Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Elelovett    11/12/2012    5 recensioni
E se oltre al rimorso di aver distrutto la Valle Once-ler avesse anche quello di aver perso la ragazza dei suoi sogni? Forse non ha raccontato proprio tutto a Ted...
Questa è la storia di come Once-ler ha incontrato Ellie e la sua vita è cambiata. Ma basterà l'amore della ragazza a farlo desistere dal tagliare gli alberi? E fino a che punto i protagonisti sono disposti a seguire i propri sogni? Amore, avventura, divertimento e lacrime, solo per chi ha voglia di addentrarsi in questa storia e conoscere un lato di Once-ler che il film non mostra. :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.19

Che male potranno far mai?

La vendita di thneed procedette meravigliosamente e dette i suoi frutti già a partire dai primi due mesi seguenti: Ellie e Once-ler guadagnarono un bel po' di soldi e in pochi mesi la fabbrica per lavorare la materia prima su vasta scala fu costruita. Non bastava più il lavoro a mano dei due ragazzi: servivano macchinari per lavorare i ciuffi di Truffula velocemente e in quantità elevate. Per costruire la fabbrica dovettero abbattere diversi alberi con sommo disappunto di Ellie, ma Once-ler le assicurò che sarebbero stati i minimi necessari. Lorax continuava a protestare e a rimanere inascoltato.
La madre di Once-ler si attribuì il ruolo di segretaria, mentre Brett, Chet e lo zio Ubb dirigevano i lavori di raccolta ciuffi. Nessuno sapeva bene che ruolo avesse la zia Grizelda. L'impresa si stava ingrandendo e Once-ler propose ad Ellie di curare la loro immagine dal momento che ormai erano le persone più in vista della città: un pomeriggio andarono dal miglior sarto del paese e ordinarono delle mises degne di due proprietari di fabbrica; Once-ler scelse per sé un completo verde con guanti e cappello a cilindro, Ellie un lungo vestito rosso sgargiante, anch'esso completo di guanti, e si abituò a portare i capelli legati in due lunghe code bionde. Così vestiti si presentarono all'inaugurazione della fabbrica, parlando dal terrazzo principale ripresi da mille telecamere e inquadrati anche su un maxi-schermo allestito per l'occasione. Once-ler fece un lungo discorso su quanto fosse onorato di dare inizio a un'impresa che avrebbe migliorato la vita dei cittadini, e di come aveva inventato il thneed rendendolo migliore sotto ogni aspetto:
«Ma soprattutto» disse lasciandosi trasportare dalla vanità dovuta alla presenza dei mille volti che pendevano dalle sue labbra «se sono qui oggi è grazie alla mia socia e compagna di vita Ellie Van Doo. Non ce l'avrei fatta senza di lei.»
Detto questo la baciò piuttosto platealmente, facendo scoppiare la folla in un fragoroso applauso. Quando si staccarono Ellie si sistemò sorridendo alle telecamere imbarazzata. Le aveva fatto piacere essere baciata, apparire di fronte al mondo al fianco di lui, eppure le era parso che quel gesto fosse un po' troppo dettato dall'eccitazione che Once-ler provava nello starsene su un "palcoscenico" ammirato da mille e mille persone. Quasi volesse esporre la loro relazione come un trofeo, quel tocco di gossip che avrebbe reso se possibile la fama loro e del thneed ancora più grande. Mentre questi pensieri le attraversavano veloci il cervello, Ellie sentì che Once-ler le stringeva debolmente la mano. Lo guardò e, attraverso gli occhiali glitterati di lui, riconobbe il suo solito sguardo dolce e rassicurante, pieno di amore sincero. La folla gridava troppo ma lesse chiaramente le sue labbra:
«Ehi. Sei meravigliosa.»
La ragazza gli strinse più forte la mano. Si stava preoccupando per niente.
