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Autore: Karyon    14/12/2012    1 recensioni
Raccolta natalizzia e fuffosa sui soliti noti.
Raccolta di drabble/flash/one shot.
Partecipa a "Christmas Countdown 2011" del Collection of Starlight.
Partecipa a "Addobba l'albero col COS" del Collection of Starlight.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa all’iniziativa “Addobba l’albero col COS” del Collection of Starlight.
Parola: biscotto.
Warning: fluff.
Prompt: "Il vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamo mai soli" - Taylor Caldwell.

 

La maratona del biscotto

Quella cosa era una follia.
Non solo era stato costretto ad alzarsi dal letto e perdere un’ora intera del suo prezioso sonno, ma era stato costretto anche a partecipare.
Rukawa sbuffò per l’ennesima volta, tanto per sottolineare l’assurdità dell’evento, prima di accasciarsi sull’orrendo divano a righe.
«Tieni caro».
E lo chiamava pure “caro”. A lui.
Quello doveva essere il suo peggiore incubo ai tempi della zia Kim, quella che a due anni lo portava al parco a farlo spaventare dai piccioni.
«Sì, caro, prendi» rincarò quello stronzo, stretto tra lui e Ayako.
«Teppista, piantala».
«Qualcosa non va, caro?»
«Smettila o ti faccio fuori».
Borbottarono qualche botta e risposta silenzioso, mentre quasi si dovevano sedere l’uno sull’altro visto com’erano compressati.
Haruko Akagi sorrideva a tutti loro, ignara del fatto che sarebbe morta molto presto; e per una volta poteva fieramente dire che le minacce non provenivano solo da lui.
«Haruko, quando finiamo?» Domando Ayako con un sorriso tanto forzato che dimostrava perfettamente la validità della sua tesi, ossia che morivano tutti dalla voglia di uccidere la sorella del loro beneamato Capitano – lo stesso che era riuscito a sfuggire a quella tortura accampando qualche vaga scusa di studio.
La signora Akemi, la simpatica nonna Akagi, li guardava con un sorriso così smagliante che persino la sua acidità si scioglieva. Così, quando aveva chiesto a tutta la squadra il favore di aiutarla a giudicare cumuli e cumuli di biscotti per una gara culinaria, tutti avevano deciso di accettare; dopotutto avrebbero dovuto essere solo semplicissimi biscotti.
Peccato che una metà consistesse in pasta bruciata, mentre l’altra metà aveva un quantitativo di zucchero tale da stendere un elefante per glicemia fulminante.
«Come sono?» Domandò l’ignara nonnina.
«Mmh, buoni» commentò subito Ayako, con un falsissimo verso di apprezzamento.
«Ottimi!» Aggiunse Miyagi, sprofondato nella poltrona accanto a lei.
Quando l’impavido Hanamichi sussurrò un «Sto per morire bruciato dall’interno… il mio fegato…»
Il Teppista guardò la Volpe con l’espressione allarmata di chi ha appena visto atterrare gli alieni. Rukawa poteva quasi sentire le costole scricchiolare nel tentativo di non scoppiare a ridere.
«Hisa, trattieniti. Ricordati che ha tipo novant’anni» riproverò Ayako, tirandogli una gomitata.
«E meno male» grugnì acidamente Mister Natale e fu la fine: Mitsui scoppiò in una risata abilmente camuffata da un colpo di tosse da asmatico pronto alla morte.
«Qualcosa non va, caro?» Chiese la nonna, sotto lo sguardo confuso di Haruko.
Mitsui continuò a tossire, scuotendo la testa.
«Hisashi non si sente bene… è Kaede lo accompagnerà un po’ fuori, vero?» Intervenne Ayako, praticamente lanciandoli fuori.
Fuga.
La parola si dipinse nelle loro menti con la velocità di un fulmine.
«Sì, è vero... sa, questi biscotti così buoni…» fece velocemente il Teppista, alzandosi.
«Mh, buoni…» gli grugnì dietro Rukawa, tanto per fare.
L’aria fresca della sera fu una manna dal cielo; si sedettero sui gradini di marmo respirando a pieni polmoni e tossendo un po’ di bruciacchiatura da forno.
«Kami, sono pieno come un uovo» fece Mitsui, svaccandosi.
Rukawa sospirò «Non mangerò mai più biscotti in vita mia…»
L’altro lo squadrò con una strana espressione, poi ghignò «Ma non erano il tuo dolce preferito? Ogni Natale ne mangi fino a scoppiare…»
Rukawa lo fissò, battendo le palpebre «Che memoria, Teppista. Pensavo avessi bruciato tutti i neuroni questa sera».
«Simpatico! Ricordo che stavi sempre lì a contenderli con Hanamichi…»
«Seh, stupido Do’aho… comunque no, ho deciso che non mangerò mai più dolci in vita mia».
«Ah, peccato…» sospirò Mitsui, mentre infilava una mano nella tasca dei pantaloni. «Perché avevo questi» commentò, mostrandogli un piccolo sacchetto blu scuro.
«Che roba è?»
«Biscotti» rispose quello, con una smorfia. «Non sapevo ancora della maratona serale e questi saranno sicuramente peggio di quelli visto che li ho fatti io, anche se usando le ricette di mia madre…» cominciò a dire con noncuranza.
Rukawa lo fissò con un’espressione indecifrabile «Sono per me?»
«Beh, lo erano. Ma niente, magari riesco a infilarli sul vassoio del Tappetto e-» fu interrotto dalla mano sgarbata che gli strappò di mano il sacchetto, per poi aprirlo e prendere un biscotto a caso.
«Ma che fai, non sei mica obbligato a…»
«Mh, sa particolarmente di cenere e camino, però almeno non minaccia di ostruirmi le arterie» commentò sarcasticamente Rukawa, infilandosi il sacchetto in tasca. «Torniamo dall’aguzzina novantenne…»
Mitsui sorrise senza essere visto, poi gli arrivò alle spalle «Quindi vuol dire che vuoi uscire con me?»
Rukawa alzò gli occhi al cielo, fingendo di essere seccato «Anche i teppisti non meritano di stare soli in questi giorni… non è il motto di Natale o una cosa del genere?»

   
 
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