Parola: cioccolata calda.
Warning: AU.
Prompt: "Il Natale ci arriverà presto alla gola" - P.G. Wodehouse.
Letters from the front
Un lampo illuminò la notte densa e senza luna, il boato squarciò il silenzio che strisciava sul fronte.
La guerra infuriava lì fuori, tuttavia per quella volta – una sola, calda notte – poteva fingere che tutto quello non stesse accadendo, non a lui.
La sua lettera… era un misero foglio di carta ruvido, di quelli strappati casualmente da qualche scatola sformata, ma per lui significava solo libertà: evasione, fuga, leggerezza, amore.
Miyagi tese il lenzuolo sottile di un bianco sporco sulla testa, come una tenda, poi cominciò a leggere:
Caro Ryota,
nel momento esatto in cui ti sto scrivendo, la cioccolata calda che riempie la meravigliosa tazza di ceramica antica che mi regalasti sta sciogliendo il freddo che ha rapito le mie mani intorpidite. È di quelle dense, con la cannella e quegli aromi dai nomi buffi che tanto avevi insistito a regalarmi, un pomeriggio d’estate di tante vite fa.
Vorrei berla con te qui, nella silenziosa e tranquilla camera che dividevamo un tempo, con la luce soffusa che rimbalza sulla pareti azzurre.
Ti vorrei qui, soltanto un momento, per guardare il tuo profilo sottile e quei capelli scalmanati e sempre attorcigliati sulla testa.
Ti vorrei qui, solo un attimo, a dirmi che la guerra non esiste e questo è solo un brutto incubo.
Ora che ti scrivo è il 19 Dicembre e, fortunatamente, il Natale ci arriverà presto alla gola, per salvarci.
Cerca di restare vivo fino ad allora, cerca di strappare un giorno di licenza per vedere la neve di Nagano con me.
Io, intanto, preparerò la cioccolata calda; ti aspetterà sul tuo comodino, quello a destra.
Ti amo.
Sempre tua,
Ayako.
Quando, qualche giorno dopo, Miyagi ebbe stretto tra le mani quel pezzo di carta che valeva più della sua stessa vita, gli sembrò di volare.
Poi la vide, là sulla banchina ad aspettarlo: cappotto lungo e pesante a ballarle attorno alle caviglie sottili, cappello colorato a macchiare di allegria il grigiore della strada.
Pensò che non aveva mai amato tanto, pensò – per un istante – che se proprio la guerra avrebbe dovuto strappargli la vita, avrebbe voluto che fosse tra le sue esili braccia.
«Ti amo» le sussurrò, a fior di labbra, quando l’ebbe baciata. «Ti amo».