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Autore: niallersmyall    13/12/2012    0 recensioni
Non lo avrei mai incontrato se non me ne fossi andata.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Stability?

A quel punto presi una borsa ed uscii, avevo bisogno di pensare.
Mi fermai nel parco di fianco a casa mia, un piccolo parco che però io adoravo, perché non c’era mai anima viva.
Sono abbastanza alta e molto magra, forse troppo. Ho i capelli castano scuro con un gran ciuffo a destra e rasati a sinistra. Amo la mia pettinatura, mi dà un’aria da cattiva ragazza. Ho due grandi occhi marroni scuro e un naso abbastanza piccolo.
Il mio gruppo preferito sono i Guns ‘N’ Roses. Amo ogni loro canzone. Ascoltarne una è proprio quello che feci appena mi sedetti sulla panchina nel parco. Mi aiutavano a pensare.
Mentre ascoltavo “sweet child o mine” pensai.

Avevo detto di no a mio papà perché se no dovevo andarci con lui e dovevo abbandonare i miei amici, ma, ammettiamolo, a nessuno dei miei amici importava davvero di me. Che senso avrebbe avuto restare lì per persone che non mi vogliono realmente quando potevo andare a vivere nella città dei miei sogni? Come avevo solo potuto pensare di restare in quel paesino sperduto? A quel punto capii che ci devo andare a Londra, quindi appena finì la canzone ritornai a casa. Bussai alla porta della camera di mio papà.

“Hey papà, ho scelto.”
“Allora, che vuoi fare?”
“Va bene, vengo con te. Non voglio restare qui a fare la muffa. Una sola domanda: con la scuola come faccio?”
“Benissimo. Comunque ho firmato dei documenti per far si che tu non sia più in quella scuola. A Londra non ci andrai, aspetterai questa estate quando sarai maggiorenne e ti troverai un lavoro. Ora sbrigati, il viaggio è fra 2 ore, preparati.”
“C-cosa? Hai firmato dei documenti? E se io avessi voluto restare qui? Vabbé, lasciamo perdere.”
“Se te lo avessi detto ti saresti arrabbiata, come ora.”
“Ma che scusa è questa? Potevi inventartene una migliore!” dissi io, e  poi corsi in camera mia a preparare le valigie. Volevo lasciare lì tutte le cose che mi avrebbero fatto ricordare i miei “amici”, quindi presi tutti i miei vestiti, i trucchi, i gioielli, i cd e infine il mio cuscino con la bandiera inglese sopra. Era tutto quello che mi serviva.

Era passata un’ora e mezza e mio papà era già pronto con tutte le valigie in macchina.

“Ho già trovato un appartamento a Londra che ho pagato con i soldi che ho guadagnato vendendo questa casa, quindi tu o venivi con me o restavi a vivere col pazzo a cui l’ho venduta” disse mettendosi a ridere e sperando che io facessi lo stesso.
“E' veramente un pazzo! Quale persona con un cervello avrebbe preso una casa che sta andando a pezzi? Beh, meglio!” dissi io tirando un sospiro di sollievo. 
Poi entrai in macchina e in men che non si dica ero già in aeroporto.

“Il decollo dell’aereo con destinazione Londra avverrà fra 10 minuti” disse la signora che era alla reception.
“Ok sbrighiamoci!” disse mio padre mettendosi a correre come un dannato.
Dopo 5 lunghi minuti ero sull’aereo. Non mi sedetti vicino a mio papà perché non c’erano più posti da due, meglio.
“Il decollo avverrà fra qualche secondo. Non utilizzare nessun tipo di oggetto elettronico” diceva la hostess mentre mi guardava con uno sguardo cattivissimo vedendomi già con l’i-pod in mano, che misi subito via.
Eravamo partiti. Fra 1 ora neanche sarei arrivata a Londra, non ci potevo ancora credere. Era un gran traguardo per me, una ragazza di 17 anni che non ha visto nessuna città al di fuori del suo piccolo paesino, andare a Londra. Ma qualcosa non andava. L’aereo non era per niente stabile, non stava in equilibrio.  

Cosa stava succedendo?  
 
  
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