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Autore: redRon    02/07/2007    14 recensioni
TERZO [E ULTIMO] CAPITOLO
“Ho paura”, sospirò Hermione.
A quell’affermazione, Draco credette di perdere tutto il calore che aveva ricevuto da lei ritornando ad essere freddo come il ghiaccio.
[...]“Paura di cosa, Hermione?”, incalzò lui, quasi sussurrando, stringendola a sé.
“Di non essere per te”.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui il terzo ed ultimo capitolo di questa mia primissima Draco/Hermione. Non pensavo sarei arrivata mai a scriverlo, questa ff era nata come one-shot!

Senza il vostro sostegno non ce l’avrei mai fatta! Vi ho già detto che è stata la storia più complicata, complessa, difficile, tortuosa – chi più ne ha più ne metta – che abbia mai scritto!!!

Spero che il mio sforzo sia valso a qualcosa^^’

Buona lettura^^

 

 

Capitolo 3

She’s the one that I adore

 

 

 

I'm giving up the ghost of love

in the shadows cast on devotion.

She is the one that I adore,

creed of my silent suffocation.

[Bittersweet – Apocalyptica feat. Ville Valo & Lauri Ylönen]

 

Ripensava a quando lei le aveva detto che la sua fredda mano, a differenza del muro, poteva essere riscaldata da un’altra.

Era quello che stava accadendo.

Mai in vita sua la sua mano era stata così calda, perché mai in vita sua qualcuno gliel’aveva stretta.

Afferrò la maniglia della porta della sua camera di Caposcuola, e ricevette come una scossa che gli percorse il corpo.

La aprì, ma rimase immobile sulla soglia, rivolgendo lo sguardo all’interno della stanza. Non era la prima volta che andava nella sua stanza con una ragazza, questo era ovvio, ma non riuscì a capire da cosa scaturisse la sua esitazione.

Si voltò lentamente verso di lei e aprì la bocca come a voler introdurre più ossigeno nei suoi polmoni.

Si sentiva soffocare ed era lei a causarlo.

Gli stava riservando una dolce morte.

Le strinse la mano istintivamente, come se volesse dar prova a se stesso della tangibilità di quella creatura. Non riusciva a distogliere gli occhi grigi dalle sue iridi nocciola. Sollevò una mano fino a raggiungere le gote di lei, colorate di rosso.

“Come sei bella”, sussurrò.

Era un complimento così frequentemente e comunemente usato…

Draco non l’aveva mai rivolto a nessuno, perché mai aveva incontrato qualcuna a cui poterlo dire.

Una lacrima solcò il viso di Hermione, il cui cammino venne interrotto dal pollice della mano di Draco ancora posata sul suo viso.

Lui si chinò poggiando delicatamente le sue labbra su quelle di lei.

Ogni volta come se fosse la prima.

Draco si staccò, mantenendosi vicinissimo a lei, ed indietreggiò in modo da entrare nella stanza. Riprese a baciarla, mentre chiudeva la porta con la mano libera, perché l’altra era ancora impegnata a tenere quella di Hermione senza avere l’intenzione di lasciarla.

Temeva le potesse sfuggire come l’acqua.

Lui, che era solito non temere niente ma essere temuto.

“Hermione…”, sospirò.

Hermione ebbe un sussulto a sentire per la prima volta il suo nome pronunciato da lui. Mai le piacque tanto essere chiamata per nome.

Ogni silenzio veniva riempito dai loro baci.

“Io lo sono…”, continuò lui, lambendole il collo.

“Cosa?”.

“Tuo”.

Hermione alzò gli occhi su Draco e liberò la sua mano da quella di lui.

Draco la guardò preoccupato, non voleva immaginare cosa gli sarebbe successo se lei avesse deciso di scappare via.

Lei gli diede la sua risposta con un sorriso.

Portò entrambe le mani all’altezza della camicia di Draco, iniziando a sbottonare i restanti bottoni, dato che i primi tre erano già aperti.

Aveva gli occhi incollati ad ogni bottone che via via usciva dall’asola, mentre Draco guardava le sue mani all’opera, dall’alto, con la testa chinata.

Lei non aveva il coraggio di incontrare il suo sguardo.

Forse per paura?

Forse perché avrebbe rischiato di vedere gli occhi della belva?

O forse, cosa più probabile, semplicemente per l’imbarazzo?

