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Autore: diciannovegennaio    14/12/2012    1 recensioni
LA FAN FICTION E' SOSPESA A CAUSA DI UNO SCARSO NUMERO DI RECENSIONI.
SCUSATE IL DISTURBO.
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Era quasi arrivata, sapeva che dopo aver svoltato l'angolo avrebbe visto la sua classe infondo al corridoio. Infatti, continuando a correre girò veloce e.. BOOM.
-Ma porco cane! Madonna rincorsa dai cocomeri in discesa!- sbraitò
Una risata le fece alzare il viso per poi spalancare gli occhi sorpresa.
-Dio?- sussurrò in trans.
Il ragazzo smise di ridere, continuando però a sorridere divertito. -Come?-
Rendendosi conto della stramegagalattica figura di merda si affrettò a rialzarsi, sistemandosi i jeans che fasciano le sue gambe.
-Che ne dici di guardare dove vai la prossima volta?- domandò sarcastica.
-E tu che ne dici di evitare di correre come una pazza nei corridoi?-
-Si dal il caso che mi stai facendo ritardare!-
-Sei tu che continui a parlare, non io. Io sto lavorando.-
In effetti, fino a quel momento non aveva notato la divisa che indossava.
E' identica a quella di Louis, pensò.
Oh. Mio. Dio.
-Sei un bidello!?- domandò incredula.
-Già, ne hai mai visto uno?- rispose strafottente.
Per qualche secondo rimase a contemplare il suo sorriso a 32 denti, bianchissimi.
-Che servizio scadente.. -
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP3
Scusate il ritardo!!
Spero vi piaccia. Fatemi sapere, ok?
Un bacio,
Elena. :)


Il buongiorno si vede dal mattino
ct. Zayn Malik.








    
     Stava camminando in un prato verde, in una radura per la precisione, stile quella di Twilight solo che era da sola e non con un fustacchione come Edward e tanto meno spuntavano vampiri con le treccine e licantropi.
Era lei, con uccellini canterini e margherite fiorite che passeggiava come Heidi e con la mente vuota. 
Rilassata e contenta come non mai si era seduta sull'erba umida e poi, arrendendosi al completo relax, si era distesa supina in compagnia di chissà quale motivo per essere lì e senza nemmeno la benché minima percezione di dove fosse se non in una piccola radura.
No, non si era drogata e tanto meno si chiamava Bella Swan. Lei era Dora ed era completamente immersa nel suo sonno senza la minima preoccupazione dell'orario indicato dalla sveglia che trillava da quasi mezzora.
Non sapeva nemmeno, se proprio vogliamo dirlo, che suo fratello e la sua mente diabolica stavano pianificando qualcosa.
Quel qualcosa, Louis lo sapeva bene, non sarebbe piaciuta a Dora che si sarebbe sicuramente infuriata non appena avrebbe realizzato cos'era successo.
Questo non lo fermò ad afferrare il primo secchio che aveva trovato ed a riempirlo d'acqua fredda.
Una mente con minimo di QI si sarebbe astenuta da mettere in pratica quello scherzetto ma il ragazzo non poteva certo perdere l'occasione di far irritare la sua cara e dolce sorellina che dormiva beata.
Fu proprio quella visione che lo fece sorridere estasiato per poi versare il liquido addosso a Dora. 
Quest'ultima con un grido acuto si era alzata di scatto, sentendo il freddo pungerle il viso e ogni parte del corpo.
Si guardò intorno senza però trovare la più piccola traccia di un essere umano ma, prima che fosse troppo tardi, captò nell'aria una risata sommessa e una porta che si chiudeva.
Fece due più due e una lampadina immaginaria sopra la sua testa si accese per poi scoppiare dalla rabbia. Strinse i pugni così forte da far diventare le nocche bianche e mentre continuava a chiedersi, invano, cosa avesse fatto così orribile da ritrovarsi un fratello così coglione.. urlò.
-VAFFANCULO, STRONZO!!!-

    Ebbene si, il suo era il risveglio giusto per essere di buon umore per tutto il resto del giorno. Infatti, non stava nemmeno camminando per i corridoi con un toro impazzito durante la pausa pranzo, e non insultava nemmeno chiunque intralciasse il suo cammino.
No, peggio.
Camminava dritta, rigida  e veloce, tanto che Harry - che non si peritava a nascondere la sua risatella - cercava di fermarla ringraziando mentalmente Louis, al pari della sua intelligenza,  per essere così maledettamente geniale.
Dora non la pensava così.
