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Autore: clif    12/12/2012    3 recensioni
E' una storia di una ragazza che finisce in un mondo che non è il suo, in mezzo a vampiri, licantropi, ma non vi dico altro, buona lettura...
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Heather, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Strawberry black'
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Rimasi per una decina di minuti impassibile. – Piantatela, cosa volete da me?- Dissi con voce isterica a quel punto DJ fece un passo avanti, ma Duncan lo fermò. Ero terrorizzata, non sapevo cosa fare, mi guardavano tutti e quattro. – Ora basta cosa volete mi sono rotta proprio le scatole, non sono un trofeo ne tanto meno una preda … - A quelle parole Trent mi guardò minaccioso, ma Dawn le mise una mano su un braccio per calmarlo. – Allora?- Continuai. A quel punto si alzò un vento, molto forte. – Vogliamo metterti in salvo.- Disse Duncan, - Però… non vogliamo perderti.- Continuò Trent. Io non capivo, sapevo solo che mi fidavo di entrambi. – Va bene, ora me ne ritorno a casa. – Dissi decisa e a passo svelto cominciai ad andarmene, non volevo far vedere che stavo piangendo. Non posso stare con tutti? Non posso essere amica di tutti loro? No, troppo banale, la mia vita è troppo scombussolata, sarebbe stato troppo semplice. A quel punto cominciai a correre, ma sapevo che se solo volevano mi avrebbero raggiunto in un attimo. Passò qualche ora, grazie ad un taxi raggiunsi casa mia sana e salva. Entrata in casa faceva molto caldo, lessi il contatore, facevano quasi 25 gradi, mi tolsi in fretta il giacchetto – Zak, dove sei?- Cominciai a cercarlo, ma non lo trovai. – Zak, rispondi dove sei?- A quel punto alzai la voce, ma non rispose nessuno,tornai in cucina e vidi il forno aperto e soprattutto acceso. Lo chiusi e lo spensi, - Zak, si può sapere dove sei?- A quel punto ero sull’ orlo del grido. Stavo impazzendo, controllai in camera sua, ma niente in fretta raggiunsi la mia camera, la aprii e lo vidi, era lì sdraiato sul mio letto, si era addormentato, mentre sentiva “I se eu te pego” la sua canzone preferita. Lo svegliai – Zak, perché sei sul mio letto?- Gli sussurrai. A quel punto scattò in piedi e se ne andò. Improvvisamente mi ritornò in mente tutto quello che era successo oggi. Presi una scelta e cominciai a fare le valigie. – Zak, fai le valigie, andiamo via.- Lo avvertii – Siamo appena al 12 Novembre- Mi rispose lui. – Allora?- Gli chiesi – E’ solo poco più di un mese che siamo qui, dovevamo tornare sotto Natale a casa. – Io non lo ascoltai, scesi le scale e uscii di casa portando con me i 10.000 dollari. Andai a comprare la Smart, mi serviva per il viaggio, aggiunsi casa e caricai nel portabagagli le mie due valigie, mentre speravo che ne vampiri ne licantropi mi stessero osservando. Tornai in camera mia e presi il computer, poi andai in salotto e staccai la corrente – Non dimenticarti di me. - Mi disse Zak che scendeva le scale con la sua valigia. Entrò tutto per miracolo nel portabagagli. Attaccai dietro la mia bicicletta e montai in macchina, misi in moto e con il cuore in gola cominciai a premere l’ acceleratore. La radio segnava le 19:21, e facevano 10.5 gradi. Accesi in fretta l’ aria condizionata a livello 2, nella macchina faceva molto freddo, anche se indossavo un golf di lana e una tuta a maniche lunghe di cotone pesante. Misi in moto e partii, andai sui 50 km orari volevo andare piano, perché era la prima volta, ma anche perché volevo cominciare ad andare più veloce dopo Edimburgo. Arrivarono le 19:32, eravamo a Dundee, una città dell’ Inghilterra situata a pochi chilometri a sud di New Ton, a quel punto spensi l’ aria condizionata e cominciai a raggiungere i 55/60 km orari. Arrivammo alla periferia di Edimburgo alle 21 in punto – Zak, tutto bene?- Gli chiesi io – Sì, tutto a posto.- mi rispose – Ti vedo fiacco.- Gli dissi io – Perché stiamo tornando a Londra?- Mi chiese infuriato Io non lo ascoltai, ma cominciai ad accelerare come se non ci fosse raggiungendo quasi 65 km orari. – Non possiamo tornare a New Ton!- Gli dissi nervosa – Perché?- Mi urlò lui, a quel punto rallentai e accostai. – Non ti immagini neanche cosa c’è lì, non è il posto per noi.- A quelle parole ripartii a 70 km orari. – Avevo dei nuovi amici lì- mi riferì, mi dispiaceva per lui, ma lo facevo per il suo bene, ma poi ci cominciai a pensare sopra, non sapevo cosa fare, forse non era così pericoloso per noi? Ormai avevo deciso, - Zak – Dissi io, - Torniamo a New Ton!-

  
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