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Autore: REAwhereverIgo    15/12/2012    5 recensioni
è passato un anno dall'addio definitivo di Layton a Claire, dalla partenza di Luke e dall'ultimo caso del professore... A un certo punto Lisa, giovane neolaureata, diventa la sua nuova assistente.
Il suo comportamento fin da subito suscita curiosità in Layton... Che cosa nasconde davvero? Hershel avrà il coraggio di lasciar andare il passato per darsi un'altra opportunità?
Per chi ama la coppia laytonxclaire (come me! quanto ho pianto alla fine del gioco!) mi odierà, ma ero così triste nel pensare che quella fosse la fine per Hershel, che mai più nella vita avrebbe trovato l'amore, che ho deciso di dargli un'altra possibilità! Probabilmente sono stata un po' OOC, vi chiedo scusa... spero che la storia vi piaccia!
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12

Quando Lisa aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il professore incatenato a un muro.

“No!” esclamò, alzandosi in piedi.

“Ferma lì, tu” la richiamò una voce, tirandola indietro per un polso e facendola cadere a terra. Sbatté la gamba su una roccia, tagliandosi.

“Ah! Ma che diavolo…?” alzò lo sguardo, incrociandolo con quello di lui.

“Bentornata a casa” la accolse, sorridendo maligno. I suoi occhi, non l’aveva mai notato, sembravano spenti. Erano gelidi, certo, ma non avevano profondità.

“Bentornata lo vedremo. Che cavolo stai facendo con Layton?” lo aggredì, ignorando il sangue che scendeva dal taglio.

“Ti avevo detto che ci serviva, ma non collaborerebbe mai se fosse libero di andarsene. I suoi principi sono molto diversi dai nostri” le spiegò. Le allungò una mano, invitandola ad alzarsi.

“Vieni, devi medicarti” disse. Lisa non accettò il suo aiuto e si puntellò sulle braccia da sola.

“Non puoi farcela senza di me” le fece presente. Continuando a ignorarlo, riuscì a fare forza sulla gamba sana e si alzò.

“Chi te lo dice?” lo sfidò, lanciandogli un’occhiata che lo zittì.

“Io ho fatto la mia parte. Dì a Zeus che adesso voglio vedere Logan” ordinò, appoggiandosi al muro. Lui annuì.

“D’accordo, come ti pare. Vieni con me, ha detto che voleva parlarti appena tu ti fossi svegliata, comunque” rispose. Lisa scosse la testa.

“Ti sembro nelle condizioni di muovermi?” ribatté, indicandosi la gamba.

“Fossi in te tirerei meno la corda. Mi sembra che passare del tempo con quella gente ti abbia risvegliato un’arroganza che non ti porterà da punte parti. Devo ricordarti che abbiamo Logan?”

“Non sto tirando troppo la corda, sto dicendo un dato di fatto. Non posso camminare” sostenne il suo sguardo cercando di apparire meno aggressiva di come si sentiva. Alla fine, lui si arrese.

“D’accordo, come ti pare. Aspetta qui” accettò. Scomparve in uno dei cubicoli della grotta, lasciandola sola. Lisa attese che il suono dei suoi passi scomparve, poi si precipitò dal professore, cercando di non fare caso al dolore.

“Maledizione, non avrebbero dovuto imprigionarla! Non era questo il piano” sussurrò, osservando le manette. In quel momento l’uomo mugolò e aprì gli occhi.

“Dove sono?” chiese.

“Non fare confusione, altrimenti ci sentiranno. Qui rimbomba anche il minimo rumore e si sente qualsiasi cosa da fuori” lo istruì la ragazza, continuando ad armeggiare con la serratura.

“Lisa? Ma cosa… che succede?” domandò, recuperando la sua lucidità.

“Siamo prigionieri dell’Occhio di Venere. Almeno, lei lo è, io no. Mi dispiace, non volevo che arrivassimo fino a questo punto, non credevo che l’avrebbero incatenata al muro. Sono una frana se si tratta di ideare piani, io…”

“Lo so” la interruppe, sorridendole incoraggiante. La ragazza lo guardò confusa.

“In che senso?” s’informò.

“Ho letto la tua lettera, sul treno. So già tutto” spiegò, arrossendo leggermente.

“Avevo espressamente detto che andava aperta solo al momento opportuno” lo sgridò, tornando alle manette.

“Quello era il momento opportuno, a mio avviso” fece presente. Lei scosse la testa, sconsolata.

