Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Elelovett    12/12/2012    2 recensioni
E se oltre al rimorso di aver distrutto la Valle Once-ler avesse anche quello di aver perso la ragazza dei suoi sogni? Forse non ha raccontato proprio tutto a Ted...
Questa è la storia di come Once-ler ha incontrato Ellie e la sua vita è cambiata. Ma basterà l'amore della ragazza a farlo desistere dal tagliare gli alberi? E fino a che punto i protagonisti sono disposti a seguire i propri sogni? Amore, avventura, divertimento e lacrime, solo per chi ha voglia di addentrarsi in questa storia e conoscere un lato di Once-ler che il film non mostra. :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.20

L'impero vacilla

Erano passati tre anni dall'inaugurazione della fabbrica.
Once-ler non poteva essere più soddisfatto di come erano andate le cose: la sua famiglia lo adorava e riempiva di complimenti, i soldi entravano a palate e altrettanti thneed uscivano dalla fabbrica pronti per essere acquistati. Arrivavano addirittura richieste dalle città vicine e il ragazzo era riuscito ad espandere il marchio. La nuova Thneedville era quasi completata e ovunque troneggiavano maestosi i manifesti pubblicitari realizzati da Ellie. Certo, il lavoro da fare era molto e Once-ler arrivava a fine giornata sfinito, ma sentiva che ne valeva la pena. I giornali lo descrivevano come l'uomo più in vista del momento e quando faceva visita alla città persino i bambini l'additavano emozionati. Lorax non si era più fatto vivo e al ragazzo la cosa non dispiaceva: non sopportava più quel continuo lamentarsi nelle orecchie! D'altra parte tutto ciò che era accaduto era assolutamente inevitabile, lui non era stato che la pedina del processo commerciale. Non c'era spazio per frivolezze romantiche come la natura e gli orsacchiotti in economia!
«Signor Once-ler, non può neanche immaginare quanto io mi senta onorato di apparire al suo cospetto!» stava dicendo in quel momento un ragazzino basso in tenuta da spazzino.
«Beh, non potevo fare altrimenti, ci sono stati dei problemi al reparto creativo e ho deciso di consegnarvi io stesso i quindici cartelloni. Posso fidarmi di te...? »
«O'Hare, Aloysius O'Hare. Ma certo signore, io e Bernard abbiamo sempre attaccato tutti i suoi cartelloni. Anche questi finiranno nelle migliori quindici postazioni di Thneedville, non deve preoccuparsi. »
«Grazie Aloysius, sapevo di poter contare su di voi. »
«Lei è il mio idolo, sa? »
«Troppo buono. » Once-ler non vedeva l'ora di sbarazzarsene e si stava avviando verso l'ufficio.
«Vorrei aver inventato anch'io qualcosa di eccezionale! Beh, ho diciassette anni, ho ancora tutta la vita davanti no? »
«Ma certo, certo... »
«Bene, la lascio, avrà moltissime cose da fare. »
«Grazie! E buon lavoro! »
Finalmente quel ragazzetto si era tolto dai piedi!
Seduto sulla sua lussuosa scrivania Once-ler si tolse gli occhiali e decise di fare una pausa: le lettere dell'avvocato potevano aspettare. Con la testa appoggiata allo schienale della nota poltrona si mise a fissare il plastico di Thneedville e a pensare ad Ellie. Era orgoglioso di come era riuscito a renderla la ragazza più potente e popolare di tutta la città, di come l'aveva circondata di ricchezze e lusso. La sua donna doveva andarsene in giro come una regina e mai e poi mai avrebbe dovuto sentirsi derisa o incompresa come le accadeva quando era Ellie La Strana: ora la città la adorava e sembrava essersi scordata di chi fosse prima. Once-ler aveva persino dato il suo nome a una piazza e aveva insistito affinché al centro sorgesse una statua che la rappresentasse: Ellie gli era sembrata contenta, ma non quanto il ragazzo avrebbe sperato. Era sempre malinconica e vagamente lamentosa. Once-ler sapeva perché: era vero, non le aveva fatto mancare niente e la faceva vivere nel lusso, ma era anche consapevole di averla un po' trascurata nell'ultimo anno. La riempiva di gioielli e nuove stanze, ma effettivamente non ricordava di aver avuto con lei una conversazione che non fosse durata più di cinque minuti, e da molto tempo non si concedevano quelle effusioni che a Once-ler piacevano tanto. Era stato molto impegnato, alcune riunioni erano finite a notte fonda, e arrivato in camera da letto proprio non aveva avuto la forza di dedicare del tempo a Ellie. A volte si svegliava due ore dopo e nel buio della stanza si chinava sulla ragazza, deciso a svegliarla, chiederle scusa e magari baciarla sulla nuca, cosa che un tempo la faceva ridere per il solletico, ma poi rinunciava pensando che era crudele svegliarla quando dormiva così bene. La mattina veniva a svegliarlo sua madre e la ragazza non c'era già più, per tutto il giorno a volte non la vedeva neppure. Sì, l'aveva trascurata, ma aveva intenzione di farsi perdonare.
