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Autore: REAwhereverIgo    14/12/2012    5 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se qualcosa va storto sarà tuo fratello a rimetterci”

“Ma io non so cosa… cosa devo fare, io non posso…”

“Sono certo che ti arrangerai in qualche modo. Logan rimarrà con noi, mentre tu ti lavorerai Hershel Layton. Lui sa, lui può aiutarci e, un giorno, riusciremo a portare a termine la nostra missione: donare la vita ai morti!”

“I morti vanno lasciati dove sono! Non possiamo resuscitarli, altrimenti l’intera esistenza umana ne sarebbe provata! Vi prego, siete ancora in tempo, lasciateci andare. Vi prometto che non racconteremo niente, noi…” lo schiaffo che le arrivo in volto la zittì.

“Voi non potete sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! Dovete solo eseguire gli ordini di Zeus, senza controbattere. Ricordati che è solo colpa tua se siete in questa situazione. Che sfortuna inciampare e cadere in quel momento, vero?” le ricordò. Lisa si mise a piangere silenziosamente, sentendosi una nullità, e abbassò la testa.

“D’accordo, farò come volete. Ma salvate almeno Logan” accettò.

“Brava, vedo che cominci a capire qual è la tua posizione”

 

Si svegliò di soprassalto, sudata. Guardò fuori dal finestrino: ormai dovevano essere quasi arrivati. Il suo cuore prese a battere forte. “Logan” pensò. Suo fratello era stato nella sua mente sin da quando si era trasferita a Londra, ma non aveva potuto mai parlarci. Non sapeva nemmeno se era ancora vivo, anche se lo sperava con tutta sé stessa. Se fosse morto per causa sua, non avrebbe mai potuto continuare a esistere. Già due persone se n’erano andate per la sua stupidità e altre due erano state rapite solo per attirare il professore in trappola. Tutta quella storia si era trasformata in una carneficina.

Scese dalla branda e si vestì in silenzio, lasciando che Flora riposasse ancora un po’. Invidiava la sua innocenza e la sua semplicità. Alla sua età lei viveva con un uomo che odiava lei e il fratello e che li aveva costretti a stare in casa a guardia dei segreti dell’Occhio. Da quando aveva quindici anni la sua vita non aveva fatto che andare in peggiorando, ma era stata solo colpa sua. Se solo non fosse caduta in quella stupida grotta, se solo i membri non l’avessero vista, lei non avrebbe dovuto vedere i suoi genitori scomparire.

“Già sveglia?” la salutò Layton quando arrivò nella carrozza ristorante. Stava sorseggiando un tè con qualche pasticcino.

“Buongiorno” ricambiò, sedendosi in silenzio.

Erano entrambi piuttosto imbarazzati, ma non proferirono parola per tutta la durata della colazione.

“Sappiamo quanto manca all’arrivo?” chiese infine Lisa.

“Poco. Credo circa un’ora” le rispose il professore, controllando l’orologio.

“Allora sarà meglio che vada a svegliare Luke e Flora” decise lei, alzandosi.

“Vengo con te” decise lui, seguendola.

Camminarono fianco a fianco, continuando a non parlarsi. Nessuno dei due aveva voglia di discutere di quello che era accaduto la sera prima, ma tutti e due avrebbero voluto dirsi delle cose che non riuscivano ad ammettere nemmeno a sé stessi per il momento.

La ragazza vide dal finestrino del treno le sue colline, i suoi paesaggi e il suo cuore si mise a battere. Era quasi arrivato il momento della verità, di lì a poco il suo piano sarebbe scattato e poi… poi tutto sarebbe stato rimesso alla fortuna. Non aveva più molto tempo per stare con loro.

Layton aprì la porta della cabina ed entrò sorridente.

“Svegliatevi, ragazzi. Tra poco dobbiamo scendere” disse. Luke aprì un occhio sbadigliando.

“Professore? Ma che ore sono?”

“Sono le sette e mezzo. È il momento di alzarsi” rispose, aprendo le tende delle finestre. Anche Flora alzò la testa e si guardò intorno, spaesata.

“Dove siamo?” domandò con la voce impastata.

“Praticamente siamo già arrivati. Forza, giù dal letto!” li spronò. Entrambi i ragazzi scesero dalle brande, stiracchiandosi.

“Vestitevi, avete venti minuti di tempo” disse il professore.

La cabina era piccola e lo spazio era relativo, così Lisa decise di uscire in corridoio per dare loro lo spazio sufficiente per prepararsi.

