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Autore: valentinamiky    01/07/2007    2 recensioni
Le aveva mostrato il volto. Era l'unica persona ad aver ottenuto questo privilegio, perché era stata l'unica ad aver dissipato le tenebre del suo cuore. L'aveva amata. L'amava ancora. L'avrebbe amata per sempre. - Se solo fossi qui…sarei più forte…perché con te al mio fianco io sono vivo…- Perdonatemi, ho modificato gli avvertimenti perchè ho deciso che ci sarà la Yaoi! è__é e così sarà!!! invece non ho ancora stabilito quale sarà il dstino di Kakashi...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi auguro con tutto il cuore di non aver scritto troppe schifezze… Lunedì andrò in montagna con una mia amica (Ritiro "spirituale: mi farò dare un po' di consigli sul sequel

Mi auguro con tutto il cuore di non aver scritto troppe schifezze… Lunedì andrò in montagna con una mia amica (Ritiro "spirituale: mi farò dare un po' di consigli sul sequel. Muhahahahahaha!) e starò via un po' di giorni. Spero di riuscire ad aggiornare la fic prima di partire per il mare…baciotti ^__^

LA TECNICA DELLE INCRESPATURE

- Non abbiamo tempo da sprecare. Se agiamo subito non morirà nessuno- Nami si voltò con un sorriso dolce e rassicurante; ma il cuore di Kakashi perse un battito. Aveva un brutto presentimento. Aveva paura di perderla per sempre.

Sakura e Tsunade ritornarono proprio in quel momento. La ragazza dai capelli rosa aveva una pessima cera: pallida e madida di sudore, sembrava quasi che dovesse svenire da un momento all'altro. Si era sempre domandata come facesse Naruto a trattenere le lacrime, nonostante la rabbia e la sofferenza. Ora aveva trovato la risposta. Non aveva più lacrime da versare. Il biondo, che aveva vissuto un'infanzia dura e dolorosa, aveva imparato a mascherare in qualche modo i suoi sentimenti. Aveva reagito, sorridendo perfino alle persone che gli si erano dimostrate ostili. Ma lei non ci riusciva. Sentiva il cuore spaccato sminuzzarsi nel petto e l'amaro sapore della rassegnazione invadere ogni più piccola parte del suo corpo; ora, più che mai in tutta la sua vita, era consapevole di essere inutile ed insignificante. Aveva solo una voglia pazzesca di urlare al biondo di non andarsene, che gli voleva bene, che non poteva fare a meno di lui…voleva dirgli tutte quelle cose che, per la sua ostinazione o per il suo stupido orgoglio, non era mai riuscita a dimostrare. Voleva piangere. Ma ormai aveva esaurito tutte le lacrime. Era rimasto solo un immenso vuoto, una voragine aperta nel suo cuore devastato e sanguinante.

Tsunade aveva perso completamente la cognizione dello spazio e del tempo. Nella sua mente c'era solo Naruto, accompagnato da infinite domande senza risposta. Era accaduto tutto così velocemente da lasciarla spiazzata. Naruto le aveva donato una speranza. Grazie alla sua determinazione ed i suoi teneri e rassicuranti sorrisi, Tsunade era tornata a sperare che gli sforzi dei ninja della foglia non sarebbero stati vani. Che sarebbe valsa la pena combattere e magari perfino morire pur di difendere il paese a lei tanto caro, i suoi amici, tutte le persone della sua terra natale. Ma tutto stava per finire. Non sapeva con certezza quando sarebbe successo, ma la vita di Naruto si sarebbe spenta di lì a poco. Avrebbe esalato l'ultimo respiro. Era questione di ore o, forse, solo una manciata di minuti…la donna prese una decisione e la espresse con voce tremante.

- Se non avete bisogno di me…vado a scrivere al Kazekage…devo avvertirlo…lui e Naruto erano amici e se…- a Tsunade le parole morirono in gola, esplodendo nel suo petto. Occhi umidi di pianto e cuore straziato dal dolore. Riuscì semplicemente a dire - se succede qualcosa sono nel mio ufficio…-

- Tsunade-sama…- Nami esordì con infinita timidezza: il momento era davvero delicato. - se…se me lo permette io vorrei provare a salvare Naruto con una mia tecnica… Ormai non abbiamo più niente da perdere, no? Vale la pena di fare un tentativo…-

- Fai un po' come vuoi…ma non farti troppe illusioni. Le speranze fanno male quando vengono infrante…- il quinto Hokage uscì dalla stanza trattenendosi chissà come dal piangere.