Mentre pensava a queste cose tirò fuori una scatolina nera e cominciò a giocarci lasciandola scivolare da una mano all'altra. Si decise ad aprirla: al centro brillava un anello con un enorme diamante intagliato a forma di chioma di Truffula. Once-ler sorrise orgoglioso ammirando il brillante: era andato nella gioielleria più rinomata della città e la commessa gli aveva assicurato che non c'era anello più adatto e raffinato per la padrona della fabbrica. Ovviamente il ragazzo non aveva badato a spese e anche stavolta aveva preteso il meglio del meglio.
Sì, le avrebbe chiesto di sposarlo, e vedendolo in ginocchio mentre le porgeva quell'enorme diamante Ellie non avrebbe resistito e l'avrebbe perdonato all'istante per averla un po' lasciata da parte! Avrebbero finalmente coronato il loro sogno d'amore: da tempo Once-ler voleva ufficializzare la loro relazione ma tra un impegno e l'altro non aveva mai trovato il tempo di organizzare la cosa. Adesso il momento era giunto e non vedeva l'ora che Ellie gli saltasse al collo gridando di gioia. Voleva vederla di nuovo felice, voleva che tra loro tutto tornasse come prima.
Il matrimonio sarebbe stato sulla bocca di tutti e si sarebbe celebrato in pompa magna, Once-ler avrebbe gridato al mondo che lei era sua e che non avrebbe voluto nessun'altra al suo fianco. Poi col tempo sarebbero nati tanti splendidi bambini, almeno cinque o sei, e Once-ler avrebbe insegnato loro a suonare la chitarra e a cucire il thneed...Sarebbero stati una bellissima famiglia.
In quel momento bussarono alla porta e il ragazzo fece scivolare rapidissimo la scatola nella tasca della giacca.
«Ehm, avanti! »
Comparve Ellie, e Once-ler pensò che quella fosse proprio l'occasione propizia.
«Tesoro! » esclamò alzandosi per andarle incontro.
Ma la ragazza aveva un'aria tristissima e rimase ferma di fronte alla porta:
«Hai tempo per parlare con me? »
Il ragazzo, colpito dal flebile tono di voce, rispose calmo:
«Sì. Devo dirti una cosa anch'io. Ma parla tu. »
La ragazza fece un passo avanti e giunse le mani come a supplicarlo:
«Oncie...So che non vuoi che te lo dica...Ma la situazione sta diventando insostenibile. Sono stata nella valle stamattina: i Pescetti tossiscono e non respirano, i Barbalotti muoiono di fame e non osano avvicinarsi alla fabbrica dove potrei nutrirli, i Citrigni non volano. È uno scenario pauroso! »
Once-ler si irrigidì.
«Una volta mi hai detto che avrei dovuto chiederti di fermarti se lo ritenevo necessario. Beh, avrei dovuto farlo da tempo: ti scongiuro, fermati adesso, prima che sia troppo tardi. Io non ce la faccio così, basta! » esclamò la ragazza.
Il ragazzo scoppiò a ridere, incapace di credere alle proprie orecchie:
«Fermarmi? Ellie, ma sei impazzita? Adesso che siamo al massimo della nostra espansione? »
«Sei cieco? Non vedi cosa stiamo facendo? Abbiamo abbattuto quasi tutta la foresta! »
Once-ler si avvicinò a lei e le prese le mani un po' brusco:
«Ma non capisci? Io l'ho fatto per te! Ti amo, e volevo darti il massimo...Ho costruito l'impero del thneed per farti sentire una dea, per darti tutto ciò che non hai mai avuto! È così che mi ringrazi? »
«Non me n'è mai importato niente, Once-ler! Non ci arrivi? Non volevo il massimo, volevo solo te! Ti ho appoggiato in questi tre anni perché volevo che tu fossi felice, ma non mi servivano mobili di lusso o stanze infinite! Era il tuo amore che mi serviva, solo questo. »
«Credevo che vendere thneed fosse il tuo sogno! Il sogno che hai cercato per tutta la vita e che io ti ho prestato! Ricordi? »
«Sì, era il mio sogno! Sognavo di ampliare la produzione, ma mai avrei voluto arrivare a questo punto! Mai avrei voluto distruggere la foresta e le sue creature, no, questo non era il mio sogno! Il mio sogno era vendere thneed al tuo fianco, in un'impresa sì di successo, ma onesta e che non danneggiasse la natura! A questo punto avrei preferito mille volte condividere con te la povertà in quella piccola capanna nel bosco, vivendo solo del tuo amore! »
Once-ler le voltò le spalle.
