Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: OliviaP_    12/12/2012    6 recensioni
 
Crac.
L'inconfondibile rumore di una smaterializzazione lo fece svegliare di scatto. 
Chi mai poteva essere a quell'ora della notte? 
Fred scese sbadigliando dal divano logoro e per poco non si ruppe una gamba scivolando su una bottiglia vuota di Burrobirra. Imprecando tra i denti, aprì le imposte della finestra cigolante e si affacciò, riconoscendo nell'ombra una familiare figura dai capelli crespi. 
-Ehi Granger, già sentivi la mia mancanza?- urlò, senza curarsi del fatto che fossero le due passate. 
Hermione veniva verso casa con un'andatura barcollante che Fred conosceva fin troppo bene, ma che mai e poi mai si sarebbe sognato di vedere nell'ex Prefetto-Perfetto di Grifondoro, nonché acclamata salvatrice del mondo magico, donna in carriera e sua futura cognata. 
Si precipitò ad aprirle la porta, trovandosi di fronte uno spettacolo a dir poco agghiacciante. 
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Peperoncino.  
 
Il Bistrot dell’alchimista era straordinariamente affollato anche per essere un sabato sera. 
Ron l’aveva scelto appositamente per assicurarsi che Hermione non facesse scenate. 
La conosceva ormai da quando avevano undici anni, e aveva imparato a sfruttare i suoi punti deboli: una come lei, così composta e attenta a comportarsi dignitosamente in pubblico per via dell’alta carica che ricopriva al Ministero, non avrebbe certamente osato attirare su di sé tutta l’attenzione di diverse decine di avventori. 
Peccato che Ron dimenticasse puntualmente di trovarsi di fronte a Hermione Granger, la strega più brillante della sua età. 
Quando l’ex fidanzato le aveva proposto di andare a bere qualcosa si era subito insospettita, ma aveva finto di assecondarlo per vedere fin dove si sarebbe spinto con le menzogne. Sapeva che le avrebbe mentito e che le avrebbe rifiliato chissà quale scusa patetica, dopotutto, come avrebbe detto Fred, aveva iniziato a capire il funzionamento del tubero che popolava la sua scatola cranica. 
Eppure Hermione aveva accettato lo stesso l'invito. 
Aveva bisogno di certezze, di conferme: aveva bisogno di essere sicura di essersi sbagliata sul suo conto così da potersi mettere finalmente l'anima in pace.  
Ron riuscì a trovare un tavolo piuttosto appartato e l’aiutò a sedersi con un sorriso falsamente affabile che lasciava trasparire tutta la sua tensione.
Hermione potè notare con sadico piacere che il ragazzo non se la passava affatto bene: i suoi capelli erano più arruffati che mai e si stava leggermente stempiando. 
I vestiti erano sudici e gli ricadevano flosci sul corpo dimagrito, donandogli un’aria malaticcia che certamente le occhiaie scure non aiutavano ad attenuare. 
Quando la cameriera portò loro le due tazze di cioccolata calda che avevano ordinato, vi si gettò con tanta foga che a Hermione venne il sospetto che non mangiasse da settimane. 
Nonostante tutto, non riusciva a provare dispiacere per lui. 
Pietà forse, compassione; era questo tutto ciò che ormai riusciva a suscitare in lei, perché finalmente aveva capito chi dei due era un fallito, la vita di chi era un totale disastro. 
Lei poteva aver perso un fidanzato ed i progetti di una vita, ma lui aveva perso ogni briciolo di dignità e quella era una cosa che mai e poi mai sarebbe riuscito a recuperare. 
-Allora Ronald, cosa volevi dirmi?- chiese finalmente Hermione quando lui ebbe finito di strafogarsi. 
Le orecchie di Ron si tinsero di un vivace color pulce. 
-Io…oh…beh, ovviamente…volevo chiederti scusa. Per quello che è successo…io, vedi…non volevo farlo, ma lei mi ha costretto, capisci? Insomma, lo sai…è una Veela…al matrimonio di George mi ha accalappiato e…deve avermi fatto qualche strano incantesimo della sua…gente…perché devi credermi Hermione, io ti amo, ho sempre amato solo e soltanto te e…ecco…vorrei avere un’altra possibilità- farfugliò. 
Hermione era la quintessenza dell’impassibilità. Parole, ecco cos'erano. Castelli in aria, futili promesse che in fondo non erano mai state suggellate da dimostrazioni concrete. 
Finse un sorriso gentile e temporeggiò per qualche minuto sorseggiando la sua cioccolata, giusto per il gusto di vederlo contorcersi sulla sedia. 
