Buon Santa Lights a tutti.
Siete pronti per il capitolo di dicembre? Avanti
con il fluff, anche se…
Lo scoprirete voi.
Buona lettura
Lights
6.
Noi a metà
Un soffio delicato sul collo mi scatena un’ondata di brividi. Arriccio le palpebre e quando mi viene in mente il suo
nome, “Hermione”, spalanco gli occhi di scatto. Siamo abbracciati, e ora ricordo. Ieri sera abbiamo parlato a lungo e forse per la prima volta. Io ho parlato tanto, e lei è rimasta in silenzio ad ascoltarmi. Abbiamo ricordato il nostro passato, di quando eravamo giovani e spericolati, di quando siamo diventati più grandi e di tutto quello che abbiamo vissuto insieme fino a quel momento: al suo buio, al nostro buio.
Il silenzio è calato tra noi, e per un attimo mi sono sentito solo. Per la prima volta ho capito quanto lei mi manchi, quanto mi manca essere “noi”. Ho allungato la mano verso la sua e l’ho stretta forte. Hermione mi ha guardato per un lungo istante. In silenzio, senza dire niente. Neanche una parola. Senza fare un gesto. Nemmeno le sue dita si sono intrecciate con le mie. È rimasta immobile, e poi, con lentezza si è mossa verso di me. Ha appoggiato il capo al mio petto, nell’incavo del mio collo. “Sono qui, Harry,” ha sussurrato piano.
Sorrido a quel ricordo, e quel gesto che l’ha portata da me, tra le mie braccia. Volto il capo verso di lei. Le mie labbra si scontrano con la sua fronte. La bacio, e resto lì, in silenzio, ad assolverla in attesa del suo risveglio. Senza neanche accorgermene, prendo a carezzarle i capelli.
È passato poco più di un mese da quella notte, e ogni giorno abbiamo fatto un passetto in avanti, insieme, e a ogni passo, ci avviciniamo di più e la distanza che mi tiene lontano da Hermione diminuisce. Ogni notte dormiamo insieme, l'una
accanto all’altro. Prima distanti, ma poi, a un certo punto della notte, lei mi cerca e io l’accolgo tra le mie braccia. Un rituale che io attendo ogni sera con impazienza e mi calmo solamente quando ho lei vicino a me. Ogni sera, il tempo di stare lontani si accorcia, e il suo bisogno di me aumenta, almeno m’illudo di questo per evitare di trovare altre spiegazioni. Sì, lo so, ho scelto la via più corta, almeno per una volta. Chiudo gli occhi, e respiro il suo profumo.
Tutta questa calma mi piace. Ha la capacità di spazzare via le insicurezze che ci portiamo appresso da quel maledetto giorno. La mano di Hermione, che qualche attimo prima era ferma sul mio petto, si muove lentamente, scivolando verso l’alto. Il capo si alza, come se si stesse stiracchiando il collo, e il suo naso mi accarezza la pelle. È un attimo, ma di nuovo una scossa di brividi mi percuote. Si scosta da me, stiracchiandosi, proprio come avrebbe fatto Grattastinchi e poi, come un’onda che ritorna sulla spiaggia, si coccola un’altra volta su di me, con il viso puntato verso il mio, in attesa di qualcosa, forse di un bacio?
Non so che fare, la tentazione di assaporare le sue labbra è forte. Forza Harry, sii uomo. Appoggio la mano sul suo viso e lentamente mi avvicino, ma prima che possa baciarla Hermione apre gli occhi e rimaniamo a fissarci.
- Harry! - Hermione scatta all’indietro, imbarazzata più che sorpresa. Rotola dalla sua parte. È tutta rossa in viso. Mi fa tenerezza e non riesco a fermare il sorriso sulle labbra. Neanche fossimo due quindicenni sorpresi dopo la prima notte passata insieme.
- Harry, io… io… - Hermione è completamente confusa. Si allontana così tanto da me che alla fine, senza prevederlo, cade dal letto portandosi con sé la coperta e il lenzuolo.
