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Autore: londonici    10/12/2012    1 recensioni
Hayley, sedicenne di Beverly Hills, sembra la tipica ragazza che mette il broncio giusto per essere diversa. Una grande passione per i Paramore e un gruppo di amici eccezionali la aiuteranno a superare i primi "piccoli" problemi della sua vita. Ma poi si aggiunge Hitch, un rapper diciannovenne di fama mondiale, e tutto cambierà all'improvviso...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Arrivai come una furia a casa di Jess.

Non me ne fregava niente se il suo dopo-sbornia lo aveva messo al tappeto: era un lusso che dovevo prendermi solo io.

I suoi genitori non erano in casa e la domestica messicana mi portò in camera di Jess senza troppi complimenti. Forse mi aveva vista abbastanza decisa a non lasciar perdere.

Lo trovai sdraiato sul letto, con gli stessi vestiti del giorno precedente. A testa in giù, teneva la testa nel cuscino. Mi venne voglia di soffocarlo.

«Maya, no. Che vuoi ora?».

«Le facciamo due parole su ieri sera, oppure stai ancora delirando? Perché immagino tu sappia che la tua cazzo di sbronza mi è costata cara!». Sbattei la porta e Jess sobbalzò. Mi guardò come se venissi da Marte.

«Hayley», biascicò. Poi gli venne la brillante idea di fare la vittima. «Cosa vuoi?», proseguì incazzato.

«Io cosa voglio? Tu cosa vuoi da me! Porca miseria, ho sbagliato e lo so, ma che bisogno c'era? Ho già pagato abbastanza, perché dovevi...». Mi mancò la voce e iniziai a piangere come una mocciosa isterica, stringendo i denti e torturandomi le mani. Lo lasciai senza parole, quasi spaventato dalla mia reazione.

«Non ho capito niente, Hayley, ma adesso – ti prego – calmati. Rilassati e spiegami. Cercherò di starti dietro, mal di testa permettendo», propose preoccupato. Lo spinsi via con il braccio sano e gli diedi uno schiaffo.

«Nemmeno ti ricordi cosa hai fatto ieri sera! Cazzo, Jess! Hai rovinato tutto! Ho capito che mi volevi vedere morta per ripicca, ma non credevo fossi così stronzo da farlo sul serio! Una cosa è dirlo, un'altra è vederlo! E un'altra ancora è provarlo sulla propria pelle!».

Con la guancia indolenzita, mi guardò straniato. «Cosa ho fatto?», mi chiese quasi timoroso.

Singhiozzai più forte e alzai gli occhi al cielo. Sembravo una pazza.

«Hayley, Hayley! No, dai, spiegami», mi incitò.

«COSA? Cosa ti spiego? Ti spiego di come hai fatto un'improvvisata in casa mia ubriaco perso? O di come mi hai detto “ti amo” e “fai sesso anche con me” di fronte ad Adam? O di come ti sei preso un pugno da Jamie? O di come hai fatto sì che Adam mi lasciasse?!». Sull'ultima frase non ce la feci più, la voce mi si ruppe facendomi gridare. Sembrava un grido di dolore più che di rabbia. Mi faceva male lo stomaco, avevo questa nausea perenne che dalla sera precedente mi aveva fatta vomitare almeno dodici volte. Un buco nero aperto esattamente nel petto.

«Dio mio, Jess, hai rovinato tutto, e avevi il diritto di farlo. Ma, Dio mio, ti sto odiando così tanto...». Adesso mi faceva male anche la testa. Lasciai che Jess mi si avvicinasse e tentasse di tenermi per le spalle.

«Stai bene?», mi chiese concentrato. Lui era nella fase post sbronza, ma ero io a dare i numeri.

«NO!», gridai facendolo sobbalzare.

«Ti prego, Hayley, so che sei incazzata, ma non gridarmi in faccia così... Ho ancora... una bolla gigante in testa che mi rende tutto ovattato e... strano», mi pregò mettendosi una mano in faccia. Con l'altra imitava il cerchio alla testa.

Scrollai le spalle e mi levai le sue mani di dosso.

«Hai ottenuto quello che volevi, bravo. Adam mi ha piantata in asso, sei felice? Sei felice? Vuoi che torni da te, adesso? Era questo il tuo piano?».

