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Autore: Winry977    10/12/2012    1 recensioni
Incontri inevitabili, quelli scritti dal destino. Io la prima volta che ascoltai Fallen Angel ne rimasi rapita. E cosa ne potevo sapere che il mio primo concerto della mia band preferita mi avrebbe stravolto la vita? Posso solo concludere... che era destino.
Genere: Generale, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sono neanche passate ventiquattro ore complete da quando ieri Andy mi ha abbracciata, e non riesco ancora a togliermelo dalla testa. E' un ricordo che mi perseguita, e non posso smettere di farmi film mentali. Da quando è saltata la luce nella palazzina e io ed Andy siamo tornati con i nostri comodi, Kay non ha smesso di guardarmi con aria maliziosa e ansiosa di ricevere risposte. Ha ripreso a perseguitarmi per la casa e a sommergermi di domande. Che se fossero varie, almeno potrei anche decidere di rispondere, ma lei mi fa sempre la stessa e a me sta esplodendo il cervello, tanto che ci potrei elaborare una canzoncina con quella frase.

Passo la giornata in libreria anche oggi, in compagnia di Frank. Continua a starmi appresso. Non so chi è peggiore tra lui e la mia coinquilina. Il bello è che ormai non mi fa né caldo né freddo il fatto che mi abbia scaricata nel peggiore dei modi, perché la mia mente è completamente altrove. Quando arriva la pausa pranzo mi sento terribilmente sollevata, anche perché non lo vedrò fino a domani, dato che lui ha deciso di fare solo il turno mattutino, mentre io, che ho bisogno di soldi per pagarmi l'università dell'anno prossimo, devo lavorare mattina e sera, con poche e rare pause. Per fortuna il capo si è deciso ad istallare una radio con un'acustica decente nel negozio, e così possiamo anche passarci il tempo, in assenza di clienti, a canticchiare qualche brano che conosciamo mentre rassettiamo gli ultimi libri arrivati, mentre riordiniamo i cataloghi o mentre facciamo cose banali come riscaldarci i caffè.

Arrivata la sera finalmente posso richiudermi la porta a vetri alle spalle, ma con mia grande sorpresa, per la prima volta, non trovo Andy davanti alla porta, e non lo intravedo neanche per la strada che facciamo di solito. Con un po' di ansia faccio spallucce e intraprendo la solita strada. Camminando, nel silenzio cittadino, cerco di non pensare alle violenze che ho subito nei periodi prima che Andy si proponesse di venirmi a prendere.

Mi viene un leggero batticuore quando mi accorgo che alle mie spalle c'è qualcuno che cammina con passo falsamente felpato. Ovvero, credo che lui ci provi a non farsi notare, ma non gli riesce proprio, e so che se io aumenterò il passo lo farà anche lui, e la cosa non finirà bene. Per accertarmi della presenza del fatidico inseguitore che non si faceva vivo da mezzo mese, cerco di spiare tramite il riflesso del mio telefono chi mi sta alle spalle. Con mia grande sorpresa mi accorgo che c'è solo una vecchietta dietro di me, e tiro un sospiro di sollievo. La tipa ha in mano un sacchetto di stoffa che a contatto con i vestiti fa un rumore simile allo struscio di jeans larghi; e i suoi piccoli tacchetti emettono un suono che non farebbero delle comuni scarpe da uomo. Scuoto leggermente la testa e ripongo il cellulare in tasca, superando il primo vicolo buio sulla strada di ritorno. Ad un tratto il rumore dei tacchi della vecchietta si allontana un po' troppo, fino a non arrivare più ai miei timpani, ed io mi acciglio. Resto un attimo in ascolto, e voltandomi verso l'altra sponda del marciapiede opposto mi rendo conto che l'anziana signora è passata di lì. Il mio batticuore rinvigorisce, e io cerco freneticamente il cellulare in tasca. Trovatolo e riuscendo ad individuare la figura alle mie spalle, poco distante da me riesco a spiare una figura maschile ed incappucciata. “Mio. Dio. No.” penso preoccupandomi. Mi guardo attorno, e mi rendo conto che ora che la signora di prima è scomparsa sono completamente sola insieme al mio inseguitore.

Abbasso gli occhi verso il terreno, mentre cammino e mentre il mio passo rallenta involontariamente. In qualche modo riesco persino ad immaginare quello che sta per succedere, finché non sento un nuovo rumore. Sento dei passi dal passo più accelerato provenire dal sentiero davanti a me. Mi acciglio. “Che ce ne sia un secondo?” alzo lo sguardo e mi illumino. Davanti a me vedo Andy con un fiatone dell'altro mondo e chino sulle ginocchia.

-A...Andy...- lo chiamo io, con voce tremante.

-S... Scusami... ho.. perso tempo...- mormora lui mentre cerca di riprendere fiato. Si rizza sulla schiena e poi si acciglia. Credo che abbia visto la mia faccia. -Che hai?

Io mi mordo il labbro e gli faccio capire che c'è qualcuno alle mie spalle. Lui allunga di poco lo sguardo, ma non si muove. Poi mi si avvicina, e accosta il suo viso al mio orecchio.