«Incredibile. Avevi sempre fatto grandi progetti per l'azienda...E ora non li accetti! » esclamò.
«Questa azienda non è quella che avevo progettato! È diventata qualcosa di mostruoso! Tagliare gli alberi è mostruoso! Distruggere un intero ecosistema per fama e denaro è qualcosa di cui mai ti avrei ritenuto capace! Aveva ragione Lorax, ha sempre avuto ragione, e dovevamo ascoltarlo! »
Once-ler sapeva che ogni singola parola di Ellie era vera, e questo gli faceva ancora più male. Ferito e a disagio, non poté che attaccare:
«Lorax, Lorax, Lorax! Non hai fatto che portare avanti le sue lamentele in questi anni! Se tu e Lorax fate tanto comunella perché non te ne vai a vivere con lui tra gli alberi? Sono certo che ve la intendete bene! »
«Sempre meglio che con te, qualunque cosa tu sia diventato! »
Si stavano guardando in cagnesco e ormai urlavano, dai due lati della stanza. Once-ler gridò:
«Beh, sai che ti dico Ellie? Non hai capito un accidente di tutto quello che ho fatto per te, e te ne stai qui a criticarmi senza nemmeno un grazie! Forse non ti meritavi proprio niente! Non mi capisci...Respingi tutto quello che, anno dopo anno, ho voluto solo per il tuo bene! »
«Ma falla finita con questa storia! E avresti fatto tutto per me? O per espormi come un trofeo bello agghindato? No, ecco la verità: è lo stesso motivo che ti ha spinto a inventare il thneed, volevi l'approvazione della tua famiglia e di quella donna odiosa! Per lei hai fatto tutto questo! Non appena ti ha chiesto di tagliare gli alberi zap, tu l'hai fatto. Se ti chiedesse di fare a pezzi i tuoi stessi macchinari lo faresti! E tutto per elemosinare l'amore di quell'arpia che non ti ha mai meritato! »
«Lascia fuori mia madre da questa storia! »
«Ti sei già dimenticato cosa disse di te quel giorno, a cena! Ma come hai potuto dimenticare tutti gli anni precedenti, tutta la tua infanzia? Credi che sia cambiata? Ma non lo vedi che sta sfruttando il tuo successo? »
«Mi rifiuto di credere a una sola parola... »
«Sai benissimo che ho ragione, lo sai quanto me ma fingi di non sentire cosa ti dice la coscienza. Dovresti aver capito chi ti ama davvero, e invece hai allontanato proprio tutti i tuoi amici: Lorax, Quisquilia, me... »
«Allontanata? Sei tu che rifiuti quello che faccio per te! »
«Smettila di nasconderti dietro questa frase! Sai benissimo che neanche mi tocchi più da un anno a questa parte...A malapena mi guardi, mi parli come fossi un collega qualsiasi...Quando è stata l'ultima volta che mi hai baciata? E intendo un bacio vero, come quello che mi hai dato quella sera nella capanna, non quei baci distratti che mi rifili ogni tanto. A volte mi carezzi, come si carezza un cane! Accidenti Once-ler, ma cosa ti è successo? »
Ellie stava piangendo, grosse lacrime le rigavano le guance e i singhiozzi le impedivano di pronunciare una frase senza interrompersi. Il ragazzo rimase colpito da quest'ultimo discorso, perché confermava proprio i suoi timori di poco prima. Ma, colto così alla sprovvista, riuscì solo a mormorare:
«Io... »
«Non mi ami più come prima. »
No, questo non è vero! Once-ler avrebbe voluto gridarlo, ma si limitò a pensarlo. Si sentiva confuso, come se la sua anima fosse stata messa a nudo e ora dovesse fare i conti con se stesso. Biascicò:
«Ellie... »
La ragazza continuava a piangere, e nei suoi occhi si leggevano delusione e amarezza:
«Molto bene, vedo che non ti difendi. A questo punto non abbiamo altro da dirci. Addio, Once-ler. »
Si voltò, aprì la porta e se ne andò, mentre Once-ler si riscuoteva e le correva dietro:
«No Ellie, aspetta! Io non--»
«Signor Once-ler, avrei da sottoporle alcuni problemi... »l'avvocato era spuntato dal nulla costringendolo a retrocedere.