Il suo cuore, in qualche modo, si sentì a casa quando vide la pianura e poi… poi il mare. Dio, quando le era mancato quel posto, quanto aveva sentito nostalgia di casa. Le piaceva l’Inghilterra, ma non poteva negare a sé stessa che lei apparteneva a quei lidi dorati. Lì c’era la sua vita, la sua nascita… suo fratello.

“Avvisiamo i signori passeggeri che tra dieci minuti arriveremo in stazione. Preghiamo tutti di controllare di non lasciare sul treno nessun oggetto personale. Vi ringraziamo di aver viaggiato con noi” disse la voce metallica dell’altoparlante. Dieci minuti era il tempo che le era rimasto prima di rinunciare a tutto. Quel pensiero le fece male.

 

“Tu sei nata qui? In questo posto? Ma è… è meraviglioso!” commentò Flora, guardando intorno a sé. Lisa rise di gusto.

“Lo so. Io abito qua vicino, possiamo andare prima in albergo e poi andare da me” propose.

“Preferirei fare il contrario, se per te non è un problema” commentò Layton, incrociando le braccia. Lei rimase confusa e stupita da quella richiesta e sgranò gli occhi.

“Ma io voglio posare le valigie” si lamentò Flora. Il professore esitò un attimo.

“Luke, ascolta tu e Flora andate in hotel e aspettateci là, ok? Noi dobbiamo fare una cosa urgente” disse infine. Il ragazzino si infiammò.

“Voglio venire anche io!” ribatté. L’uomo si aspettava quella reazione e sospirò.

“Sapevo che avresti detto così. Vieni, parliamo un attimo” lo prese da una parte, allontanandosi dalle altre due. La più piccola si arrabbiò.

“Ecco, è tornato Luke e io sono finita di nuovo in secondo piano. Con loro due succede sempre così: mi escludono da tutto quello che fanno! Non è giusto” si lamentò con Lisa. Lei le accarezzò la testa e le sorrise.

“Secondo me lo fanno solo per proteggerti” osservò.

“Ma se io non volessi essere protetta?” ribatté l’altra.

“Ok, vedila così. Se tu fossi nei guai e sapessi che l’unico modo per venirne fuori è pericoloso e stupido, li metteresti in mezzo o faresti di tutto per proteggerli?” ipotizzò.

“Beh, io…”

“Se il rischio che corrono fosse quello di morire o essere feriti gravemente, vorresti tenerli con te mentre agisci o cercheresti di convincerli a stare da una parte per evitare che si facessero male?” le domandò. Flora s’imbronciò, capendo che aveva ragione, e incrociò le braccia.

“Vedi che hai capito?” rise Lisa, facendole una carezza su una guancia.

“Loro ti vogliono così bene che non posso permettere che ti accada nulla. Cercano di salvarti. Senza di te, probabilmente, morirebbero di dolore” le fece presente. La ragazzina tornò seria, poi si intristì.

“Anche io, se li perdessi, morirei” ammise. Lei la strinse forte.

“Non li perderai” le promise.

“Ma ogni volta vanno in missioni assurde e pericolose e non so mai se e quando torneranno. Voglio stare con loro perché voglio proteggerli come loro fanno sempre con me” le spiegò.

“Ascoltami, io te lo giuro su ciò che ho di più caro: non li perderai. Nessuno dei due si farà male, d’accordo?” si guardarono negli occhi intensamente e Flora annuì.

“Va bene. Allora io rimarrò con Luke” accettò. In quel momento i due si riavvicinarono e il ragazzino prese le valigie di tutti quanti.

“Andiamo?” chiese alla giovane. Lei annuì, asciugandosi gli occhi umidi.

Scomparvero dietro l’angolo, lasciando soli Layton e Lisa.

“Perché vuoi rimanere con me e venire a casa mia?” domandò la ragazza senza guardarlo.

“Penso che tu lo abbia già capito, dico bene?” ribatté l’uomo. Lei annuì.

“Sì, non sono una stupida. Hai semplicemente fatto due più due. In fin dei conti è questo il motivo della tua grande fama, no? Sei un tipo arguto e intelligente e nessuno può nasconderti nulla” commentò. Si voltò a fissarlo.

“Casa mia… anzi no, ormai non è più casa mia. La mia vecchia abitazione è vicino alla spiaggia, dobbiamo andare per di là” disse, indicando il mare. Il professore annuì.

“Va bene, ti seguo. Anche se mi ricordo piuttosto bene dove abitavi”

 

Gli accordi erano chiari: porta Layton in casa e fa’ in modo che rimanga solo per qualche minuto. Al resto pensiamo noi. Quando varcarono la porta della sua vecchia abitazione, Lisa sentì nell’aria quell’odore di buono e di dolce che aleggiava sempre nelle stanze quando i suoi genitori erano vivi.

