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Autore: PerfectToMe    15/12/2012    4 recensioni
«“ Tantissimi auguri, siete la coppia migliore di sempre. Buon primo anniversario! “ Mi sembra ieri che mi raccontava freneticamente del loro primo bacio, ma forse è meglio cominciare tutto dal principio.»
Avvincente storia di amici, o forse qualcosa di più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage
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“ Tantissimi auguri, siete la coppia migliore di sempre. Buon primo anniversario! “ Mi sembra ieri che mi raccontava freneticamente del loro primo bacio, ma forse è meglio cominciare tutto dal principio.
 
Eva è una diciassettenne qualunque, la tipica ragazza della porta accanto. Può sembrare anonima a prima vista, ma quando riesci a conoscerla nel profondo comprendi il suo carattere forte ma dolce. La prima cosa che spicca di lei, dopo gli occhi turchesi, è la sua simpatia verso la vita e il suo continuo sorridere.
Come ogni giorno la ragazza si incamminava verso scuola con il viso candido nascosto dalla sciarpa di lana color lampone regalatale dalla sua nonna in vista dell’inverno in arrivo. Faceva molto freddo quella mattina, respirava aria gelida dalle narici nascoste tra un ricamo e l’altro della sua calda sciarpa, l’aria le sfiorava le guance e la punta del naso lievemente arrossate ma nonostante ciò camminava in fretta a passo deciso per andare a scuola.
Dopo una manciata di minuti arrivò all’entrata della scuola. Un’alta cancellata nera recintava quello stupido gregge di pecore, come lo definiva Eva; e la sua amica El era appoggiata di schiena su di esso. Aveva una gamba piegata appoggiata sul muretto, in posa un po’ strafottente. Eva la considerava la sua migliore amica ma non aveva mai esternato questa sensazione all’amica stessa. El, appena vide la ragazza occhi azzurri avvicinarsi, si staccò dal muro e la abbracciò per qualche secondo. Era alta e magra, aveva dei capelli castani lunghi e mossi , e degli occhioni castano verdastro a differenza della luce: Eva la chiamava spesso la sua ‘bambolina di porcellana’ perché gliene ricordava una che aveva avuto da piccolina. Staccatesi dal grande abbraccio si salutarono:
“Hey El! Per poco mi soffocavi.” Le disse.
“Oh, ma smettila! Un abbraccio non ha mai fatto male a nessuno. Fa freddino oggi, un abbraccio scalda. Come stai?” Chiese El gentilmente.
“Si è vero, fa proprio freddo, già mi cola un po’ il naso. Comunque sto bene, tu invece?”
“Beh ma tu sei sempre sorridente, non capisco mai se ti va qualcosa per il verso sbagliato! Anche io sto bene, stamattina mia mamma mi ha preparato una crêpe alla nutella: che bontà! Ora però muoviamoci ed entriamo che sto congelando.”
Imboccarono il vialetto che porta all’ingresso della scuola e finalmente entrarono in un posto caldo. Percorsero il lungo corridoio e dopo qualche chiacchierata si dovettero salutare grazie al suono della campanella. Si lasciarono con un piccolo bacio affettuoso sulla guancia e raggiunsero la propria classe.
Non erano coetanee, El aveva un paio d’anni in più di Eva, forse anche per questo si sentivano un po’ come mamma e figlia, sorella minore e sorella maggiore, insomma avevano un rapporto unico e speciale. El, nonostante i suoi  diciannove anni, ne dimostrava meno anche di Eva, aveva un faccino ancora infantile e atteggiamenti, a volte, da bambina permalosa. Tutti i suoi amici la scherzano spesso per questo suo “difetto” mentre Eva ne andava fiera, la riempie di complimenti e cerca di farle capire quanto sia perfetta nel suo insieme.  Si sentiva protetta e sicura quando era in compagnia della sua migliore amica, nulla poteva abbattere il sorriso che sbucava ogni volta che si scambiavano anche solo un semplice ‘ciao’ .

Eva appoggiò lo zaino sul penultimo banco della fila affiancata alla finestra, e si sedette guardando fuori. Quando entrò  la professoressa di matematica iniziò la straziante lezione.
‘O mio dio, matematica alla prima ora. Preferisco morire. No, non esageriamo, la vita è bella. Ma sarebbe più bella se anche la matematica lo fosse. Poi a cosa mi serve?’ pensò Eva, iniziando un lunghissimo e infinito discorso nella sua testa pur di non seguire la lezione. Il suo sguardo era ormai perso tra i rami degli alberi che coprivano la visuale dalla finestra finché non si sentì un secco urlo della prof.
“Johnson!” questa esclamazione acuta della irritante prof fece saltare Eva dalla sedia che, di scatto, si girò verso lei.
“Hai intenzione di scrutare ancora per molto i rami degli alberi?” chiese ironicamente la prof appoggiando le mani ai fianchi.
“No prof. Scusi mi ero distratta un attimo.” Rispose la ragazza ancora frastornata dallo squillo della voce dell’insegnante.
‘Devo piantarla di perdermi in sciocchezze e cercare di seguire questa schifosa materia’ pensò. ‘Almeno ci provo, ho solo cinque ore di scuola e poi potrò andarmene e divertirmi con i miei amici. Dai, solo cinque.’