All'ennesima spallata che ricevette, nonostante fosse colpa sua, sbraitò come una pazza.
-Porca miseria, guarda dove cazzo cammini, idiota!-
Il ragazzo, che fece per risponderle seccato, venne fermato un Harry che all'improvviso divenne preoccupato, non tanto per la sua migliore amica ma per il ragazzo stesso.
-Amico, scusala.-
-Scusala un cazzo! Ma che si dia una calmata e si copra la notte.- ribatté il ragazzo che, ovviamente, non aveva afferrato il concetto che Harry gli stava praticamente buttando addosso.
Harry fece appena in tempo a interporsi fra lui e Dora, che lei provò a saltare addosso allo sconosciuto.
-CHE SI COPRA!? CHE SI COPRA, HAI DETTO?! IO MI ERO COPERTA BENISSIMO, TESORO, MA IL FATO CAZZUTO E DEI GENITORI COGLIONI HANNO SFORNATO OLTRE  A ME UN MISERABILE IDIOTA!-
Si liberò dalla presa di Harry e continuò a camminare furiosa.
-Dora!- la richiamò il riccio, correndole appresso.
-Stanne fuori Harry. E' una cosa che devo risolvere da sola.- rispose atona.
-Stai parlando come Harry Potter e qui non vedo nessun pelato senza naso, perciò..- 
-Non ancora, Styles!- lo interruppe. - Appena avrò trovato quel cretino li strapperò ogni capello e credimi, il naso non sarà l'unica cosa che staccherò da suo corpo.-
Ci volle tutta la sua forza interiore per  non scoppiare a ridere, sapendo che quell'atto avrebbe fatto si che lui entrasse direttamente nel mirino di Dora.
-Dove cazzo è ?- borbottò, guardandosi intorno. Quando i suoi occhi si fermarono in un punto, Harry capì che non poteva evitare l'apocalisse.
-TU!- sbraitò, puntando un dito verso sinistra. 
Infatti poco più in là, suo fratello stava ridendo con una biondina che Dora catalogò subito come troia e un ragazzo.
Non ci badò. Caricò direttamente il fratello, senza fare caso alle altre due persone e a Harry che cercava di fermarla.
Con uno spintone fece sbattere suo fratello contro gli armadietti che tremarono. Molti studenti si voltarono, curiosi e Harry, disperato, si mise le mani nei folti ricci.
-RISPONDIMI!- urlò.
-A cosa dev...- cercò di dire in sua difesa leggermente terrorizzato.
-STA ZITTO!- lo fermò rossa dalla rabbia. -DIMMI COME E' POSSIBILI ESSERE PIU' STUPIDI!?-
-Bè, più stupidi di te è difficile trovarli..-
-LOUIS STO PER UCCIDERTI!- era fuori di sè, non solo perché ogni essere vivente su  questo schifo di mondo sapeva della facilità con cui Dora perdeva la pazienza, ma perché la ragazza stava impazzendo per cercare di contenere le sue mani che avrebbero volentieri lasciato le proprie impronte digitali sulla faccia di quel deficiente.
-SEI UN BABBEO. UN ODIOSO BABBEO..-
-Signorina Tomlinson..-
-..E NON SOLO MI HAI SVEGLIATO IN UN MODO AL QUANDO OBBROBRIOSO..-
-Signorina Tomlinson!-
-.. MA PERCHè SEI COSì STUPIDO!-
-Signorina Tomlinson!!-
-..VORREI TANTO SAPERE COSA PENSAVA MAMMA QUANDO TI HA DATO AL MONDO..-
-Signorina Tomlinson!!-
-..E COSA INVECE L'ABBIA FERMATA DA BATTERE IN UNO SPIGOLO DEL TAVOLINO UN DECEREBRATO, MONOEURONE COME TE!-
-Signorina Tomlinson!!-
-CHE CAZZO VUOI!?- Questa volta non lo gridò al fratello ma a quella vocetta stridula che presa dalla rabbia non aveva ricollegato al corpo. Quando ovviamente si voltò a vedere chi era quella mente catta, si ritrovò davanti la sua adorata professoressa di matematica che la guardava sconcertata.
-Non è il momento professoressa! Perciò se vuole mandarmi da preside puo rimandare a dopo la fine della pausa pranzo perché sarei capace di mangiarla e ricagarla intera.- disse fissandola negli occhi.
Si voltò di nuovo verso suo fratello che non sapeva se ridere o piangere vista la situazione. -Se farai un altro passo falso, giuro, ti manderò all'altro mondo.-
-Questa la dice la mamma di Ron nel secondo film.- osservò qualcuno alle sue spalle.