“Aspetta” la richiamò il professore prima di entrare. La ragazza si voltò verso di lui, incuriosita.

“Sì?” chiese incoraggiante. L’uomo sospirò.

“Senti, io credo che tu possa ancora rinunciare” ammise infine.

“A cosa?”

“A stare dalla loro parte. Fermati adesso, finché sei in tempo” le suggerì. Lisa sgranò gli occhi: lui sapeva? Si girò di spalle, evitando di incrociare il suo sguardo, e finse una risata.

“Di che parli? La loro parte di chi?” domandò. Sentì le sue mani appoggiarsi sulle sue spalle e iniziò a tremare leggermente.

“Lo sai bene. Ti prego” rispose lui con la voce bassa. Lei rimase zitta, senza sapere che rispondere.

“Lisa, ti scongiuro. È tutto troppo pericoloso per te” ripeté. La fece voltare verso di sé per guardarla, ma quando i loro sguardi si incrociarono non riuscirono a proferire parola. Rimasero entrambi zitti, rapiti l’uno dall’altro.

“He… Hershel, io... ah!” sentì una puntura sulla base del collo e la testa iniziò a girarle. Anche Layton sentì la stessa puntura ed entrambi caddero a terra, addormentati.

 

“Flora, il professore mi ha detto che, non appena fossimo stati pronti, dovevamo raggiungere questo posto” disse Luke, passando un foglio alla ragazza. Sopra c’era disegnata una mappa molto contorta, fatta di un susseguirsi di X e O.

“Spero che tu abbia già risolto quest’enigma, perché io non ci capisco niente” commentò lei, confusa.

“Purtroppo no, è risultato difficile anche a me. Forse non sono più degno di essere considerato l’apprendista del professore” sospirò sconsolato.

“Non dire così! Se ti ha lasciato un rompicapo così difficile significa che si fida delle tue capacità, per cui non arrendiamoci!” lo spronò lei, sorridendo. Luke rimase colpito dalle sue parole, ma annuì e si asciugò gli occhi lucidi.

“D’accordo, allora aiutami a decodificare le informazioni” le invitò, spostandosi un po’ di lato per lasciarle posto per sedersi sul letto.

Iniziarono a escludere tutte le possibilità impossibili, ragionando.

“Dov’è che il professore vorrebbe che andassimo per aiutarlo?” chiese Flora. Il ragazzo ebbe l’illuminazione.

“Ma certo! Aspetta, guarda” prese una penna e iniziò a unire le X. Ne venne fuori una linea serpeggiante che passava per la parte in alto a sinistra del foglio.

“Ora faccio lo stesso con le O” spiegò. Cambiò il colore della penna, utilizzando il rosso. Stavolta una lnea dritta si formò sovrapposta all’altra, andando a creare una specie di croce stondata.

“Ecco fatto!” esclamò soddisfatto. La figura che era apparsa sulla mappa indicava la spiaggia.

“Mi sembra un’indicazione piuttosto ampia” commentò Flora, sconsolata.

“La spiaggia ha un raggio di un chilometro e mezzo, ci metteremo ore per trovarlo” gli fece presente. Luke rimase zitto e si mise una mano sul mento come faceva sempre anche Layton.

“Non penso” la contraddisse. Chiuse gli occhi e pensò . Non era possibile che il professore gli avesse dato informazioni ampie, era sempre molto meticoloso in ciò ce faceva.

“Comunque, questa croce è strana. Sembra una x, ma disegnata male” osservò la ragazza, ridendo divertita. Una x disegnata male? No, non aveva senso!

“Non è una x!” esclamò Luke.

“Ah no?” chiese Flora, riguardando il foglio. Il ragazzo voltò la mappa e si mise a scrivere qualcosa.

“Ecco, guarda. Questo è l’alfabeto” le spiegò. Lei lo fissò, ma scosse la testa.

“No che non lo è” ribatté.

“Sì, invece. È l’alfabeto greco antico, con le lettere che venivano utilizzate all’epoca. Alfa, beta e via dicendo fino a omega. Questa non è una croce, è la lettera chi in antico greco” disse.

“E questo come ci aiuta?” domandò Flora. Lui prese la cartina che Layton gli aveva fatto vedere prima di partire e indicò le varie grotte che si trovavano sulla spiaggia.

“Vedi? Hanno tutte nomi di lettere greche, dall’alfa all’omega. Quindi questo significa che…”

“…Che appena troviamo la grotta chi troviamo il professore!” capì la ragazza.

“Già. Andiamo!”

 

  
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