“NON MUOVERTI O CADI!!”
Rek se l’era legata alla schiena, con le braccia
incrociate sul suo petto. Si era appena accorta che si era svegliata…era ora!
Erano tre giorni ormai.
La situazione forse non era
delle migliori…no, decisamente non lo era. Sicuramente
Pan non aveva neanche il coraggio di chiedersi cosa
stesse succedendo…sicuramente era troppo confusa.
“FAMMI SCENDERE, DELINQUENTE! FERMATI!! CHE ANIMALE E’ QUESTO?”
Alla faccia, gli stava
spaccando un timpano…
“UN CHOCOBO…STAI FERMA, PER
CARITA’!”
Rek tirò bruscamente le briglie dell’animale, girando a
destra di una rupe altissima e finendo in una grande
vallata…
“FAMMI SCENDERE!!!!!” Gridò Pan, terrorizzata dalla corsa. Non aveva mai visto un animale del genere…sembrava un…grosso
pollo giallo. Ma come correva! Nonostante
volesse scendere, dovette aggrapparsi al petto di Rek.
Non riusciva neanche ad aprire gli occhi per vedere dov’erano, tanto era il
vento che le sferzava il viso…
“SIAMO INSEGUITI DA UN BRANCO
DI RUB RUM DRAGON, DIAMINE!! VUOI DAVVERO SCENDERE???”
Rek gridò in risposta, e sentì
Pan tremare contro la sua schiena. Non aveva visto in che situazione erano?
“COSA
CAVOLO…OH MAMMA! ACCELERA, ACCELERA!!!”
“L’HAI CAPITO! E ORA CERCA DI AIUTARMI!”
“COME DIAVOLO FACCIO! CORRI, CORRI!”
Pan non vedeva le bestie, ma poteva sentire i loro
pesanti passi e le sferzate delle loro code. Avvertì inoltre un gran calore
alla schiena, capendo che erano le prime vampate di fuoco emesse dai dragoni.
Iniziò a temere per la sua vita.
“NON VEDO NIENTE! QUANTI SONO?”
“DUE!” O almeno credeva. Rek aveva degli occhiali da pilota, ma la guida del chocobo gli permetteva di guardarsi pochissimo alle spalle,
oltre al fatto che c’era Pan. E non poteva nemmeno
usare i suoi poteri, perché lui gliel’aveva bloccati.
“STREGA! TOGLITI LA COLLANA!”
urlò a malincuore, mentre svoltava ancora seguendo la
scia di un ruscello.
“QUALE…” Pan
non aveva il coraggio di mollare Rek, ma potè comunque notare che al collo portava un monile.
Gliel’aveva messo lui? Una leggere catenina d’argento con una
piccola gemma. E doveva togliersela?
“E COME DIAVOLO FACCIO??” gridò, per poi aggiungere terrorizzata un “AIUTO!!!”
sentendo la vampata dei dragoni sempre più vicino, e stringendo più forte Rek, che iniziava a preferirla da addormentata…una strega? Quella?
Ma tutte le missioni erano così, oppure era lui che come prima volta non
riusciva a uscirne fuori?
“CON LE MANI! DIAMINE, SONO
DUE ORE CHE CI SEGUONO!!! AIUTAMI! TOGLIETELA, TI
BLOCCA I POTERI!” le urlò, inoltrandosi in una
foresta, speranzoso che gli alberi avrebbero bloccato i dragoni…Aveva bisogno
dell’aiuto della Suprema, perché finchè guidava, lui
era inerme. E se lui era inerme, erano fritti.
“AHHHH!!!
LE FIAMME!”
Ecco. Fritti magari no, ma arrosto…
Diamine. Davano a fuoco
l’intera foresta? E va bene…per l’aiuto femminile
niente da fare. E se non si sbrigava, anche a lei
sarebbero venuti i capelli bianchi - per la paura - …
“VAI! VAI! VAI!”
spronò il chocobo fino al limite massimo,
iniziando a zigzagare tra gli arbusti. Con un po’ di fortuna, riuscì a
distanziarsi abbastanza dai dragoni. A quel punto, Rek
prese un respiro e si fermò.
“Scendiamo” disse a Pan, con uno sguardo truce, togliendosi gli occhialoni. Quella strega era del tutto
incapace…lo stava guardando incredula.
“Ma…ma…”
balbettò, ma lui la fermò dicendo “Li affronto. Tu stai qui”
aggiunse, legando il chocobo ad un albero. Pan vi rimase seduta, tremante. Lui l’aveva
guardata male. Perché? Cosa
aveva fatto? Ed era impazzito?
Non ebbe altro tempo per
pensarci. I Rub Rum Dragon
erano arrivati…
Vide Rek
estrarre la spada. E tutto il resto, lo vide come al
rallentatore. Lui che compiva un salto straordinario e feriva
il primo dragone, a morte. E il secondo che gli
lanciava contro un poderoso colpo di coda…
Quando vide sbattere il cacciatore al più
vicino tronco, la Strega urlò.