Resto bloccato. Non può essere vero. Non so che fare, se scoppiare a ridere o controllare che stia bene. Dopo qualche attimo, lei si rimette in piedi coprendosi con la coperta, tutta rossa in volto, e io, quando incrocio i suoi occhi, non ce la faccio più a trattenermi e scoppio a ridere convulsamente per questa situazione troppo assurda. Alla fine contagio anche Hermione, che si lascia cadere sul materasso. Le risate finiscono e cala il silenzio. Lei con un rapido gesto, si copre il viso con il lenzuolo. Un moto di tenerezza mi spinge verso di lei. Scosto lentamente il lenzuolo e la osservo in silenzio.
- Mi sento così stupida, Harry. - Mi mordo le labbra per non scoppiare a ridere ancora, per non offendere i suoi sentimenti, ma l’espressione che ha sul viso è troppo divertente. - Lo so che la mia reazione non è stata normale, ma vederti così vicino, sentire il calore del tuo corpo, e i tuoi occhi… - Si ricopre con il lenzuolo. - Merlino, i tuoi occhi, - sospira.
- Hermione, - dico piano, scoprendole il viso. - Toglimi una curiosità. - Mi mordo il labbro inferiore. - Non è per caso che stavi sognando di noi, di me?
Hermione per l’imbarazzo si alza repentinamente e non mi dà neanche il tempo per scansarmi che le nostre teste cozzano l’una con l’altra. Ahia!
- Hermione, - inizio dolorante, mentre mi massaggio il mento. - Hai per caso intenzione di farmi fuori?
Si è messa seduta su letto e con le mani si copre il viso. - Scusami, - continua a ripetermi confusa.
- Hey. - Mi avvicino e le tolgo le mani dalla faccia. - Sto scherzando, non è successo niente. - Le bacio le mani. - Va tutto bene. - Mi tiro su e le bacio il capo. - Sono qui, e non me ne andrò neanche se mi riempirai di testate. - La guardo dritto negli occhi. Lei sorride intenerita. - Mi racconti che cosa stavi sognando? - le chiedo sornione per smorzare l’atmosfera.
- Io … - La incoraggio con un cenno del capo. - In realtà … - Si blocca e preferisce alzarsi, mentre io resto in attesa seduto sul letto. - Stavo sognando … - Pendo completamente dalle sue labbra. - Ron.
Ron? Stavi sognando Ron? Sono bloccato. Il cervello è svuotato. Neanche un pensiero si è formulato nella mia testa. Ron! Merlino! Ron! Guardo Hermione, ma in realtà neanche la vedo.
Un risolino strano, trattenuto, mi fa apparire l’immagine di Hermione davanti agli occhi. Si è portata una mano alle labbra per fermare le risa, ma quando finalmente capisce che sono di nuovo lì con lei, scoppia a ridere divertita.
- Oh Harry, devi vedere la tua faccia. - Ride senza più nascondersi. È bello sentire la sua risata. È così genuina che fa scomparire tutta la paura nella quale era caduto.
- Strega malefica, ora te la faccio pagare. - Con un agile scatto scendo dal letto, ma Hermione, intuendo la mia mossa, mi sfugge da sotto il naso ed esce della stanza correndo verso il soggiorno. - Vieni qua, non mi scappi! - urlo correndole dietro.
Hermione si volta per un istante per vedere quanta distanza c’è tra noi, ma questo la fa inciampare. Con un colpo di bacchetta faccio apparire il grosso cuscino del divano sotto di lei, che attutisce la sua caduta. Mi tuffo su di lei bloccandola per i polsi. - Sei stata davvero crudele. Ora te la faccio pagare.
Rotoliamo sul pavimento e mi ritrovo sopra di lei.
- Ammettilo, mi stavi sognando! - sussurro vicino al suo viso. Il suo respiro è rapido. Il petto si alza e si abbassa velocemente per la corsa. I suoi occhi scivolano dai miei alle
mie labbra, dalle
mie labbra ai miei occhi.
