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Autore: piperina    29/06/2007    11 recensioni
ULTIMO CAPITOLO
"Niente amore tra noi, Granger."
"Ci sto, Malfoy."
Un patto di apparente comodità trascina Draco ed Hermione tra le spire dell'amore. Ma non hanno fatto i conti con loro stessi, la gente intorno a loro e, soprattutto, i Mangiamorte che minacciano di tornare.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Agosto era ormai agli sgoccioli. Pochi giorni e sarebbe ricominciata la scuola.
L’ultimo anno…
Il sole era alto nel cielo terso, e illuminava il giardino di casa Weasley, ribattezzata “La Tana”. Quel posto era sempre incredibilmente caldo e accogliente, pieno di gente e voci a ogni ora.
Dopo Hogwarts, era la seconda casa di Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto, che in quel momento stava parlando –casualmente- di Quiddich con il suo migliore amico Ronald, nonché ultimo maschio della famiglia Weasley.
La più piccola in assoluto, Ginny, era sdraiata sull’erba con la sua amica Hermione Granger, la mente e il sangue freddo del Trio Miracoli.
- A cosa pensi?-
- Al fatto che… questo è il mio ultimo anno a Hogwarts-
L’ultimo anno… ogni giorno, ogni ricorrenza, ogni festa… sarebbero stati gli ultimi. Irripetibili. Attimi fuggenti da vivere al pieno per mantenere un ricordo vivo nel tempo. Non ce ne sarebbero stati altri.
Hogwarts, la sua seconda casa.
- Sei triste?-
- Un po’…-
- Ti capisco - Ginny sospirò.
- Tutto bene, Gin?-
Quella sorrise – Non proprio-
- E’ successo qualcosa?-
- No, solo che… l’anno prossimo, senza di voi, Hogwarts sarà… vuota- sorrise appena – Senza il Trio Miracoli cosa faremo? Senza il famoso Harry Potter, che salva il mondo magico rischiando la vita. Senza il suo braccio destro, Ron…-
- Gin…- una lacrima solcò il viso della rossa.
- …senza Hermione Granger, la bella studentessa modello oltre ogni limite…-
A questo punto, una lacrima si fece spazio anche sul viso di Hermione.
- …e senza l’affascinante Principe di Serpeverde, Draco Malfoy…-
Il cuore di Hermione saltò a quelle parole.
- Come faremo, senza Harry e Malfoy che si prendono a botte tutti i giorni? I festini di Grifondoro, i giochetti sporchi di serpeverde… quelle oche starnazzanti della Brown e della Parkinson…-
- Gin, ti prego…-
Hermione abbracciò stretta l’amica. L’ultimo anno… sembrava che non dovesse arrivare mai.
Sembrava che dovessero restare adolescenti per sempre, arrivare a 17 anni e fermarsi come per magia. Con tutto quello che avevano passato, ormai erano abituati a tornare a scuola, a Settembre, sull’Hogwarts Express, trascorrere insieme ogni giorno fino a giugno, e poi la vacanze estive, e di nuovo a scuola…
Era una magia che si spegneva lentamente nel corso di quei nove mesi che avrebbero trascorso insieme.
Gli ultimi, a Hogwarts.