Quando lui iniziò a divorarsi le unghie quasi a sangue si disse che poteva bastare e appoggiò di nuovo la tazza sul tavolo, quasi intatta. 
Quella sera, inspiegabilmente, la cioccolata fondente non le piaceva affatto.  
-No- disse con un candore disarmante, dopo quella che a Ron parve un’eternità. 
Il ragazzo boccheggiò penosamente. 
-Come…come sarebbe a dire no?- 
-Dimmi Ronald, cosa non capisci di questa parola? Mi sembra di essere stata chiara e concisa, dritta al punto- gli sorrise con tranquillità. Lui iniziò ad innervosirsi. 
-Io…tu…credevo che tu…mi amassi!- sbottò con voce stridula. 
Hermione lo guardò compassionevole, come si guarda un bambino capriccioso che si rifiuta di credere che Babbo Natale non esiste. 
-In effetti, ti amavo- replicò lei, stando ben attenta a calcare sull’imperfetto -ed è stata la più grande stronzata di tutta la mia vita, nonché la tua più grande fortuna, non è vero Ron?- 
-Ma cosa stai dicendo?-. 
Nella sua voce adesso c’era una nota di puro panico. 
-Sto dicendo che finalmente ho capito di che pasta sei fatto. L’amore per te mi ha resa cieca per tutti questi anni e tu te ne sei approfittato, perché accanto a me tutto era più facile, tutti ti acclamavano, perché eri il famoso Ronald Weasley, l’amico di Harry Potter e il futuro marito di Hermione Granger, il capo dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia…-
-Io ho distrutto un Horcrux!- la interruppe Ron stupidamente. 
Hermione scoppiò a ridere. 
-Oh certo, e immagino che trafiggere un medaglione con una spada che qualcun altro ha trovato per te, dopo essere sparito per settimane lasciando agli altri tutto il lavoro sporco, ti renda un coraggioso guerriero, non è così? Perfino uno come Malfoy si sarebbe trasformato in un eroe se gli avessero messo la pappa pronta sotto il naso-.
Hermione si stupì della sua stessa cattiveria, ma non si fermò. 
-Ora che abbiamo chiarito questo punto…dicevamo…- finse di pensarci su -ah sì. Il mio lavoro. Ti faceva comodo essere mantenuto e stare tutto il giorno a girarti i pollici sul divano, eh? Lì in quella bella casetta che tu hai scelto e che i miei hanno comprato…mio dio, ma come ho fatto ad essere davvero così cieca? Non importa comunque, perché c’è una bella novità: adesso ci vedo benissimo-.    
Il volto di Ron assunse rapidamente tutte le sfumature di rosso esistenti in natura e non solo. Non riusciva ad emettere alcun suono, tanto era sconvolto ed umiliato dalle parole di Hermione. 
Nel vedere quella luce spietata negli occhi della ragazza però, qualcosa si accese in lui spingendolo a contrattaccare. Voleva ferirla, farle più male che poteva, vendicarsi per come l’aveva trattato e farle rimpiangere di avergli detto quelle cose finchè non l’avrebbe implorato in ginocchio di scusarla e tornare insieme. 
-Non mi sei mai piaciuta- disse con un sorrisetto maligno. 
Non era forse quella la sua specialità, mostrarsi disinteressato nei suoi confronti per attirare la sua attenzione? Aveva funzionato per tutti gli anni passati a Hogwarts. 
-Ma che novità!- esclamò lei fingendosi sorpresa, lasciandolo di stucco.
Che fine aveva fatto l'ingenua Hermione Granger che tanto abilmente aveva manipolato in passato?
-Sei ridicolo Ronald. Ancora con queste ripicche da ragazzino del quarto anno? Forse non te ne sarai accorto, ma siamo adulti adesso-. 
-Bene- replicò lui -allora passiamo ai discorsi seri. Mi servono dei soldi-. 
Hermione per poco non cadde dalla sedia dalle risate. 
-E li vorresti da me? Merlino, ma sei davvero così stupido oppure lo fai apposta? Conosco la legge magica a memoria, in caso tu non lo sapessi…non avrai un misero zellino, puoi starne certo…purtroppo ti è andata male, non avrò la fortuna di diventare tua moglie, perciò i tuoi diritti sul mio denaro sono meno che nulli-. 
-Ma ne ho bisogno…perché…Gabrielle è incinta!- strillò lui, una vena che pulsava convulsamente sulla sua tempia. Hermione non si scompose. 
-Congratulazioni- commentò sarcastica. 
Questo era davvero troppo per Ron: se neanche la storia di Gabrielle ingravidata era riuscita a convincere Hermione, non aveva più alcun motivo per restare lì. Senza dire una parola se ne andò, schiumante di rabbia. 