Quando anche l’ultimo bottone della camicia fu fuori dall’asola, le mani di Hermione risalirono lungo il torace, il petto, le spalle, per insinuarsi infine sotto la stoffa e sfilarla via delicatamente. L’indumento scivolò lungo le braccia di Draco, finendo miseramente a terra.

Hermione rimase ad ammirare il corpo statuario del ragazzo, sfiorandolo appena con i polpastrelli. Ad ogni leggero tocco di Hermione, Draco chiudeva gli occhi per assaporarlo al meglio e i muscoli si tendevano involontariamente.

Tutto per lui era nuovo in quel momento, come se fosse stata la prima volta.

Portò le mani sulla camicetta di lei, cominciando a sbottonarla.

Hermione veniva assalita da piacevoli brividi lungo la schiena ogni qual volta le dita di Draco sfioravano inavvertitamente la pelle sotto la stoffa.

Quando anche la camicia di Hermione andò a fare compagnia a quella di Draco sul pavimento, lui si soffermò a contemplarla.

Ne aveva viste a centinaia di ragazze in quella situazione, ma lei era esemplare. Quel viso da bambina nascondeva un corpo di donna.

Hermione gli si avvicinò fino a poggiare la testa appena sopra il suo petto, all’altezza di lei, prendendo a lasciargli una scia di baci che lo facevano rabbrividire.

Ancora una volta, Draco si meravigliò di quella piacevole novità.

Portò le mani dietro la schiena di Hermione, accarezzandola, fino ad arrivare ai ganci del reggiseno e lasciare che esso scivolasse via lungo le braccia di lei.

Hermione si mantenne costantemente vicina a lui, circondandogli il collo con le braccia, il seno schiacciato contro il petto di Draco.

Due cuori uniti in un unico battito.

“Ho paura”, sospirò Hermione.

A quell’affermazione, Draco credette di perdere tutto il calore che aveva ricevuto da lei ritornando ad essere freddo come il ghiaccio.

Se Hermione aveva semplicemente paura, lui era addirittura terrorizzato dalla paura che provava lei.

“Di cosa?”, domandò Draco con voce quasi spezzata, temendo che la ragazza gli rivelasse il ritorno alla paura di lui.

Come era sempre successo.

“Paura di cosa, Hermione?”, incalzò lui, quasi sussurrando, stringendola a sé.

“Di non essere per te”.

Draco chinò il capo, in modo da poggiare le sue labbra sulla spalla di Hermione e risalire poi lungo il collo. Le sue mani andarono a percorrere le braccia di lei, gettate attorno alle sue spalle, con una lentezza esasperante. Hermione aveva il respiro bloccato: aveva intuito cosa stava per fare. Lui raggiunse le sue mani incatenate dietro la testa, le liberò delicatamente, intrecciandole con le proprie, fino a riportarle le braccia lungo i fianchi.

“Perché dici questo?”, le sussurrò Draco, continuando a lasciarle piccoli baci lungo il collo, mantenendo le mani intrecciate a quelle di lei.

Hermione tentava in tutti i modi di avvicinarsi ulteriormente a lui, in modo che non potesse vederla.

Era davvero imbarazzata, allora. E lo sarebbe stata ancora di più se Draco l’avesse scoperto.

Non sapeva bene da dove scaturiva la terribile sensazione che lui ne fosse già a conoscenza.

“Mi dispiace”, proferì Hermione, poggiando la guancia sul suo petto.

“Non scusarti di una colpa che non hai affatto commesso”, Draco smise di baciarle il collo e sciolse le loro mani, per cercare di allontanarla da lui e guardarla in viso. Lei teneva ostinatamente la testa chinata.

“Ho bisogno che tu mi guardi negli occhi, adesso come sempre. Devi guardarmi, Hermione. Ti prego”.

Hermione spalancò gli occhi incredula.

Draco Malfoy la stava pregando di guardarlo.

Molto lentamente, cominciò a sollevare la testa fino ad incontrare il viso di lui, su cui era disegnata un’espressione di profonda preoccupazione.

“Prima erano i corpi delle ragazze a non essere degni di ricevere il mio sguardo”, disse Draco, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, “Ma adesso, sono i miei occhi a non essere degni di posarsi su di te”.

Come Hermione temeva, Draco aveva già avvertito il suo imbarazzo.

Lui l’abbracciò di nuovo.

“Possiamo tranquillamente rimanere così, se preferisci”, le disse, con un mezzo sorriso.

“In piedi?”, Hermione non era molto convinta, anche se l’idea non le sarebbe dispiaciuta affatto.

