Capitolo 12 - Il ballo delle verità
Un piccolo gruppetto di ragazze stava girando per le vie di Hogsmeade. Stavano
dando un'occhiata alle vetrine dei negozi di vestiti, pensando a che tipo di
abito avrebbero potuto comprare. Entrarono in un negozio dall'apparenza carina,
che aveva esposti diversi tipi di abiti da sera. Iniziarono a curiosare tra di
essi, sperando di trovarne uno adatto a loro.
- No... no ... no ... oh, accidenti! Non ce n'è uno decente, sono tutti stra-fru
fru! Che schifo...
- Di certo non ci sono vestiti da sera sportivi, San... Oh, che carino questo
qui! Quasi quasi lo compro... Ero convinta fosse meglio usare quello dell'anno
scorso, però non mi dispiacerebbe cambiare!
- Hermione ma è bellissimo! Ti starebbe una meraviglia! -, disse Ginny, la quale
gli occhi luccicavano già di ammirazione, nell'immaginare l'amica con l'abito in
questione.
Improvvisamente gli occhi di Rachel sbrilluccicarono...
- HO TROVATO IL MIO VESTITO!-, sentenziò quasi urlando indicando un grazioso
vestito lilla, smanicato, con una scollatura da urlo, che non lasciava spazio
all'immaginazione, lungo oltre le caviglie. Semplice, sì, ma semplicemente
delizioso!!
- Oh no, starai scherzando vero sorellina? Tu non vai in giro con quella
scollatura, te lo scordi!
Ginny ed Hermione la fulminarono con lo sguardo.
- Non darle retta, Rachel, è davvero stupendo! Sembra fatto apposta per te! -,
affermò Hermione.
- Sorellina, io credo che quello accanto ti starebbe da Dio!!!-, sentenziò tutta
uno zucchero Rachel, per distogliere l'attenzione della sorella dalla scollatura
da giramento di testa del vestito che aveva scelto lei.
Ed in effetti, anche gli occhi di San brillarono alla vista del vestito che le
aveva indicato Rachel.
Color argento, di un argento brillante, brillantato se sotto la luce giusta, con
una sola manica (a giro), semplice, lungo anche questo oltre le caviglie, non
scollatissimo, ma che lasciava intravedere una buona parte del petto, quella
sinistra, a cui mancava la manica.
La ragazza prese il vestito e quasi prese a fargli le coccole dalla gioia. Anche
Ginny nel frattempo aveva trovato un abito carinissimo, rosso fuoco. Sembrava
quello di una principessa, tutto ricamato e pieno di pizzetti e trine. Corsero
tutte quante nei camerini a provarselo e, poco dopo, erano già alla cassa,
pronte a pagarlo.
Uscirono dal negozietto, filiale di Madama McClan che si trovava a Diagon Alley,
e trovarono fuori ad aspettarle Harry, Ron ed Ares. Draco era in giro con i
serpeverde invece, se non voleva rischiare lo sgozzamento all'uscita del padre
da Azkaban era meglio non farsi vedere, purtroppo, con i Grifondoro e le
Dickinson...
- Hermione! Fammi vedere il vestito che hai comprato, ti pregoOoOoOoO -,
piagnucolò il rosso.
- Fossi matta! Lo vedrai la sera del ballo, sempre che non mi farai girare le
scatole...
- Che ragazza crudele! -, brontolò prima che Hermione gli pestasse molto
"dolcemente" il piede destro.
- Che ne dite di andare a bere una burrobirra ai tre manici di scopa? Magari
incontriamo anche Malfoy, non si sa mai... se ci incontra "per caso", nessuno
gli dirà nulla. -, propose Harry.
Gli occhi di Rachel sbrilluccicarono di nuovo.
- IO! IO! VENGO IO AI TRE MANICI DI SCOPA!!! IO VOGLIO UNA BURROBIRRA!!!-, disse
saltellando entusiasta prima su un piede e poi sull'altro almeno una decina di
volta, prima che San le mollasse uno schiaffo dietro la testa. Che gemella
degenere che aveva!
Rachel non ci fece caso, ma letteralmente la trascinò fino al locale, ignorando
gli insulti di San. Gli altri le seguirono divertiti. Arrivati al locale si
sedettero ad un tavolo, cercando con lo sguardo Malfoy.
E la prima ad individuarlo fu, purtroppo, Rachel. Se l'avesse visto prima
qualcun'altro, probabilmente avrebbe potuto evitare alla ragazza confetto quella
visione atroce...
Malfoy era al tavolo con Pansy Parkinson, avevano le mani sul tavolo,
intrecciate, e parlavano a bassa voce, sorridendosi a vicenda. CHE ORRORE!
- Ma... ma... ma... ma che sta facendo quell'imbecille?-, chiese Ares
decisamente contrariato, nel vedere la ragazza incupirsi di botto.
