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Autore: Soul of the Crow    15/12/2012    5 recensioni
Mi ero ripromessa di continuare la mia raccolta, ma avevo in mente questa fic già da un bel pezzo per non pubblicarla: le Divinità della Morte e della Vita lottano da diverso tempo, ma la prima deciderà di risvegliare un'anima per appropriarsi di quelle degli altri umani. E se la sua avversaria avesse inviato un suo Emissario per impedirglielo?
Alcuni personaggi di IE GO, e alcuni miei OC, saranno i protagonisti di questa fic e le pairings principali saranno la RanTaku e la KyouTen, ma potrei decidere di metterne altre nel corso della storia.
Se vi interessa, vi aspetto dentro con i dettagli.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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Poche ore prima dello scontro… nel Regno della Vita… sull’Isola dell’Est…
 
Kirino era tornato nel posto in cui aveva detto addio all’Angelo che lo aveva addestrato come Guardia Angelica: una collina in cui il vento si sentiva più di qualsiasi altro posto dell’Isola, ma era strano perché non avrebbe dovuto esserci quella foschia.
Nonostante quel minuscolo problema, il rosa riuscì ad orientarsi e a trovare l’oggetto del suo interesse: una tomba simile a quelle che c’erano sulla Terra, ma al posto del nome del defunto, vi erano delle frasi incise dallo stesso Ranmaru diverso tempo prima, e vicino ad essa si trovava una camelia bianca, ma con qualche striatura rosata sui petali.
Per me le cose erano cambiate per sempre, ma non lo volevo accettare, soprattutto perché il nostro incontro era stato la causa di tutto; tuttavia, tu mi eri sempre stato accanto, anche se io continuavo a detestarti perché tu e quel Diavolo mi avevate trascinato qui. Col tempo, capì che odiarti non avrebbe risolto le cose, e senza accorgermene, mi avevi fatto capire che per me quello sarebbe stato un nuovo inizio, anche se piuttosto diverso dalla vita che conducevo sulla Terra. Purtroppo, come sei arrivato, così te ne sei dovuto andare: il nostro incontro nel Mondo degli Umani era stato preceduto da una folata di vento, e quello stesso elemento ti ha portato via da quest’isola in seguito all’ultimo combattimento con la Signora della Morte.
Non so dove ti trovi adesso, ma sappi che ti voglio ringraziare: grazie a te sono diventato una Guardia Angelica, ma soprattutto mi sento davvero parte di questo Regno. Grazie di tutto Kazemaru Ichirouta.”
Ecco le frasi che il rosa aveva inciso sulla lapide; la camelia invece la aveva messa lì perché, in un certo senso, era il fiore che rappresentava meglio ciò che il turchese gli aveva fatto capire: Kirino aveva perso la fiducia in tutti quelli che incontrava in quel Regno, e anche la fiducia che le cose sarebbero potute migliorare, ma Kazemaru gliele aveva fatte recuperare, anche se ci era voluto parecchio tempo.
- Era da qualche tempo che non venivi qui, vero Kirino? - il rosa tornò alla realtà, ma vicino alla tomba vi era una specie di spettro: aveva capelli turchesi lunghi fino a metà schiena, di cui un ciuffo gli copriva l’occhio sinistro, l’altro era di colore marrone e la carnagione era leggermente abbronzata. Inoltre, aveva l’armatura e le ali d’Angelo.
- Kazemaru? Come hai fatto a tornare? - gli domandò Ranmaru dopo aver capito con chi si trovava a che fare.
- Infatti non sono tornato: mi trovo in un altro posto in questo momento, ma sono riuscito a mettermi in contatto con te. Ho visto quello che è successo con quel Mietitore, e… mi sembra di tornare indietro nel tempo. - ammise lo spirito, per poi aggiungere:
- è successa la stessa cosa a me con quel Diavolo con cui mi stavo scontrando poco prima che ci incontrassimo per la prima volta, ma ho superato la cosa. -
- Potrei sapere come? A questo punto, si sbarazzerà di me appena ci rincontreremo. - gli disse il rosa.
- Io ed Endou purtroppo ci siamo dovuti sacrificare per fare in modo che i due Regni continuassero ad esistere, ma nel tuo caso, non deve succedere: dovresti provare a farlo ragionare e in qualche modo, a fargli ricordare ciò che vi ha uniti quando ancora ognuno non sapeva dell’identità dell’altro. - gli spiegò lo spettro, per poi svanire nel nulla.
Kirino era più insicuro che mai, ma si diresse verso il Monte dell’Alba, e da lì avrebbe raggiunto la Terra; Kazemaru aveva ragione: avrebbe dovuto provare a parlargli, anche se sarebbe stato difficile.
 
