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Autore: CherryBlossomHime97    15/12/2012    4 recensioni
ATTENZIONE: trama rinnovata, SasuSaku continua ^^
Questa fanfic ha l’intento di raccontare la storia d’amore più vera di tutti i tempi. E i pregiudizi, il passato, le parole non dette e gli sguardi omicidi non hanno più importanza alcuna. È l’amore che conta. È l’amore che ci fa sentire vivi sta notte. La notte della fuga.
E poi? Cosa accadrà dopo? Oltre l'amore?
- Tratto dal capitolo 1°
Ci avviammo verso la porta, prima di andare Naruto si lasciò sfuggire altre poche semplici parole.
-Grazie Sakura-chan. Io so che per me tu ci sarai sempre-
Fu un attimo, mi lanciai contro di lui ed inizia a piangere sommessamente. Non ci sarò per sempre, amico mio.
Sei davvero pronta ad assumerti tutte le responsabilità?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Gli anni passano e il tempo sembra volare
Ma i ricordi restano
A metà settembre saremo ancora fuori a giocare nella pioggia
Niente da perdere ma tutto da guadagnare
Riflettendo ora su come le cose sarebbero potute essere
Alla fine ne è valsa la pena.

Ti ricordi quando eri una bambina? Ti ricordi il tuo sogno, quello di avere una famiglia felice. Ora il Clan Uchiha è felice, mamma.


 5° Capitolo – Questa pioggia ci fa sorridere ancora.

 
 
-Diluvia- disse Sasuke con voce tetra per voler intimare al cielo di smetterla.
Sakura, che stava allegramente affettando un pomodoro rosso e rotondo, alzò un attimo gli occhi alla finestra che dava sul giardino.
-Ma se sta appena cadendo qualche goccia- affermò vedendo giusto qualche schizzo cadere da un cielo grigio opaco.
-Piove Sakura, sta piovendo- la fulminò l’Uchiha.
-Che hai sta volta contro la pioggia?- chiese, cercando il vero problema, iniziando ad affettare il pomodoro con maggior forza.
-Ho un brutto presentimento-

Oh, già. A Sakura scappò un sorriso – Non mi sembra il momento di farsi prendere da ansie da prima donna-
-Io non ho ansie da prima donna-
-Ed allora lascia che i tuoi figli giochino sotto la pioggia, li senti questi gridolini? Si stanno divertendo-
-Quindi ammetti che sta piovendo?-
Cosa c’entrava ora?. –No Sasuke-
-Ma tu hai…-
-Oh Sasu lascia perdere-
-Sei una madre snaturata, si prenderanno un raffreddore, perche non li vuoi far rientrare?-
-Perché inizierebbero a correre per casa e distruggere tutto con quegli stupidi Kunai che gli hai già regalato-
-Quindi lasci che distruggano il giardino?-
Ecco il vero problema, il giardino perfettamente curato a cui lei e Sasuke si dedicavano, tanto per rilassarsi un po’.
-E quindi? Presto sarà ricoperto di neve-
Sasuke sospirò. L’idea che i suoi figli sguazzassero nel fango nel gli piaceva per niente. Che poi invece di allenarsi con i Kunai li usavano per dar la caccia alle lucertole, tranciando la maggior parte delle piante,  era ancora peggio. Itachi e la sorella, di appena 5 anni e soltanto due più piccola di lui erano delle perfetti pesti in stile Uchiha. Sguardo fulminate, acuta furbizia e quel tocco di gentilezza ben nascosta che raramente qualcuno intravedeva.

Sasuke si spazientì, andò verso l’ingresso e spalancò la porta di casa. Si fermò sull’uscio cercando con la sguardo dove fossero Tsunade e Itachi. Quando li vide, arrampicati sul ciliegio davanti casa, coperti di fango e con i capelli pieni di foglie secche gli venne quasi un infarto. – Siete degli Uchiha!- girdò abbastanza forte per farsi sentire. I due marmocchi persero l’equilibrio e si ritrovarono al suolo, con qualche foglia appiccicata qua e la dalla pioggia.
I due silenziosi rientrarono e a Sasuke scappò quasi un sorriso nel constatare che il giardino non era salvo, che i suoi due figli avevano comunque provato ad utilizzare i kunai, che erano conficcati qua e la nelle piante a mo’ di bersagli. Scoppiò quasi a ridere pensando a Sakura, si sarebbe arrabbiata da morire, ma ben le stava. Lui aveva sempre detto di non farli giocare fuori mentre diluviava.
 