- Ohi... mi sa che avevo ragione, ieri... secondo me quei due sono promessi
sposi...-, disse Ron beccandosi uno scappellotto da tutti i presenti, esclusa
Rachel.
La gemella confetto non abbassò nemmeno lo sguardo, continuava a fissarli.
Sembrava una statua di pietra. San le si avvicinò un pochino e, prendendola per
mano, tentò di consolarla.
- Dai sorellina non preoccuparti, probabilmente sta solo fingendo per non
destare sospetti... In fin dei conti sappiamo tutti quanto ti vuole bene, no?
Abbi fiducia in lui, sicuramente ci sarà una spiegazione valida!
Rachel si divincolò dalla presa della sorella, con violenza.
- Tanto... che me ne importa? Non stiamo mica insieme?1 Può fare ciò che vuole,
per quel che mi riguarda... anzi, guarda, spero mi invitino al matrimonio, così
posso buttargli i confetti addosso quando escono dalla chiesa!!!-, disse con gli
occhi arrossati per le lacrime che tratteneva imperterrita. Ginny stava per dire
qualcosa, ma la ragazza prese la sua borsa, la busta con il vestito e se ne andò
a passo veloce, senza girarsi una volta in più verso il tavolo dei due
serpeverde.
Ares andò verso i due serpeverde, intenzionato a tirare il collo al cugino se
non si fosse scollato da quella vacca in calore e non fosse andato a cercare
Rachel. Ovviamente lo tirò in disparte, giravano fin troppe voci per la scuola,
non voleva peggiorare le cose-
Draco lanciò un'occhiata al tavolo degli amici, da cui fu fulminato all'istante.
- Si può sapere che ti prende Ares?!
L'unica cosa che il cugino riuscì a dire fu molto illuminante nella mente di
Draco.
- Rachel é incazzata nera!
- Ra-Rachel era qui?! Oh cazzo...
- Sì, l'hai detto, "Oh, cazzo!". Muoviti ad andarla a cercare, e se ti vedo di
nuovo con quella serpeverde vacchesca la prossima volta non sarò tanto buono,
potrei staccarti la testa a morsi!!!-, disse Ares intimidatorio. Fu in quel
momento che Draco si rese conto di avere a che fare con un Lestrange... infatti
gli occhi verdi di Ares brillarono di una luce strana, quasi cattiva. Ma Draco,
pensò, tutto sommato quella luce la conosceva bene... anche il suo sguardo era
così quando si incavolava. Per quanto potessero bravi ragazzi, erano, pur
sempre, figli di Lucius e Narcissa Malfoy e Bellatrix e Rodolphus Lestrange...
sottolineando Bellatrix e Lucius.
Si diede mentalmente dello stupido per aver portato Pansy ai tre manici di
scopa. In realtà se la stava lavorando per benino perché la ragazza, seppur
minorenne, era già nella cerchia più stretta di
colui-che-non-deve-essere-nominato... come Draco stesso ed Ares, del resto.
Il ragazzo corse fuori dal locale, intenzionato a trovare Rachel il prima
possibile. Pansy si gonfiò di rabbia e tentò di seguirlo, ma Ares l'afferrò e la
fermò giusto in tempo, aiutato subito dopo da Ron ed Harry. Hermione, Ginny e
San, invece, presero a sorseggiare la loro burrobirra, sospirando.
***
Aveva passato una buona parte di Hogsmeade, ma non l'aveva trovata. Accidenti a
lui e alla sua pessima idea! Perchè doveva sempre rovinare tutto? Stupido,
stupido, stupido! E se ora lei, come sicuramente avrebbe fatto, non gli avesse
più rivolto la parola? Cosa avrebbe fatto senza di lei? No, non era proprio
intenzionato a farsi portare via Rachel da quella bamboccetta, ma soprattutto da
uno stupido equivoco.
Finalmente, come un angioletto rosa, gli apparve dinnanzi. Era lì, tutta sola,
su un muretto poco lontano dalla Stamberga Strillante, con le ginocchia portate
al petto, mantenute con le braccia, e la testa nascosta su di esse. Lo zaino e
una busta erano buttati a terra neanche fossero sacchi della spazzatura.
Lei aprì gli occhi, ancora rossi, non voleva piangere, non poteva e non doveva!
Lo allontanò violentemente...
- Che c'é? Che vuoi? Ti sei stancato della Parkinson e hai pensato: "Oh cavoli,
non ci ho pensato posso andare a divertirmi un po' con quella stupida, tanto mi
casca subito ai piedi!"?!? Beh, mi spiace per te, ma non é così...