“Che diavolo hai usato per ridurli cosi?”
“Oddio! Mi faccio schifo!
Come ho potuto fare questo??”
Rek si era ridotto a doverla consolare, quando si era
ripreso e l’aveva vista piangere lacrime amare per la magia Ultima che aveva
scagliato involontariamente, dopo essersi sbarazzata della collana. Non si
sentiva un vero cacciatore. In compenso, però, ci aveva guadagnato.
“Andiamo. Siamo quasi
arrivati.” Disse, riassettandosi e togliendosi il mantello, che lo impacciava
nei movimenti. Tanto ormai l’aveva visto.
“Tu…” Pan
si alzò, gli occhi vitrei pieni di lacrime. Tremava di rabbia, stringendo i
piccoli pugni lungo la morbida veste, che adesso si adattava perfettamente al
clima già più caldo di Esthar.
“Calmati, Pan.
Ti sto portando verso una vita migliore.” disse Rek, avvicinandosi cautamente alla strega, per poterla
nuovamente colpire. Aveva già intuito che la rabbia repressa della donna si
sarebbe presto scaricata su di lui…
“NON AVVICINARTI!” al suo
grido, il terreno intorno a lei vibrò per la potenza della sua magia. Rek strinse la mano intorno all’impugnatura del gunblade, fermandosi cauto.
“TU…MI HAI PORTATA VIA DALLA
MIA GENTE! LORO MORIRANNO A CAUSA TUA!” continuò Pan, furiosa
a dir poco. Aveva fatto tacere perfino il canto degli uccellini.
“Ma
loro se la sapranno cavare…come avrebbero fatto se tu non fossi nata, al…”
“SE IO NON FOSSI NATA NON SAREBBERO IN QUELLE CONDIZIONI!”
Pan iniziò a piangere, cadendo in ginocchio e mormorando
“devo tornare…”. Rek sospirò sommessamente.
Donne…magiche e non, tutte piagnone. Le si inginocchiò
davanti, guardandola negli occhi lucidi. Soffriva veramente. Rimase un attimo
ipnotizzato nel poter vedere le proprie iridi rosse in quelle lucide della
strega, poi scosse il capo e strinse a sé la donna, sollevandola. Di
abbandonare la missione solo perché si stava innamorando della sua prima
“preda” non se ne parlava proprio. Ecco
perché i cacciatori trattavano brutalmente le Streghe. Ne avevano paura…in quel senso…avevano paura di restarne
ammaliati…
Pan si sentì abbracciare, stupita. E
poi si sentì riagganciare al collo la collana blocca - poteri. Provò a
toglierla. Stavolta, niente.
“L’ho bloccata. Ehi, tu,
andiamo!” Rek si rivolse al Chocobo, che si era incredibilmente liberato, e che si
avvicinava ai due.
“NON CI PENSO PROPRIO! DEVO
TORNARE A TRABIA!”
Rek non l’ascoltò. Per quanto lei gridasse,
non si opponeva con la forza, né con la magia. Pareva non volere davvero la
libertà, ma quasi per “etica”, fosse costretta a
richiederla.
Davvero, le faceva pietà,
divisa tra diritti e doveri. Il problema di avere uno strano aspetto fisico
svaniva di fronte al problema di Pan. Per un momento, pensò seriamente di lasciarla lì, riferendo ai suoi
capi che la Strega era morta, per poterle invece permettere di condurre una
vita normale. Ma ovviamente non lo fece.
“Salta su” disse
semplicemente. La Strega gli lanciò un’occhiata velenosa, urlando:
“COME? IO SU QUEL COSO NON CI
RISALGO, COM’E’ VERO CHE MI CHIAMO PAN!”
Due giorni dopo, in un
villaggio dell’Esthar settentrionale, lei era quasi
riuscita a scappare, ma Rek (nonostante fosse la sua
prima caccia) era riuscita a trovarla all’istante. In seguito avevano ripreso a
viaggiare sul Chocobo. Era stato costretto a
ricorrere alla forza per fare stare buona la Strega, e ora lei portava delle
pesanti corde che le legavano le braccia. Non parlava da giorni, ma aveva
ripreso lo stesso sguardo triste di sempre, e la sentiva spesso piangere,
legata alla sua schiena quando erano in viaggio, o di
notte, quando si fermavano. Per quanto Rek fosse un solitario, un cuore di pietra, non poteva non
provare pietà per lei. Quando la guardava, ricordava i momenti in cui veniva frustato, picchiato e deriso a causa del suo aspetto
anomalo. Lei doveva soffrire anche di più…Ma Rek
rimaneva un cacciatore. E doveva compiere il suo
dovere, volente o nolente.
L’ottavo giorno, in un altro
villaggio, Rek si dichiarò stufo. Era parecchio
nervoso: quella notte era stato tormentato dagli incubi, e ora scattava per un
nonnulla. Una volta entrati nella locanda, e vedendo
che lei si rifiutava di mangiare, non toccando cibo da cinque giorni, la
strattonò e la condusse nella sua camera, chiudendosi a chiave con lei dentro.