“Si, e quando ti stancherai ti terrò sollevata”.

Draco circondò la vita di Hermione con le braccia, sollevandola da terra, e lei si aggrappò prontamente alle sue spalle.

“Vedi? Non è difficile”, rise divertito.

A Hermione ritornò in mente l’immagine del piccolo Draco che faceva volteggiare gli oggetti attorno a lui. Sorrise involontariamente.

Draco era rimasto sorpreso dall’udire la sua risata echeggiare per tutta la stanza. Credeva avesse rimosso la capacità di saper ridere per qualcosa che lo faceva divertire, non per malignità nei confronti di qualcuno.

Draco rideva a volte, si, ma perché l’unico divertimento per lui era il veder soffrire gli altri.

Come gli altri avevano fatto soffrire lui.

Reggendola tra le sue braccia, Draco si sedette sul bordo del suo letto, mentre Hermione si aiutava poggiando un ginocchio sul materasso tra le gambe di lui. Draco la trascinò con sé, facendola comodamente distendere sopra di lui.

Hermione poggiò la testa sul suo petto e si incantò ad ascoltare il ritmo frenetico del suo cuore. Sollevò di poco la testa per lasciare un piccolo bacio sulla parte in cui era posato il suo orecchio e risalì lentamente fino ad incontrare la sua bocca. Draco s’impadronì della sua immediatamente, mentre ribaltava le posizioni. La sua mano le sfiorava il fianco, arrivando appena sotto il seno, che ancora non aveva avuto modo di ammirare. Lei staccò le labbra da quelle di Draco per lasciarsi sfuggire un piccolo gemito di piacere. Draco si sollevò appena puntellandosi sui gomiti, soffermando lo sguardo sul suo seno. Lei era visibilmente imbarazzata e tentò di portarsi entrambe le braccia sul petto per coprirsi.

“Perché ti vergogni della tua bellezza?”, le sussurrò Draco, bloccandole le braccia e avvicinando il suo viso a quello di lei.

Lui riprese a baciarla mentre portava una mano sulla cerniera della gonna. Gemette quando lei inarcò la schiena per permettergli di sfilarle via la gonna, che andò ad incontrare le camicie sul pavimento. Draco cominciò a baciarla lungo il collo, scendendo a lambirle lo spazio tra i due seni, la zona attorno all’ombelico e fermandosi appena sopra il bordo degli slip. Risalì di nuovo avvertendo il respiro di Hermione farsi sempre più affannoso. Le mani di Hermione vagarono per il petto di lui, tracciando linee immaginarie che giungevano fino alla cintura dei pantaloni e in un attimo anche Draco fu liberato dall’indumento. Draco si portò meglio sopra di lei, e Hermione non poté fare a meno di accorgersi dello stato di eccitazione a cui aveva condotto Draco, impegnato a divorare di baci i suoi seni. Lei fece scorrere delicatamente una mano lungo il suo torace, per poi scendere lungo il fianco ed insinuarsi infine tra l’elastico dei boxer. Sussultò non appena lui le afferrò rudemente il polso con la mano.

Vide il viso di Draco alzato verso il suo e gli occhi ritornarono ad essere quelli del lupo. Sul volto un’espressione seria e quasi furiosa.

“Sei ancora qui?”, ruggì lui, facendola sussultare di nuovo.

Hermione chiuse gli occhi per impedire alle lacrime di uscire fuori. Non voleva piangere perché Draco le aveva quasi urlato contro, ma perché non riusciva a fargli capire che la sua presenza, lì, era reale.

“Draco…”, sospirò Hermione in tono quasi implorante, schiudendo gli occhi.

Lui si tolse da lei e si distese sul letto a braccia aperte, fissando il soffitto. Hermione si voltò a guardarlo senza riuscire a dire neanche una parola.

“Fa pure di me ciò che vuoi”, sussurrò Draco chiudendo gli occhi, “Ma non andare via da me”.

Hermione gli si avvicinò, posandogli un bacio sulla guancia.

“Io voglio amarti”, gli rispose.

“Amami, allora”.

Draco aprì gli occhi e le portò una mano dietro la nuca, coinvolgendola in un bacio passionale. Di nuovo Hermione fece scivolare le mani sui boxer, sicura che Draco non l’avrebbe fermata. Lui le tolse via gli slip e finirono per essere privati entrambi delle loro barriere. 

Draco stava per baciarle le labbra, ma si fermò appena un centimetro prima.