Un grosso nodo le si era formato alla gola, mentre gli occhi pian piano si
riempivano di lacrime, sempre di più. Se li asciugò in fretta, sperando lui non
se ne fosse accorto. Non POTEVA essere vista da LUI mentre piangeva per LUI!
- Non dire sciocchezze... Hai davvero così poca fiducia in me? Pensi davvero che
io con te mi diverta solamente e che ti usi come rimpiazzo a quella vacca?! -,
le domandò lui, alquanto irritato. - Se la pensi così, significa che allora non
mi conosci nemmeno un po'!
Non riuscì a frenare la rabbia e gli tirò uno schiaffo, così violento che gli
fece girare il viso di lato e rimase il segno delle cinque dita, rosso come
marchiato a fuoco.
Si portò una mano davanti alla bocca...
- Oh... oh... a-accidenti... scusa... non... volevo... non era mia intenzione
... io... -, abbassò il viso, mortificata, mentre le lacrime prendevano a
scendere come fiumi, abbassando tutte le sue barriere difensive.
Draco, un po' sbalordito, si portò una mano sulla guancia rossa, sorridendo
amaramente. Aveva fatto bene. Se l'era proprio meritato...
- Io... capisco tu sia arrabbiata... ma... ma insomma devi capire che io ci
tengo davvero a te, più di quanto tu non creda, e non vorrei mai fare nulla che
possa farti soffrire... L'ho fatto, senza volerlo, e non me lo perdono, nè mai
lo farò. Ma devi capire che quello che hai pensato tu, ha fatto male a me.
Credevo tu avessi capito cosa provo davvero... e non avrei mai pensato potessi
metterlo in dubbio dicendo che ti usavo solamente...
Le diede un bacio sulla fronte e si alzò in piedi, salutandola con un cenno
della mano.
- Faresti meglio a tornare dagli altri, qui fuori fa freddo... -, disse
iniziando ad incamminarsi.
La ragazza strinse gli occhi, appallottolandosi ancora di più su se stessa.
Ecco. Era nella ragione. Ora era passata al torto. Aveva una forza incredibile
quel ragazzo, nel rigirare le cose e farla sentire un verme... il più spregevole
dei vermi!
***
San stava bevendo il suo boccale di burrobirra, quando vide Ares tornare a
sedersi, dopo aver fatto fare una figura di cacca a Pansy davanti a praticamente
tutta Hogsmeade, fuori dalla porta del locale.
- Quanto é vacchesca quell'antipatica... dovrebbero fare una casa tutta per lei:
VACCA ROMPICOGLIONI!-, sentenziò tornando a prendere il suo boccale.
San quasi si strozzò con un sorso, sputacchiando un po' e ridendo.
Il ragazzo le diede qualche colpettino sulla schiena, per evitarle lo
strozzamento.
- Vacca rompicoglioni? Uhauhauhauhauaha! Che bella casa! Effettivamente non
sarebbe una cattiva idea. Descrizione di Vacca Rompicoglioni: Casa formata da
una sola ragazza, una moretta di nome Pansy Parkinson. Ella è assi brutta,
quanto antipatica, ama alla follia Draco Malfoy. Quest'ultimo, però, non la
considera minimamente, tranne quando ha bisogno di favori o ha alle spalle i
genitori!
- Oddio, concordo, ma in questa descrizione non credi che Draco sembri uno
sporco approfittatore?-, chiese con un cipiglio.
- Perchè, non lo è? -, scherzò lei. - Vabbè, sarò buona, fermiamoci al fatto che
non la considera minimamente!
La ragazza rise di gusto, e ancora una volta Ares si fermò a contemplarla. Era
troppo bella... stupenda. L'avrebbe volentieri rimpicciolita a mo' di bambola
per portarla sempre con sé nel taschino. Avrebbe voluto tenerla sempre con sé.
Inconsciamente prese la mano che lei aveva sul tavolo, accanto al boccale di
burrobirra mezzo vuoto.
San la ritrasse istintivamente e smise di ridere, irrigidendosi.
- Non mi sembra proprio il caso, e poi il locale è pieno...
Ricominciò a sorseggiare la sua burrobirra, evitando di incrociare lo sguardo
del ragazzo.
Lui sentì il peso allo stomaco, che aveva ogni volta che lei lo respingeva,
farsi più forte ogni minuto che passava, di estenuante attesa. Attesa che lei
potesse rivolgergli la parola, od uno dei suoi sorrisi ammiccanti e birichini.
Ma perché doveva sempre ignorarlo dopo un semplice contatto? La prese per il
braccio, poco più su del gomito, con violenza, facendola alzare. La trascinò
fuori dal locale senza nemmeno permetterle di prendere il mantello. Fuori
nevicava.
- Ma che diavolo ti prende?! Si gela qua fuori... brrr... potevi almeno farmi
prendere il mantello! -, disse tentando di riscaldarsi sfregando fra loro le
mani.