Mi scrutò con attenzione e senza espressione per un po'.

«Hayley, posso chiederti perché sei venuta qui da me? Volevi chiedermi se distruggerti la vita fosse il mio piano originale?».

Smisi di piangere per un attimo e ci pensai su. Rimasi senza risposta, alla fine.

«Perché, Hayley, in tutta onestà: credi che sia io il ragazzo che ti ha ridotta in queste condizioni? Voglio dire, guardati. Sei pallida e hai la faccia sconvolta, il tuo trucco è un cesso, sei spettinata e piangi di fronte a me. Mi sembri una sopravvissuta da un incidente aereo. E, okay che sono ancora un pochino fuso da ieri sera, ma tra me e te, quella che è sicuramente messa peggio... sei tu. E non ti sei ubriacata con superalcolici, direi. Quindi, Hayley, adesso rispondimi: sei venuta qui a rinfacciarmi le colpe di qualcun altro? Io ho le mie colpe, ma non ti ho mai ridotta in questo stato. Il che mi fa rodere, okay, perché questa è la prova madre che non te ne fregava molto di me, mentre per quello là ti strappi faccia e capelli. Sei impazzita. E non sei sbronza. Correggimi se sbaglio, ma non è colpa mia se ieri la tua vita era quasi perfetta e oggi è un cesso».

Trattenni il respiro fino a che non ebbi la certezza che non sarei scoppiata di nuovo a piangere. Poi, quando mi resi conto che avevo appena sentito la sacrosanta verità fuoriuscire dalla bocca del mio ex (che la sera prima si era ubriacato, mi aveva confessato di amarmi e mi aveva messa in circostanze spigolose), feci un sospiro.

«Una cosa sola, Jess», feci stanca. Avevo lo stomaco che era una merda, giuro.

«Sì, Hayley. Io ci credo davvero a quello che ho detto».

La nausea mi travolse, ma riuscii a tenerla a freno fino a che non tornai a casa.

 

«Hey!». Aveva il tono autoritario che tanto mancava in casa mia.

«Lasciami in pace».

«No, Hayley, che succede?». Vaffanculo.

«Porca puttana, cosa non ti è chiaro del concetto “lasciami in pace”, Bryan?», gli urlai contro isterica mentre andavo in bagno. Gli occhi mi si erano gonfiati e arrossati di nuovo.

Sbattei la porta e la chiusi a chiave. Quasi immediatamente mi accasciai per vomitare. Di nuovo.

«Hayley! HAYLEY!», gridò con voce fin troppo potente. «Aprimi subito». Non l'avevo mai sentito così minaccioso.

Non risposi. Non potevo.

«HAYLEY!», urlò ancora. E poi la porta venne giù con un tonfo.

L'aveva sfondata. Con un colpo solo.

Venne subito a tenermi la fronte. «Ma posso sapere cosa diamine è successo a mia sorella? Quella che conosco io?», mi chiese un po' più addolcito. Era comunque arrabbiato.

Sputai per l'ultima volta e mi lasciai cadere all'indietro. Ero in condizioni disastrose.

«Hayley! E basta, adesso!».

Non lo guardai neppure.

Solo quando mi diede una sberla sgranai gli occhi.

«Vuoi fare la bimbetta isterica ancora per molto? Adesso ti dai una ripulita, e quando torno prega di essere in condizioni presentabili, perché non accetterò un'altra sceneggiata simile, hai capito?», mi sgridò severo.

Annuii poco convinta e lo vidi chiudere la porta alla meno peggio.

Raccolsi un po' di forze e feci come mi aveva detto. L'unico uomo che non mi avrebbe mai ferita in vita sua mi aveva chiesto di rimettermi in sesto. Meglio dargli retta.

Peccato che l'unica cosa che mi tenesse la mente occupata fosse un pensiero fisso, del quale non sapevo nemmeno la destinazione.

“Resta, ti prego. Ti prego, ti prego. Resta. Anche poco sarà abbastanza, ma – ti supplico – resta con me. Non lasciarmi sola”.

Stavo affogando nelle mie stesse lacrime.

Bryan, ti prego, resta con me. Non lasciarmi sola.

Adam, ti prego, resta con me. Non lasciarmi sola.

Non lasciatemi sola.

   
 
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