“Discutere di qualsiasi cosa con te è pressoché inutile, quindi non mi ci impegno nemmeno. Adesso apro questi cosi, ma devo chiederti di rimanere qua finché non avrò liberato Logan. Non so dove sia, ho bisogno di tempo, inoltre, se Zeus vedesse che te ne sei andato, non ti darebbe più tregua. Dopo andatevene, tutti e tre: prendi Flora e Luke e vai via di qui, torna a Londra e cerca di dimenticarti qualsiasi cosa sulla spilla” ordinò.

“Lisa…”

“Ah, e dimenticatevi… dimenticatevi di me, per favore. Io rimarrò qua, devo proteggere ciò che mi è caro anche a costo della vita”

“Lisa…”

“Anche se questo mi fa male, voi dovete…”

“LISA!” la chiamò Layton. Lei si immobilizzò.

“Sì?”

“Ti dirò due cose: la prima, le manette sono aperte” iniziò. La ragazza tolse le mani dalle catene e vide che aveva ragione.

“Oh, è vero” commentò.

“La seconda: non abbiamo intenzione di abbandonarti” concluse, abbracciandola di slancio. Quel gesto improvviso tolse il respiro a Lisa, che sentì il calore invaderle tutto il corpo.

“N-non mi pare il caso di…”

“Senti, farò come mi hai detto solo a metà, va bene? Non ti lasceremo qua, ti daremo una mano”

“No, non voglio. Questa è la mia lotta” ribatté lei, cercando di scostarsi. La fece spostare solo di qualche centimetro.

“Io devo dirti una cosa” ammise infine, guardandola intensamente.

“Sì?”

Si sentì un rumore di passi rimbombare nella grotta, e entrambi sobbalzarono.

“Dannazione, rimettiti al muro e chiudi gli occhi. Io li terrò occupati per un po’” ordinò, zoppicando verso il lato opposto della grotta.

Fecero appena in tempo a riposizionarsi, che lui tornò, seguito dall’uomo in maschera che aveva fatto da tutore a Lisa per tanto tempo. Il solo vederlo le fece crescere dentro una rabbia gigantesca.

“Bentornata a casa, piccola Lisa” la salutò sorridendo.

“Questa non è più casa mia” ribatté arrabbiata.

“Comunque bentornata. Cosa ne dici, ti piace il posto in cui ho deciso di portare a termine il mio piano?” le domandò.

“No, affatto. Mi pare una cosa sadica e senza senso” quell’uomo rise e le si avvicinò.

“Non importa. Adesso ti starai chiedendo quando ti farò vedere Logan, giusto?” suppose.

“Bravo, sei arguto. Dov’è mio fratello?”

Lui si mise a passeggiare su e giù per la grotta.

“Ti ricordi la prima volta che sei venuta qui?” domandò, invece di risponderle.

“Certo che me la ricordo, mi avete rovinato la vita” rispose velenosa.

“Noi? Sei tu che ti sei fatta scoprire. Pensa un po’, se tu non fossi inciampata in quel sasso, non avremmo mai saputo che tu e Logan eravate là a spiarci e i tuoi non sarebbero mai spariti. Le casualità della vita, non trovi?” si prese gioco di lei. Quello fu un colpo difficile da ammortizzare e Lisa chiuse gli occhi, sperando di fermare le lacrime.

“Siete degli schifosi, ma tu sai già cosa penso di te, Zeus” commentò la ragazza.

“Sì, lo so” ammise lui. Si avvicinò a Layton, osservandolo colpito.

“Me lo ricordavo più giovane, più… diverso. Quando venne dai tuoi genitori, quattordici anni fa, non portava la tuba e non aveva quest’impermeabile marrone. Era vestito sempre di rosso, all’epoca” ricordò.

“Ma sicuramente è lui. Non dimenticherò mai il suo viso” disse poi, sorridendo.

“Sai, devo ringraziarti per averlo portato qua. Quando ci siamo resi conto che ti eri innamorata di lui, abbiamo temuto che ci lasciassi e invece il tuo amore per Logan ha superato quello per il professore” le raccontò. Distolse lo sguardo da Layton e lo puntò di nuovo su Lisa, che era rimasta ferma a fissarlo.

“Voglio. Vedere. Mio. Fratello” scandì, iniziando a sudare freddo. Se tergiversava così, significava che era successo qualcosa a Logan.

