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Autore: Antilla    05/12/2012    3 recensioni
Perchè sì, ci sono anche le storie in cui l'amore non salta fuori all'improvviso, le storie in cui si nasconde e bisogna cercarlo, le storie che non pensi mai potessero nascere e poi ti ci ritrovi dentro, senza sapere come. Ci sono persone che credevi mezze estranee, ma che poi scopri essere l'altra metà di te.
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Dal primo capitolo:
So che ve lo state chiedendo.
E la risposta è sì.
Lo abbiamo ignorato.
Abbiamo ignorato la nostra alchimia, la nostra naturale complicità, la nostra inspiegabile, ma estremamente intonata, armonia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Leggete, per favore, ci sono delle cose da mettere in chiaro.
1- Prima di tutto, non so quanto questa ff durerà, potrebbero essere 4 capitoli come 14. I dunno.
2- In questa storia il ruolo del Glee Club (canzoni, competizioni, ecc.)è davvero marginale, se non, a tratti, inesistente (i ragazzi invece verranno menzionati più volte), anche perché è una storia Klaine che parla di un possibile modo in cui i Klaine avrebbero potuto cominciare la loro storia e quindi è completamente incentrata su di loro.
3- Se siete suscettibili, come la sotto scritta, e vi da fastidio leggere di Blaine e Kurt con altri ragazzi, questa ff potrebbe darvi problemi. Chiariamo: la storia d’amore è tra Kurt e Blaine, ma prima di raggiungerla ci sono degli altri fidanzati.
4- I Klaine qui sono assolutamente rispettati in quanto gay, così come dovrebbe essere, e quindi non leggerete di problemi di questi tipo. No bullismo, no insulti, niente.
5- La storia è parecchio autobiografica quindi criticate pure, ma, prettyprettyplease, non offendete.




 
 
 
Just look at me  
 
Capitolo 1 


Si è mosso ancora: Blaine nel sonno fa praticamente di tutto.
Si gira di continuo, invade senza scrupoli la mia parte di letto e persino, talvolta, parla.
 
“Mmm… Kurt… domani mangiamo messicano?”
 
Ecco, appunto.
 
Non sono come gli vengano certe idee mentre dorme; l’altra notte mi ha chiesto di fargli del latte col miele: qualche votla mi sembra davvero un bambino.
 
In realtà, molto più spesso di qualche volta.
 
È così tenero mentre si stringe forte al mio petto, affondando con il viso nell’incavo tra il collo e la spalla: mi ricorda il Blaine sedicenne costantemente seduto al mio fianco nell’aula del Glee al liceo.
 
Se ci penso adesso, a sette anni di distanza, mi sembra una storia strana e complicata, la nostra.
 
***
 
Ho frequentato il Glee Club praticamente dal primo giorno di liceo: la sala canto è stata la prima aula del McKinley in cui ho messo piede, ancora prima di quella di francese.
Ho studiato Mr Cellophane per circa 3 settimane: mi svegliavo cantandola, andavo in giro cantandola, la sognavo persino di notte. Solo dopo averla eseguita impeccabilmente all’audizione ho saputo che il mio impegno era stato inutile, visto che sarei entrato nel Glee anche se fossi stato stonato come una campana.
In compenso, mi ero fatto un amico: dopo la canzone, Blaine era alzato in piedi e aveva applaudito entusiasta, noncurante del silenzio che lo circondava.
Da quel momento siamo stati pappa e ciccia, almeno il martedì e il giovedì dalle tre alle cinque.
Eravamo soliti cantare duetti stupidamente romantici e proporre costantemente passi di danza particolari, ricevendo sempre la stessa risposta “Ma quanto siete gay?”.
Noi li guardavamo, fintamente offesi, prima di scoppiare a ridere.
Fuori dal club, però, non eravamo poi così affiatati: lui aveva i suoi amici, quelli della sua vecchia scuola, e se ne stava per lo più per fatti suoi, senza dare più tanta confidenza a nessuno.
C’era una differenza abissale tra l’auditorium ed i corridoi.
Sul quel palco e tra quelle poltroncine, sembravamo avere una complicità assurda, tra i banchi e le sedie, invece, sembravamo estranei.
Non mi sono mai chiesto davvero perché, né ho mai avuto il coraggio di chiederlo a lui: semplicemente, ce ne stavamo nei rispettivi mondi e ci godevamo a pieno quegli attimi insieme, senza pressione, senza domande.
 
