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Autore: Allegoria    28/06/2007    5 recensioni
Dopo il lungo viaggio verso ovest, qualcosa s'è spezzato tra Goku e Sanzo riducendo entrambi in posti lontani da non potere nemmeno pensarsi. Piccola 3x9.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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°°§The Beach§°°

°°§The Beach§°°

 

 

Presi il primo treno che ho trovato alla stazione indicante il luogo in cui dovevo dirigermi. O comunque che mi ci portasse il più vicino possibile. Nemmeno mi chiesi se era giusto abbandonare il tempio in quel modo. Ma ero diventato qualcosa di non puro ai loro occhi. Non me ne importava più di tanto. Volevo solo portare la tragica notizia. I giornali non fiatarono sul suicidio del Sanzo Hoshi. Dal mio canto non faci molto caso a qualche giornalista avvezzo al paparazzo intento a volermi intervistare. Non me ne importava. Come non me ne importa. Sono due giorni che sto qui in treno. Due lunghi giorni di viaggio e spero davvero che sia la rotta giusta.

 

Dal finestrino di questa piccola cuccetta riesco a vedere il paesaggio che cambia. Qualcosa di freddo, solitario come può essere l’inverno. Gli alberi morti e distese di prati sommersi dalle nubi della pioggia. Non si vede altro a distanza di un miglio. Poi superati questi luoghi più freddi piano piano si incomincia a scorgere il primo guizzo di colore. Un albero di mele. Di arance. Piccole distese di papaveri. Qui tutto è più nuovo e allegro. E quasi mi fa rabbia l’idea di stare portando in un così strano e rigoglioso mondo, una notizia tanto tragica. Ma mi tranquillizzo. Si parla di un isola. Un isola deserta. Rido. Porto una notizia in un posto in cui forse non c’è un cane. Ma lo farò.

Dopo altre poche ore di viaggio qualcuno urla che stiamo per imbarcarci su di un traghetto. Aggrotto la fronte. Nella lettera lasciata si parlava di scendere esattamente prima del traghetto. Non capisco. Perché scendere adesso se è su di un isola che devo andare? Mi sporgo un poco dal finestrino. Dovrei sbrigarmi. Prendo in fretta l’unico borsone che ho con me ed esco dalla mia cuccetta. Ho perso tempo. Credo non potrò più scendere ma tentar non nuoce.

Becco il primo che mi possa aiutare e chiedo informazioni con un che di nervoso. Io di mio odio viaggiare e per giunta non capisco nemmeno le indicazioni di un morto.

“Mi scusi, dovrei scendere prima di salire sul traghetto, è importante…” E’ sempre meglio non dare troppe spiegazioni, veloci e coincisi sennò ti prendono per quello mezzo matto che sta lì a raccontare la storia della sua vita.

“Mi dispiace, signore, sareste dovuto scendere prima, arrivati dopo il traghetto potrete tornare indietro con un altro traghetto.. ora la preghiamo di tornare nella sua cuccetta…”

Sembrano sempre tutti gentili e cordiali, ma vedo spesso solo freddezza in questi gentili signori intenti al dare informazioni. Potessi gli spaccherei il naso. Quasi quasi mi sto ritrovando la rabbia di Sanzo nel sangue.

“Ma siamo ancora fermi… non posso scendere al volo?”

“No, non è possibile signore… ora torni al suo posto…”

“No, non ha capito… è urgente non posso tornare dopo il traghetto si tratta di aspettare altri tre giorni.. e io non pos…”

“Non sono problemi di cui mi si riguardi…”

D’accordo. In fondo non me ne dovrebbe importare molto. Che si fotta. Per un attimo gli sembra che mi sia arreso. Mi volto e vado per tornare nella mia cuccetta. Ma non posso proprio attendere oltre. Mi volto nuovamente di colpo e come forse si prende la carica un ariete, spinge il tizio con il borsone. Devo scendere. Voglio che chi avrà la notizia della morte di Sanzo, possa avere il tempo di tornare per vederne solo il cadavere.

Corro come un felino. E dire che non sono mai stato tanto atletico, l’adrenalina spesso fa scherzi impagabili. Mi butto praticamente fuori il treno dallo sportello di entrata ancora aperto.

Sono sicuro di non avere mai avuto delle vertigini. E dire che spesso si crede che mai si ci ritrovi come nei cartoni animati a cercare di risalire il vuoto. A cercare di rimanere lì in aria il tempo giusto per tornare indietro. Mi ritrovo nel vuoto. A cercare di artigliare l’aria. Sotto di me il nulla. Una distesa d’acqua infinita e con me solo la speranza di sopravvivenza. Ormai non si torna indietro. Ci si butta soltanto.

E cado. Cado in quella distesa che è l’oceano. L’impatto è tanto forte che rimango stonato per un po’. Sente qualche urlo. Qualche voce che esclama di chiamare un ambulanza. “Uomo in mare” Ma io non sento granchè. Dopo poco solo mi rendo conto che le correnti del mare lì sono fortissime e vengo trascinato via. Lontano dal traghetto. Lontano dal treno. Alcuna voce ormai. Solo silenzio ed il rimbombo delle onde nella mia testa che pulsa vista la botta sull’acqua.

Il borsone mi fa da salva gente. E’ strano pensare dove sono arrivato chiedendomi semplicemente tempo fa come sarebbe la vita in un monastero. Tsè, assurda la vita.

Passano ore. Forse giorni, ma non credo, non ho visto calare la sera. Oppure non me ne sono accorto. Solo trascinato dalle correnti del mare mi ritrovo ad essere sballottato su degli scogli. Mi ferisco persino alla testa e urlo di rabbia per la situazione. Finalmente serpeggiando tra gli scogli riesco a trovare qualcosa di più morbido. Sabbia. Candida come la neve la sabbia mi circonda. Terra vera finalmente. Non ricordo dove avevo letto che quando la temperatura di un uomo si abbassa tende a perdere forza anche fisica. l’oceano è gelido. Spero solo di potere sopravvivere il tempo di capire dove cavolo sono finito.

“EHI! C’E’ NESSUNO?” Sento la gola aprirsi in quattro con l’urlo strozzato che mi esce forse a casa di qualche litro di troppo bevuto. Crollo. Sono stanco ho bisogno di riposare e sento la testa che sta per esplodere dal dolore.

“Non c’è bisogno di urlare in questo modo!” Una voce matura, quasi sorniona quella che mi punge le orecchie. Alzo appena gli occhi. Il rosso più puro mi acceca e troppo scosso perdo i sensi.

 

Scusate ancora il ritardo… vi prego non uccidetemi… l’estate è crudele con me e mi ha colpita alle spalle con tutto il mare il sole e gli amici *_* se volete punirmi fatelo… eheheh

Ringrazio tutti quelli  che commentano e anche quelli che solo leggono sono pur sempre belle soddisfazioni e soprattutto è bello sapere che le mie storie non sono così malate ehehe

Un bacio a tutti e buona estate..

Allegoria

  
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