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Autore: Senul    14/12/2012    3 recensioni
Salve a tutti! ^w^
Sono Luna e in questa storia di Inazuma Eleven ho aggiunto il MIO personaggio. u.u
Ebbene sì, ci sono io! Un mio grande desiderio sarebbe entrare nel mondo di quest'anime fantastico e ho pensato varie volte a come potrei incontrare i miei amati personaggi preferiti, a che rapporti avrei con loro e che storie potrebbero nascere. *-*
Ci ho pensato così tanto che mi sono venute delle idee e, beh vorrei raccontare la storia di Inazuma Eleven dal mio piccolo punto di vista. :3
Racconterò ciò che vorrei fosse la realtà.
Un trasloco. Una nuova scuola. Nuovi amici, prima cotta. Ero felice, sì. Ma la felicità è destinata a non durare. L'arrivo di un grande amico mi farà ritrovare la luce della speranza. Ma in un Giappone dominato dalla paura e distruzione degli Alieni, che succederà?
Quale sarà il destino dell'amore di una dolce fanciulla?
Forse non sarà originale, ma l'ho scritta con il cuore, anzi la sto scrivendo, perchè non è ancora finita.
Spero tanto che vi piaccia, grazie infinite. ^w^
Luna. :3
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi ci volle un po’ per calmarmi.
Tutti i compagni di squadra di Shawn lo inondarono di domande, anche maliziose.
C’erano anche alcune ragazze insieme a loro, senza la divisa. Capii che erano le menagers della Raimon.
Una di loro si sedette accanto a me.
-Ciao, io sono Silvia!- mi sorrise.
Era una ragazza molto carina, si capiva subito che aveva un carattere dolce e responsabile, ma forte nel momento del bisogno.
-Piacere, Luna.- dissi, sorridendo con gli occhi ancora rossi.
-Hai proprio un bel nome!- esclamò un’altra ragazza dai capelli celesti e dagli occhi curiosi. Sembrava molto simpatica. -Io sono Celia!- mi porse una bottiglietta d’acqua fresca. -Dopo aver perso tutte quelle lacrime, avrai bisogno di riassumere i liquidi perduti!-
Presi la bottiglietta e bevvi avidamente. Avevo davvero sete.
-E ora dicci: che rapporto hai con il nostro Shawn?- mi chiese poi, avvicinandosi al mio viso. Sembrava una giornalista in cerca di scoop.
Io arrossii. -Beh.. Eravamo in classe insieme alle elementari. Cioè, solo per due anni. Poi mi sono trasferita qui.-
-Eravate molto amici, vero?- mi chiese Silvia, sempre sorridente.
Sembrava quasi capirmi, forse aveva sofferto anche lei per qualcosa di simile?
Continuai. -Sì. Io, lui e suo fratello.. Aiden.- in quel momento fu come se cadessi dalle nuvole.
Aiden.
Mi alzai di scatto e corsi verso Shawn.
Perché Aiden non era con lui?
Se faceva parte di una squadra di calcio non poteva essersi separato dal fratello. Loro due erano una coppia perfetta. Mi ricordavo benissimo il loro gioco di squadra che sbaragliava ogni avversario. Quel gioco che ammiravo tanto e che mai avrei dimenticato.
Afferrai un lembo della manica di Shawn.
Ero ancora un po’ in imbarazzo. Era come se i miei sentimenti per lui si fossero nascosti dentro me, superando la barriera del tempo e perdurando fino al momento in cui il suo sorriso li risvegliò. Era come sei anni prima. Il cuore mi batteva all’impazzata soltanto avendolo accanto.
Si voltò verso di me con aria interrogativa. Arrossii per un attimo, ma poi mi riscossi e mi concentrai su ciò che era veramente importante.
-Dov’è Aiden?-
Tutti si zittirono. Shawn mi guardò malinconico e solo allora notai la sciarpa che portava al collo. La sciarpa di suo fratello.