-Ma cosa potete mai trovarci di divertente nell’arrampicarvi su quel povero ciliegio?- Si lamentò Sakura, servendo a tavola il Ramen. L’arrabbiatura ancora non gli era passata.
-Ci siamo arrampicati per prendere il biglietto- disse a mo’ di scusa Tsunade, facendo una smorfia con il viso, a lei il Ramen non piaceva per niente.
Sasuke inarcò un sopracciglio – Che biglietto?-
-Niente di che, un foglietto di carta sull’albero, ci sono scritte cose senza senso- rispose Itachi, impaziente di mangiare.
-Fa vedere un po’-
Il piccolo estrasse dalla tasca un foglietto di carta tutto appallottolato, sporco di fango e acqua. Evidentemente era servito come munizione per colpire Tsuande.
Sasuke se lo rigirò tra le mani. Una brutta sensazione. Cercò di dispiegarlo senza aprirlo ulteriormente e di decifrare i caratteri macchiati di terra. Sakura non ci faceva tanto caso, era normale trovare qualche pezzetto di carta qua e là, il vento portava in giro tante cose. Ma quando vide suo marito sbiancare un po’ , sperò vivamente che il vento non portasse in giro brutte notizie. Come un flash back si ricordò di quando avevano scritto quel biglietto a Naruto, lasciato su un ciliegio. Le similitudini erano evidenti e per un attimo pensò che l’ Hogake di Konoha sarebbe entrato da un momento all’altro dalla sua finestra, erano passati anni dall’ultima volta che si erano visti.

Strappò il foglietto dalle mani di Sasuke, che intanto si era fatto pensieroso e non aveva detto neppure una parola. Sakura lesse tra sé e sé

“Gli an (n) i passano insta(nc)abili. Ma i ric (ordi) restan (o). V(i) ho trovato. (Co)lpa dell’Uzu(maki) naturalment(e).”

Alcune lettere erano completamente in leggibili, ma la signora Uchiha era convinta di aver letto bene. Vi ho trovato. Tre parole che gli rimbombavano nella testa. La affollavano di nomi, volti, persone. Chi diavolo era?. Sasuke si alzò di scattò, diretto al piano di sopra. Sakura, dall’altro canto, aveva smesso di mangiare da un pezzo, lo seguì – Finite di mangiare- pronunciò con tono atono.

Itachi e Tsunade, consapevoli di avere i genitori migliori e più strani del mondo, continuarono allegri la loro ciotola di ramen, parlottando tra loro della tana della volpe che avevano scoperto quella mattina vicino casa.

-Non deve essere per forza rivolto a noi- disse Sakura.
-Odio questi biglietti- la ignorò Sasuke. Era ovvio che era rivolto a noi. C’era scritto Uzumaki. Era necessariamente rivolto a loro.
-C’è scritto Uzu… può essere un qualsiasi altro ninja- ma non ci credeva nemmeno lei. Si arrese all’evidenza dei fatti.
-Chi è secondo te?-
-Non lo so- e Sasuke Uchiha odiava non sapere.
 

Quella sera le luci in Villa Uchiha si spensero presto. Sasuke controllava gli ultimi rapporti sugli intrusi nel Villaggio della Neve, nella speranza di trovarvi qualsiasi cosa. Sakura, amorevolmente sistemava sotto le coperte la piccola Tsunade.
-Perché sta sera a letto così presto, ma’?-
-Perché sta sera è meglio fare così- rispose Sakura, cercando di essere convincente. Ogni volta si specchiava negli occhi color Foglia della figlia, che stridevano così tanto con i suoi capelli scuri.
-C’entra quel biglietto vero?- chiese, ingenua.
-Più o meno- sorrise, non voleva farla preoccupare.
-Ti voglio bene, mamma- e spinse le piccole manine in avanti, per abbracciarla.
-Anche io- e sorrise davvero.
 