*

Settembre arrivò presto. A Diagon Alley c’era la solita invasione di studenti.
Il Trio Miracoli, con Ginny, aveva appena comprato gli ultimi libri necessari. Erano appena sgusciati via dal gruppo di persone che affollava la libreria.
- Finalmente un po’ di respiro!- sbuffò Ginny.
- Già… sono stanco morto…- rispose il fratello.
- Meno male che abbiamo finito, stavo per scoppiare…-
- Peccato non sia successo davvero, Sfregiato-
- Non perdi mai l’abitudine di arrivare alle spalle della gente, eh Malferret?-
- Sono un Malfoy, che ci vuoi fare?-
Harry Potter e Draco Malfoy, nemici dichiarati dall’età di 11 anni, si fronteggiavano come al solito. Accanto al bambino sopravvissuto, subito apparve Ron.
- Che vuoi, Malferret? Non è ancora iniziata la scuola e già rompi?!-
Quello schioccò la lingua e lo guardò con disprezzo. Poi, il suo sguardo si posò su qualcuno alle loro spalle, e tutto sparì. Potty e Lenticchia non esistevano più. La Weasley piccola neanche la vedeva. Nessun suono giungeva alle sue orecchie.
Esistevano solo loro due.
Lui, Draco, e lei, Hermione. Semplicemente stupenda in quel vestito color panna con la gonna a campana che le fasciava perfettamente il corpo snello.
Hermione colse il suo sguardo: freddo. Ghiaccio che le gelò il cuore, facendolo precipitare. Si sentì mancare il respiro.
Eppure, c’era dell’altro in quegli occhi: tristezza? Rabbia? Non riusciva a capire…
Nondimeno Draco capiva cosa c’era negli occhi d’oro della Mezzosangue.
Che non era più sua.
Si fece largo tra Harry e Ron, scansandoli malamente, e si piazzò davanti ad Hermione, che continuava a fissarlo. Orgogliosa fino alla morte.
Ma era questo che gli piaceva di lei.
Doveva dirle qualcosa. Doveva fare qualcosa. Non fosse stato in mezzo alla strada, con Potter e Weasley che imprecavano, l’avrebbe sbattuta al muro e presa anche contro la sua volontà.
Il suo corpo chiese disperatamente un contatto.
Lei si accorse del suo respiro accelerato, e sussultò quando Draco alzò lentamente una mano per sfiorarle il viso.
Bruciava.
Solo un po’… basta anche un tocco leggero, sentire quella scarica che mi pervade quando sfioro la sua pelle…
Bruciava.
Ma Potter, che accidenti a lui non si faceva mai gli affaracci suoi, lo allontanò bruscamente con una spinta che lo fece indietreggiare di qualche passo, e si frappose tra i due a difesa della ragazza.
- Non azzardarti a toccarla- sibilò furente.
Draco si passò la lingua sulle labbra, sorridendo maligno. Chissà come avrebbe reagito San Potter, se gli avesse detto che si portava a letto la Granger da aprile?
Fino a luglio. Perché ormai era finita tra loro.
Solo quel dannato sentimento di impotenza lo fermò.
Incenerì Harry con un’occhiata, girò i tacchi e se ne andò.
Ma al bambino sopravvissuto non era sfuggito quello sguardo. I loro occhi incatenati. C’era qualcosa sotto… qualcosa di cui Hermione non aveva parlato.
Lentamente si voltò verso l’amica e fissò gli occhi verdi in quelli d’oro di lei. Hermione si sentì trapassare. Abbassò subito lo sguardo. Per Harry fu come una pugnalata in mezzo al petto.
Poteva sostenere la sfida con Malfoy, con i professori, con i Mangiamorte… con Voldemort in persona, ma non riusciva a reggere lo sguardo indagatore di Harry. Il suo migliore amico.
Si sentì dannatamente sporca e fuori posto. Avrebbe voluto scappare.
Nessuno disse più una parola a riguardo fino al giorno in cui salirono sul treno.