Il ragazzo l'abbracciò...
- Così... hai ancora freddo?
Le guance di San presero un colorito più acceso del normale, stava arrossendo di
nuovo.
- No... ma... Sarebbe il caso di tornare dentro, altrimenti ci prenderemo
l'influenza! Non mi sembra il caso, no? -, disse tentando di trarsi d'impaccio.
Si sentiva in imbarazzo fra le sue braccia.
Il ragazzo aprì il suo mantello e l'avvolse, abbracciandola sempre con più
forza, respirando il buon profumo dei suoi capelli castani e rosa. Odoravano
sorprendentemente di pesca...
- San... perché tenti sempre di respingermi? Quel bacio... ha significato
qualcosa solo per me?-, disse abbassando un po' la testa, in modo che le sue
labbra stessero a livello dell'orecchio destro della ragazza. - Davvero non
provi nulla per me?-, chiese con un tono che San non gli aveva mai sentito... un
tono cupo, freddo, ed infinitamente triste.
- Non... non è quello... è che... che io... non lo so... Abbiamo sempre avuto un
rapporto strampalato... soprattutto perchè litigavamo. cioè no quello lo
facciamo ancora, anche se tu alla fine mi hai sempre aiutata, però... Beh, mi
dispiacerebbe se cambiasse, poi magari rovineremmo tutto... ecco... ohhh... -,
si stava ingarbugliando con le parole in un modo incredibile. Non sapeva nemmeno
lei cosa voleva, come poteva spiegarlo a lui?! Perchè le aveva fatto quella
domanda proprio in quel momento?
Ares sospirò. Quello era il momento giusto.
Le alzò il viso con le mani, e, come l'ultima volta ad Hogsmeade, posò le sue
labbra su quelle di lei.
La ragazza spalancò gli occhi e lo spinse via con una violenza inaudita.
Sorrise, amaramente, nello stesso modo in cui, nello stesso momento, anche suo
cugino stava sorridendo a Rachel dall'altra parte del villaggio.
Le scompigliò i capelli...
- La tua risposta prima non era molto chiara... così ho voluto forzarti un po',
per capire... a quanto pare, piccolina, hai le idee forse anche più chiare delle
mie... Non ti darò più fastidio, contenta?-, disse con un sorriso rassicurante,
che però la fece sentire ancora peggio. Tornò nel locale, sedendosi accanto ad
Harry e Ron. Il trio cominciò a parlare di Quidditch, mentre Hermione e Ginny si
avvicinarono a San. Avevano visto tutto (come tutti i presenti nel locale e
fuori, d'altronde).
- San... -, la chiamò piano Hermione posandole una mano sulla spalla.
La ragazza non rispose, era lì, immobile. Bene, ora l'aveva combinata davvero
grossa. Non voleva che il loro rapporto cambiasse, perchè ci si era affezionata
e ora? Spingendolo via aveva peggiorato di più il tutto, ora non le si sarebbe
nemmeno più avvicinato. Hermione e Ginny si scambiarono uno sguardo d'intesa.
- San, San? -, insistette Hermione.
- San-, provò Ginny,-... dai non rimanerci male... lo sai com'é Ares, vedrai che
gli passa tutto in pochi giorni, e ricomincerete ad essere amici... no ...
ehm... a litigare più di prima, anche meglio!!-, tentò di farla ridere, con
pochi risultati. San, rincuorata solo un pizzico, fece un flebile sorriso. Ma
non voleva tornare nel locale. Le due amiche sembrarono intuirlo.
- Hermione, vai a prenderle il mantello, la borsa e la busta con il vestito,
tanto abbiamo finito qui, torniamo alle carrozze e a scuola, ok?-, disse Ginny
sorridendo dolcemente. San le fu davvero grata.
Così Hermione tornò nel locale, salutò Ron con un bacio, sorrise ad Harry ed
Ares e, dopo aver preso le cose sue e delle sue due amiche, le tre insieme si
avviarono verso le carrozze.
***
Erano quasi arrivate ai confini del villaggio, dove c'erano le carrozze con i
Thestral, quando videro una cosa rosa appallottolata su un muretto, che solo
dopo essersi avvicinate di parecchi metri, riconobbero come Rachel.
Hermione e Ginny sospirarono di nuovo, non era proprio giornata per le due
gemelle. San corse in direzione della sorella, abbracciandola forte. Le loro
amiche decisero d'attendere, forse fra sorelle si sarebbero capite e consolate
meglio.
- No... ti prego Rachel... non piangere... non stare male per quello stupido...