Un paio d’ore più tardi suonò la campanella dell’intervallo ed ecco che gli studenti si fiondano nei corridoi per mangiare qualcosa, chiacchierare con gli amici, scambiarsi i compiti e qualche bacio col fidanzato.
El arrivò correndo in modo buffo da Eva, sembrava impazzita.
“Eva! Oddio, oddio, oddio. Devo dirti una cosa sensazionale, assolutamente incredibile!” disse sorridente mentre si sistemava i capelli scompigliati dalla corsa.
“Ma così mi fai preoccupare, che cos’è successo di tanto strabiliante?!” chiese Eva sorpresa.
“Ho preso 8 in matematica. Capisci? Matematica!” gridò così forte dalla felicità che un ragazzo che stava camminando lì a fianco si girò e disse:
“Wow, che entusiasmo! Complimenti!”
El arrossì di vergogna e trascinò la sua amica più a lato che rise e rispose:
“Che stronza. Insegna qualcosa anche a me che giusto stamattina quella vecchiaccia se l’è presa con me per niente!”
“Ma è questa la cosa epica: non sapevo nulla. Il professore nuovo è un rimbambito e qualsiasi cosa gli dirai lui ti darà 8, e comunque grazie per i complimenti. Vedi? Quel ragazzo sconosciuto è stato più carino di te!” ribatté El.
“Ma che culo. Eh scusa, oggi la giornata è iniziata male ma finirà bene! Era anche carino dai, sarà il tuo prossimo principe azzurro?” chiese scherzosa Eva socchiudendo gli occhi.
“Ma che dici, lo sai che non mi piace nessuno. E poi sto bene single, sono libera!” rispose allungando le vocali dell’ultima frase e assumendo una faccia stupida. Suonò la campanella di fine pausa e aggiunse:
 “Ora ti debbo lasciare, amore mio. Ti verrò a salvare dal drago all’una, ti porterò a cavallo e insieme galopperemo fino a Pizza Hut.” E ridendo si mischiò nella folla del corridoio mentre Eva la salutava con una risata.

“Eleanor! Hey Eleanor!” una voce pizzicò i pensieri di El accovacciata al banco e si girò cercando da dove provenisse quella voce.
“Eleanor, ma ci sei?” ripeté quella voce. Era la ragazza nella fila dietro col banco un po’ più spostato dal suo. Una rossiccia, con lentiggini e anellino argentato al naso. Era così carina ma era una ragazza in carne e lei non si piaceva per niente.
“Gemma?! Ma che hai?” chiese un po’ assonnata El.
“Scusa, pensavo stessi dormendo. Devo chiederti una cosa.”
“Esatto, stavo per finire nel mondo dei sogni. Grazie per avermi svegliata. Dimmi tutto!” disse scuotendo la testa per svegliarsi.
“Oh, scusa. Beh… Ecco, io oggi ti ho vista nel corridoio con quel ragazzo biondo che ti parlava… Volevo chiederti se me lo puoi presentare.” Chiese timidamente arrotolandosi i capelli rossi.
“Oddio, sai che nemmeno lo conosco? È un tipo strano, mi ha fatto i complimenti per l’otto di matematica e basta.” Rispose grattandosi la testa.
“Ah, capisco. Scusa se ti ho interrotto il sonnellino, grazie comunque!” disse tentando di fare un sorriso non del tutto sincero. Sembrava delusa. El si rigirò e riappoggiò la testa sul banco finché non le arrivò un messaggio da Eva.
Il messaggio diceva così: ‘Mio cavaliere, l’aspetto trepidamente tra dieci minuti a combattere il drago. Un bacio, la vostra principessa.’ Quando lo lesse le scappò un sorriso e si accorse che lo strazio era ormai terminato; due minuti dopo squillò la campanella. El si infilò la giacca e il cappello mentre si fiondò nel corridoio arrivando alla porta dove la sua principessa l’aspettava.
“Mio principe!” esclamò Eva alla vista della sua amica.
“Mia principessa!” rispose El. “Bando alle ciance, che poi non ho mai capito cosa siano queste ‘ciance’ andiamo a saziarci che sto morendo di fame. Il drago l’ho portato al centro animali abbandonati.”
Eva rise di gusto e disse:
“Ah, sei sempre la solita! Dai andiamo che anche io ho un certo languorino. Però poi devo scappare al lavoro!”
“Oh già, il tuo lavoretto per guadagnare qualche soldo! Rimani comunque una poveraccia, ammettilo!” Rise El e abbracciò Eva mentre si incamminarono verso la prima pizzeria che trovarono.




Ciao a tutti, sono l'autrice. Spero vi piaccia questo capitolo. Ovviamente una delle protagoniste ha il mio nome! Recensite, mi farebbe piacere!
Ciao ciao, un abbraccio c:
PerfectToMe.
 
 
  
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