La slegò. Poteva leggere il terrore nei suoi occhi, visto che non aveva più la
forza di reagire. Aveva i nervi a fior di pelle.
“Lasciami uscire” sussurrò la
Suprema, sentendosi in trappola. Lui per tutta risposta disse arrogante: “Avevi
detto che avresti fatto di tutto per ripagare il
debito della vita che avevi con me, no?”
Hyne. Sono una
delle tue figlie. Mi hanno sempre detto che sono in
poche quelle a nascere direttamente con la tua magia, ed è un onore esserlo.
Per me non lo è. Perché tu mi hai sempre odiato, Hyne. Perché mi metti tutto
contro? Avevo giudicato malissimo il cacciatore. Mi sono fatta incantare dalla
sua bellezza e dalle sue promesse, perché non ho mai opposto veramente resistenza. E anche
lui mi ha ingannata, mi tiene prigioniera, mi porterà
a morire. Ma perchè non mi
uccide subito? Dalle sue parole, capisco che prima vuole approfittarne…Hyne…ti odio…
“…” La sua magia la vincolava
alla parola data. Umiliata, ferita, distrutta, disse: “farò
ciò che vuoi.” Le intenzioni del cacciatore erano chiarissime. Pan scostò i boccoli corvini dal viso, iniziando a
trafficare con le stringhe del corpetto. Serrò gli occhi
quando lo sentì avvicinarsi, e stringere le sue mani…che
umiliazione…peggio della peggior concubina...
E poi, inaspettatamente, si ritrovò con una mela in
mano.
“Mangia e non farti morire. E non preoccuparti. Non farei mai una cosa simile. Era
l’unico modo per farti svegliare.”
Pan osservò prima la mela, poi fissò gli occhi rossi del
cacciatore, incantata. Otto giorni, e ancora non si stancava di interrogarsi
sullo strano aspetto del giovane. Non sapeva niente di lui, tranne che si
comportava come un carceriere – eccetto adesso, ovviamente…L’aveva stupita.
Rek uscì
dalla stanza. E Pan sorrise, tristemente.
Avevano ragione.
Avevano ragione.
Avevano ragione!!
E’ una cosa che inizio a ripetermi spesso, ormai. Cercare di fare l’eroe,
cercando un contatto con le Prede, è stato un errore imperdonabile. Non è vero
che non l’avrei mai fatto, poco fa…la mia intenzione era certo quella di
spaventarla, si, ma…sarebbe bastato un modo di reagire diverso, e…
Navigare tra tutte quelle
isole sarebbe stato difficilissimo, se avesse fatto tutto da solo. Ma Pan sembrava disposta ad aiutarlo, e aveva imparato
velocemente, in quegli ultimi sei giorni di navigazione…
La Suprema
Pan. Quanto l’aveva cambiata, quel
mese e mezzo di viaggio…Quando avevano finito i soldi, aveva rubato insieme a lui; quando si erano imbattuti nelle grotte dei Dragon Izolde, aveva combattuto insieme a lui; e poi (con grande
sollievo di Rek) aveva smesso di urlare, o di
piangere, e si mostrava più cordiale e addirittura simpatica. Un gran
miglioramento che preoccupava
il cacciatore, che andava sempre più affezionandosi alla giovane
Strega. L’aveva osservata, quando nonostante avesse le mani legate
(anche se aveva giurato di non scappare più) canticchiava e sorrideva,
mentre attraversavano le ultime foreste di Esthar,
settimane prima. Avevano perso il Chocobo,
probabilmente era scappato. Poco male. Rek
iniziava a capire che l’importante era che lei stesse bene. Con crescente
preoccupazione, realizzò che era rimasto incantato
dalla bellezza e dalla fragilità della Suprema Pan. Si era innamorato. E con altrettanta preoccupazione, capì di non avere
possibilità, anche a causa del suo orribile aspetto. I fantasmi non si innamorano delle streghe. Oltre al
fatto che lei sarebbe dovuta arrivare presto a Centra. E allora…
Fantasma…
Ed
ecco a voi la quarta parte! So che ogni volta ci metto moltissimo a postare, ma
il fatto che voi leggiate a commentiate mi fa sentire quasi..perdonata! :P
Antonel Heartilly,
grazie, come sempre! Spero ti piaccia anche questo chap, un po’ più funghetto forse, ma a me piace considerarlo
un pezzo di transizione.. :P
Serenity 95: la tua recensione mi ha fatto molto piacere! Mi auguro che la storia continui a piacerti, magari poi mi fai sapere la
tua opinione!!!
Thief Alchemist: Davvero? Dici che la scena finale era
intrigante? Me gongola, pensare che quel pezzo non mi
piaceva…Aspetto di sapere cosa ne pensi di questo, mi raccomando!XD
Spero di riuscire ad aggiornare presto…
Baci!!!!!! ^_^