 
Intanto… nel Regno della Morte…
 
Shindou era arrivato in una zona del Regno piuttosto isolata dalle grotte in cui abitavano gli altri Demoni Mietitori e dalla Caverna della Morte, ma in seguito ad una scoperta avvenuta quando era ancora sulla Terra, e voleva sapere qualcosa di più sulla storia dei due Regni: una landa desolata al cui centro si trovava una lapide simile a quelle delle tombe del Mondo degli Umani, ma era fatta di rocce magmatiche, presentava spaccature lasciate dalle lame delle falci degli Spiriti Mietitori e su di essa, non vi era inciso nessun nome.
- Questo è l’ultimo posto in cui Endou Mamoru è venuto prima di sacrificarsi per la salvezza dei due Regni… Ora gli mostro che cosa faccio io ai traditori. - pensò Takuto, per poi colpire il terreno con la falce: quel colpo causò un’enorme apertura tra le rocce dalla quale scaturì una luce violacea. Dopo quel bagliore, l’unica cosa che rimaneva in quella landa era un’enorme spaccatura, ma la lapide era stata ridotta in mille pezzi.
- Kirino Ranmaru, mi hai mentito per tutto questo tempo, ed io che credevo che saremmo potuti diventare amici… Sono stato un vero ingenuo, ma ti consiglio di prepararti, perché diventerai come questo monolito: nient’altro che un mucchio di polvere, anzi no, di te non resteranno nemmeno le ceneri. - dopo quel pensiero, il Mietitore si diresse verso la Caverna della Morte.
Il suo unico pensiero per la testa? Quello di liberarsi dell’Angelo che lo aveva tradito.
 
 
Di sera… nel Mondo degli Umani… nella zona nascosta del parco…
 
Kirino era riuscito ad arrivare lì senza problemi, ma del suo avversario non vi era traccia:
- Tanto vale che mi goda quest’ultimo momento di tranquillità prima dello scontro. - pensò, per poi sedersi vicino al lago e chiudere gli occhi, beandosi di quel momento di quiete. Era tutto come la sera in cui Shindou lo aveva trovato in lacrime davanti allo specchio d’acqua: l’acqua del lago era calma, una leggera brezza soffiava e i petali di ciliegio bianchi continuavano a cadere mossi dal vento.
Tuttavia, quella calma non era destinata a durare, poiché avvertì una presenza oscura non molto lontana da lui; quando riaprì gli occhi, un raggio d’energia di colore nero violaceo era stato scagliato contro di lui.
Ranmaru lo evitò appena in tempo, ma il raggio colpì alcuni alberi di ciliegio facendoli cadere. Non passò molto tempo che dalla boscaglia comparve il Mietitore, ma l’Angelo si rese conto che indossava la stessa armatura che aveva Tsurugi quando era ancora un Demone e che il suo aspetto era cambiato.
- Vedo che non hai perso tempo. - gli disse il rosa.
- Infatti: voglio toglierti di mezzo il prima possibile, così potrò riprendere il mio lavoro senza che ci sia tu ad ostacolarmi. - gli rispose Takuto, per poi scagliare contro di lui un altro raggio nero con la falce; come la volta precedente, Kirino riuscì a difendersi, usando la spada per deviare il colpo.
- Di questo passo non mi presterà mai attenzione a quello che gli voglio dire. A quanto pare dovrò sconfiggerlo, poi magari si convincerà ad ascoltarmi. -
Quello era soltanto l’inizio…
 
 
Angolo di Emy
Scusate se ho messo soltanto un piccolissimo accenno allo scontro, ma grazie ad un piccolo suggerimento di Debby-chan, ho deciso di descrivere come si potevano sentire Kirino e Shindou prima della sfida.
Spero di essere riuscita a fare un buon lavoro.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
 
  
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