“Stai tremando”, fiatò sulla sua bocca.

Hermione lo guadò interrogativa. Lei non se ne era nemmeno accorta.

Draco si posizionò meglio sopra di lei, facendo combaciare i bacini. Hermione si morse il labbro inferiore e socchiuse gli occhi quando avvertì l’eccitazione di lui premere sulla sua entrata umida.

“Hermione, devi guardarmi!”, suonava come un ordine.

Lei aprì immediatamente gli occhi, ritrovandosi il viso di lui.

Gli sorrise.

Draco si fece lentamente strada dentro di lei, senza distogliere lo sguardo dal suo. Hermione non riuscì a reprimere un gemito di dolore quando lui entrò in lei con un’unica spinta decisa, si aggrappò saldamente alle sue spalle affondando le unghie nella carne e serrando forte gli occhi, nonostante lui le avesse pregato di non farlo. Draco la sorresse con un braccio sulla schiena e avvertì che il suo dolore stava cessando quando lei sospirò sulla sua spalla.

Hermione si distese rivolgendo lo sguardo a Draco. Entrambi cominciarono  a muoversi con più decisone e ritmo, mentre i loro respiri si facevano sempre più affannosi.

Draco era terrorizzato all’idea di commettere anche un misero errore che gli sarebbe costato l’abbandono da parte di Hermione.

Perché non si convinceva del fatto che lei non l’avrebbe mai lasciato?

Perché continuava a torturarsi la mente a quel modo?

“Draco…”, gemette Hermione, poco prima di giungere al culmine.

Entrambi vennero travolti da un’intensa ondata di passione. Draco si lasciò cadere su di lei, poggiando la testa sul suo petto. Hermione gli accarezzò la guancia, mentre entrambi cercavano di regolarizzare i loro respiri.

Poco dopo, Draco si portò alla sinistra di Hermione, infilandole un braccio sotto la testa e tirandola verso di sé. Lei si accoccolò contro il suo petto, facendosi cullare dal suo respiro.

Draco si strinse a lei ancora di più, come a temere che il suo corpo sarebbe potuto ritornare ad essere freddo come il ghiaccio.

Hermione si allontanò leggermente in modo da poterlo guardare in viso.

“Io non ho mai…non ho mai…”, mormorò Draco, senza riuscire a proseguire.

Hermione gli sfiorò la guancia con un dito, soffermandosi poi sulle sue labbra per disegnarne il perfetto contorno.

“Io non ho mai…”, ripeté Draco, muovendo le labbra sul dito di Hermione.

“Stai tranquillo, dimmi pure”, disse Hermione mentre seguiva con lo sguardo il proprio dito spostarsi verso il basso, continuando a sfiorarlo.

Lui la osservò con un’espressione indecifrabile.

Mai nella vita gli era capitato di non avere il coraggio di dire qualcosa.

Avvicinò una mano al viso di Hermione, che alzò subito lo sguardo verso di lui, sorridendogli.

“Io non ho mai creduto…di poter dipendere da qualcuno”, sussurrò, accarezzando col dorso della mano il viso di Hermione, che si fece serio, “Sono sempre stato solo e questo mi ha permesso di cavarmela con le mie uniche forze. Non ho mai rivolto il mio pensiero a nessuno, né mi sono mai sprecato di dare una mano a qualcuno. Ho condannato me stesso a diventare pura perfidia”.

Hermione lo osservava senza avere l’intenzione di interromperlo con qualche sua stupida osservazione.

Era strano pensare all’associazione della parola stupida con Hermione. Ma di fronte alla capacità di Draco di pronunciare quelle parole in modo quasi solenne, la Hermione intelligente e studiosa svaniva in un colpo.

Continuò ad ascoltare Draco in perfetto silenzio.

“Ho fatto del male agli altri come loro ne hanno fatto a me, e questi sono stati costretti a scappare via impauriti, tipica reazione dell’essere umano. Tutto sommato sono felice, sai? Perché l’unica persona che non è fuggita è qui con me e questo mi basta a compensare tutta una vita”.

Draco sorrise, chiudendo gli occhi.

Era un ragazzo di ricca famiglia, poteva permettersi tutto quello che voleva, aveva tutto, chiunque sopraggiungeva al suo servizio con un semplice schiocco delle dita, qualsiasi ragazza era pronta all’occorrenza quando lui sentiva il bisogno impellente di dar sfogo al suo essere, possedeva un’infinità di Galeoni con i quali avrebbe potuto ottenere ogni cosa…

Ed era abilissimo nel nascondere la sua infelicità.

