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Autore: martar95    14/12/2012    2 recensioni
C’è un momento della nostra vita che non potremmo mai dimenticare. Può essere bello, oppure no, ma comunque quel momento rimarrà impresso nella nostra memoria… per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 4

12 settembre 2010.

Erano passati quattro giorni dal mio arrivo a scuola e tutto andava bene, oltre a Robert avevo conosciuto una ragazza di nome Hanna e un altro ragazzo di nome Jack, che a mio parere, e non solo mio, non interessavano le donne. Ma questo non importava a nessuno, soprattutto perché era un ragazzo veramente dolce e carino.  Eravamo tutti insieme nel corso di matematica, francese e letteratura e a mensa ci sedevamo insieme a parlare di lezioni, a fare qualche battuta sui professori, e di altre cose personali. 
Quella mattina le previsioni avevano dato pioggia, ma testardamente io volli andare in autobus perché non volevo disturbare Jared che quella mattina stranamente non si era svegliato. Fortunatamente nel tragitto da casa a scuola non cadde neanche una goccia, ma giustamente non appena misi piede fuori dall’enorme portone iniziò a diluviare. Robert, Hanna e Jack erano usciti un' ora prima di me e quindi io ero rimasta da sola. Restai fuori da scuola per mezz’ora aspettando che smettesse, dopodiché chiamai mio padre che però non rispose ed ipotizzai che stesse ancora lavorando. Provai con Katrin, ma neanche lei mi rispose così non mi rimase che chiamare Jared. Composi il numero sperando di non disturbarlo, anche la sera prima sembrava strano, ma non ci feci molto caso. Il telefono squillava, e solo dopo pochi secondi Jared rispose.
“Pronto” la sua voce sembrava diversa, non più dolce e sicura ma sembrava.. triste.
“Jared scusami se ti disturbo, ma come puoi vedere sta piovendo molto forte e ne mio padre ne Katrin rispondono. Non è che magari potresti venire a prendermi? Sempre che la cosa non ti rechi disturbo”
"..."
“Jared?” ripetei.
“Tra 10 minuti sono lì” rispose seccamente e subito dopo riagganciò. Che strano pensai, non avevo mai sentito Jared così triste, forse aveva litigato di nuovo con sua madre o forse con qualche ragazza con cui usciva non lo so. L’unica cosa di cui ero certa era che questa volta sarei riuscita a capire cosa gli fosse successo. Dopo 10 minuti vidi una macchina arrivare davanti ai cancelli e lo sportello si aprì, feci una corsa e salii su.
Non appena chiusi lo sportello e mi voltai vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata. Di fronte a me si presentava un Jared completamente diverso da come lo conoscevo. Aveva i capelli tutti bagnati e scompigliati, i vestiti sembrava che chi avesse rubati ad un barbone, e cosa più importante i suoi occhi erano spenti, vuoti senza più anima.

“Grazie per essere venuto, e scusami se ti ho disturbato” ruppi il silenzio, aspettai ma nessuna risposta. Eravamo fermi, davanti ad una scuola ormai deserta ad aspettare non sapevo cosa. Presi coraggio “Jared che succede? C’è qualcosa che non va?” nulla continuava a fissare il vuoto. Mi stavo irritando cosi alzai la voce “Jared!!”
“Scusami oggi è una brutta giornata” rispose, finalmente.
“Si l’avevo intuito, che hai?”
“Niente… non sono affari tuoi!” replicò guardandomi fisso, per poi distogliere nuovamente lo sguardo. “D’accordo ho capito che non ne vuoi parlare ma almeno riportami a casa!” mi stava veramente facendo arrabbiare. 
Accese la macchina e partimmo. Intanto la pioggia si faceva sempre più intensa, e l’atmosfera si faceva sempre più triste. Nessuno dei due parlava, ma a un certo punto la macchina si fermò di colpo.
“Ehi che ti prende??” dissi quasi urlando “Senti Jared oggi sei strano, non so cosa ti prende, forse se ne parli con me potresti sentirti meglio” niente “Oppure no… ma portami a casa per favore!!”. Quei grandi occhi blu mi guardarono. “Oggi è il 12 settembre” disse. “Si lo so…”
“Mi dispiace… oggi non è una buona giornata”
“Me l’hai già detto”
“Io vorrei dirtelo ma…”
“Te l’ho già detto una volta se non vuoi dirmelo non farlo, ma secondo me ti farebbe bene parlare del tuo problema con qualcuno. Non devo essere necessariamente io ma-“
“E’ successo due anni fa…” era il momento “Come forse avrai capito c’entra una ragazza…”
“Si, l’avevo intuito”
“Lei era molto bella, sembrava un angelo. Capelli biondi occhi azzurri, la perfezione” fece una piccola pausa e poi continuò “Ma le cose così belle non sono mai reali.” I sui occhi passarono dal mio viso al volante dell’auto, sembrava quasi che la vedesse. “Jared” dissi, ma lui mi fece cenno di tacere e continuò 
“Dopo un paio di mesi che stavamo insieme mi accorsi che stava cambiando, così decisi di chiederle che cosa avesse e lei mi rivelò che si drogava. Cercai di farla smettere e per un periodo ci riuscii, ma la dipendenza dalla droga non se ne va da un giorno all’altro. Una mattina andai a trovarla a casa sua. Quando suonai non mi aprii nessuno. Capii subito che qualcosa non andava, così passando da una finestra aperta, corsi in camera sua e la vidi.” I suoi occhi si riempirono di lacrime, sembrava strano ma erano ancora più belli. “Era li stesa sul letto e non respirava. Chiamai l’ambulanza ma era troppo tardi. La polizia fece delle indagini per verificare si anch’io fossi coinvolto in quella storia di droga, ma non trovarono niente. Lasciai la scuola e stetti isolato per molto tempo. Mia madre non racconta mai questa storia perché ha paura che le persone possano giudicarmi, ma evidentemente non ha paura che tuo padre possa farlo, e sinceramente neanch’io.”
Quando ebbe finito, rimasi senza parole.




----Angolo Autrice.

Messo subito un altro capitolo. Sperò che vi piaccia!

  
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