*

Erano tutti e quattro seduti. Neville e Luna li raggiunsero poco dopo. Dean, Lee e Seamus erano nello scomparto accanto al loro. Li sentivano ridere.
- Caposcuola…- mormorò Harry -…vuol dire che passerai ancora meno tempo con noi- la fissò negli occhi – e molto di più con i tuoi colleghi-
- A quanto pare, sì. Ma essendo all’ultimo anno, non credo che ci caricheranno di lavoro.- sospirò – Come l’anno scorso, sfrutteranno quelli del sesto.-
- Sai già chi sono gli altri Caposcuola?- chiese Ron svaccato al suo posto.
- Abbott Hannah per Tassorosso, McMillan per corvonero e per Serpeverde…- alzò lo sguardo dorato sulla persona appena apparsa alla porta del loro scompartimento -…Malfoy- finì in un sussurro.
I presenti ammutolirono. Vestito di tutto punto, Draco Malfoy sembrava quasi scintillante nella sua divisa verde-argento cui era appuntata la spilla da Caposcuola.
Harry scattò in piedi – Cosa sei venuto a fare qui?- gli ringhiò in faccia.
Quello lo guardò, sfidandolo. Era appoggiato allo stipite della porta con una spalla, una gamba era incrociata davanti all’altra, le braccia conserte.
Hermione adorava quella posa. Gliel’aveva detto tempo prima.
- Sono qui per la Caposcuola Granger- gli soffiò contro – Deve viaggiare con noi-
Colse malevolo lo sguardo incollerito di Potter – Spiacente, ma il Trio Miracoli starà separato per un po’.-
- Fottiti- sibilò Harry, prima di buttarsi a sedere.
- Ci vediamo al banchetto- disse Hermione agli amici.
Castò un incantesimo sul suo baule, che prese a fluttuare dietro di lei, e seguì Malfoy lungo lo stretto corridoio del treno, fino a uno scompartimento vuoto.
- Dove sono gli altri?- chiese la riccia, entrando.
- A fare il giro di ronda, a quanto pare- rispose Malfoy.
Le passò un biglietto scritto da McMillan: diceva che erano andati a controllare gli studenti e che sarebbero tornati nel giro di una mezz’oretta.
Hermione sbuffò, visibilmente infastidita, e si sedette. Aprì il baule e ne estrasse un libro babbano. Sentì l’altro ridere di scherno nei suoi confronti.
- Già coi libri in mano, Mezzosangue?-
- Non sarebbe male se anche tu leggessi, ogni tanto- rispose la riccia aprendo alla pagina indicata dal segnalibro, senza guarda Malfoy, che si era seduto giusto giusto davanti a lei.
Nonostante ostentasse calma, dentro era irrequieta. Si sentiva nervosa e imbarazzata.
Fino a due mesi prima, se si fossero trovati soli nella stessa stanza, non avrebbero esitato a saltarsi addosso reciprocamente.
Poi, il rumore di un accendino. Hermione parlò senza pensare.
E fu un errore.
- Potresti evitare di fumare?- si morse la lingua.
Appena pronunciate quelle parole calò un silenzio strano. Hermione si sentì gelare il cuore. Il suo sguardo si posò istintivamente sul ragazzo seduto davanti a lei: la stessa espressione di pochi giorni prima, a Diagon Alley. Un tuffo al cuore.
E poi, un mutamento: era odio quello che vedeva nei suoi occhi?
Le labbra del biondo si tesero in un ghigno.
- Questa non è la tua stanza, Granger-
E cosa poteva rispondere? Si morse il labbro inferiore e tornò al suo libro.
Non si dissero più una parola.
Aveva detto la stessa frase di quando erano nella sua camera. Subito dopo aver fatto l’amore.
No. Sesso. Tra loro non c’era amore, non ce ne era mai stato e mai ce ne sarebbe stato.
Poi, mezz’ora più tardi, la Abbott fece capolino nello scompartimento.
- Oh, eccovi qua!- notò una strana atmosfera, ma pensò che fosse dovuta all’odio reciproco tra i due.
- Sentite- bloccò Hermione che era scattata in piedi – Io ed Ernie abbiamo da fare. Saremo impegnati fino alla fine del viaggio-
- Cosa?!-
- Già… noi lavoriamo sul treno e voi con le matricole-
La riccia deglutì nervosamente, cercando qualcosa da dire in risposta.
- Non possiamo tornare da…-
- No, mi spiace. In caso di bisogno, devono saperci trovare- spiegò sbrigativa la Abbott –Quindi state qui e…- il suo sguardo andava da lei a lui e da lui a lei -…godetevi il viaggio!-

 

 

 

   
 
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