Non era mai riuscito ad essere felice nella sua vita, nonostante avesse tutto ciò che un uomo poteva bramare.

In quel momento, però, sentiva che tutta la tristezza precedente stava piacevolmente svanendo.

Ma solo finché lei gli sarebbe rimasta accanto.

Il sorriso di Draco si spense improvvisamente. Corrugò la fronte disegnando un’espressione preoccupata e terrorizzata al contempo, mantenendo gli occhi chiusi.

Ripensò a quanto adorava rifugiarsi nel buio dei suoi occhi chiusi, perché era l’unica via di fuga da quella condizione di infelicità. Ma in quell’istante, si rese conto di quanto fosse atterrito da quell’unica sua salvezza.

Errore fatale sarebbe stato chiudere gli occhi in presenza di lei. Non sarebbe stato attento a tenerla vicina.

Oramai, il tenere gli occhi chiusi non rappresentava altro che un terribile baratro oscuro in cui sarebbe stato costretto ad agonizzare da solo.

Spalancò gli occhi di scatto, mostrando ad Hermione un’espressione di puro terrore.

Lei sussultò non appena ricevette quello sguardo, rabbrividendo visibilmente.

Si rannicchiò contro il petto di Draco, mentre lui le passava il lenzuolo sulle spalle.

Ritornò a guardarlo negli occhi, la sua espressione non era mutata di una virgola.

Gli accarezzò lievemente la guancia e Draco si andò rilassando pian piano.

“Draco”, lo chiamò, “Non cercare di tenerti dentro i tuoi pensieri, ti farai solo del male. Urla pure, se vuoi, non preoccuparti di nulla. Io sono qui”.

Draco la guardò grato di quelle parole.

Nessuno gli aveva mai dato la possibilità di esternare ciò che provava. Forse perché lui non provava nient’altro che non fosse stata pura malvagità.

Quella, però, sapeva esternarla anche fin troppo bene.

Sorrise amaramente.

“Rimarrò sempre e comunque un irrimediabile egoista, piccola mia”, proferì Draco, mentre stringeva ancora di più Hermione.

Lei non riusciva più a guardarlo negli occhi, tanto era schiacciata contro il suo petto. Era paralizzata, sarebbe stato impossibile muoversi.

L’aveva imprigionata di nuovo nella sua gabbia.

Quale dolce detenzione.

“Non sei egoista”, gli rispose Hermione.

Draco l’allontanò bruscamente da lui, le si posizionò sopra bloccandole le spalle con le mani.

Sul viso era ritornata quella rude espressione.

“Tu dici?”, sbottò, osservando la ragazza dall’alto, “Come chiameresti qualcuno che vorrebbe tenere una persona tutta per sé per paura di restare solo come un cane, eh? Non è egoismo?”.

Hermione era pietrificata sotto quel dardeggiante sguardo di ghiaccio.

Non riusciva a muovere un muscolo.

Draco le si avvicinò pericolosamente, abbassandosi verso di lei, bloccandosi ad un centimetro dalle sue labbra.

Hermione accelerò involontariamente il respiro, chiudendo gli occhi in attesa che Draco le catturasse le labbra.

“Eppure tu sei ancora qui…io…io non riesco a capire…”, Draco parlava sulla bocca di Hermione.

Senza staccarsi da lei, si portò di lato avvolgendola con le braccia.

Poco dopo Draco si staccò dal bacio, cercando di assumere una posizione comoda per entrambi.

Io non riesco a capire perché tu sia qui con me, adesso”.

Non fu Draco a pronunciare quella frase.

Hermione lo guardava negli occhi, tanto intensamente che Draco credette glieli stesse perforando.

“Te l’ho detto…sono egoista”, rispose lui, cupo, distogliendo lo sguardo da lei.

“Allora lo sono anch’io, visto che l’ultima cosa che voglio è vederti varcare la soglia di questa stanza e lasciarmi qui”.

“E’ differente”.

“E’ la stessa cosa”.

“NON E’…la stessa cosa”.

Hermione trasalì sentendo le due prime parole ruggire dalla bocca di Draco, per sfumare subito dopo.

Draco tornò a guardarla riassumendo quell’espressione dura e furiosa, che si trasformò poi in una più addolcita, come a volersi scusare con lo sguardo.

“Nessuno…”, esordì Draco a fil di voce, “…nessuno me l’ha mai dimostrato, prima di te. Capisci perché è differente?”.