- Non é uno stupido... -, disse la sorella tra le lacrime,-... sono io la
stupida!!!-, cominciò ad agitarsi, alzò il viso e alzò il tono di voce,-... gli
ho dato uno schiaffo, solo perché mi ha sputato in faccia la verità sui suoi
sentimenti... mi ha abbracciata per provare a consolarmi, e io l'ho ripagato con
un bel 5 marchiato a fuoco sul suo volto... sono... sono... Cristo Santo, mi
faccio schifo da sola!!!
- Non... non è colpa tua... in fin dei conti la situazione era alquanto
equivoca... -, ora anche San stava piangendo. -Però, se Malfoy ti ha detto la
verità sui suoi sentimenti... è una bella cosa, no? Si, si sistemerà tutto, non
credi? Non devi farti schifo... di certo lui avrà capito...
Rachel abbracciò San.
- Che ti é successo sorellina? Perché piangi anche tu? Se scopro chi é stato
lo...
San mise una mano sulle labbra della sorella. Meglio che non continuava, perché
in fondo se l'era voluta lei, si era cacciata nei guai con Ares da sola,
respingendolo, ed era lei nel torto, non lui!
- Non preoccuparti, non è nulla d'importante. Sono stata io a fare il guaio,
quindi al massimo puoi ammazzare me solamente! -, abbozzò un sorriso, che al
momento sembrava solo una strana smorfia. Voleva rassicurare la sorella, ma così
aveva peggiorato il tutto. Stupida lei che si lasciava sempre andare in quegli
altrettanto stupidi piagnistei.
***
Per i giorni successivi
Rachel e San non si avvicinarono al tavolo serpeverde e, anche quando
incontravano Draco e Ares nei corridoi, non si rivolgevano la parola, anzi,
facevano finta di non conoscersi. Intanto era arrivata la vigilia di natale,
giorno in cui si sarebbe svolto il ballo del ceppo
Tutte le ragazze erano ognuna nei propri dormitori a prepararsi, mentre i
ragazzi erano già agghindati e infricchettati, pronti per fare un po' i
dongiovanni.
Rachel era su alla torre corvonero, insieme a Luna e Padma Patil, le sue
compagne di stanza.
Aveva raccolto i capelli con un fermaglio dello stesso colore lilla del vestito,
lasciando libere alcune ciocche della frangia e dietro la nuca, che scendevano
morbide lungo il collo, sulle spalle.
Mise un filo di trucco, e una collanina d'argento, completa con braccialetto e
anellino uguali, per abbellire il tutto, e quando fu pronta, si avviò insieme a
Luna giù per le scale.
Ormai era da quando aveva litigato con Draco che non faceva che pensare chi lui
avrebbe portato al posto suo al ballo... forse la Parkinson, per vendicarsi di
lei. Ma lo faceva davvero così meschino? O forse era semplicemente lei che aveva
troppa poca fiducia in se stessa, in lui e nel loro "quasi" rapporto.
Erano giunte all'ultima rampa di scale, che portava direttamente nella hall del
castello, poco lontano dall'entrata della Sala Grande, che lo vide.
Avvolto in uno smoking nero, camicia bianca e scarpe dello stesso colore del
vestito. Capelli come sempre tirati indietro, ma stavolta aveva lasciato qualche
ciocca libera davanti agli occhi, rendendosi ancora più affascinante agli occhi
delle ragazze.
Non poté fare a meno di pensare che fosse solo, e con lui nessuna Pansy
Parkinson o Millicent Bullstrode
Draco si avvicinò alle ragazze, fermandosi proprio davanti a Rachel. Le porse il
braccio, deciso. Non voleva altre dame, voleva lei. Rachel si portò una mano
alla bocca, trattenendo le lacrime. Draco... Draco la stava aspettando?
- Posso avere l'onore di essere il suo accompagnatore, milady? -, domandò lui
con un leggero inchino.
Luna ridacchiò, fece l'occhiolino all'amica e corse via, verso il suo
accompagnatore, Terry Steeval.
Rachel intanto stava tremando. Commossa, emozionata, felice, confusa... non
sapeva nemmeno lei cosa fosse in quel momento, fatto stava il suo cuore batteva
così velocemente che in una gara di velocità con una ferrari, avrebbe di certo
vinto.
Scese gli ultimi gradini, e prese il braccio di Draco.
- Temevo non me l'avresti più chiesto...-, disse in un filo di voce
sorridendogli dolcemente.
Lui la strinse un attimo a se, dandole un leggero bacio a fior di labbra.
- Figurati se mi lascio scappare la più bella dama di Hogwarts che si sia mai
vista...
Si abbracciarono di nuovo, e poi insieme, raggianti e con una nuova luce negli
occhi, si avviarono insieme nella sala grande.
Quando entrarono notarono che la stanza gigantesca era stata allestita a festa
proprio bene. Vitious, con l'aiuto di Bill e Fleur, aveva decorato con festoni,
palloncini e stelle filanti. I quattro lunghi tavoli non c'erano, ma al loro
posto, in metà sala, vi erano tanti piccoli tavolini rotondi, alcuni da 2, altri
da 4 ed altri ancora da 6 o 8 posti.
