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Autore: OliviaP_    12/12/2012    2 recensioni
 
Crac.
L'inconfondibile rumore di una smaterializzazione lo fece svegliare di scatto. 
Chi mai poteva essere a quell'ora della notte? 
Fred scese sbadigliando dal divano logoro e per poco non si ruppe una gamba scivolando su una bottiglia vuota di Burrobirra. Imprecando tra i denti, aprì le imposte della finestra cigolante e si affacciò, riconoscendo nell'ombra una familiare figura dai capelli crespi. 
-Ehi Granger, già sentivi la mia mancanza?- urlò, senza curarsi del fatto che fossero le due passate. 
Hermione veniva verso casa con un'andatura barcollante che Fred conosceva fin troppo bene, ma che mai e poi mai si sarebbe sognato di vedere nell'ex Prefetto-Perfetto di Grifondoro, nonché acclamata salvatrice del mondo magico, donna in carriera e sua futura cognata. 
Si precipitò ad aprirle la porta, trovandosi di fronte uno spettacolo a dir poco agghiacciante. 
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Paura.  

Le settimane successive furono tra le più strane che Fred e Hermione avessero mai vissuto. 
Erano tornati insieme a casa di Hermione per prendere le sue cose e tra una battuta e l’altra Fred l’aveva aiutata a sbarazzarsi di tutte le cianfrusaglie di Ron, riuscendo a non farle versare neanche una lacrima.
Grattastinchi era stato dimesso e adesso viveva insieme a loro nell’appartamento di Fred, facendo letteralmente ammattire quest’ultimo coi suoi capricci da gatto convalescente di mezza età. 
Hermione aveva notato che il suo amico peloso sembrava gradire molto di più la compagnia di Fred che quella di Ron; quando era particolarmente di buonumore gli permetteva addirittura di prenderlo in braccio e grattarlo dietro le orecchie, cosa che di norma solo e soltanto la sua legittima padrona aveva il privilegio di fare senza ricevere una sostanziosa dose di graffi e morsi. 
Non aveva tuttavia perso la singolare quanto spiacevole abitudine di soffiare furioso o cimentarsi in improbabili attentati alla vita di Fred ogniqualvolta il ragazzo tentasse di avvicinarsi a Hermione più del dovuto. Lei si era ormai abituata agli attacchi di gelosia di Grattastinchi, che in fin dei conti andavano avanti da più di sei anni anche se con una persona diversa, ma Fred non si poteva certo definire entusiasta della cosa. 
Per amore di Hermione comunque l’aveva accettato senza batter ciglio, così come aveva accettato di tornare a dormire sul suo letto insieme a lei senza sfiorarla neppure con un dito. Molte volte Hermione gli si addormentava abbracciata o con la testa poggiata sul suo petto, ma lui non osava ancora fare la prima mossa, tanta era la paura di farla scappare. 
Continuava a chiedersi se lei avrebbe mai iniziato a provare qualcosa per lui o se sarebbe rimasto per sempre solo e soltanto Fred, il fratello del suo ex ragazzo che aveva una cotta per lei.
Non che gli dispiacesse aver instaurato quel rapporto, ma se una parte di lui era felice e riconoscente per l’occasione che gli era stata concessa, un’altra iniziava davvero a esasperarsi.
George era passato a trovarli e non riusciva a capacitarsi di come il fratello non le fosse ancora saltato addosso, perché si sa, Fred era paziente tanto quanto Hermione era campionessa internazionale di Quidditch. 
A rendere la questione ancora più spinosa, c’era il fatto che nessuno dei due aveva più sollevato l’argomento dopo quell’imbarazzate serata in cui tutto era cominciato. 
Dopo un mese passato a dormire nello stesso letto abbracciati l’uno all’altra e a guardarsi negli occhi senza una parola e senza niente di fatto, Fred stava ricominciando a sentire quell’odiosa sensazione di frustrazione ed impotenza che aveva caratterizzato la sua vita negli ultimi anni.