-Trovato niente?-
-Niente di strano nei rapporti e per ora i confini della casa sono tranquilli, ho controllato-
-Ho paura, Sasu- bisbigliò la donna.
Sasuke, quasi volontariamente, l’abbracciò sotto le coperte.  Il grande letto Uchiha sembrava ancora più grande con loro due stretti, vicini vicini. –Non essere sciocca, Saku. Non è niente. E se è qualcuno lo fermeremo. Io sono Sasuke Uchiha-
Sakura non potè che dargli ragione. Insomma di che aveva paura? Era sul serio inutile preoccuparsi. Diede una rapida occhiata all’ora. Era mezza notte passata, tutto taceva.
-Buona notte-
 

Un rumore. Un tonfo, poi qualcosa che si frantuma in mille pezzi.
Uno scattò improvviso, un urlo che squarcia il silenzio.
-Non urlare non urlare-
Occhi che si spalancano, il buoi intorno.
Un urlo soffocato.
I due si alzano, corrono in cucina.
Non si vede niente.
Quell’odore lo riconoscerebbe dovunque “Ti voglio bene, mamma”.

-Tsunadeeeee!- urla Sakura. Una figura davanti a lei. Sasuke attiva lo Sharingan, sembra che il mondo stia per crollare. Ma ha Tsunade, la figura ha Tsuande. Sakura urla di nuovo. Sasuke vorrebbe incenerire tutto, ma troppo rischioso, c’è la sua bambina di mezzo. Nel buoi brillò un Kunai. Itachi, dov è Itachi?

Poi una voce.

-Sono io- Una voce inconfondibile negli anni. Non era Tsuande. Era Tsunade.
Il mondo non crolla, si blocca. Itachi arriva all’interruttore, gli occhi non del tutto aperti a causa del risveglio improvviso, i sensi annebbiati ma la pieae consapevolezza di sé. –Lascia stare mia sorella!- . Senza esitazione, impulsivo, si lancia contro la figura, cade, viene respinto. Poi la luce.
-State calmi, sono io- Una voce rassicurante.
-Tsunade- bisbiglia, stavolta, Sakura. La luce.

In fondo tutte le figure hanno un nome. –E io che volevo farvi una sorpresa-
Ora tutto è semplice. Tutto è chiaro, è ovvio.

-Mamma- urla la piccola, correndo in braccio a Sakura. Sasuke, non riesce a sciogliere la sua posizione di attacco. Lei è viva?!
-Sono io Sakura, gli anni passano instancabili, ma il ricordo resta, vero? –
Un malinteso. La figura chiese ancora –Come hai fatto a capire subito che ero io?-

-Ts-u-na-dd-e- sta volta balbettà Sakura. È li, davanti a lei, gli occhi nocciola, il seno prorompente, il sorriso. È lì. Le due donne si guardano negli. Si squadrano.
L’Uchiha maggiore sospira. –Dovevo aspettarmelo. Ci hai fatto prendere un colpo Tsunade-baa-chan!-
 

Anche quella mattina c’è una pioggerellina leggera, i vetri leggermente schizzati riflettono una realtà fittizia, ma felice.
-Ero riuscita ad entrare senza svegliare nessuno, quando mi trovo questa piccola peste tra i piedi!- Ridacchia.
-Avevo sete, stavo prendendo il bicchiere , quando ad un tratto mi accorgo di qualcuno in salotto!- continuòl’altra Tsuande, vogliosa di raccontare la sua parte della storia.

Quante cose possono andare in mille pezzi? Un mondo intero, un cuore, una speranza, un bicchiere.

