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Autore: Eragon36    14/12/2012    1 recensioni
Murtagh torna dall'esilio che si era autoinflitto, pronto ad aiutare il fratello Eragon ad addestrare i nuovi Cavalieri destinati a vegliare su Alagaesia. Intanto lo stesso Eragon esplora le terre che ha scelto per addestrare i suoi allievi, e trova non poche sorprese. Intanto, vecchi e nuovi nemici tentano di minare la pace del neonato regno di Nasuada, mettendolo anche a serio rischio. Il titolo significa Destino e Amore.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Roran/Katrina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni successivi trascorsero veloci per Eragon. Durok migliorava con la magia a vista d’occhio, e ormai era un buon mago, poco al di sotto del suo livello quando combatté contro Durza. Contemporaneamente, Murtagh apprendeva come addestrare i Cavalieri, e fu molto curioso del trattamento che Eragon avrebbe riservato a Korgan. Si stupì quando Eragon ordinò al nano di spostare un mucchio di pietre grandi ciascuna quanto un suo pugno senza poterle toccare con le mani. Dopo una settimana di apprendimento, Murtagh disse: "Fratello, sono pronto per addestrare dei nuovi Cavalieri da solo. Ho appreso molto da te, e penso di poter tramandare a mia volta le conoscenze dei Cavalieri."
"Ve bene, fratello. Domani congederò Dusan con due uova di drago. Dovrai aspettare un po’ probabilmente prima dell’arrivo dei nuovi Cavalieri."
"Lo so. Intanto continuerò ad apprendere da te."
Quella sera, mentre Eragon stava per coricarsi, sentì la porta della sua camera bussare, allora si alzò e disse: "Avanti!"
Era Murtagh.
"Scusa l’ora, fratello. Mi è venuta in mente una domanda che mi porto dietro dalla morte di Galbatorix"
"Dimmi pure."
"Come hai fatto a ucciderlo? L’ho sentito urlare “Cos’hai fatto?”. Hai usato la magia? Se sì, come hai fatto a evitare che lui ti fermasse vanificando l’incantesimo col Nome dei Nomi?"
"Non lo sai?" Chiese Eragon stupito.
"So cosa?"
In tutta risposta Eragon, senza dire una parola, fece chiudere la porta della sua stanza.
"Come hai fatto?"
"Galbatorix si è ribellato quando il suo addestramento era ancora incompleto, per cui non sapeva molte cose sulla magia. Cose che non puoi apprendere se non le cerchi, o se non te le fai dire da un insegnante che le sa. Come l’antica lingua influisce sulla magia, Murtagh? In che modo la controlla?"
"Con l’antica lingua si possono evocare incantesimi, e la magia è sottomessa alla lingua."
"Soltanto? Ciò significa che se un animale riuscisse a imitare le parole Deyja e Brisingr potrebbe uccidere qualcuno o far scoppiare un incendio?"
Murtagh non ci aveva pensato.
"Allora come…?"
E come Oromis aveva fatto con lui, Eragon raccontò al fratello la storia del Popolo Grigio, di come avevano lanciato un incantesimo per imbrigliare l'antica lingua, e gli spiegò le relative implicazioni, e i relativi rischi.
"Per questo, quando formuliamo un incantesimo, pronunciamo le parole anche se potremmo evitare.  Ora sai come ho battuto Galbatorix."
"Hai usato la magia senza parlare. Hai evitato le sue difese. Mi congratulo con te, fratello. Hai trovato il suo unico punto debole e l’hai usato contro di lui. Bé, si è fatto tardi, buonanotte. Ti ringrazio per le spiegazioni. Ora sono pronto per addestrare nuovi Cavalieri."
"A domani."
Il giorno dopo, Eragon cercò Dusan e gli disse: "Oggi stesso tu e Iormungr partirete. Murtagh ha deciso di addestrare i Cavalieri novizi, per cui porterete con voi due nuove uova di drago."
"Molto bene, Maestro."
"Fra cinque anni tornerete qui per completare il vostro addestramento.  Riferisci questo anche a Dazghra."