In fondo alla sala vi era un piccolo palco, dove le sorelle stravagarie stavano
suonando le canzoni del loro ultimo disco. I due ragazzi andarono a salutare Ron
ed Hermione, ad un tavolo, ed Harry e Ginny ad un altro, senza però
intrattenersi molto. Meglio lasciare i piccioncini da soli. Dopo un buon quarto
d'ora di chiacchierata con Bill e Fleur, i due andarono in mezzo alla pista da
ballo, che occupava l'altra metà della sala. Draco la strinse forte a sé, e
insieme rimasero per tutta la sera, a ballare...
***
San era in sala grande da un pezzo, attorniata da 10... no, forse anche 20,
ragazzi, per lo più
serpeverde o grifondoro, che le chiedevano se voleva ballare con loro.
Si sforzava di sorridere, ma si vedeva lontano un miglio che non era interessata
a ballare con nessuno di loro. Sembrava una locomotiva, infatti, una vecchia
locomotiva che sbuffava a più non posso. I ragazzi però erano molto insistenti,
volevano convincerla a tutti i costi. Blaise Zabini, in particolar modo, non
aveva intenzione di ricevere un no, da parte sua. La tirò a se con forza,
avvolgendola in una specie di abbraccio.
- Dai Dickinson, lascia questi perdenti e vieni a ballare con me, ci divertiremo
insieme! -, disse ammiccando, avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
- Lasciami andare imbecille! Mi stai facendo male, lasciami andare! -, urlò San,
tentando di liberarsi dalla presa del ragazzo, ma ogni suo sforzo era inutile,
lui la teneva ben stretta e non era intenzionato a mollare la presa.
- Se non sbaglio, la signorina ha detto che non vuole ballare...-, disse
qualcuno alle spalle di Blaise, appoggiando una mano sulla sua spalla,
stringendo con così tanta forza che mancava poco gliela slogasse. Blaise si girò
di scatto...
- Non metterti in mezzo, Lestrange!
Ares gli mollò un pugno, così forte da farlo sbalzare all'indietro a cadere a
terra. E dovette massaggiarsi la mano un paio di volte prima di riprendere a
parlare... aveva una mascella bella dura, quel coglione di Zabini, accidenti!
Guardò gli altri ragazzi con fare intimidatorio, mettendosi tra loro e San.
- Qualcuno non ha capito ed ha bisogno di un ripasso?-, chiese guardandoli negli
occhi uno ad uno, distruggendoli con lo sguardo. Lo sguardo cattivo dei
Lestrange.
I ragazzi iniziarono ad indietreggiare, con vari timidi e stupidini sorrisini,
dipinti sulle labbra.
- Oh, no, no abbiamo capito benissimo, Lestrange! Non ci interessa ballare con
lei, brrr, no assolutamente! Abbiamo adocchiato ragazze più carine dall'altra
parte della sala, andremo da loro! -, disse uno dei ragazzi che, poco prima,
circondavano San.
Ares grugnì un pochino e borbottò qualcosa che sembrava molto un "Brutti
cretini, buffoni!". Sì girò un attimo verso la ragazza, abbozzò un timido
sorriso. Fece per allontanarsi, in modo da disperdersi tra la folla di studenti,
ma qualcosa lo fermò. Si sentì tirare per una manica, San lo stava trattenendo.
- Ah... grazie per l'aiuto...
-... ma... ma ti pare... -, disse lui diventando più rosso dei capelli dei
Weasley.
San si mordicchiò le labbra, giocherellando con un lembo del vestito, alquanto
imbarazzata.
- Beh... non credevo qualcuno avrebbe mai fatto una cosa simile, per difendere
una ragazza...
aLui la guardò mentre arrossiva. Er così dannatamente tenera.
- beh... penso... che certe volte l'amore faccia fare cose un po' strambe...-,
disse, mentre subito dopo già si schiaffeggiava mentalmente. Ma come gli era
venuto? Doveva o no lasciarla in pace? E invece che faceva? Si dichiarava...
EVVIVA!
Lei sorrise timidamente, ma al contempo dolcemente, arrossendo quasi quanto il
ragazzo. Sentiva il cuore batterle forte, forte e il viso andare in fiamme.
- Ti andrebbe di ballare? Piccolo ringraziamento per il salvataggio! -, disse
sorridendo raggiante e facendogli l'occhiolino. Era sempre la solita.
Il volto di Ares passò dal rosso carota allo scarlatto, con sfumature di rosso
fuoco. Insomma, praticamente aveva passato tutte le tonalità purpuree, prima di
fare un cenno con la testa. Le porse il braccio, e lei vi si appese,
stringendolo, ed appoggiando la testa sulla sua spalla. Altro rossore acuto per
lui!