Voltandosi, Gai notò la preoccupazione che si era dipinta sul volto del suo rivale: Kakashi era stranamente pallido e sembrava respirare a fatica. Il moro diede una pacca sulla spalla dell'amico, nel tentativo di infondergli un po' di coraggio. L'insegnante dai capelli argentati, in risposta, si voltò affondando nell'abbraccio del rivale. Forse era la stanchezza. Forse, più semplicemente, la disperazione. Non voleva guardare. Non voleva vederli morire. Non avrebbe retto il colpo. Gai si stupì moltissimo per la reazione di Kakashi, ma non disse nulla. Era la prima che il maestro dai capelli argentati mostrava, in parte, i propri sentimenti.

Sai era incredulo: se nemmeno Tsunade era riuscita a curare Naruto, come poteva farcela una ragazzina? Eppure, per qualche strana ragione, sentiva di potersi fidare di lei. In fondo, dovevano provare in tutti i modi a salvarlo.

- Posso aiutarti in qualche modo?- il moro offrì senza esitazione la propria collaborazione per aiutare la ragazza che accettò di buon grado l'offerta: da sola non avrebbe avuto nessuna possibilità. Aveva bisogno di una grande quantità di chakra per eseguire quella tecnica.

- Elemento dell'acqua. Tecnica delle increspature- Nami era concentrata al massimo e, lentamente, piccoli cerchi concentrici iniziarono a scaturire dalla fronte di Naruto, nel punto in cui Itachi lo aveva colpito. Solo a quel punto Nami chiese a Sai di intervenire. - Mi occorre più chakra…appoggia la tua mano sulle mie, Sai.-

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte: senza esitazione fece ciò che gli era stato ordinato. Sentì il proprio chakra trasferirsi lentamente fuori dal suo corpo, per congiungersi a quello della ninja di Taki.

Ma, oltre alla mano di Sai se ne aggiunsero altre: quelle di Iruka, Gai e Kakashi. Ovviamente, anche Sakura voleva aiutare Naruto, ma la voce ferma di Nami la bloccò.

- No, Sakura. Conserva il tuo chakra. Mi servirà dopo, per rimarginare le ferite di Naruto…- Nami aveva ormai il fiato corto. Kakashi era sempre più preoccupato per la ragazza, ma non potevano tirarsi indietro proprio ora.

***

Naruto si sentiva malissimo: la sua testa rischiava di esplodere, per colpa di tutte quelle insinuazioni. Gli abitanti di Konoha lo stavano picchiando per l'ennesima volta. Sapeva di essere ormai arrivato allo stremo delle forze: non riusciva più a sostenere da solo quella situazione e sentiva che presto sarebbe crollato.

- MOSTRO!-

Il bambino urlava e cercava disperatamente di districarsi da quel groviglio di mani che lo incatenavano, obbligandolo a subire mille percosse. Si era rialzato in piedi a fatica, con la vana speranza di riuscire a scappare, ma qualcuno lo strattonò e un calcio lo raggiunse all'altezza del diaframma, facendolo ricadere a terra privo di forze e boccheggiante. Gli mancava il respiro. Un uomo lo afferrò per i capelli, tirandoli con forza, mozzandogli nuovamente il fiato per il dolore. Un altro calcio lo raggiunse alla spalla. Piccole gocce salate spuntarono spontaneamente dai pozzi cristallini del piccolo: era al limite.

- Basta…- nessuno udì la voce esile del bambino che implorava pietà. Disperato, il piccolo iniziò a piangere, provocando l'ilarità degli aggressori.

- Chi vorresti prendere in giro con quelle lacrime finte? Che ipocrita! Un mostro come te non doveva nascere!-

Una donna manteneva le distanze dal gruppo che malmenava il bimbo, singhiozzando e gridando come una pazza. - Quello non è mio figlio! Io non ho partorito quel mostro! È stato lui! Ha ucciso anche il mio bambino! Deve morire!-

Naruto sentì il suo cuore cadere a pezzi: era quella sua madre? Perché lo trattava così? Perché lo stavano picchiando? Era davvero tanto cattivo? Se aveva fatto qualcosa di male non se n'era accorto, non lo aveva fatto apposta.

- Scusa-temi…basta…vi…prego…- forse doveva chiedere scusa, così lo avrebbero lasciato in pace.

- Pensi che le tue scuse serviranno a riportarci tutte le persone che hai ucciso? Mio figlio è morto per colpa tua!- una donna lo colpì con il tacco su un fianco, incurante delle suppliche dell'esserino indifeso che giaceva a terra piangente.