Hermione stette un attimo a fissarlo senza capire. Lui aveva deliberatamente estromesso il soggetto di quella frase.

Sarebbe stato sciocco chiedergli a cosa stava riferendosi.

Com’era possibile che un sentimento tanto forte potesse essere espresso così tempestivamente?

Forse Draco con ne conosceva l’intensità, di conseguenza l’aveva usato superficialmente. Ma allora tutto quello che era successo tra di loro era stato qualcosa di momentaneo, passeggero…

Hermione stava in realtà dando vita ad una serie di pensieri senza significato alcuno. Non era ammissibile pensare di Draco Malfoy in quei termini.

Per lui nulla sarebbe stato superficiale e passeggero, neanche quel momento.

Doveva smetterla di dare un fondo razionale a qualsiasi cosa.

Si accorse che lei e Draco si guardavano negli occhi già da parecchi minuti, senza avere l’intenzione di distogliere lo sguardo altrove.

“Sorridi?”, chiese meravigliata Hermione, posando per un secondo lo sguardo sulle labbra di Draco.

“No che non sorrido”, rispose lui, anche se il suo viso lo stradiva spudoratamente.

“Lo stai facendo!”.

“Ti dico di no”.

“I miei occhi non mentono, Draco. Mentre tu sorridi per chissà quale motivo, io mi sento malissimo per tutto quello che mi hai raccontato”.

“Sorrido perché mi piace”.

Questa non era la tipica risposta che avrebbe detto Draco Malfoy. Anche questa era di una banalità estrema, ma Hermione non capì dove risiedeva la sua profondità, come aveva capito per qualsiasi altra frase semplice all’apparenza.

Draco Malfoy sorrideva perché gli piaceva sorridere?

“Cosa ti piace? Sorridere?”, chiese Hermione.

“No. Stare con te”.

Hermione non poté fare a meno di ricambiare il sorriso di Draco.

Si rilassò tra le sue braccia e poco dopo avvertì le palpebre diventare sempre più pesanti. Stava per qualche secondo con gli occhi chiusi per poi aprirli verso Draco.

Non voleva lasciarsi vincere dal sonno.

“Dormi”, disse Draco dolcemente, posandole un lieve bacio sulle labbra.

Draco si allontanò lentamente da lei, sfiorandole il viso col dorso della mano.

Hermione si lasciò cullare dalle sue carezze, sentendo gli occhi grigi di Draco  posati su di lei.

Infine, si addormentò.

Lui tolse la sua mano dal viso di Hermione e continuò a guardarla, per convincersi ulteriormente che non sarebbe sparita via con un puf avvolta dal fumo.

Lei ci sarà, per me.

“Adesso lo so”, sussurrò lui, a se stesso.

Le diede un piccolo bacio sulla fronte, senza svegliarla, e poggiò la testa accanto a quella di Hermione, col naso che quasi le sfiorava il collo.

Draco chiuse gli occhi consapevole che quel gesto sarebbe ritornato ad essere il suo rifugio e che, aprendoli, avrebbe trovato in lei il suo nuovo rifugio.

Si lasciò abbandonare al sonno con Hermione stretta tra le braccia, mentre fuori altri fiocchi di neve ricoprivano di bianco il suo Dicembre.

 

 

The End

 

 

E stavolta è davvero finita, tranquilli!

Magari il capitolo non è come ve lo aspettavate, ho cercato di fare del mio meglio^^’ Draco e Hermione infine stanno insieme, no? L’importante è questo :P^^

 

Ho il dovere di ringraziare infinitamente coloro che mi hanno lasciato quelle bellissime recensioni, mi sono sciolta nel leggerle! Non avrei mai pensato che potesse piacere così tanto questa storia, dato che ho scelto un pairing non mio e che, a dirla tutta, non avrei mai pensato di scegliere. GRAZIEEEEEEEEEEEE!!!!^^

 

Uno Special Thanks va a gemellina, il mio grande saggio da oggi ufficialmente neodiplomato, senza la quale questa storia non avrebbe mai avuto né un secondo né, addirittura, un terzo capitlo, e valeria18, a cui è piaciuta la storia pur non essendo fan di questa coppia – come me, del resto XD – e per il sostegno che mi dà inondandomi di complimenti che non credo di meritare. Grazie nicuzze, vi voglio bene^^

 

Questo è tutto, gente!!!

Un bacio a tutti e buone vacanze!^^

 

 

  
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