Il ragazzo cercò di aggirarlo:
«Ora non posso! »
Ma l'ometto gli sbarrava la strada e lo spingeva di nuovo dentro l'ufficio:
«Ma si tratta di questioni urgenti, lei sa com'è! Dunque si sieda! »
Once-ler provò a protestare, ma alla fine si arrese e si chiuse a colloquio con l'avvocato. Avrebbe parlato a Ellie subito dopo, e avrebbe aggiustato le cose.
 
Ellie correva per i corridoi come in un incubo, mentre le lacrime le impedivano di vedere bene. Quei corridoi verdi e scuri le davano il capogiro, così uscì sulla terrazza principale e aggrappandosi alla ringhiera scoppiò in singhiozzi. Intorno a lei il cielo era grigio, i ceppi delle truffule mozzate sembravano milioni di lapidi e si intravedevano i macchinari all'opera. Tutto ciò era anche colpa sua, lo sapeva. Si era lasciata comprare da Once-ler, si era cullata nel suo amore e aveva voluto rimandare quello che avrebbe dovuto fare subito.
«Ho lasciato che accadesse. » disse ad alta voce.
E sorprendentemente una voce le rispose:
«Sì. »
La ragazza si voltò: sulla ringhiera se ne stava seduto Lorax, lo sguardo perso in quel triste panorama.
«Baffetto, che cosa ho fatto? »
Il guardiano sospirò:
«Ellie, vi avevo avvertiti in tutti i modi. Mi avevi detto che l'avresti fermato. »
«Ci ho provato, ma mai abbastanza. E ora che l'ho affrontato sul serio è troppo tardi. Abbiamo litigato, mi ha praticamente detto di andarmene. Non che la cosa importi, l'avrei fatto comunque... »
Il guardiano tacque.
«Mi dispiace. » disse Ellie.
Lorax parlò:
«So che non avresti mai voluto tutto questo...E forse neanche lui...Non credo si renda conto. »
Ellie continuò a piangere:
«Eppure è possibile? Io lo amo ancora. Lo amo per come era prima. »
«Questo è sempre stato il problema. Era bello che vi foste trovati, sono certo che eravate felici, ma forse se tu non l'avessi amato non l'avresti neanche supportato. »
Ellie tornò a fissare il cielo pieno di smog: e così il suo sogno si era rivelato un incubo. Anche se era un sogno in prestito, lei ci aveva creduto davvero. E allora si ritrovò a pensare, piangendo di fronte a tutti quei ceppi senza vita...Che forse era quello il suo sogno, quello che aveva cercato da sempre. Forse il suo scopo era quello di aiutare gli alberi. Forse per questo li aveva sempre amati, per questo soffriva nel vederli morire. D'un tratto fu come se una strada le fosse stata illuminata.
Si asciugò le lacrime e piena di determinazione guardò l'amico:
«Lorax. Ricordi quando mi dicesti che sarei stata una buona guardiana? »
«Sì. » rispose lui fissandola.
«Voglio diventarlo. Voglio diventare una guardiana della foresta. »
Lorax tacque e la guardò cercando di capire se stesse scherzando. La ragazza continuò:
«So che sono stata orribile, ma i miei sentimenti verso la natura sono sempre stati sinceri. Solo ora capisco che è questo il mio sogno, la mia vocazione, lo scopo della mia vita: voglio aiutare gli alberi, voglio prendermi cura di loro. »
Il guardiano scandì piano:
«Ricordi quali erano le condizioni: un guardiano deve rinunciare a tutto, alla sua vecchia vita. Sei disposta a farlo? Sei disposta a lasciare Magrolino? »
Ellie lo fissò a lungo, evidentemente posta di fronte alla scelta più difficile della sua vita.
«Sì. »




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Colpo di scena, tan tan tan! Beh, molti di voi ci erano arrivati, avevano intuito che strade avrebbero preso i due e che Ellie sarebbe diventata una guardiana, ma spero che un po' di sorpresa sia rimasta...
Anche questo capitolo mi piace abbastanza, anche se non come l'altro. E' stato straziante e divertente al tempo stesso scrivere del litigio tra i due. Però voglio sapere che ne pensate voi! Ormai siamo quasi alla fine di questa storia...
Avete notato il cameo di O'Hare? Volevo inserirlo per dare un senso di continuità alla storia, di un processo che getta le sue fondamenta indietro nel tempo. E ovviamente non è l'O'Hare che conosciamo noi, è ancora un ragazzetto e anche abbastanza lecchino (o almeno così me lo sono immagianto io).
Lascio la parola a voi, e ringrazio Sylphs, TheHeartIsALonelyHunter, PiccoloFiore, Tefymad e Naty McQueen. Le vostre recensioni illuminano le mie giornate, davvero, e sono onorata che la maggior parte di voi esaltino questa fic mettendola al livello del film originale! Grazie grazie grazie! Un bacio,
Elena
  
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