“Ho conosciuto un ragazzo.” mi disse un giorno.
Io rimasi un attimo sorpreso: certo, quando eravamo al Glee, parlavamo e tanto, ma mai di argomenti così intimi.
“Oh!”risposi sorpreso.
Io non gli avevo mai parlato del ragazzo che frequentavo e me ne sentii un po’ in colpa: ma cosa potevo saperne io del fatto che da un giorno all’altro avrebbe cominciato anche a confidarsi con me?
“E ti piace?” chiesi, intenzionato a portare il nostro rapporto ad un livello superiore.
Ad oggi ancora non so se si poteva definire amicizia quel rapporto strano che ci legava.
Di certo mi piaceva parlare con lui, cantarci insieme, farci il solletico quando MrShue era in ritardo. Adoravo persino quelle frecciatine maliziose e decisamente da flirt che era solito buttare così, senza pensarci più di tanto e senza il minimo impegno.
“Mmm… sì, credo mi piaccia.” mi confesso, un po’ balbettante.
Annuii appena, mentre qualcosa nel mio stomaco sembrò muoversi improvvisamente; scartai in mezzo secondo l’idea che la morsa fosse dovuta alla risposta di Blaine: avevo un ragazzo, io.
 
‘Sarà colpa della zuppa che ho preso a mensa’ pensai. ‘Avevo detto a Rachel che aveva un sapore davvero strano.’
 
Sono sempre stato un ragazzo logorroico, ogni scusa è buona per parlare, ma in quel momento proprio non seppi cosa dire.
Lasciai che il silenzio cadesse tra di noi e solo in lontananza sentii Mercedes e Rach litigare per un assolo; in un secondo momento mi accorsi che erano al mio fianco.
 
Mi stavo estraniando dal mondo per stare solo con Blaine.
Cosa diavolo stava succedendo?
 
“Con Andrew come vanno le cose?”
Stava parlando con me? Sapeva avessi un ragazzo? Sapeva persino il suo nome?
Scossi leggermente la testa e mi diedi un pizzicotto:era tutto frutto della mia fantasia o aveva davvero detto quella frase?
La mia pelle lattea si arrossò in pochi secondi.
Ero decisamente sveglio.
 
“Noi stiamo attraversando un periodo difficile,” spiegai “e non ho alcuna voglia di corrergli dietro.”
Stavolta fu lui ad annuire, rivolgendomi uno sguardo di comprensione misto a dolcezza. Non me ne aveva mai rivolti prima, non quelli.
Non fui abbastanza veloce da trattenermi, così le mie labbra si incurvarono in un sorriso.
Un sorriso vero.
 
Parlammo così apertamente, cuore-a-cuore, solo poche altre volte prima della fine dell’anno e per l’ennesima volta mi accontentai.
Io non lo cercai più in quel senso e lui non cercò più me.
Tornavamo sempre alla nostra routine fatta di risate, scherzi e canzoni, senza pensare a quel filo invisibile che ci legava già allora.

 

***
 
So che ve lo state chiedendo.
E la risposta è sì.
Lo abbiamo ignorato.
Abbiamo ignorato la nostra alchimia, la nostra naturale complicità, la nostra inspiegabile, ma estremamente intonata, armonia.
Non ci siamo chiesti come sarebbe stato conoscerci sul serio, entrare nel mondo dell’altro, scoprirne i colori e i sapori.
Non abbiamo mai pensato a come sarebbe stato essere amici, realmente amici, di quelli che si frequentano, che vanno al cinema insieme, di quelli che si confidano e fanno dell’altro un punto di riferimento.
Semplicemente, non abbiamo mai guardato il filo che ci legava per scoprire se fosse bianco e puro come quello dell’amicizia o rosso e forte come quello dell’amore.
 



Angoletto di Pè
Guys and Girls, I'm back. *si fa i complimenti da sola*
Non credevo di tornare alla carica così presto e invece sono di nuovo qui!
A questa storia tengo già da morire, quindi spero piaccia anche a voi e che mi seguirete anche in questo viaggio.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre leggere i vostri pareri.
A presto ragazzi.
Vostra, Pè!

PS Come sempre, la mia dolce BFF, mi fa da Beta. 

 
  
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