-Aiden.. lui è..-
Dannazione.
-Non dirlo!- lo interruppi. -Non dirlo... Ho capito.- lasciai la sua manica mentre le lacrime mi bagnavano il viso.
-Soltanto io mi sono salvato dall’incidente. Sono riuscito a riavere solo questa.. è l’unico suo ricordo che ho.- disse poi, stringendo la sciarpa.
Alzai gli occhi bagnati verso i suoi, all’improvviso vuoti e malinconici.
Non dovevo piangere. Lui aveva senz’altro sofferto più di me. Non potevo farglielo pesare così.
Mi asciugai le lacrime, poi mi alzai in punta di piedi e diedi un bacio a quella sciarpa.
“Addio Aiden.”
Prima che potessi allontanarmi da Shawn, le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio colmo di gratitudine.
Arrossii di botto, mentre si levava un ‘OOOH’ generale.
-S..Shawn?- balbettai.
Lui mi strinse più forte e io capii. Capii quanto avesse sofferto e quanto si sentisse solo. Capii che forse ero l’unica con cui ora poteva parlare dei brutti momenti. Capii che aveva bisogno di me, come io di lui.
Allora lo strinsi anche io.



Passate ulteriori raffiche di domande super maliziose dopo che ci fummo staccati, una donna dai capelli corvini si avvicinò a me.
-Luna, scusami. Sono Lina Shiller, l’allenatrice. Per caso hai sentito parlare di un cosiddetto ‘bomber di fuoco’ che dovrebbe vivere qui ad Okinawa?-
A Mark si illuminarono gli occhi. Interruppe i suoi discorsi con gli altri e si avvicinò a me.
-Già, è vero! Me ne ero quasi dimenticato!- esclamò, guardandomi speranzoso.
Tutti si fecero più curiosi, ma a me non veniva in mente nessuno.
-Mi spiace non saprei..-
La signorina Shiller non mi degnò più di uno sguardo. Ma poco m’importava.
-Accidenti, che peccato.- sospirò Mark.
Si levò un mormorio da parte dei membri della squadra. Erano tutti agitati.
Pensai che avevano bisogno di rilassarsi un pochino.
Era ormai pomeriggio inoltrato, ma il caldo del sole era ancora incredibile.
-Fa sempre così caldo qui?- Shawn si avvicinò a me.
-Sì. Ben diverso da Hokkaido, vero?- sorrisi.
-Ragazzi perché non ci facciamo un bel bagno?!- propose Erik, un ragazzo che sembrava molto sicuro di se.
Mi aveva letto nel pensiero.
Susette, una ragazza della squadra dalla carnagione scura e capelli turchesi, s’intromise urlando. -Amorino!! Perché non me l’hai detto subito che volevi vedermi in costume da bagno?! Che timidone che seiii!-
Erik cercò aiuto nello sguardo di Silvia, che però si limitò a ridacchiare con un’alzata di spalle.
-In effetti abbiamo bisogno di sfogarci un po’, di divertirci!- commentò Victoria, un’altra ragazzina dai capelli rosa.
Tutti sembravano essere molto d’accordo. Gli sguardi si posarono su Mark, il capitano, che si vide costretto a ritardare le ricerche del ‘bomber di fuoco’.
Li portai a cambiarsi verso le cabine in fondo alla spiaggia. Si sarebbero sicuramente divertiti molto.
Susette fu la prima a tuffarsi in acqua, trascinando per un braccio il povero Erik. Poi uno dopo l’altro tutti si buttarono a giocare. Ne avevano bisogno. Decisi di raggiungerli, togliendomi pantaloncini e maglietta. Tenevo sempre sotto il costume per le evenienze.
L’acqua non era mai ne troppo fredda, perché lì c’era sempre il sole, però io con gli anni ero diventata abbastanza freddolosa. Mi bastava una mezz’ora di bagno ed ero a posto.
