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Autore: The_Ruthless    11/12/2012    5 recensioni
"Buio. Nasconde ciò che sono, mentre nella fredda notte guardo la luna. Mi sento in pace con me stessa per la prima volta da non so quanti anni. Chiudo gli occhi e sospiro. E' ora."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre: ricordi


Mi trovavo nel mio rifugio felice, il dieci dicembre. Questa volta non pensavo a me e alla mia vita di merda. Erano passati più di sette mesi, ormai eppure il dolore non spariva. Avevo provato a dimenticarlo, ma non ci riuscivo.

***
Più di sette mesi prima. Ero a casa mia, guardavo le notizie degli incidenti su internet, adoravo sentire parlare di gente morta o gravemente ferita. Ultimamente alla televisione non c'era proprio un cazzo. Feci scorrere la pagina e vidi scritto in grassetto "Incidente frontale fra un'auto della polizia e una utilitaria in Liguria", interessata, lessi l'articolo. Mi si ghiacciò il sangue nelle vene. Non poteva essere. Ma il nome era il suo, e lui era in Liguria. Lorenzo. E il poliziotto, la causa della sua morte era vivo. Stavo per morire. Dovevo morire. Perché gli dovevo sopravvivere? Era l'unica persona che mi aveva mai compreso, che mi aveva voluto bene, ci conoscevamo da otto anni, sapevamo l'uno i segreti dell'altra e avevamo giurato di portarceli nella tomba. Già, nella tomba, direi che aveva mantenuto la promessa. Cominciai a ridere, e a piangere. Piangevo e ridevo senza ritegno. Non mi piaceva essere così debole; mi sentivo vulnerabile, potevo esserlo solo con lui. Ormai era finita. Ed io ero sola, senza nessuno a cui aggrapparmi, sola!
***

I ricordi...troppo crudeli, troppo orrendi per poterci convivere; mi afferrai la testa tra le mani, urlando. -Basta, basta, basta, basta!-sentivo un fuoco divampare dentro di me-La vita di quell'uomo sarà mia!-gridai alla casa. Il poliziotto sarebbe morto! Forse non ora, forse tra cinque, dieci anni. Ma mi sarei vendicata. Doveva soffrire come avevo sofferto io, anzi il doppio. Uscii in giardino e tirai fuori il coltellino; mi diedi da fare sull'albero, il sudore cominciò a colarmi dalla fronte. Dopo circa cinque minuti, mi allontanai per ammirare il risultato: nella corteccia era inciso, chiaro "L.&T.FOREVER". Era infantile, lo so ma non potevo andare fino in Liguria, sulla sua tomba. Era in suo onore. Non bastava, mi tagliai un dito e lo passai sopra alla scritta. La scia di sangue ci avrebbe unito per sempre.
   
 
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