- Zitto, maledetto!- un altro calcio. Lo colpì in pieno viso, facendogli sanguinare un sopracciglio…

- …Per…favo…re…- il bambino stava perdendo i sensi. Poco prima di svenire pregò silenziosamente di non doversi mai più risvegliare.

- SMETTETELA!-

Le persone intente a picchiare il bambino alzarono lo sguardo verso il proprietario di quella voce ferma e decisa, rimanendo impietriti.

- Ma non vi vergognate? Si può sapere perché avete alzato le mani su un bambino indifeso? Non vi riconosco più!- Il nuovo arrivato s'inginocchiò accanto all'esserino inerme. Il bambino faceva davvero tenerezza, sembrava perfino più piccolo di quanto in realtà non fosse. Lo accolse tra le braccia, sfiorando lievemente il volto coperto di lividi, ben attento a non fargli male con le sue carezze. L'affetto e la dolcezza del misterioso salvatore scomparvero quando quest'ultimo alzò lo sguardo, incontrando i volti sbigottiti dei presenti.

- Pensate forse che questo bambino non abbia dei sentimenti? Non potete nemmeno immaginare quanto sia pesante il fardello che è costretto a portare dalla nascita! Io speravo che lo avreste aiutato…per questo mi sono sacrificato pur di sigillare nel suo corpo il demone volpe…per salvare il villaggio ho sacrificato non solo la mia vita… A quanto pare ho anche privato questo piccolino della felicità che gli spettava…-

- Yondaime…sama…- tutti indietreggiarono, abbassando gli sguardi.

Naruto riaprì gli occhi. Aveva la vista leggermente appannata, ma riconobbe nella figura che gli stava davanti il quarto Hokage. Non sembrava essere arrabbiato con lui. Aveva un sorriso disteso e rilassato e gli stava accarezzando una guancia. Per il bambino era una sensazione completamente nuova: si sentiva protetto ed amato. Naruto raccolse le ultime forze rimaste nel suo corpicino per cercare un contatto maggiore con il corpo caldo dell'Hokage, stringendo le manine sulla maglietta di Yondaime e affondando il volto nel suo petto, in cerca dell'affetto mai ricevuto.

- Tranquillo, piccolino. Ora sei al sicuro, non ti faranno più alcun male…- dicendo questo, l'Hokage posò un piccolo bacio sulla fronte del bimbo, che sgranò gli occhi per la sorpresa: non aveva mai provato nulla di simile, ma era una sensazione bellissima.

Le persone che lo avevano picchiato scomparvero insieme al buio che lo aveva circondato fino a pochi istanti prima, inghiottiti dalla luce emanata da Yondaime. Il bambino capì di non avere più nulla da temere e abbandonò l'espressione impaurita, rilassandosi completamente tra le braccia del più grande. Magari quello era il paradiso. Naruto aprì timidamente la bocca per sussurrare qualcosa.

- Io…sono morto?- Il faccino paffuto lo faceva somigliare ad un vero angioletto. Era davvero un amore. Yondaime non riusciva proprio a capire l'odio che tutti gli uomini del villaggio provavano nei suoi confronti. Bastava guardare quegli occhioni azzurri per capire quanto fosse buono.

- Non ancora, Naruto…mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare per colpa mia, ma non avevo altra scelta, credimi…grazie per tutto ciò che stai facendo per il villaggio della foglia…- Yondaime sciolse l'abbraccio: non aveva tempo da perdere, doveva affidare a Naruto quella missione. I suoi occhi incontrarono quelli sorpresi del bambino: a Naruto non era ancora ben chiaro il motivo per cui il quarto Hokage lo aveva ringraziato. Ora lo ascoltava incuriosito, con il capo piegato leggermente di lato.

- Vedi, piccolo… hai già fatto molto per il villaggio, ma ho ancora qualcosa da chiederti. Quando ti sveglierai dovrai dire al quinto Hokage che oltre a Itachi e Sasuke esiste un terzo sopravvissuto allo sterminio del clan Uchiha…ora sta cercando di entrare nell'organizzazione dell'Akatsuki, ma in realtà non è affatto cattivo…lo devi fermare, per favore…-

- Ma io…come faccio a sapere chi è?- alla domanda ingenua del piccolo, il quarto Hokage sorrise dolcemente.