-Vuoi fare una pazzia? Solo se te la senti però.- mi sussurra.

-Ovvero?

-Te la sentiresti di girarti nella direzione di colui che ti insegue e di smascherarlo insieme a me?

Deglutisco. E' un impresa per niente facile. E che mi intimorisce non poco. Però mi prendo di coraggio ed annuisco.

-Perfetto.- si rimette dritto, e osserva la strada davanti a sé. Mi giro anch'io, e mentre osservo il fatidico inseguitore fermo sulla sua posizione, Andy mi mette un braccio attorno alle spalle. Non scorgiamo l'espressione dell'uomo, ma io comincio a scorgere in lui dei particolari a me mooooolto familiari. Mani in tasca, corporatura magra e alta, spalle larghe ma curve. Lui fa un passo indietro, e si ferma. Solo tramite quel piccolo passo, un dubbio atroce mi assale, e senza accorgermene spalanco gli occhi e mormoro: -Che sia...-

-Mh? Hai detto qualcosa?- mi chiede Andy.

-Mmm... ho un dubbio... molto brutto... ma non sono sicura.- lui mi stringe la spalla con un braccio, poi si rivolge al ragazzo o uomo che sia.

-Ascolta! Non mi interessa chi sei- “A me si, veramente” penso io senza interromperlo. -Ma sei pregato di non seguire più questa ragazza!- il tizio rimane fermo, poi fa un passo avanti. Un altro. E un altro ancora. -Non ti interessa, eh? Vuoi provocarmi, di grazia? Non mi costa nulla farti stramazzare a terra.- dice convinto di sé, mentre a me si accorcia il respiro. Un passo indietro, mentre Andy si stacca da me e ne fa due avanti. Il tizio si gira e fa per scappare, ma il cantante lo acchiappa giusto in tempo e lo fa cadere a terra. Credo che sia caduto sull'osso sacro, perché ha difficoltà ad alzarsi e non la smette di massaggiarsi il posteriore mugolando a tratti qualche gemito di dolore. Andy non è soddisfatto, e quando vede che il “caduto” sta per rialzarsi, lo alza per la collottola della giaccia e lo smaschera, letteralmente. L'ansia che mi aveva trapanata per giorni e i dubbi svaniscono nel giro di quei pochi attimi: davanti a me e sotto gli occhi severi del vocalist si erge la testa rasata di Frank oppressa in una smorfia di dolore.

-Tu...- sussurro io acida e irata, mentre l'ansia scompare, i dubbi combaciano con la realtà ed io mi avvicino. -Tu!- esclamo mentre sono ad un passo da lui, e gli mollo un pugno in pieno viso. Più precisamente sul suo “adorabile” nasino, mentre Andy si fa da parte giusto in tempo.

-Eri tu che mi perseguitavi! Sei stato tu a ferirmi! A infliggermi le ferite che ancora non scompaiono dalla mia pelle! Bastardo!- gli urlo contro infuriata.

Frank è ancora per terra, immobile, con il fiato mozzato, una mano sul naso che perde sangue e lo sguardo atterrito ed incredulo a causa del mio cazzotto. -Perché lo hai fatto?!- gli urlo contro mentre lo minaccio di un calcio nelle parti basse con le mie converse chiodate ai lati.

Lui si riscuote alla vista dei chiodi appuntiti ai lati delle scarpe. -P... Perché mi hai trattato male per tutto il tempo dallo stesso momento in cui ti ho rifiutata! E il bello è che qualche giorno dopo la mia stessa ragazza mi ha scaricato! E perché? Perché mi ha visto in giro con te, Rain! E... ed io ero furioso con te, solo che all'inizio non pensavo di farti nulla, ma quando hai.. cominciato a trattarmi con sufficienza, ad evitarmi in tutto, mi sono imbestialito! E ammetto che...- si interrompe, notando lo sguardo serio di Andy, che non accenna ad allontanarsi.

-“Che” cosa?- lo incalzo io.

-... Che ci provavo pure gusto a farlo! Perché te lo meritavi, oltretutto!- lo alzo per la collottola come pochi minuti prima ha fatto Andy.

-Tu... tu non hai idea di quanto io abbia sofferto per il tuo rifiuto. Non hai idea! E sono altamente convinta che tu ti sia meritato il mio comportamento freddo nei tuoi confronti, perché mi hai scaricato nel peggiore dei modi, e dicendomi pure una frase che non si sentiva dai tempi del liceo, se non prima! “Ti vedo solo come amica”!- lo imito. -Non hai idea del peso delle parole che hai utilizzato! Ti sei meritato tutto! Tutto! Compreso...- gli tiro il fatidico calcio tra le gambe. -... compreso questo!- lo lascio cadere per terra, mi giro e me ne vado, seguita da Andy.

-W...Wow! Rain, sei stata fantastica!

Faccio un mezzo sorriso. Non credo che tornerà a rompermi e a perseguitarmi dopo questa lezioncina. -Andy...

-Si?

-Grazie.

  
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