Solo quando c’era Cloud rimanevo dentro di più,  perché lui mi trascinava sempre in giochi assurdi e  alla fine almeno un’ora la impiegavo in acqua.
E poi Cloud era caldo.
Una volta eravamo andati al largo, senza accorgercene. C’erano le onde e avevamo fatto una fatica assurda per tornare a riva. In più avevo tanto freddo. Usciti dall’acqua mi avvolsi con un asciugamano e mi misi a sedere sulla sabbia bollente. Avevo il cuore che batteva forte per lo spavento e la paura che avevo avuto di non riuscire a tornare nell’acqua bassa. Tremavo come una foglia, non riuscivo a scaldarmi con il vento che c’era quel giorno. Alla fine Cloud si sedette accanto a me e mi chiese scusa per avermi fatto correre un pericolo. Poi mi abbracciò e lì mi accorsi di quanto calore emanasse il suo corpo. Smisi subito di battere i denti e mi accoccolai tra le sue braccia.
Sì, Cloud era il fuoco in persona.
Uno schizzo d’acqua mi arrivò in faccia, distogliendomi dai miei pensieri.
-Che fai lì imbambolata? Vieni a giocare!-  era Mark.
-Ahah! Hai ragione, scusa!- cominciai a schizzarlo anche io.
Ben presto il tutto si trasformò in una vera e propria battaglia a colpi d’acqua. Erano tutti davvero simpatici e divertenti.
Solo dopo un po’ mi accorsi che alcuni non erano entrati in mare. E tra questi c’era Shawn.
Volsi lo sguardo verso la spiaggia e lo vidi sotto un ombrellone, che mi guardava.
Arrossii. Volevo stare con lui.
Uscii dall’acqua tra sospiri di delusione degli altri e mi andai ad asciugare vicino a quel ragazzo di ghiaccio.
-Ehi, come mai non fai il bagno? Non hai caldo?- gli chiesi.
-In effetti sì, però non ho voglia di bagnarmi.- sorrise.
Mi sedetti accanto a lui.
-Sono tutti molto simpatici, non è vero?-
-Hai ragione. Sono stato fortunato a trovare dei compagni come loro.-
-Ti fanno sentire..meno solo?- glielo chiesi con titubanza, non volevo parlare troppo di Aiden.
Lui si limitò ad annuire, con un sorriso malinconico stampato in volto.
“Ecco lo sapevo che non dovevo chiederglielo!” pensai, dandomi un pugno in testa.
-Beh..Chi è questo bomber di fuoco che state cercando?- cambiai discorso.
-Oh, si chiama Axel. Ma io non l’ho mai conosciuto. Era in squadra prima che arrivassi io. Dovrei essere il suo ‘sostituto’ se non ho capito male..-
Ci pensai un attimo. ‘Bomber di fuoco’..chi poteva esserci ad Okinawa con un soprannome simile?
Poi mi balenò un’idea. Cloud. Era senz’altro lui! Con il suo tiro ‘palla di fuoco’ era l’unico che corrispondeva alla descrizione. Però non era Axel.
-Ragazzi!- la voce della signorina Shiller interruppe il mio pensare.
-Uscite dall’acqua, forza. E’ il momento di iniziare le ricerche.-
Loro cercavano Axel, non Cloud. Non sarebbe cambiato nulla se gliel’avessi presentato. Non era ciò che stavano cercando.
Shawn si alzò e io con lui. Non so perché mi dimenticai subito di quello che avevo pensato poco prima. Solo guardare quel ragazzo che avevo finalmente ritrovato, cancellava qualsiasi altra cosa intorno a me. C’era solo lui. Ci incamminammo fianco a fianco, come un tempo e mi sembrò non fosse passato nemmeno un minuto. Era sempre il solito Shawn. Dolce, gentile, bello.. proprio quello di cui ero stra-cotta da piccola.
Il mio Shawn.
  
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