-Ecco dove l'avevo già sentita.- rispose quello che doveva essere Harry.
Si voltò con istinti omicidi a fior di pelle. -Per l'esattezza dice 'ti riporteremo subito a casa!' e comunque non sono cazz.. JESSICA!-
Il suo umore cambiò in quello che parve un nano secondo. Alla vista di Jessica, la sua migliore amica da anni che si era trasferita momentaneamente in Irlanda con la famiglia per motivi di lavoro, sorrise estasiata, prima di correre ad abbracciarla.
L'amica, che prima aveva chiamato troia, rideva a crepapelle, fino alle lacrime.
-Dio cosa ci fai qui!?- domandò Dora, sciogliendo l'abbraccio per guardarla meglio.
Come minchia faceva ad essere sempre più bella quella quella ragazza? I capelli biondi si erano allungati, arrivandole fino alle spalle, era sempre bassa ma adorabile con quei due occhi azzurri cielo. Jessica era sempre stata una ragazza bellissima.
-Siamo tornati. E sono arrivata giusto in tempo! Questa sfuriata non avrei potuto perdermela per niente al mondo.- rispose ridacchiando.
-Già, nemmeno noi.-
Un'occhiata alla sua destra e il fatto di aver fatto una grandissima figura di merda le crollò addosso. Non solo perché mezzo istituto aveva assistito ai suoi strani cambi d'umore ma perché, oltre alla professoressa che ancora fumava di rabbia e senza parole, Zayn ridacchiava con quel pezzente di Harry.
Dora fece per riprendere anche i due ma una voce assolutamente insopportabile la precedette.
-Signorina Tomlinson..-
-HO CAPITO!- sbottò. -Dio santo in questa scuola mi salteranno i nervi un giorno o l'altro.- continuò rivolta verso Jessica.
-Salgo da te oggi pomeriggio.- sussurrò, prima di squagliarsela insieme a tutti gli altri.
-Saranno presi provvedimenti, signorina Tomlinson.- la riprese quando la ragazza si era voltata verso di lei. Con un sospiro Dora seguì la professoressa che sculettava con quel culo flaccido verso la presidenza.
-Se dice ancora 'Signorina Tomlinson' giuro la mando a fanculo!- borbottò mentre passava tra Louis, Zayn ed Harry che, non si sa perché, era ancora lì. I tre ridacchiarono sotto i baffi.
-Signorina Tomlinson!- 
Ammazzami, Harry Potter.


     Stavano ridendo da circa un'ora, spaparanzate sul divano di casa Tomlinson. Un'ora a mangiare schifezze di ogni genere, raccontarsi tutto quello che non avevano potuto vivere insieme e Jessica era piacevolmente sorpresa di essere ritornata e di aver ritrovato la sua migliore amica identica a come l'aveva lasciata.
    Forse era anche più idiota.
-...spiegami: ti sembra una cosa normale? A me, sinceramente no. Un giorno di questi chiamerò qualche laboratorio e chiederò se per caso hanno scambiato un esperimento andato male con quello che sarebbe dovuto essere mio fratello.-
-Dora, gli esperimenti sugli essere umani sono illegali da un pezzo.- le fece notare ridacchiando.
-A tutti capita di sbagliare. Tuttavia, ci deve essere una spiegazione. Dopo 17 anni non ho ancora capito come ho fatto a sopravvivere con un essere sottosviluppato come Louis anche perché...-
Ariborda. 
Dora non si sarebbe mai stancata di buttare merda su suo fratello. Eppure lei lo adorava. Jessica vedeva i suoi occhi quando incrociavano quelli di Louis, così simili, e poteva giurare che Dora non amasse nessuno come amava suo fratello.
Forse perché era l'unico che si era preso cura di lei quando i genitori erano assenti, oppure perché era suo fratello e basta.
Nonostante la sua migliore amica non l'avrebbe mai ammesso, avrebbe dato la vita per lui ed avrebbe ammazzato chiunque lo avrebbe fatto soffrire anche se passava la maggior parte del suo tempo a dire che l'unico che voleva uccidere era lui.
-E dimmi, come si chiama quel moretto?- chiese Jessica, succhiando dalla cannuccia uno dei famosi frappè di Dora: erano la cosa più buona del mondo.
-Chi Zayn? Lui è un altro idiota messo al mondo per uno scherzo di madre natura.- rispose, continuando a ingurgitare gelato al caffè.