 
Once-ler ed Ellie avrebbero lavorato separati. Lui doveva occuparsi del lato materiale ed economico dell'azienda, lei curava la parte della pubblicità e del design. Dopo aver progettato i manifesti da appendere in città, adesso Ellie dirigeva il reparto creativo, intrattenendosi in lunghe e -malgrado tutto- noiose riunioni ed esaminando gli schizzi e i progetti di numerosi stagisti. Aveva venduto la sua casa ed era andata ad abitare alla fabbrica, che aveva un'ala riservata alla famiglia di Once-ler. I due condividevano una parte isolata dell'ala, e avevano un'enorme camera da letto verde e azzurra che secondo il ragazzo rappresentava il massimo del lusso e della sciccheria. Era ancora intenzionato a dare alla sua fidanzata tutto ciò che di migliore esistesse al mondo, nonostante le timide proteste di lei.
Era anche appena stato terminato il nuovo ufficio di Once-ler: era una stanza rotonda illuminata da tre finestroni, tutti con balconi e da uno dei quali si poteva scendere con una scala esterna sino al prato sottostante. Al centro della stanza troneggiava su un enorme tappeto una scrivania a mezzaluna su basamento rotondo, arricchita da elaborate decorazioni e incisioni. Quella era la postazione dove il ragazzo avrebbe dovuto passare più tempo, perciò l'aveva dotata di tutto il necessario: un telefono, un ricevitore da cui poteva comunicare alla madre segretaria, un computer, fogli e pratiche, una foto di Ellie, una foto delle Truffule. La cosa più singolare era però la poltrona: una poltrona di velluto rosso dallo schienale altissimo e ricurvo e dotata di rotelle faceva sì che, una volta seduto, se voltava le spalle alla porta nessuno avrebbe potuto intuire che il capo dell'azienda era nel suo ufficio. Ad Ellie la sedia sembrava un enorme avvoltoio con le ali spiegate pronto a divorarsi il suo fidanzato, ma non aveva osato contrastare i gusti di Once-ler: da quando il ragazzo era diventato ricco aveva mostrato di apprezzare oggetti carissimi e di un'eleganza quasi disgustosa, cose che prima non sembrava neanche guardare, ma che probabilmente ora lo facevano sentire importante e padrone del proprio portafoglio. Così la ragazza preferiva tacere e lasciarlo sfogare, felice di vederlo finalmente sereno e appagato.
Appunto nel giorno in cui l'ufficio fu terminato e pronto all'uso, a tre giorni dall'inaugurazione della fabbrica, Once-ler vi entrò per la prima volta da solo. Osservò la scrivania, l'imponente poltrona, e il bellissimo panorama ancora colorato che spiccava prepotentemente dai finestroni. Riusciva a sentire gli operai che staccavano i ciuffi uno ad uno, e le voci di quelli che lavoravano alle macchine al piano di sotto.
«Mio Dio, è tutto mio. » si ritrovò a dire ad alta voce.
Lentamente si mise a sedere e accarezzò con le dita guantate il bordo della scrivania. Ce l'aveva fatta. Si sentiva il re del mondo. Tra venti minuti sarebbe iniziata la riunione col sindaco di Greenville e aveva tempo per sistemare le prime pratiche che già numerose ingrombravano la scrivania. Mentre prendeva in mano la prima sentì bussare e disse senza alzare gli occhi dal foglio:
«Avanti. »
La porta si aprì e richiuse senza che l'ospite dicesse una parola, così il ragazzo fu costretto ad alzare lo sguardo.
«Ellie! » esclamò mettendo da parte le carte.
La ragazza sorrise:
«Sorpresa! »
«Credevo fossi col tuo team ad elaborare la nuova campagna pubblicitaria! »
«Li ho mandati via prima...Volevo vedere il tuo ufficio, e venire a vedere come se la cavava il capo. »
La ragazza si mise a sedere sulla scrivania e spostò il telefono.
«Come vedi me la cavo piuttosto bene! »
«Volevo anche darti questa. »
Si sfilò dal collo la collana che aveva creato sotto l'albero di truffula mesi prima e la mise in mano al ragazzo.
«La tua collana? Perché? »
«Beh, avevo detto che era un portafortuna, e a me ha portato fortuna quando ho tirato il thneed addosso a Nicholas Maynott. Ora sei tu che hai bisogno di tutta la fortuna possibile. »
Once-ler osservò il piccolo seme di truffula che faceva da ciondolo e, sorridendo, ripose la collana in un cassetto nascosto della scrivania.