Hermione fece giusto in tempo a tirare un sospiro di sollievo, che una figura si precipitò ad abbracciarla.  
-Sei stata FAVOLOSA!- le gridò Fred, quasi stritolandola. 
-Hai sentito tutto?- scoppiò a ridere Hermione, paonazza in volto. 
-Ho rischiato di perdermi l’inizio per colpa di Grattastinchi, ma alla fine sono arrivato in tempo- rispose lui mettendosi comodo. Il suo sguardo cadde sulla tazza di Hermione ormai fredda e intonsa. 
-Fondente, eh?- chiese annusandone il contenuto -Com’è che non l’hai bevuta?- 
-Avevi ragione su tutto Fred...anche sulla cioccolata. Fa schifo- ammise lei. 
Fred le rivolse un sorriso sghembo e con un cenno chiamò la cameriera, la stessa che li aveva serviti più di un mese prima. 
-Due cioccolate al latte con molto, moltissimo peperoncino- ordinò. Lei gli lanciò occhiate ammiccanti mentre si allontanava. 
Chissà perché, Hermione strinse i pugni e ridusse gli occhi a due fessure, ribollendo d'irritazione. 
-Sbaglio o Occhio di Basilisco è gelosa? Dovrai abituarti a certe cose, è il prezzo da pagare per stare insieme ad un ragazzo così estremamente bello- azzardò Fred. 
Il cuore di Hermione fece una capriola e un silenzio imbarazzante calò sul loro tavolo, interrotto dopo qualche minuto dalla cameriera di ritorno con le loro ordinazioni.
Se le orecchie non l’avevano ingannata, le aveva appena chiesto implicitamente di essere la sua ragazza.
Ma cosa poteva rispondere? Insomma, ci aveva pensato bene e ormai era sicura che Fred non fosse solo un semplice amico per lei, né una qualche sorta di rimpiazzo...ma se non avesse funzionato, se avessero finito per rovinare tutto? Non era certa di essere pronta per rimettersi in gioco, perchè se avesse sbagliato di nuovo non avrebbe mai potuto perdonarselo: il suo ultimo errore le era costato sei anni di vita. 
Cercando di prendere tempo, si mise a scrutare sospettosa la superficie spolverata di rosso della sua cioccolata. 
Fred ridacchiò. Poteva buttarsi, tanto ormai che aveva da perdere? Hermione si era arresa all'evidenza, aveva definitivamente tagliato i ponti con Ron. Aveva accettato la fine della loro storia.
E poi lui aveva giurato a George che si sarebbe fatto avanti una volta per tutte, e non sarebbe venuto meno ad una promessa al suo gemello neppure sotto tortura.
-Non è veleno, tranquilla. E comunque guarderei sempre e solo te-
Di nuovo il cuore di Hermione parve esploderle nel petto.
Nascose la faccia nella tazza sorseggiando per la prima volta la cioccolata e ne rimase estasiata. 
Non ricordava di aver mai bevuto niente di più buono: il peperoncino, piccante al punto giusto, le solleticava piacevolmente il palato e si amalgamava in modo perfetto alla dolce cremosità della cioccolata al latte. 
Era una di quelle cose, si disse Hermione, che quando le hai assaggiate una volta poi non puoi più farne a meno; e mentre alzava gli occhi per guardare Fred si disse che quello era esattamente il sapore che lui avrebbe dovuto avere. 
-Allora Miss-Voglio-Una-Banalissima-Cioccolata-Fondente, avevo ragione?- disse, come leggendole nel pensiero. 
Hermione ingollò l'ultimo sorso dalla tazza e la poggiò sul tavolo, esibendo due baffi che avrebbero fatto invidia a Vernon Dursley. 
Fred esplose in una fragorosa risata e scosse la testa rassegnato. 
-Fai pena- le sussurrò, portandole via il cioccolato dalle labbra con un bacio. 
Le ginocchia di Hermione si fecero di gelatina non appena la sua bocca incontrò quella di Fred.
Il cuore le batteva all'impazzata, forte come un tamburo, ed era assolutamente certa che tutti lì dentro li stessero guardando, ma non le importava un fico secco.
Si lasciò trasportare dal respiro, dalle labbra e dalla lingua di Fred, che ora sfiorava dolcemente la sua facendole torcere lo stomaco fino a farle male. 
Le dita di Fred sembravano nate appositamente per incastrarsi tra le sue e le loro labbra, ora lo sapeva, erano due pezzi combacianti di un puzzle che la natura aveva diviso. 
Non era mai stata tanto pronta in tutta la sua vita...e se poi si fosse rivelato tutto uno sbaglio, una volta tanto era contenta di sbagliare. 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: OliviaP_