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Autore: Antilla    12/12/2012    3 recensioni
Perchè sì, ci sono anche le storie in cui l'amore non salta fuori all'improvviso, le storie in cui si nasconde e bisogna cercarlo, le storie che non pensi mai potessero nascere e poi ti ci ritrovi dentro, senza sapere come. Ci sono persone che credevi mezze estranee, ma che poi scopri essere l'altra metà di te.
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Dal primo capitolo:
So che ve lo state chiedendo.
E la risposta è sì.
Lo abbiamo ignorato.
Abbiamo ignorato la nostra alchimia, la nostra naturale complicità, la nostra inspiegabile, ma estremamente intonata, armonia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Just look at me 
Capitolo 2


Un calcio.
L’ennesimo calcio.
 
Nemmeno di notte riesci a stare fermo, amore?
 
Blaine scalcia.
Tra le tante cose che fa mentre dorme, ha anche l’abitudine di muovere freneticamente le gambe.
Di solito, vista la sua altezza, mi becca sui polpacci.
Stavolta, considerando il fatto che mi sta praticamente addosso, mi ha beccato sulla coscia.
 
Ho scoperto questo suo ‘vizio’ la prima notte che abbiamo dormito insieme.
La prima volta che abbiamo fatto l’amore.
Da allora, non c’è stata una volta in cui abbia fatto un sonno completamente tranquillo.
 

***

 
Durante il mio secondo anno di liceo mi sono innamorato.
Ma non di Blaine.
 
Era il ragazzo dei miei sogni, il ragazzo per il quale morivo dall’età di nove anni.
Era il ragazzo che non mi sarei mai aspettato  fosse gay.
Si chiamava Ethan e ci vollero mesi prima che si accorgesse di me: solo a marzo divenne mio.
Dall’inizio dell’anno, fino al giorno in cui ci mettemmo insieme, non feci altro che pensare a lui, ad eccezione, come sempre, delle ore passate con il Glee Club.
 
Blaine era sempre lì, bello come non era mai stato, e non faceva altro che farmi ridere tutto il tempo.
Non so come, ma ci ritrovammo ad avere un rapporto più fisico.
Non chiedetemi come era successo, ma di tanto in tanto ci abbracciavamo, proprio come facevo con Mercedes e Rachel.
Ci abbracciavamo per dimostrarci affetto o forse, più semplicemente, perché ci piaceva farlo.
Era un mio amico, era sempre stato solo quello, ma la stretta allo stomaco che sentivo quando ero tra le sue braccia sembrava volermi dire altro.
Come sempre, finii per ignorare tutto.
Volevo Ethan e stavo per averlo, non avrei mai rovinato tutto per un’ipotetica possibilità con Blaine.
Non potevo mandare tutto all’aria, ma di certo non mi privai di quello sfarfallio nella pancia che provavo ogni qualvolta l’odore della sua pelle mi faceva girare la testa e il suo calore avvolgeva completamente il mio corpo.
 
“Come va con Ethan?” mi chiese una mattina di febbraio.
Sapeva di lui già da un pezzo, in realtà tutti sapevano di lui: sì, lo avevo sbandierato ai quattro venti, lo facevo sempre con qualsiasi cosa. Il Glee era la mia seconda famiglia e volevo conoscessero tutto di me.
“Bene.” risposi, dopo aver pensato qualche attimo. Non lo facevo mai, ma ero solito pensare prima di parlare quando si trattava di lui. “Credo manchi poco, ormai.”
Alle mie parole, lui sorrise, dolce come sempre.
Ci guardammo negli occhi, ma durò solo pochi secondi: nessuno dei due aveva il coraggio di sostenere lo sguardo dell’altro.
“Allora perché, Kurt?” mi domandò pochi minuti dopo.
Sapevo benissimo cosa volesse dire, lo capivo da come si torturava freneticamente le mani.
Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare. Avrei dovuto rispondere sinceramente? Avrei dovuto decidere io cosa ne sarebbe stato di quel ‘noi’ che mi seguiva come un’ombra dappertutto?
Avrei dovuto essere io a scegliere che piega avrebbe dovuto prendere quello strano rapporto?
Non potevo. Non avevo abbastanza coraggio.
Così mi scrollai questa responsabilità di dosso, mettendo tutto nelle sue mani.
Gli diedi la possibilità di tornare indietro.
“Perché cosa, Blaine?” chiesi, incerto su quale volessi fosse la sua risposta.
 