Gli occhi dell’elfo si illuminarono."Non mancheremo, maestro."
Eragon andò nel luogo in cui erano conservati gi Eldunarì, sotto al castello, prese due delle ventidue uova di drago rimaste, una blu e una nera, e le portò a Dusan, che lo aspettava in sella a Iormungr.
"Ora potete andare,"disse consegnandogli le uova, "Quando entrambe si schiudono portate i Cavalieri qui."
"Sì, maestro."
Poche settimane dopo fu Dazghra a tornare con i due Cavalieri. Lui e Hìrador, marrone come la corteccia di una quercia, comparvero nel cielo a mezzogiorno, e fecero scendere i due nuovi Cavalieri: un elfo di nome Amdir, di dodici anni, dai capelli corvini e dagli occhi azzurri, davanti al quale si era schiuso l’uovo nero, e il drago era stato chiamato dal suo Cavaliere Gretiem, e un’umana di quattoridici anni di nome Dana, con capelli rossi come fuoco – o come Castigo, osservò Murtagh – e occhi marroni; davanti alla quale nacque un drago azzurro come Saphira, ma maschio e chiamato dal suo Cavaliere Atma.  L’elfo raccontò di venire dalla città di Osilon, nella parte occidentale della du Weldenvarden, mentre Dana disse di venire da una piccola città di nome Agrod’est, a nord di Melian. Eragon ricordò quel villaggio con stupore: era stato lì durante il suo viaggio di ritorno dall’Helgrind, e lì aveva incontrato Arya. Entrambi erano più che entusiasti di essere stati chiamati a servire l’Ordine. Eragon, dato che i suoi due allievi erano a lezione di Antica Lingua, accompagnò Murtagh e i due allievi a esplorare il castello. Quando ebbero finito, cenarono insieme e i due fratelli risposero alle domande dei due neo allievi, soprattutto di Dana. La ragazza sembrava smaniosa di diventare uno dei migliori Cavalieri della storia. Alla sera, dopo aver loro mostrato i loro alloggi, si congedarono e si prepararono per la notte. Eragon stava per addormentarsi, quando alla sua porta sentì bussare. La porta si aprì e entrò Murtagh, con un’espressione di puro terrore sul volto. "Fratello, è successo un guaio."
"Calmati." gli disse Eragon alzandosi dal letto. "Siediti e spiegami tutto."
"Oh, è semplice,"disse Murtagh con una punta di sarcasmo nella voce."Ricordi quando ti ho detto della mia notte con Nasuada?"
"Certo. E’ stato un po’ inaspettato ma… sì, ricordo."
"Bene. Nasuada mi ha appena cercato per dirmi che… non ci fermeremo solo a quella notte."
"Spiegati meglio."
"Aspetta un figlio, Eragon, ed è mio. Sarò padre, e per lei sarà un grande disonore poiché ha avuto un figlio prima di sposarsi. Lei è contenta, ma teme per le maldicenze che potrebbero nascere da questo.. inghippo."
"Dille di non preoccuparsi delle malelingue. Ricorda che anche io sono figlio di Brom e di nostra madre, e non erano sposati, anzi, peggio, mia madre era sposata con tuo padre. Se è saggia, non deve preoccuparsi di ciò che dice la gente."
"Grazie, fratello. Glielo dirò. Ah, col tuo permesso, ho deciso che nostro figlio rimarrà a Ilirea e sarà cresciuto come un principe, per governare Alagaesia quando Nasuada se ne andrà."
"E’ tuo figlio, le scelte sono tue. Ti consiglio però di andare a trovarlo ogni tanto."
"Non mancherò." Murtagh uscì dalla stanza.
Murtagh diventerà padre, pensò Eragon.E’ strano, mi sembra di essere sempre più vecchio…
Non preoccuparti,lo confortò Saphira. Arriverà anche il tuo momento. Potrebbe arrivare più presto se tu volessi tornare da Arya, ma tu preferisci aspettare.
Devo addestrare i Cavalieri, disse lui.
Sei un caso disperato.
   
 
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