-Ah si? E com'è che appena hai visto che c'era anche lui, stamani, sei arrossita?-
Dora incominciò a tossire freneticamente, dandosi colpi sul petto e diventando rossa. Stava affogando.
Jessica si avvicinò e prese a darle pacche sulla schiena, finché la ragazza non si calmò.
-La prossima volta che decidi di sparare stronzate, avvisami. Almeno evito di mettermi in bocca qualsiasi cosa che possa uccidermi.- ribattè, tornando a mangiare il gelato a gambe incrociate.
-E comunque,- riprese facendo sorridere Jessica che se lo aspettava. - se non l'hai notato non c'era solo lui ad assistere ma mezza scuola, è una reazione normale: imbarazzarsi per avere un fratello idiota.-
-Certo, giusto. Che idiota: perché non ci sono arrivata da sola?- domandò retorica Jessica.
La bionda sorseggiò il suo frappè, guardandosi intorno. L'appartamento non era male, alla fine. Dora lo descriveva come una stalla per vacche, ma alla fine era ok. Aveva una cucina piccola che si separava dal salotto solo grazie a un muretto. Aveva due camere da letto minuscole e un bagno di 2 metri quadri ma alla fine era accogliente, nonostante la perenne confusione. Voltò lo sguardo verso destra e incrociò lo sguardo di Dora, scettico e sospettoso.
-Che c'è?- domandò la bionda.
-Qualunque cosa stia pensando, smettila.- disse. Jessica spalancò gli occhi.
-Non stavo pensando a niente!- ribattè.
-Certo, infatti non pensi che a me mi piace Zayn.- disse incrociando le braccia al petto.
-Ah-ah!- esclamò Jessica, puntandole un dito contro. -Ammettilo che ti piace! Sei l'unica in questa stanza che stava ancora pensando a lui.-
-Menti.-
-Io stavo osservando la casa e tu stavi pensando a Zayn.- continuò. 
-Ma per favore!- disse sbuffando.
Infilandosi con foga un cucchiaio di gelato si chiese se anche la sua migliore amica fosse stata affetta dalla stessa malattia di Louis. Probabilmente no, anche perché non c'erano legami consanguinei, ma doveva trattarsi di una malattia della stessa gravita di quella che affliggeva la famiglia Tomlinson, perché pensare che  a lei, Dora Tomlinson, potesse piacere Zayn era un oltraggio alla sua intelligenza.
Certo. Zayn era bello, molto bello, ed affascinante... ma no! rimaneva un'idiota!
Dopo quella conclusione soddisfacente, qualcuno prese a bussare interrottamente alla porta di casa, costringendola ad alzarsi.
Quando aprì la porta, si trovò l'ultima persona che in quel momento aveva la forza e la voglia di vedere.
-Che vuoi?- disse sibilando.
-Devi venire a scontare la tu.. santissimi!- rispose Zayn.
-Non parlo la lingua dei deficienti perciò metti in fila due parole che abbiano senso una dopo l'altra.- ribattè scocciata.
-Accogli sempre i tuoi ospiti vestita così?- domandò evitando le parole di Dora.
-Di cosa acciminchia stai parlando Zayn?!-
In tutta risposta, il moro accennò con il capo le sue gambe e solo a quel punto lei capì a cosa si riferisse.
L'aveva sempre detto che il brutto vizio di girare per casa in mutante e con una misera canotta le sarebbe ritorto conto, ma di certo non pensava in quel modo. Evitando di far vedere il rossore che aveva sulle guance, Dora si voltò per afferrare i pantaloni della tuta di suo fratello e se li infilò.
-Così non migliori le cose..- mormorò Zayn alle sue spalle.
-Placa i tuoi spiriti bollenti, biondo..-
-Sono moro.- fece notare.
-...Non è roba alla tua portata.- ribattè ignorandolo.
Quando vide che Zayn stava per contro attaccare sbuffò.
-Sei venuto qui per irritarmi le ovaie o vuoi dirmi perché sei qui così posso tornare ai miei impegni?- domandò.
-I tuoi impegni eh...- rispose guardando alle sue spalle.
In effetti, il tavolino pieno di cibo, di coca cola e Jessica che lo salutava con una mano, non erano la giusta copertura.
-Ognuno ha i suoi, ma evidentemente te ti gratti il culo tutto il giorno invece di pulire pavimenti.- 
Una risata acuta intervenne alle sue spalle, da Jessica per la precisione, che la fece sorridere.
L'occhiata truce del moro non la toccò minimamente, se non si conta il fatto dell'improvviso apprezzamento che frullò per il suo cervello.