«Grazie! »
Ellie osservò il cielo fuori dalla finestra.
«Avresti mai pensato che saremmo arrivati fin qui? » chiese il ragazzo orgoglioso.
«Certo, lo speravo. Anzi, forse così in alto non l'avevo nemmeno immaginato. »
Guardò Once-ler ed esclamò dondolandosi:
«Bene, ora voglio passare tutta la giornata con te! »
Il ragazzo ribatté:
«Non posso, ho una riunione col sindaco tra pochissimo, e devo dare un'occhiata a queste pratiche prima che diventino una montagna impossibile... »
«Sei già un uomo molto impegnato vedo. » disse la ragazza maliziosa, scendendo dalla scrivania e avvicinandosi al ragazzo sulla poltrona.
Once-ler esclamò:
«Eh sì! E poi devo andare da Brett e Chet a sentire il resoconto della giornata, controllare gli ultimi ciuffi, incontrare il rappresentante del sindacato e quell'avvocato e... »
Prima che potesse continuare Ellie gli si sedette in grembo e cominciò a baciarlo lentamente sul collo e sulle guance. Once-ler arrossì indietreggiando quanto poteva con la poltrona:
«Ellie? Che stai facendo? »
La ragazza lo fissò negli occhi:
«Ho detto che voglio passare la giornata con te e tu parli troppo. »
Lo baciò impedendogli di protestare, attirandolo a sé più vicino alla scrivania. Quando si staccarono il ragazzo, senza fiato, emise un debole:
«Va bene. »
Allungò una mano verso il ricevitore e premette il pulsante.
«Mamma? Annulla tutti i miei appuntamenti per oggi. Non voglio essere disturbato, per nessun motivo! »
Parlare, per di più con tono autoritario, era molto difficile con Ellie che gli faceva il solletico e continuava a tentare di baciarlo. Il citofono trasmise la voce gracchiante della segretaria che protestava qualcosa, ma il ragazzo riuscì a ribadire:
«Nessuno venga a disturbarmi in ufficio, è un ordine. »
E, chiusa la comunicazione, in un lampo si gettò sulla fidanzata per dedicarle tutte le attenzioni dovute.
 
Dove facciamo iniziare l'ascesa o la caduta di un'azienda? Talvolta i due momenti coincidono. Sarebbe impossibile decidere quale evento scatenò la futura rovina della ditta, probabilmente lo andremmo a ripescare nell'invenzione stessa del thneed, quindici anni prima della nostra storia, ma sarebbe come giocare al gioco delle cause e a lungo andare la nostra ricerca risulterebbe infinita e senza senso. In ogni caso, l'avvenimento che ebbe luogo la prima settimana di attività della fabbrica comportò un cambiamento radicale nella produzione. La madre di Once-ler fece notare al ragazzo che quando per costruire la fabbrica avevano dovuto abbattere degli alberi, questi erano stati usati per produrre thneed e il processo era molto accelerato. Perché quindi non cominciare a tagliare gli alberi direttamente? Once-ler, memore della promessa fatta a Lorax, inizialmente rifiutò, ma poi si lasciò persuadere dalla donna, che sembrava tanto fiera di lui, e decise di tagliare qualche albero. Ovviamente Ellie andò su tutte le furie. Il ragazzo dovette giurare che avrebbe abbattuto solo qualche albero, non moltissimi, e alla fine, per amore del fidanzato, anche Ellie acconsentì, anche se a malincuore.
Alberi furono tagliati, arrivarono nuove richieste, vennero create macchine capaci di abbattere tre o sei truffule tutte insieme: Once-ler non si era fermato a pochi alberi, ne stava tagliando a bizzeffe, ed Ellie cercava timidamente di fargli capire che stava sbagliando, che stavano tradendo Lorax. Il ragazzo era solito rispondere:
«Andiamo Ellie, che male posso far mai? Sono solo un paio di alberi, non l'intera valle!
