualche minuto mentre quella frase gli rimbombava nella testa ogni volta più forte.
Quando si rese conto che no, quello non era uno dei soliti scherzi idioti di Louis, Harry Styles crollò come un bambino sul suo letto.
Aveva tra le mani il regalo fresco di shopping che aveva preso per Louis. Lo stava incartando proprio quando Louis aveva chiamato.
Si alzò, prese il biglietto aereo per Liverpool datato 23/12/2011 e lo gettò nel cestino insieme alla scatolina mezza incartata contente il suo regalo per il suo ragazzo - ex ragazzo -, delle fedine argentate.
Trascorse il Natale più brutto della storia dei brutti Natali. Provò a contattarlo nei giorni seguenti, ma quando capì che Louis aveva totalmente voltato pagina, si sentì ferito e deluso, messo da parte proprio dalla persona che amava di più sulla faccia della Terra.
A Giugno 2012 il diploma di Harry recitava ‘promosso a pieni voti con borsa di studio’ ma il suo sorriso non aleggiava sul suo viso da troppo tempo.
La sera della festa di fine anno, ubriaco, chiamò Louis. Non gli interessò di trovare la segreteria, lasciò un messaggio. Si sfogò di tutto quello che si era tenuto dentro in quegli ultimi sei mesi. Gli disse quanto lo odiasse per averlo lasciato così, senza nemmeno la più banale delle spiegazioni. Gli disse quanto lo amasse e quanto gli mancasse stringerlo a sé, baciarlo, vedere il suo sorriso nascere sul suo volto a causa sua.
Quella fu l’ultima volta in cui Louis Tomlinson ebbe notizie di Harry Styles.


* * * * *



I fari di una macchina lo accecano e lo fanno tornare in sé.
Subito Harry si raddrizza sul sedile della sua auto e passa la manica sul finestrino appannato mentre il cuore gli arriva in gola dall’agitazione.
È il 20 dicembre e sono passati esattamente quattro anni da quando Louis l’ha lasciato.
Per l’ennesima volta si sente uno stupido per trovarsi lì, ma sente di doverlo fare, di doverlo vedere ancora.
Qualche giorno prima, parlando con Zayn, gli era giunta voce che Louis sarebbe tornato a Londra per le vacanze di Natale e che avrebbe partecipato ad una cena per gli ex-alunni del suo corso.
Ed è per questo che Harry si è appostato nel parcheggio del ristorante ad aspettarlo.
Non sa cosa farà. Non sa se rimarrà bloccato in macchina a guardarlo entrare ignaro della sua presenza, se uscirà e gli riverserà addosso la rabbia repressa ed il dolore che ancora gli attanagliava lo stomaco.
In quel momento lo vede scendere dalla macchina.
E’ cresciuto, ma è sempre lo stesso Louis. Ha tagliato i capelli, ma sono belli come sempre. Ha un velo di barba che Harry trova meravigliosa.
La mano va da sola ad aprire lo sportello e le gambe lo trascinano fuori. Chiude lo sportello e se ne rimane impalato lì con le mani affondate nelle tasche del cappotto, aspettando che l’altro lo veda.
Louis chiude la macchina e si incammina verso l’entrata. Poi lo vede. E per un attimo pensa di star sognando.



-----------------------------------------------------------------------------------------------------
Ok, mi fa abbastanza senso parlare di capitoli.
Non che abbia qualcosa contro le long (anche se questa non lo è), ma mi sono sempre tenuta a debita distanza :'(

L'idea per questa ff mi è venuta mentre ero in macchina. Alla radio hanno passato Infinito di Raf e BOOM! La larry era lì nella mia mente, pronta per essere scritta. Sono tornata e in due giorni l'ho finita.
Ben 7 pagine di Word e penso sinceramente che sia la storia più lunga che abbia mai scritto ed è per questo che ho deciso di dividerla in due capitoli!
La prima parte è solo il flashback degli anni precedenti, il secondo capitolo sarà sul presente, ritroveremo H&L cresciuti e... cambiati. O forse no?
*muahahhahahahaha* ok sta storia del 'prossimo capitolo' mi sta prendendo un po' troppo e non vorrei spoilerarvi nulla!
Questo fantomatico secondo capitolo arriverà... non lo so.
Io volevo postare presto perché non so tenermi le cose per me, ma dalla regia (*coffcoff* Deb) mi suggeriscono di postare tra qualche giorno.
E penso che seguirò questo consiglio, quindi posterò tra giovedì e venerdì :)

Detto ciò spero di sapere cosa ne pensate perché ci tengo davvero tanto e per una volta mi piace quello che scrivo (non troppo, non abituatevi).
I ringraziamenti, non dimentichiamocelo ♥
Un grazie grosso quanto l'Empire State Building alla mia piccis che come al solito mi asseconda in ogni mia idea folle e mi costringeva spronava a scrivere anche quando mi sanguinavano le dita xD No, seriamente, grazie picci ♥
E un grazie altrettanto gigantesco a Deb che a forza di miagolii mi ha fatto capire quanto le piacesse e come al solito mi aiuta a trovare i titoli ♥

Bene, a giovedì/venerdì!
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: giormoments