Titolo: First Times
Titolo del capitolo: Vuoto
Fandom: Inazuma Eleven
Personaggi: Kiyama Hiroto
Genere: introspettivo,
Rating: verde
Avvertimenti: nessuno
Conteggio Parole: 299
Note: Ero indecisa se dividerla in capitoli o no, inizialmente volevo lasciarla one shot ma stava venendo troppo lunga.
Piccola raccolta su Kiyama Hiroto.




Hiroto ricordava bene il periodo in cui abitava al Sun Garden insieme agli altri orfani.
Ricordava i primi anni, forse gli unici in cui, in quel luogo, era stato veramente se stesso.
Ricordava l'orgoglio con cui si presentava ai nuovi 'fratelli', poiché il suo nome, lo sapeva, era stato scelto dal suo amato 'padre'.
Ricordava quando, per caso, scoprì la verità su quel nome.
E allora, per la prima volta, percepì un vuoto dentro. Si sentì solo, come mai si era sentito prima di quel momento.
Era piccolo, Hiroto. Era piccolo e non poté che scappare in camera sua a piangere ignorando gli altri, ignorando Reina o la 'sorella maggiore' Hitomiko.
Solo quando fu il 'padre' a entrare nella sua cameretta preoccupato, solo allora Hiroto si asciugò le lacrime e gli mostrò un sorriso finto. Quella fu la prima volta che indossò quella maschera.

Da quel giorno Hiroto si allontanò gradualmente dai propri fratelli. Smise di giocare con loro, smise di parlarvi se non per assoluta necessità. Durante i giochi all'aperto lui non partecipava mai, rimaneva seduto sull'altalena, guardandosi le scarpine, facendosi domande che un bambino così piccolo non avrebbe mai dovuto nemmeno immaginarsi, chiedendosi chi fosse davvero, chi fosse per l'amato 'padre', chi fosse per il mondo. Era solo un sostituto? Era nato per essere un'altro Kira Hiroto? Era nato per esserlo agli occhi del 'padre'?
Ricordava che Reina, almeno due o tre volte al giorno, gli chiedeva se voleva unirsi a un nuovo gioco. Lui alzava la testolina, le sorrideva e rifiutava gentilmente: non se la sentiva, diceva. La bambina rimaneva a fissarlo delusa per qualche secondo prima di voltarsi e tornare dai fratellini. E il sorriso di
Hiroto si spegneva, tornava a guardare in basso, in balia di quel vuoto che sembrava non dover più finire.