Una parte di me gridava “È il momento di mettere in chiaro le cose!”, l’altra ripeteva “E se andasse tutto male?”
 
“Perché ci comportiamo così, io e te?”
Gli offrì un’occasione su un piatto d’argento.
Lui la rifiutò senza esitare.
 
Era tutto di nuovo nelle mie mani adesso.
Dire che avevo paura è dire poco, quasi niente.
Ero terrorizzato, pietrificato.
Fino a quel momento, nella mia vita, avevo sempre desiderato di poter scegliere il mio destino, il mio futuro; ero costantemente stanco del fatto che tutti scegliessero per me, che fossero gli altri i fautori della mia sorte.
Ma in quel preciso momento, desiderai che continuasse ad essere così, almeno per quella volta.
Non ero in grado di decidere una cosa così importante su due piedi.
Di cambiare le carte in tavola in pochi istanti.
La posta in gioco era alta e il rischio troppo elevato.
Le possibilità di fallire era decisamente grande, considerata l’incertezza del guadagno.
 
Ethan era a un palmo da me e non potevo affatto rinunciarci per un ragazzo che, sì, mi faceva battere forte il cuore e mi infondeva tranquillità, amore e dolcezza, ma di cui non sapevo in realtà nulla.
Semplicemente non potevo.
 
“Siamo amici, Blaine, amici. Non è un cosa normale comportarsi così tra amici?”
Le parole mi uscirono da bocca più veloci di quanto avrei voluto.
Non ebbi il tempo di consultare il mio cuore che la testa aveva già fatto tutto da sola.
Vidi Blaine annuire e continuare a fissarsi le mani.
Mi sentii inevitabilmente in colpa: non era quella la risposta che voleva gli dessi.
Ma ormai era fatta, non potevo tornare indietro.
 
Quando ci salutammo quel pomeriggio,  nel corridoio davanti al mio armadietto, ci abbracciammo ancora una volta. La morsa allo stomaco che sentii quella volta portava un nome diverso: si chiamava rimorso.
Fu l’ultima volta che mi trovai tra le sue calde braccia prima di un lungo periodo di gelo.
 

***

 
Pensare a Ethan, mentre Blaine sonnecchia sul mio petto, mi fa davvero strano.
Non so come feci ad innamorarmi di lui: era totalmente l’opposto dell’uomo che amo adesso.
Mentre Blaine rappresenta a pieno il ragazzo ‘carino e coccoloso’, Ethan era il prototipo di maschio ‘bello e dannato.’
Nonostante la parentesi ‘Blaine’, ero incondizionatamente pazza di lui. Pendevo dalle sue labbra, gioivo per i suoi sorrisi, mi perdevo nei suoi occhi.
Lo amavo, lo amavo davvero.
Come se non ci fosse un domani, come se il resto non contasse.
Gli diedi tutto di me; senza accorgermene, finii per cambiare per lui.
A distanza di anni, ancora non me lo sono perdonato.
 
Sento Blaine arricciare le labbra in un sorriso contro il mio petto e torno ad essere fiero di quello che sono. 




Angoletto di Pé.
Salve gente (sempre se qui ci è arrivato qualcuno).
Spero  vi sia piaciuto il capitolo, anche se sono ben consapevole che le cose all'inizio si muovono poco. 
Nei prossimi capitoli, le cose prenderanno una piega diversa.
La ff è davvero molto poco seguita e non vorrei che questo allarmi voi che invece la leggete: non smetterò di pubblicare solo perchè non ci sono tanti lettori.
Scrivo perchè mi piace farlo e continuerei a pubblicare anche se i lettori fossero due.
Grazie mille a voi che leggete e arrivate fin qui.
Un bacione.
Petronilla.
  
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