- Sarà Kakashi a riconoscerlo. Lui era…il suo compagno di squadra…- Yondaime scomparve in una nube di fumo, lasciando solo il piccolo Naruto. Una voce stranamente familiare risuonò nell'aria; sembrava quasi che quel richiamo volesse ricondurlo a casa. Il piccolo mosse qualche passo incerto nella direzione da cui sembrava provenire la voce. Senza nemmeno rendersene conto, iniziò a correre. Si sentiva leggero…felice…

***

Sai non credeva ai propri occhi. Naruto aveva ripreso a respirare regolarmente ed aveva riacquistato un po' di colore sulle guanciotte pallide. Pochi secondi dopo, l'espressione del biondo si distese in un sorriso bellissimo. Iruka, commosso, iniziò a piangere senza nemmeno accorgersene. In effetti, piangeva mentre rideva. Sembrava impazzito. Sakura non era certamente da meno (mentre la vera Sakura gridava "EVVAI!" sventolando una bandiera arancione sulla quale era disegnata una ciotola di ramen): si era coperta gli occhi per nascondere le lacrime, ma sul volto aveva stampato un sorriso radioso.

- Nami!- l'urlo di Kakashi risuonò nella stanza come un fulmine a ciel sereno. Tutti si voltarono verso la ragazza.

- Tranquillo…sono solo…un po'…stan…- la jounin perse i sensi prima di poter terminare la frase. Nonostante la stanchezza, la ragazza non sembrava essere in pericolo di vita. Aveva bisogno di riposare.

Sakura, cercò di contenere l'euforia e prese in mano la situazione, ordinando a Iruka e Gai di accompagnare gli altri due jounin nella loro stanza: Nami doveva assolutamente stare ferma a letto per almeno dieci giorni e anche il maestro Kakashi sembrava piuttosto spossato. La ragazza dai capelli rosa incontrò lo sguardo di Sai. Non lo aveva mai visto sorridere in quel modo.

- Sai…io vado ad avvertire Tsunade e gli altri…tu resta qui con Naruto.-

"Quei due devono chiarire parecchie cose, è meglio lasciarli soli per un po'. Sono sicura che a Naruto farà piacere trovare Sai al suo risveglio…"

La ragazza aprì la porta per andarsene, ma Sai la richiamò.

- Sakura…grazie…-

***

- Itachi…stai bene?- Kisame sembrava piuttosto preoccupato per il suo compagno: la tecnica di ipnosi a distanza richiedeva un ammontare di chakra spaventoso.

- Non preoccuparti, Kisame…dopo questa visione…saranno loro a portare Naruto al nostro covo. Piuttosto…Tobi, hai capito cosa devi fare?- i membri dell'organizzazione si voltarono in direzione del kohai, scrutandolo minacciosamente: il ragazzo aveva una sola possibilità per dimostrare di essere all'altezza dell'Akatsuki.

- Fingere di essere un certo Obito Uchiha e tenere occupato il ninja della copia. Nel frattempo, tu e gli altri, catturerete la volpe… Lascia fare a me, sempai!- il nuovo acquisto dell'organizzazione era entusiasta di aver ricevuto una missione tanto importante. Non vedeva l'ora di entrare in azione.

CAPITOLO EXTRA: GLI SCHIAVETTI DELL'AUTRICE

Eminenza…possiamo fare una pausa? Nd Leader

No. Passami la matita. Nd placida autrice

Sigh! Nd Akatsuki boys

Possiamo almeno sapere qual è il nostro scopo? Nd Itachi

Certo. Evitare di farmi sgobbare… Tobi…fai la telecronaca per i lettori. Nda

Dunque… l'autrice è molto disordinata, e ci ha chiesto di aiutarla a trovare gli oggetti smarriti visto che lei è troppo impegnata a disegnare la doujinshi per l'esame (tratta dal prologo di Hotaru). Itachi ha rapito Neji per sfruttare il byakugan…e a quanto pare funziona. Le ricerche sono molto più veloci ora… la matita è…in frigorifero?! @' Nd Tobi

Qualche giorno dopo…

Oooooooooooooooooh! Nd tutti

^__^ Grazie ragazzi, il vostro aiuto si è rivelato molto utile (grazie a voi sono riuscita anche a dormire per almeno sei ore in tre giorni!) Nda

Sì…? Allora ci pagherai per i nostri servigi? Nd Kakuzu

!__! Perché?! Da quando in qua gli schiavi ricevono un compenso??? Nda

°__° … Kakuzu ci rimane molto male…

^__^ Comunque ho preso proprio un bel voto! Grashie! Quando finirò la douji prometto di postarla…baxini a tutti! Nda

 

  
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