Sexy.
Convincendosi che era la coca cola e l'accoppiata salato-dolce a darli alla testa si riscosse.
-Ero venuto a chiamarti perché, non so se te lo sei dimenticato, la professoressa ti ha dato una punizione precisa, ovvero, aiutare noi a pulire la scuola per una settimana.-
-Noi? Di chi parli esattamente?- domandò terrorizzata.
-Di me e di tuo fratello, ovviamente.-
-Io li faccio causa.- sbottò sbattendo la porta con forza.


     -Ehilà sorellina! Pensavamo non saresti mai venuta!-
Se stava cercando di fare il carino e il gentile per rimediare al brutto scherzo di essere nato, stava pisciando fuori dal vaso.
-Te. Zitto.- disse solo, impugnando lo spazzolone che stava diventando il compagno con cui passare i pomeriggi.
-E dai! Ti ho chiesto scusa mille volte, cos'altro devo fare?- domandò sbuffando, esattamente come un piccinaccolo frignone.
-Ucciderti sarebbe la soluzione giusta.- rispose sorridendo amorevolmente.
-Il buongiorno si vede dal mattino..- 
Nonostante l'avesse solo sussurrato, Dora lo sentì come se glielo avesse detto in faccia. In un primo momento non seppe se tirargli direttamente lo spazzolone o un tavolino dritto nelle gengive. In questo caso di indecisione, scelse semplicemente di far cadere il secchio di spazzatura senza nemmeno fingere che fosse un increscioso incidente.
Zayn rimase incredulo per un momento: da una parte sperava che fosse solo una visione e dall'altra si auto convinceva che non l'aveva fatto apposta.
Il ghigno che trovò su quella faccia d'angelo di Dora gli fece capire che non era nessuno delle due.
Balbettò parole incomprensibili, indicando freneticamente la sporcizia in giro e Dora e se stesso.
-Tranquillo, Zayn, non ti affaticare. Imparerai a fare un discorso di senso compiuto quando oramai nessuno avrà più bisogno di te, nel frattempo però, pulisci e evita di sparare battutine cazzute in grado di farmi irritare, grazie.-
Louis che si era goduto la scena e che aveva letto le intenzioni di sua sorella nei suoi occhi fin dall'inizio, scoppiò a ridere. Non solo per la faccia epica di Dora, ma per quella di Zayn.
Louis aveva ormai aveva ventun'anni e aveva imparato a non farsi abbindolare dalla faccia da cucciolo che aveva sua sorella quando si limitava a stare zitta e tranquilla ma Zayn, il nuovo arrivato, doveva ancora fare i conti con la ragazza che si celava dietro quella buffonata.
Dora era tutto tranne che un agioletto: era ribelle, sarcastica, stronza -come in quel caso-, ironica, pungente e senza peli sulla lingua.
Dentro quel corpicino all'apparenza innocuo si nascondeva un'anima burrascosa e assolutamente imprevedibile che, nemmeno Louis che era suo fratello e loro genitori, avevano imparato a domare. Lui si ricordava bene quando Dora era talmente incazzata con il suo ragazzo per averla tradita ed era, ora che ci ripensava, uno dei ricordi più spassosi del mondo. Sul momento però, si era preoccupato e arrabbiato anche lui, non solo perché la sua sorellina era stata presa per il culo da un coglione, ma perché non aveva mai visto Dora così infuriata.
Quel pomeriggio aveva lanciato a Louis, che era li per placare la ragazza, tutti i piatti che aveva trovato in cucina, e le sedie che si torvavano intorno al tavolino, erano misteriosamente comparse nel bagno. Aveva gridato, urlato e il giorno dopo, quando era rientrata a scuola, era una maschera di ghiaccio che ingannava tutti tranne Louis che l'aveva pedinata con lo sguardo tutto il giorno. Infatti, come temeva, appena aveva incrociato la bionda con il quale il suo ex l'aveva tradita e che si era rivelata una sua falsa-amica aveva caricato. 
Lui aveva provato a fermarla, davvero, ma non era arrivato in tempo. Quando riuscì a bloccarla e a portarla via, sul pavimento giacevano già molte delle ciocche dei capelli della bionda la quale frignava mentre si asciugava il naso, dal quale colava sangue, e che aveva una guancia violacea. 
Dora ne era uscita intatta.
E proprio in quel momento, quando la guardava che riprendeva a strusciare indifferente nonostante l'insistente sguardo furioso del moro, che si rendeva conto di quanto fosse orgoglioso di lei.
   
 
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