-Ha iniziato a urlare, io cercavo di tranquillizzarla ma lei urlava!- continuò Tsunade. –Quando vi ho visto arrivare, sconvolti, pronti ad attaccare, ho pensato che mi avreste ammazzato sul serio!-
-L’avrei fatto davvero- puntualizzò Itachi, lo sguardo fiero, di chi aveva provato a combattere una guerra e alla fine l’aveva vinta. Tsuande gli sorrise, “peggio del padre” pensò.
Sakura era ancora sotto shock. Aveva pianto, riso, stretto Tusnade forte. La sua maestra era lì. Era viva. Ricordava ancora la sensazione di tristezza profonda, di odio verso qualcosa di indefinito quando aveva saputo da Naruto che lei era morta. -Come hai fatto a trovarci?- domandò curiosa – Naruto, vero?-
-Già, sono tornata a Konoha qualche tempo fa, di nascosto ovviamente. Volevo vedere come se la cavava mio nipote come Hogake, ma soprattutto volevo vedere Jiraiya, il mio nuovo nipotino-.
-Il dobe è diventato padre?- la interruppe Sasuke, tossendo.
-Già sembra incredibile anche a me- aggiunse divertita.  –Ma purtroppo non potevo rimanere lì a godermi lo spettacolo- il tono si fece più severo- se mi avessero scoperto…i ricordi restano, anche quelli del tradimento-
Sakura fece una smorfia. Se quella notte non avessero avuto bisogno di aiuto per fuggire, se non avessero coinvolto nessuno nella loro brutta storia, probabilmente Tsunade-chan adesso sarebbe stata ancora Hogake. Scacciò tuttavia quel pensiero facilmente, perdendosi nel racconto della sua maestra
-…ero stanca di scappare da un posto all’altro, ma la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, di aver protetto voi mi dava forza, era già da un po’ che volevo ritrovarvi, ma di voi non c’era traccia. Naruto allora mi ha detto di venire qui, al Vilaggio della Neve non avrebbero tenuto conto della mia condanna ed avrei trovato qualcuno amico, voi-

Era incredibile, quante cose possono succedere in una notte! Il concepimento di un bambino, di un erede, una fuga, la felicità.

-Per tutti i Kami perché ci hai scritto quel biglietto? Ci hai mandato in panico. Pensavamo fosse qualcuno che voleva consegnarci agli shinobi!-
-Uh? Biglietto? Ve ne avevo scritto uno, ma poi l’ho buttato, non volevo allarmarvi appunto, volevo farvi una sorpresa-
Il vento porta parecchie cose, anche le belle notizie.  Sakura sorrise, era tutto così ovvio, sul serio.
-Allora- disse il vecchio Hogake, deciso a cambiare argomento- questa piccolina si chiama Tsunade, eh?- e si avvicinò di più alla piccola, seduta sulle gambe del padre. Ne prese il viso tra le mani e la studiò per alcuni istanti.
-Ti somiglia Sasuke-
L’orgoglio dell’Uchiha ebbe un sussulto, crebbe e lo fece ridere –Non scherzare, è la stampa di Sakura-
Tsunade si voltò verso la sua allieva preferita, poi verso quella che ormai considerava già sua nipote.
-Sei degna del tuo nome, Tsuande Uchiha.-
 

Alla fine ne è valsa la pena.

 
 

FINE.




Inizio, pateticamente, con chiedervi scusa per questo ritardo (colossale).
Ultimamente non ci sono prorpio stata su efp e la stesura di questo finale è stata davvero dura, non avevo la più pallida idea di
come far capire la situazione creatosi xD Spero che alla fine nn vi abbia deluso questa storia e che vi abbia soddisfatte!.
è doveroso ora ringraziare tutti coloro che hanno recensito, commentato, aggiunto tra le preferite, le seguite, le ricordate...grazie a tutti voi e perdonatemi se vi ho fatto aspettare T.T
Vi prego a avere la buona volontà di recensiere amche l'ultimo epico (come no' xD) Capitolo!
Spero di rivedervi tra le mie storie... un saluto a tutti (anche dalla piccola Tsuande, che ha da poco inizato l'accademia!)
Ciaoooooo!


Flyonclouds.


  
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