- Baciami. - La sua è una richiesta, ma non faccio neanche in tempo a esaudire che mi ritrovo la sua bocca sulla mia. Un bacio veloce, pieno di pathos. - Sì, stavo sognando te, come sempre. Sempre ho sognato te in questi giorni. Sei stato ogni volta il protagonista e con pazienza mi hai tenuto legata per non lasciarmi andare alla deriva. Tu ci sei sempre per me, Harry.
Sono senza parole, ma in questo momento non mi servono, perché le sue labbra sono di nuovo sulle mie e io le sto assecondando.
Ci amiamo, ci ritroviamo, ci riscopriamo. Quel noi di una volta prende forma, e finalmente si trasforma in realtà.
- Ti amo, - sussurro mentre la mia mano scivola lungo il suo corpo in una leggera carezza.
Hermione si tira su e mi osserva. Mi bacia e resta a poca distanza dal mio viso. Occhi negli occhi. - Lo so. - E non aggiunge altro. Ritorna al suo posto e si lascia abbracciare.
Alza le nostre mani intrecciate. - Dove hai messo la mia fede? - Si volta a guardarmi.
- Perché? - Mi esce spontanea la domanda. Da quella sera, quando le ho rivelato la verità sul nostro rapporto, ho rimesso la scatolina con dentro l’anello nel cassetto del mio scrittoio.
- Mi piacerebbe portarla. - Abbassa il capo. - È un modo per averti sempre vicino e per ricordare che io sono tua.
Le bacio la fronte sorridendo. La scosto da me e vado in studio a prendere la scatolina.
Nel frattempo, Hermione ha indossato la mia camicia. Mi soffermo a guardarla. Sei così sexy, mi ritrovo a pensare. Il cuore mi sta esplodendo di felicità.
Le porgo la mano e l’aiuto ad alzarsi in piedi.
- Sei sicura?
Resta in silenzio, valutando la risposta.
- No. - Come? Non so cosa dire. Hermione si accorge della mia espressione disorientata e si corregge subito. - Non del tutto, ma sento che è giusto così. - Prende l’anello e me lo porge. - Me la metti?
- Nel bene e nel male, per tutta la vita.
Sorride, Hermione. Sorride. Mi bacia, Hermione. Mi bacia.
- Ehi, Granger, sei ancora tra noi.
Ci giriamo a quel richiamo sgradevole. Incontrare Malfoy di prima mattina non è un bel modo per iniziare la giornata al Ministero. Il suo sguardo scivola sulle nostre mani intrecciate.
- Questo vuol dire che è finito il tuo periodo di smarrimento? - Fa un cenno verso la fede al
dito di Hermione. - Hai deciso di essere nuovamente la signora Potter.
A quelle parole Hermione lascia di scatto la mia mano.
- In fondo, di cosa mi stupisco? Sei e sarai sempre Hermione Granger, la so-tutto-io che fa ogni volta la cosa giusta, che non esce mai dai binari, che non cancella niente di quello che è già stato scritto per lei. Patetica.
- Ora basta! - Sfodero la bacchetta, e gli intimo di smetterla.
Malfoy alza le mani in aria in segno di resa. - Suvvia, Comandante Potter, fare queste scene al Ministero. Dov’è il suo tanto decantato self control? - Si sposta dal raggio della mia bacchetta e fa la mossa di andarsene, ma prima si avvicina a Hermione per un’ultima battuta. - La storia si ripete, non è vero Granger? - Sorride ironico e se ne va.
Hermione a quell’accusa sbarra gli occhi e resta rigida nella sua posizione. Mi avvicino a lei e tento di prenderle la mano, ma lei si scansa di qualche passo.
- Hermione, non lo fare, resta con me, - la supplico. - Guardami. - Ma i suoi occhi sono vacui. - Hermione. - Ultimo tentativo, le accarezzo la guancia. Un luccichio vivacizza le sue iridi, ma è solo un attimo e poi nell’aria rimane solo un “pop” della smaterializzazione.
- Hermione… - e il mio sussurro a fare da cornice.
Continua…
Ehm, ehm, ehm…
Bene, ci
rileggiamo a gennaio *impacchetta tutto e scappa prima che la picchino*