La guidò in mezzo alla pista da ballo, e qui le fece scivolare le braccia
intorno alla sottile vita, tirandola a sé.
Lei appoggiò le braccia sulle sue spalle, circondando il suo collo ed
aggrappandosi a lui, in modo che i loro corpi aderissero al meglio.
Santo cielo, quella ragazza lo faceva andare di matto.
Abbassò un po' il viso, inebriandosi un po' di quel profumo di pesca. Dio,
quanto gli era mancato quel dolce profumo in quel mese.
- Ares... -, sussurrò ad un certo punto la ragazza. Lui la allontanò leggermente
da se, per guardarla negli occhi. San distolse per un momento lo sguardo, perchè
ora aveva quello sguardo triste? Le accarezzò una guancia, come per
rassicurarla.
- Mi dispiace... per quello che è successo l'ultima volta...
Lui tornò ad abbracciarla...
- Non importa piccolina... non fa niente... insomma, facesti bene a respingermi,
se non provi lo stesso.. sei stata leale e non mi hai preso in giro. Non c'è
alcun problema.
San si strinse più forte a lui.
- Non lo so cosa provo... se sia semplice affetto o di più... ma... mi sei
mancato... -, bisbigliò, iniziando ad essere scossa da alcuni singhiozzi. Si
diede mentalmente della stupida, perchè stava piangendo ancora? Stava diventando
proprio una frignona, proprio lei che prima non versava mai una lacrima. Ora
piangeva per una minima sciocchezza, quando c'era lui di mezzo.
Il ragazzo l'allontanò di nuovo per guardarla negli occhi...
- Perché piangi, San? Ho fatto qualcosa che ti ha fatto male? Che ti ha deluso?
Che...
La ragazza posò un dito sulle sue labbra, sorridendogli, mentre le guance
brillavano di piccole perle d'acqua.
Lo abbracciò di nuovo, mentre lui le asciugava le lacrime con piccoli baci sulle
gote.
- Tu non hai fatto proprio niente di cui pentirti... nulla di nulla...
Le passò una mano tra i setosi capelli castani, accarezzandola dolcemente...
- Dio mio, San, quanto ti amo...-, disse lui con tono deciso, eppure dolce e
gentile.
Dolce, perché era semplicemente la pura verità.
Ogni giorno che aveva passato senza di lei si era reso conto sempre di più che
ciò che provava non era una cottarella adolescenziale e passeggera. Oh, no ...
amava San Dickinson come la sua stessa vita, anzi, di più. Amava tutto di lei:
il suo bel caratterino, ma sapeva essere anche dolce quando voleva, e da ragazza
grintosa e intimidatoria riusciva a passare in un attimo allo stato di bimba
indifesa e tenera. Gli piacevano i suoi capelli, le sue labbra carnose, che
tanto sapevano di fragola, e i suoi occhi, così brillanti e luminosi che due
stelle in cielo tranquillamente potevano andare a farsi un giro e farsi
sostituire da essi. Perché i suoi occhi verdi non era simili a due stelle...
erano PROPRIAMENTE due stelle!
San dischiuse leggermente le labbra, tentando di balbettare un qualcosa di
sensato, senza però riuscirci. La amava... l'amava davvero... e lei invece?
Continuava ad essere insicura, chissà poi per quale strano motivo, facendolo
soffrire. Si sentiva da schifo, si odiava per questo. Perchè diavolo si era
innamorato di lei? Perchè doveva subirsi una deficiente come lei? Si alzò sulle
punte, in modo di arrivare all'altezza delle suo viso e gli diede un bacio su
una guancia, molto, molto vicino alle labbra del ragazzo.
Lui la guardò confuso.
- Qu-questo... per-perché?-, chiese, un po' stravolto. Era la prima volta che
prendeva lei l'iniziativa di un "contatto" di quel tipo.
San gliene diede un altro, facendogli scoppiare, letteralmente, il cuore in
petto.
- Per chiederti perdono... perdono per tutto il male che ti ho fatto e
sicuramente ti farò in futuro, per via delle mie stupide insicurezze...
Lui le sorrise e l'abbracciò ancora una volta, forte, forte.
- Vuoi darmi una possibilità San? Ti prego... se... se poi non funzionerà ti
lascerò stare... ma... vorresti darmi un periodo di prova, per dimostrarti
quanto ti amo e che anche tu puoi amarmi?-, le sussurrò per nulla tentennante.
- Ares... io ho paura... ho
paura che il nostro rapporto cambi radicalmente e che, se per caso qualcosa
dovesse andare storto... ti perderei per sempre.. -, ammise lei, con un grosso
groppo in gola.
