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Autore: Sheireen_Black 22    13/12/2012    4 recensioni
Da "Harry Potter e l'ordine della fenice", capitolo 38:
"Questo è uno specchio a doppio senso. Io ho l'altro. Se avessi bisogno di parlarmi, ti basterà pronunciare il mio nome: apparirai subito nel mio specchio, e io nel tuo. James e io li usavamo quando ci mettevano in punizione separati".
Come James e Sirius sono entrati in possesso degli specchi? Come li hanno utilizzati? Come Sirius ha preso la decisione di regalarne uno ad Harry?
(Raccolta di flashfics e one shots)
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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 Ufficio di Argus Gazza, Hogwarts, 30 Gennaio 1976
 

 
 
 

“Bene bene. Nome: Sirius Black. Reato…”.
Reato… Era solo qualche fuoco d’artificio del Dottor Filibuster!” esclamò Sirius, esasperato.
“Non mi interrompere!” sbottò Gazza, sfogliando un grosso fascicolo polveroso “questa bravata non resterà impunita! Dovresti vergognarti, piccolo sudicio disturbatore della quiete pubblica!” continuò sbraitando.
Sirius, rassegnato, si preparò mestamente a ricevere la punizione, senza riuscire tuttavia a trattenere un’occhiata orgogliosa al corposo volume dedicato a lui, che riassumeva cinque anni di gloriose e trionfali imprese.
Mentre il vecchio custode scribacchiava allegramente, pungolandosi di tanto in tanto il mento con la piuma sbuffando, probabilmente pensando che una punizione corporale sarebbe stata certamente la più educativa e adatta al caso, Sirius si ritrovò a pensare che il giorno in cui aveva conosciuto James Potter qualcuno, lassù, aveva voluto condannarlo ad una vita di reati e conseguenti punizioni. Ascoltò ostentando indifferenza la sentenza del custode, che lo condannava a ripulire da cima a fondo l’aula di pozioni nei sotterranei, cosparsa di frammenti di lumache e code di rana dopo che Peter aveva accidentalmente fatto scoppiare il suo calderone, quella mattina; imprecò mentalmente sperando che a James fosse andata molto peggio dato che era stato lui l’ideatore di quel folle piano, a suo parere impeccabile, e seguì Gazza che lo conduceva nei sotterranei.
Dovette trattenere una smorfia di disgusto, che certamente avrebbe compiaciuto ancor di più il custode, non appena si rese conto delle condizioni disastrose in cui verteva la stanza; Gazza gli intimò di finire il lavoro prima di andarsene a letto, promettendo che sarebbe tornato a controllare, e si congedò con espressione trionfante dipinta sul volto, contratto in un ghigno malefico.
Così Sirius rimase solo, sbuffando al pensiero della lunga notte che lo attendeva. Sì armò di scopa e stracci e aveva appena iniziato a lavare il pavimento sudicio, quando fu distratto da una voce inconfondibile che proveniva dalla sua tasca sinistra. Inizialmente, ancora irritato per la punizione immeritata che stava subendo, fu tentato di ignorarla; poi il fugace e terribile pensiero di una notte passata in completa solitudine bastò a fargli rimpiangere la presenza del suo inseparabile compagno e a spingerlo ad afferrare lo specchietto.
“Ehi, Felpato. Come vanno le pulizie di primavera anticipate?” lo schernì James beffardo, con una rapida occhiata alla stanza disastrata alle spalle di Sirius.
“Jamie caro, se credi che mi presterò ancora ad aiutarti nelle tue pazzie, ti sbagli di grosso” replicò Sirius “la prossima volta la festa di compleanno a sorpresa della Evans sarà affar tuo, e tuo soltanto. Tra parentesi, non mi pare che gli striscioni, i fiori e i fuochi di artificio siano stati di suo gradimento. A meno che la frase Potter sei un idiota non nasconda più ampi e nascosti significati” continuò acidamente.
“Se pensi questo, non conosci bene Lily; lei sente il bisogno di mostrare a tutti il suo odio nei miei confronti, per mascherare quanto in realtà sia attratta da me” rispose James, con l’aria di chi la sapeva lunga.
“Sì, certo, come no” biascicò in risposta Sirius, impugnando stracci e detersivi, rinunciando in partenza a prevalere in quella discussione che, ne era certo, non lo avrebbe portato da nessuna parte.
In quasi cinque anni ormai lo aveva imparato; quando James Potter si convinceva di qualcosa era impossibile farlo ragionare, sarebbe stato più facile tentare di addomesticare la piovra gigante. Tuttavia, mentre si preparava a diverse ore di apnea per non inalare i fumi nauseabondi che aleggiavano nel sotterraneo e sentiva in sottofondo la voce petulante di James che decantava le tante qualità e virtù della sua amata, Sirius ringraziò di poter condividere, ancora una volta, le fatiche di quella notte con il suo migliore amico.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’ “autrice”
Questo capitolo prende spunto dalla frase di Sirius “io e James li usavamo quando ci mettevano in punizione separati”, riguardo agli specchietti. Ho provato ad immaginare una di queste occasioni; spero che il risultato vi sia piaciuto, nonostante non mi convinca più di tanto.
Un grazie enorme a chi segue questa raccolta, in particolare alle mie due recensitrici FioreDiMeruna ed EmmaStarr; grazie per il tempo che mi dedicate :) Alla prossima settimana!
Sheireen_Black 22
 

  
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