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Autore: Aiko Aislinn Jane    13/12/2012    1 recensioni
Questa è la mia prima fan–fiction, l’ho cominciata verso fine settembre e in realtà era costituita solo da un capitolo, il secondo, che però ho modificato molto dato che inizialmente era composto solo da alcuni dialoghi, che ho quasi del tutto lasciato invariati perchè li sentivo necessari per rendere bene i sentimenti dei due personaggi. La parte iniziale e quella finale del secondo capitolo sono invece fresche di questi giorni, scritte insieme a tutto il resto. La storia è ambientata anni addietro, poco dopo che i Tre Ninja Leggendari si sono divisi! Beh, pubblico il primo capitolo e spero vi piaccia :)
Un’ultima cosa: non scrivo questa fan–fiction perché abbia un senso particolare, ci tengo solo ad esprimere con le mie parole momenti, emozioni e sentimenti di una storia che non è esistita ma che mi piace immaginare e tutta la fan–fiction è basata solo su questi momenti.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Sento l’acqua della doccia scorrere nella stanza accanto mentre mi cambio d’abito. Mi dirigo verso la finestra, oltre la quale la neve ha smesso di cadere, lasciando un candido velo bianco su ogni cosa. Il mondo sembra più bello così. Mi preparo a parlare, ancora incerta su cosa dire. Non ho voluto prepararmi il discorso in anticipo.

Il silenzio totale mi dice che l’acqua è stata chiusa e che mi restano pochi minuti di tempo. So che ha deciso di non dirmi più niente per non farmi stare male nuovamente, ma sono consapevole del fatto che si starà ancora chiedendo perché ora. Forse se gliene parlerò lui saprà rassicurarmi e la paura che non se n’è ancora andata mi lascerà finalmente in pace. Sento la maniglia abbassarsi e i suoi passi sulla moquette mentre va ad appoggiare i vestiti sulla panca. Aspetto che vada a sedersi sul letto e poi mi avvicino a mia volta, sedendomi sul bordo del materasso, accanto a lui. Mi guarda con la stessa espressione curiosa che aveva alcune sere prima, quando cercava di capire cosa volessi dirgli. Allungo una mano verso le sue e lui la prende. Mentre cerco le parole giuste per cominciare e il coraggio per farle uscire dalla mia mente, lui inizia a disegnare dei cerchi sul dorso della mia mano.

–Ho fatto un sogno, due giorni prima di contattarti.

Mi guarda in silenzio attendendo che prosegua.

–Non so il perché, ma eravamo in cima a un dirupo roccioso. E tu sei… caduto. Non so se qualcuno ti abbia spinto o se fossi ferito. Il sogno iniziava mentre tu cadevi all’indietro. E io desideravo solo salvarti, ma non potevo raggiungerti, eri già troppo lontano.

La voce mi muore in gola e brividi ghiacciati tornano a scuotermi le spalle.

Jiraiya si sposta in mezzo al letto e mi fa accomodare vicino a lui. Si appoggia allo schienale e mi cinge le spalle con un braccio, sollevando le lenzuola per coprirci entrambi.

–Non potevo salvarti e non potevo sopportare di vederti cadere su quelle rocce, ma il rumore del tuo corpo che crollava al suolo, infilzato sugli spuntoni aguzzi…

Di nuovo mi interrompo, la voce si rifiuta di uscire e le lacrime prendono a scorrere lungo il mio viso, cadendo sulla mia maglia. Mi sento così incredibilmente stanca, proprio come la sera in cui lo aspettavo in questa stessa stanza. Ma ora lui è qui, sa già quello che provo e non esita a stringermi a sé e cullarmi ancora fino a quando il mio respiro si calma e riesco a riprendermi.

–Non devi continuare– mormora scostandomi i capelli dal viso, il suo vicino al mio. Scuoto la testa e mi preparo a finire di parlare.

–Mi sono allontanata dal bordo del burrone e mi sono lasciata andare sulle pietre, e non desideravo altro che poter morire anche io per raggiungerti. E il sogno è finito– concludo, consapevole che le mie parole non hanno espresso affatto lo strazio che ho provato. Eppure so che lui ha capito, che la mia voce e le mie lacrime, nonché i singhiozzi e i tremiti, gliel’hanno trasmesso. –Ma tu sei vivo, sei qui a stringermi come non avevi mai fatto, e forse quell’incubo era proprio quello di cui avevo bisogno per prendere una decisione e parlarti– aggiungo con un sorriso appena accennato.

Mi scosta da sé per guardarmi con quella sua espressione così colma d’amore e di dolce comprensione che mi da’ la sensazione di avere un caldo fuocherello che mi riscalda nel profondo. Torna ad abbracciarmi, mi stringe e mi bacia; il mio mondo ruota dalla parte giusta ora.

 

 

   
 
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