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Autore: sberio    14/12/2012    7 recensioni
Una Bella fisioterapista ed un Edward suo paziente alle prese con un problema di amnesia. Riuscira' lui a ricordare la loro breve ma intensa storia d'amore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Bella ed Edward si guardarono per un attimo indecisi sul da farsi.

Al di là della porta  risuonò ancora una volta la voce di Vittoria: “Edward? Allora mi apri? Dai, i cappuccini si raffreddano”.
Fu Bella a quel punto che si decise a muoversi.
“Vai Edward” disse “aprile la porta o si insospettirà, io mi nascondo nel bagno”
“Aspetta” rispose lui trattenendola per un braccio “non mi va che tu ti debba nascondere come una ladra. Esco io fuori a parlarle”
“Edward” disse Bella “anche a me non piace l’idea di dovermi nascondere…ma è più sicuro. Potrebbe insospettirsi e allora tutti i nostri sforzi di fare le cose con calma sarebbero stati vani” e così dicendo si divincolò dalla sua presa “su vai adesso” lo incitò ed entrò in bagno richiudendosi la porta alle spalle.
Edward si diresse verso la porta principale e appena l’ebbe aperta si ritrovò davanti la figura slanciata di Vittoria. Aveva la lunga chioma rossa sciolta sulle spalle e indossava un tailleur elegante ma allo stesso tempo abbastanza audace color grigio perla.
“Edward allora, cominciavo a preoccuparmi” disse lei superandolo ed entrando in camera. Poi si voltò a guardarlo e a mangiarselo con gli occhi. Edward era riuscito si e no ad indossare la biancheria e i pantaloni, lasciando il torace scoperto.
“Ciao Vittoria” le rispose “come ben vedi mi stavo preparando”
“Si…ma continua pure…io non mi formalizzo.” Rispose lei tranquillamente appoggiando i cappuccini e i cornetti sul tavolo.
“Hai avuto un pensiero gentile a portarmi la colazione ma, se non ti dispiace, vorrei terminare di prepararmi “
“Oh ma te l’ho detto Edward, fai pure io non mi formalizzo”
“Bè se non ti dispiace sono io che mi formalizzo. Pertanto se potresti essere così gentile da lasciarmi la dovuta privacy”
“Ma dai Edward, non mi dire che ti imbarazza avere una donna che ti guarda mentre ti vesti. Chissà quante donne lo hanno già fatto…”
“Vittoria, fino ad ora le donne che mi hanno guardato vestirmi o erano mia sorella o mia madre, oppure qualche mia ex e vorrei che le cose restassero tali”
“Bè su questo hai ragione…io non vorrei essere certo una tua ex…quanto..”
“Vittoria” la interruppe Edward “sei una mia collega e hai tutta la mia stima ma….vorrei che le cose tra noi restassero tali. Non devo certo ricordarti che questo è un momento molto delicato per le nostre società e vorrei evitare di incorrere in qualche scandalo…..qualche altro scandalo”
“Oh Edward” esclamò Vittoria “se alludi alla vicenda di Tanya…hai tutta la mia comprensione. Immagino come tu ti sia sentito…ma io non ti farei mai una cosa del genere sappilo”
“Vittoria, ti ringrazio per le tue parole ma, come ti dicevo, non voglio incorrere in altri scandali…senza contare che al momento tutte le mie energie sono indirizzate solo ed esclusivamente nel  lavoro. Non ho per il momento alcun interesse al di fuori di esso.”
“Oh Edward” sospirò lei “mi spiace che tu dica ciò, a volte il modo migliore per dimenticare una delusione è voltare subito pagina….”
“Ognuno ha il suo metodo Vittoria. Io desidero solo stare un po’ solo con me stesso”
“Ok,ok. Messaggio ricevuto.” Disse lei “ti lascio solo con te stesso allora….ma se dovessi cambiare idea…ricordati che in me troverai sempre una cara e affettuosa amica” e si diresse verso la porta non senza rivolgergli un ultima languida occhiata prima di andare via.
Edward richiuse la porta e si diresse verso il bagno “Bella puoi venire fuori, se ne è andata”
Bella uscì con un aria del tutto afflitta.
“Bella mi dispiace tanto che tu abbia assistito a questa scena” disse lui cercando di confortarla “ti giuro che non immaginavo sarebbe arrivata a tanto. Cioè avevo intuito qualcosa da parte sua e ho sempre cercato di comportarmi in maniera tale da scoraggiare ogni possibile tentativo…”
“Edward” rispose Bella “non devi giustificarti con me. Lo so benissimo che non hai fatto nulla per incoraggiarla, io mi fido di te”
“Ricordati anche che per me ci sei solo tu”
“Edward ascoltami, ormai ho accettato il fatto che tu sei e sarai sempre circondato da belle donne, vuoi per il tuo aspetto e vuoi per la tua posizione sociale….certo la cosa non mi fa molto piacere, ma ho imparato ad accettarla e a conviverci…te l’ho appena detto…..io mi fido di te”
“E allora…perché questa espressione così afflitta?”
“Perché la cosa che mi fa più male è il dovermi nascondere come l’amante segreta. Non sai quanto avrei voluto venir fuori e dirgliene due a quella rossa capellona!”
“E non sai quanto mi sarebbe piaciuto assistere alla scena” rise lui abbracciandola “te la saresti mangiata in un sol boccone”
“Non scherzare Edward” rispose lei “io ci sto male sul serio”
“Oh lo so piccola….credi che a me faccia piacere quando mi accorgo che qualche bellimbusto cerca di avvicinarti dover restare nell’ombra ? la gelosia mi divora. Ma te l’ho già detto…devi avere ancora un po’ di pazienza…ormai è questione di poco…anzi pochissimo.”