La ragazza vedeva che la situazione stava sfuggendo di mano, ma non riusciva a imporre al fidanzato di smetterla, come lui le aveva chiesto di fare se non fosse stato più padrone delle proprie azioni: ogni volta che stava per dirlo vedeva che il ragazzo era felice e rimandava, dicendosi che forse era veramente solo un momento, che presto avrebbe smesso. Da qualche parte, in fondo al suo cuore, la ragazza sapeva che si stava tappando gli occhi, e nascondeva il suo senso di colpa dietro l'amore per Once-ler. Visto che il ragazzo non lo ascoltava affatto, anzi, lo trattava malissimo, Lorax chiedeva aiuto a Ellie:
«Guarda, guarda sciagurata che cosa sta combinando! »
«Lo so Lorax, lo so... »
«E non fai niente? Tu puoi fermarlo! Il vostro smog sta avvelendando l'aria, guarda i Citrigni! »
«So cosa succede! Ho provato a dirglielo ma non mi ascolta. E poi sono sicura che presto tornerà a cogliere i ciuffi alla vecchia maniera, io mi fido di lui. »
«Proprio come temevo, come avevo previsto! Sei stata cieca quando l'hai appoggiato col thneed e sei cieca ora che sta distruggendo gli alberi! »
«Non lascerò che rovini tutto, ti prometto che lo fermerò prima! Dagli solo ancora un po' di tempo... »
Ma questa scena si ripeteva settimana sopo settimana, mentre i rifiuti della fabbrica inquinavano il fiume e l'aria e portavano Pescetti, Barbalotti e Citrigni alla disperazione. Dopo due anni la situazione era solo peggiorata: i soldi aumentavano, gli thneed venivano venduti, ma il cielo era grigio e l'aria quasi irrespirabile, le creature della foresta soffrivano. Once-ler era diventato così ricco da aver comprato Greenville dal sindaco e adesso stava progettando di modernizzare la cittadina riorganizzandone l'impianto urbanistico: passava ore sul suo modellino di Thneedville, così avrebbe chiamato la nuova città, progettando palazzi, case, e soprattutto numerosi punti vendita di thneed. Il progetto era già in cantiere e l'insegna luminosa di Thneedville già risplendeva sulle nuove mura.Se l'impresa non poteva andar meglio, i rapporti tra Once-ler e Ellie andavano incrinandosi sempre di più: da affiatati che erano i due avevano finito col passare sempre meno tempo insieme, ognuno preso dai propri doveri aziendali, e i momenti più intimi che trascorrevano insieme erano quelli di fronte alle telecamere per la gioia del pubblico di acquirenti. A volte Ellie vedeva Once-ler solo quando entrava sotto le coperte, magari alle tre di notte, e se provava a chiedergli come era andata la giornata riceveva come risposta dei grugniti monotoni. Quando la ragazza andava a portargli il caffè in ufficio e magari protendeva le labbra per un bacio, Once-ler senza alzare gli occhi dalle sue pratiche le baciava la fronte o le carezzava i capelli, per tornare alla sua lettura. Giorno dopo giorno Ellie si sentiva più sola, eppure non riusciva a ordinargli chiaro e tondo di fermarsi, di aprire gli occhi e vedere cosa stava succedendo. Qualche volta gli diceva con amarezza:
«Non vedi che sta succedendo? Stiamo deciamando la foresta! »
Il ragazzo faceva spallucce:
«Non fare il Lorax della situazione, per favore. Te l'ho detto, sono un paio di alberi...E questa è la legge del commercio...Il mondo gira intorno a quelli con i soldi, chi non mangia è mangiato. Non possiamo fare altrimenti. Che male facciamo? »



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Devo dire che questo è il mio capitolo preferito in assoluto (come la canzone che dà il titolo è la mia preferita in assoluto nel film), e non vedevo l'ora di postarlo! Non mi capita spesso, quindi è un evento più unico che raro! XD
Sono particolarmente soddisfatta del risultato, di come ho descritto il graduale cambiamento del rapporto tra Ellie e Once-ler, e poi credo che non possa esserci niente di più tragico. Un momento, forse sì: il prossimo capitolo! Ma lascio a voi le recensioni, muoio davvero dalla voglia di sapere cosa ne pensate! Sono stata troppo dura? Beh, ma in fondo le cose non potevano che andare così, giusto? Aspetto commenti e ringrazio ancora una volta Sylphs, PiccoloFiore e TheHeartIsALonelyHunter!
Elena
  
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