“Ogni cosa a suo tempo. Adesso aspetterai con noi che lui si risvegli, poi, quando ci dirà dove si trova la spilla, andrai a prenderla” le rispose, sedendosi su una roccia.

Solo a quel punto la ragazza capì: non aveva mai avuto intenzione di restituirle suo fratello. Avrebbe continuato a ricattarla fin quando non fosse stata inutile e, a quel punto, l’avrebbe uccisa. Forse il piano di far fuggire almeno loro servendosi di sé stessa come esca non poteva riuscirle, in fondo.

Sentì il mugolio del professore e alzò lo sguardo per vederlo: anche attraverso le lacrime gli sembrava bellissimo.

“Buongiorno, Hershel Layton! Finalmente ti sei svegliato” commentò Zeus, sorridendo.

“Chi sei tu?” domandò lui, ancora intorpidito. Lisa considerò quanto bravo fosse a mentire.

“Mi chiamo Zeus, sono a capo dell’Occhio di Venere. Hai già sentito parlare di noi, credo” rispose, andandogli incontro.

“Sì, siete gli stessi che hanno ucciso i genitori di Lisa quattordici anni fa”

“Bravo, vedo che sei ancora molto intelligente. Sai dirmi anche perché sei qui?”

“Tu vuoi la spilla, giusto?”

“Esattamente”

“Io non ce l’ho e non so dove sia” negò l’uomo, scuotendo la testa. Zeus strinse le labbra e lo guardò male.

“Sì che lo sai. Conosco la storia, so cosa vi siete detti prima che i genitori di Lisa morissero e so che ti ha dato l’ubicazione della spilla. Era nella sua lettera!” ribatté infuriato.

“Di quale lettera stai parlando? Io non ho nessuna lettera” si stupì Layton, sinceramente confuso.

“NON MENTIRE! Sua madre ti ha spedito una lettera rosa, prima di andarsene! Lì sopra c’era scritta l’ubicazione della spilla” gridò. Il professore ricordò quella lettera, ma non era lui ad averla. Incrociò per un istante gli occhi spaesati di Lisa: era più stupita di lui e comprese che non ne sapeva niente. Quel foglio che le aveva trovato qualche tempo prima le era caro per altri motivi, ma non aveva idea di ciò che c’era scritto sopra.

“D’accordo, ammettiamo che tu abbia ragione. Posso darti la lettera se liberi Lisa e Logan” propose. Zeus lo guardò, pensandoci.

“Va bene, li libererò. Prima, però, tu dimmi dove è la spilla” accettò.

“Devi togliermi le manette, altrimenti non posso aiutarti” gli fece presente. In un momento in cui non l’aveva visto, le aveva richiuse per fare in modo che la ragazza non passasse guai.

Lui aprì le catene, lasciandolo libero, poi si allontanò.

“Forza, mio caro Layton. Parlami della spilla” lo spronò. Il professore si mise una mano sotto al mento e si mise a camminare per la grotta. Si avvicinò a Lisa e, senza farsi vedere, le tese una mano aperta per farsi passare il foglio.

“La verità è che io non ho mai decodificato le coordinate del luogo in cui si trova la spilla. Non ho mai pensato che in quella lettera ci fosse scritto qualcosa di importante, così non ho fatto molta attenzione al contenuto, quindi mi ci vorrà un po’ per capirne il senso” ammise.

“Ti do dieci minuti, poi la ragazza scomparirà” concesse Zeus.

Layton si sentì messo alle strette, ma non si perdette d’animo e iniziò a ragionare. Aprì il foglio che Lisa gli aveva appena passato e si mise a studiarlo, concentrandosi più che poteva per capire ciò che c’era scritto. In verità, nemmeno per lui era semplice, ma se voleva salvarla doveva collaborare. Per ora.

“Cinque minuti” disse Zeus, controllando l’orologio.

Dove si tiene una spilla? È piccola, sta in un palmo di mano, quindi può essere nascosta ovunque. Il fatto stava nel capire quanto fosse grande. Poteva essere grossa come una targhetta o minuscola come un ciondolo.

Come un ciondolo… a quel punto, Layton comprese.

“Trenta secondi”

La risposta gli era sempre stata davanti, ma il problema era riuscire a salvarla rivelando l’ubicazione del gioiello. Doveva farcela.

“Tempo scaduto, professore. Allora, dove si trova?” gli chiese l’uomo, ghignando.

 

  
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