Lui le prese il viso tra le mani e le diede un piccolo bacio a fior di labbra.
Poi appoggiò la fronte sulla sua e le sussurrò parole di conforto, sperando in
un sì...
- San, sono pronto a giurartelo sul mio nome... Non farei mai niente che possa
rovinare il nostro rapporto, e ancor di meno farei qualcosa che possa farti
soffrire, perché ti amo, e sarei disposto a morire pur di dimostrartelo!
La ragazza si passò una mano sugli occhi, asciugandosi le lacrime che
continuavano a rigarle le guance. Sorrise. Era stufa di fuggire, non voleva più,
voleva rischiare il tutto per tutto. Si rialzò nuovamente sulle punte,
circondando il collo del ragazzo, e ricambiò il bacio a fior di labbra,
lasciandolo completamente spiazzato.
- Voglio correre il rischio di stare accanto ad un ragazzo idiota come te... che
si diverte tanto a provocarmi e a farmi arrabbiare... sarà divertente!
Felice come mai lo era stato in vita sua, la strinse forte a sé, sussurrandole
dolci parole d'amore... e anche qualche frecciatine per vendicarsi di avergli
dato dell'idiota.
Ormai erano sereni. Mentre abbracciava Ares, San riuscì persino a scorgere
Rachel chiacchierare allegramente ad un tavolo con Draco... no diciamo che
Rachel parlava, e lui pendeva dalle sue labbra. E tutto e bene quel che finisce
bene... o no?!
Sì... ma non ancora!
Vide Pansy avvicinarsi al tavolino della sorella e di Malfoy e ridacchiare
maliziosa.
Lasciò andare Ares dall'abbracciò e gli indicò con un cenno della testa la
Parkinson.
- Che diamine vuole ora quella vacca?
San fece spallucce. Si presero per mano e si avvicinarono giusto in tempo per
catturare le facce inorridite dei due amici, e l'ultima frase del discorso di
Pansy...
- ... allora, Dickinson, pronta al ritorno della terza gemella?
Fine capitolo 12
San: AHHHHHHHHHH!!! FERMATIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!! ATTENTA CON QUELLA SCOPA, DEVI COLPIRE PANSY NON ME!
Rachel: SCUSA, NON L'HO FATTO APPOSTA... E' CHE SONO ACCECATA DALLA RABBIA ARGOAR è.é
San: Lasciamo perdere...-, scuote la testa guardando la gemella che rincorre Pansy con una scopa, -... ehm... dicevamo? Ah, sì... un altro capitolo é finito... Vedo che i commenti sono scesi... ç.ç
Rachel: E' colpa di Pansy!
San: Che c'entra la Parkinson, ora?
Rachel: Non lo sai? Tutto ciò che succede é colpa sua... anche le catastrofi naturali... é sempre per colpa sua... tutto ciò che accade nel mondo é per causa sua!!!
San: vabbé... passiamo ai ringraziamenti che é meglio --'''
Shin_88: Eh eh era logico che sarebbe accaduto qualcosa, non potevamo mica farla finire così bene? Nooo-ooo siamo troppo sadiche noi!!! (soprattutto Rachel ndSan) (Eh? Che ho fatto stavolta? Chi mi chiama? Chi mi vuole? ndRachel_che_alza_lo_sguardo_dalla_TV_e_guarda_gemy) (Lascia perdere... sei stupida te --* ndSan). Grazie che continui a seguirci!! Questo capitolo é stato un po' movimentato, speriamo ti sia piaciuto ^o^
MKeira: AHHHHHHHHHHHHHHHHH!! (Che ti urli? ndSan) (VAI VIA, CON LEI CI PARLO IO, E' IL MIO IDOLO >.< ndRachel) (Ok... MKeira ti ringrazio e lascio la parola a Rachy prima che mi sbrani... é pericolosa con la scopa in mano... ndSan). DUNQUE! DA DOVE COMINCIO? AH Sì! GRAZIEEEEEEEEEEEEEE SONO COMMOSSISSIMAMENTE COMMOSSISSIMA ç_ç INSOMMA RICEVERE COMMENTI DA TE, CHE SEI UNA SCRITTRICE CHE IO ADORO (La tua "Lo sfregiato di Hogwarts" é semplicemente stupendosa *O*) PER CUI GRAZIE GRAZIE GRAZIE! SONO TROPPO CONTENTA CHE LA MIA STORIA TI PIACCIA! Anche San lo é, ma io lo sono di più XP (stupida... ndSan) (buuh ç.ç ndRachel). Spero di cuore che continuerai a seguirci!!!
GRAZIE POI A TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO, SEPPURE NON ABBIANO LASCIATO UNA RECENSIONE!!
CIAO, ALLA PROSSIMA!!!
San & Rachel Dickinson
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