Ormai era quasi certo che Hermione lo vedesse solo e soltanto come un diversivo, una distrazione necessaria per non pensare alla sua storia d’amore andata a rotoli, al suo matrimonio sfumato e a tutti quei progetti per il futuro che Ron aveva distrutto. 
Era questo il problema di Hermione, era sempre stato questo: la maniacale necessità di avere sempre tutto sotto controllo, di seguire gli schemi e i programmi, di fare sempre la cosa giusta.
Non era mai stata capace di lasciarsi andare, vivere alla giornata senza pensare alle conseguenze.
Il fatto che Ron avesse gettato alle ortiche tutti i suoi studiatissimi piani l’aveva mandata nel panico forse più del fatto stesso che l’avesse tradita. Non c’era più niente di certo nella sua vita e lei lo odiava per questo, perché se c’era una cosa che non aveva mai potuto sopportare era il sentirsi vulnerabile. 
Quello che Fred non sapeva era che il vero motivo per cui Hermione non si lasciava andare con lui non era l'assenza di sentimenti nei suoi confronti, bensì la paura. 
Paura di restare di nuovo da sola, paura di ricominciare, paura di fare nuovi progetti per poi vederseli svanire da sotto gli occhi…e sì, paura di ammettere a se stessa ciò che provava per lui, perché sarebbe stato come ammettere di aver commesso lo sbaglio più colossale del mondo, e lei odiava sbagliare. 
La verità è che più passava il tempo con Fred e più si rendeva conto di quanto fossero fatti per stare insieme: Fred la faceva stare bene, la faceva ridere, la trattava come una principessa, ma allo stesso tempo la prendeva in giro rafforzando la sua autoironia, perché nonostante non fosse più un ragazzino che sa solo fare scherzi riusciva sempre a risolvere ogni cosa con un sorriso o una battuta. 
Semplicemente, era fatto così: nato per smussare con le sue risate cristalline quei lati troppo spigolosi e rigidi di lei, così come lei con il suo pragmatismo sembrava essere nata per calmare e far ragionare quella testa calda. 
Eppure, Hermione stava facendo di nuovo lo stesso errore di tanti anni prima: far finta di nulla e negare l'evidenza per orgoglio e forse per vergogna, perchè in fondo aveva sempre saputo del suo sentimento per Fred, ma aveva deciso di ignorarlo preferendogli Ron perché lui era la scelta più facile e ovvia, quello che tutti si aspettavano da una come lei.   
Era come se avessero stretto un tacito accordo che impediva ad entrambi di fare la prima mossa, ma le cose stavano per cambiare.   
Quella sera Fred, di ritorno da un pomeriggio di riflessione a casa di George, si era finalmente deciso a farsi avanti e stabilire con lei il punto della situazione, ma trovò l’appartamento spiacevolmente vuoto. 
Si avviò con passo depresso in cucina, scoprendo così un biglietto sul tavolo e Grattastinchi che, magra consolazione, perlomeno era ancora lì. 
 
Fred, 
oggi Ron è stato qui. 
Non so chi gli abbia detto che abito da te visto che tua madre praticamente si rifiuta di rivolgergli la parola, fatto sta che me lo sono ritrovato sulla soglia a piangere implorante.
Ho deciso di ascoltare cos’ha da dire a sua discolpa, andiamo a bere qualcosa al…….’. 
 
Ma lì dove avrebbe dovuto trovarsi il luogo del loro incontro e il resto del messaggio, la pergamena era stata deturpata e sbocconcellata da quelle che, a giudicare dalle impronte, erano inconfondibili zanne feline. 
-Ora che ci penso, Ron non aveva tutti i torti a volerti morto- sbuffò Fred rivolgendosi al gatto, che per tutta risposta soffiò indignato e abbandonò la stanza sventolando la coda a scovolino. 
 
  
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