“Edward ma cosa vuoi dire?”
“Sorpresa!” rispose lui e non aggiunse altro.
Bella uscì di soppiatto dalla stanza così come ci era entrata la sera prima. Tornò nella sua stanza e si preparò anche lei per la sua giornata…l’ennesima senza di lui. Ma chissà cosa poi voleva dire…
La giornata passò tranquillamente in compagnia degli altri ragazzi.
L’ultimo seminario in programma terminò a pomeriggio inoltrato e all’uscita dall’aula, qualcuno propose di andare a prendere un aperitivo al bar dell’hotel.
Tutti furono d’accordo e così si sedettero ad uno dei tavolini del bar e presero a chiacchierare riguardo alcune delle tematiche affrontate durante il seminario.
Bella cercò di seguire il discorso mentre ogni tanto sbirciava il telefonino alla ricerca di qualche messaggio di Edward… ma niente.
“Aspetti qualche telefonata?” le chiese ad un certo punto James a cui non era sfuggito nulla.
“No...perché?” rispose lei
“Bè perché è tutta la sera che guardi il cellulare”
“No...È l’abitudine”
“James di che ti impicci?” ribatté una ragazza del gruppo “magari aspetta la chiamata del suo ragazzo”
“ragazzo?” chiese lui “non sapevo avessi un ragazzo”
“io…bè è una storia lunga…diciamo pure che…siamo in…pausa di riflessione ecco” improvvisò Bella su due piedi. Non aveva voglia di parlare delle sua faccende private e sperava che James non facesse altre domande a riguardo, ma lui invece sembrava desideroso di sapere altri particolari.
Stava infatti per formulare una nuova domanda quando furono interrotti.
“Scusate” fece uno dei camerieri avvicinandosi al loro tavolo “sto cercando la signorina Swan”
“Sono io” rispose Bella alquanto stupita.
“Miss Swan c’è una telefona per lei. La può prendere al bancone del bar”
“Per me?” fece eco Bella alzandosi
“Prego, da questa parte”
Bella si diresse verso il bancone del bar e il cameriere le porse un telefono.
“Pronto?” fece Bella con tono incerto
“Ciao Bella”
“Ed….(Edward)” si corresse abbassando subito la voce “ma…perché mi chiami qui e non sul cellulare?”
Ed istintivamente tornò a guardarlo per cercare eventuali chiamate perse.
“Volevo stupirti un po’…. Ci sono riuscito?”
“Bè si, direi di si”
“Come è andata la giornata?”
“Abbastanza bene, la tua?”
“Al solito, riunioni, riunioni e riunioni”
“C’era anche…lei?”
“Si ma …. Non devi preoccuparti lo sai, il nostro è un rapporto esclusivamente professionale”.
“Si…lo so non preoccuparti, mi fido ti te lo sai”
“Bene. Allora devi fidarti di me anche adesso e fare esattamente quello che ti dico”
“Come?”
“Ascoltami bene: adesso io chiuderò la chiamata, ma tu non dovrai fare altrettanto. Dovrai continuare a parlare come se ci fosse qualcun altro dall’altra parte, per diciamo…circa tre/quattro minuti almeno. Cerca anzi di alzare un po’ i toni, come se stessi litigando. Hai capito?”
“Si ho capito…ma non capisco perché debba fare una cosa del genere” rispose lei alquanto stupita
“Ti fidi di me?”
“Si, certo”
“Bene…e allora fidati e stai tranquilla”
“Ok…come vuoi tu”
“Bene, allora io sto per chiudere. Sei pronta?”
“Si…pronta” rispose Bella ancora un po’ titubante
“Bene…tre, due ,uno…” click- Edward aveva riattaccato.
“Allora ci vediamo tra qualche altro giorno” disse Bella cercando di sembrare credibile “si, mancano ancora pochi giorni e poi rientro a casa…..bè te l’avevo detto che si trattava di una settimana…..ma cosa c’è adesso?....come?.....senti, inutile che reagisci così….lo sai quanto sia importante per me questo corso…..bè se la metti su questo piano non devo certo chiederti il permesso….hai capito bene, si tratta del mio lavoro…sai che ti dico allora?...non ti disturbare a farti vedere quando torno….si infatti, lasciamo stare….direi che siamo arrivati proprio alla frutta….no…sono io che la chiudo io….stammi bene!”
E così dicendo sbatté il telefono . –Spero di non aver esagerato- si disse Bella.
-E adesso?- Pensò -che faccio ?-
In quel momento sentì una voce familiare
“Serata storta?”
Si voltò e vide Edward seduto allo sgabello vicino a lei con in mano un bicchiere di liquore mentre la fissava.
“IO?” Bella non sapeva come comportarsi. Altre volte si erano parlati in pubblico, ma in quelle circostanze nessuno sapeva chi fosse Edward in realtà. Stavolta era diverso, tutti in quella sala lo conoscevano bene…e infatti gli occhi di tutti erano puntati su di loro.
Edward si rese conto del suo smarrimento e infatti le fece l’occhiolino come a rassicurarla che tutto andava bene.
“Mi scusi” riprese poi lui “non ho potuto fare a meno di ascoltare la sua telefonata….”
“Ah…bè si. Credo che stasera si sia chiusa una pagina della mia vita” rispose lei
“Mi spiace”
“Si figuri….a volte è necessario…e comunque sa come si dice, voltiamo pagina e guardiamo oltre”
“Ben detto….mi permette allora di offrirle da bere?”
“Grazie…lei è molto gentile…”
“Oh mi perdoni, non mi sonoancora presentato….piacere” le disse porgendole la mano “sono Edward, Edward Masen, lieto di fare la sua conoscenza”.
 

  
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