Ecco qui il terzo ed ultimo
capitolo di questa mia primissima Draco/Hermione. Non pensavo sarei arrivata mai
a scriverlo, questa ff era nata come one-shot!
Senza il vostro sostegno non
ce l’avrei mai fatta! Vi ho già detto che è stata la storia più complicata,
complessa, difficile, tortuosa – chi più ne ha più ne metta – che abbia mai
scritto!!!
Spero che il mio sforzo sia
valso a qualcosa^^’
Buona
lettura^^
Capitolo
3
She’s
the one that I adore
I'm
giving up the ghost of love
in
the shadows cast on devotion.
She
is the one that I adore,
creed
of my silent suffocation.
[Bittersweet – Apocalyptica feat. Ville
Valo & Lauri Ylönen]
Ripensava a quando lei
le aveva detto che la sua fredda mano, a differenza del muro, poteva essere
riscaldata da un’altra.
Era quello che stava
accadendo.
Mai in vita sua la sua
mano era stata così calda, perché mai in vita sua qualcuno gliel’aveva
stretta.
Afferrò la maniglia
della porta della sua camera di Caposcuola, e ricevette come una scossa che gli
percorse il corpo.
La aprì, ma rimase
immobile sulla soglia, rivolgendo lo sguardo all’interno della stanza. Non era
la prima volta che andava nella sua stanza con una ragazza, questo era ovvio, ma
non riuscì a capire da cosa scaturisse la sua esitazione.
Si voltò lentamente
verso di lei e aprì la bocca come a voler introdurre più ossigeno nei suoi
polmoni.
Si sentiva soffocare ed
era lei a causarlo.
Gli stava riservando
una dolce morte.
Le strinse la mano
istintivamente, come se volesse dar prova a se stesso della tangibilità di
quella creatura. Non riusciva a distogliere gli occhi grigi dalle sue iridi
nocciola. Sollevò una mano fino a raggiungere le gote di lei, colorate di
rosso.
“Come sei bella”,
sussurrò.
Era un complimento così
frequentemente e comunemente usato…
Draco non l’aveva mai
rivolto a nessuno, perché mai aveva incontrato qualcuna a cui poterlo dire.
Una lacrima solcò il
viso di Hermione, il cui cammino venne interrotto dal pollice della mano di
Draco ancora posata sul suo viso.
Lui si chinò poggiando
delicatamente le sue labbra su quelle di lei.
Ogni volta come se
fosse la prima.
Draco si staccò,
mantenendosi vicinissimo a lei, ed indietreggiò in modo da entrare nella stanza.
Riprese a baciarla, mentre chiudeva la porta con la mano libera, perché l’altra
era ancora impegnata a tenere quella di Hermione senza avere l’intenzione di
lasciarla.
Temeva le potesse
sfuggire come l’acqua.
Lui, che era solito non
temere niente ma essere temuto.
“Hermione…”,
sospirò.
Hermione ebbe un
sussulto a sentire per la prima volta il suo nome pronunciato da lui. Mai le
piacque tanto essere chiamata per nome.
Ogni silenzio veniva
riempito dai loro baci.
“Io lo sono…”, continuò
lui, lambendole il collo.
“Cosa?”.
“Tuo”.
Hermione alzò gli occhi
su Draco e liberò la sua mano da quella di lui.
Draco la guardò
preoccupato, non voleva immaginare cosa gli sarebbe successo se lei avesse
deciso di scappare via.
Lei gli diede la sua
risposta con un sorriso.
Portò entrambe le mani
all’altezza della camicia di Draco, iniziando a sbottonare i restanti bottoni,
dato che i primi tre erano già aperti.
Aveva gli occhi
incollati ad ogni bottone che via via usciva dall’asola, mentre Draco guardava
le sue mani all’opera, dall’alto, con la testa chinata.
Lei non aveva il
coraggio di incontrare il suo sguardo.
Forse per
paura?
Forse perché avrebbe
rischiato di vedere gli occhi della belva?
O forse, cosa più
probabile, semplicemente per l’imbarazzo?
Quando anche l’ultimo
bottone della camicia fu fuori dall’asola, le mani di Hermione risalirono lungo
il torace, il petto, le spalle, per insinuarsi infine sotto la stoffa e sfilarla
via delicatamente. L’indumento scivolò lungo le braccia di Draco, finendo
miseramente a terra.
Hermione rimase ad
ammirare il corpo statuario del ragazzo, sfiorandolo appena con i polpastrelli.
Ad ogni leggero tocco di Hermione, Draco chiudeva gli occhi per assaporarlo al
meglio e i muscoli si tendevano involontariamente.
Tutto per lui era nuovo
in quel momento, come se fosse stata la prima volta.
Portò le mani sulla
camicetta di lei, cominciando a sbottonarla.
Hermione veniva
assalita da piacevoli brividi lungo la schiena ogni qual volta le dita di Draco
sfioravano inavvertitamente la pelle sotto la stoffa.
Quando anche la camicia
di Hermione andò a fare compagnia a quella di Draco sul pavimento, lui si
soffermò a contemplarla.
Ne aveva viste a
centinaia di ragazze in quella situazione, ma lei era esemplare. Quel viso da
bambina nascondeva un corpo di donna.
Hermione gli si
avvicinò fino a poggiare la testa appena sopra il suo petto, all’altezza di lei,
prendendo a lasciargli una scia di baci che lo facevano
rabbrividire.
Ancora una volta, Draco
si meravigliò di quella piacevole novità.
Portò le mani dietro la
schiena di Hermione, accarezzandola, fino ad arrivare ai ganci del reggiseno e
lasciare che esso scivolasse via lungo le braccia di lei.
Hermione si mantenne
costantemente vicina a lui, circondandogli il collo con le braccia, il seno
schiacciato contro il petto di Draco.
Due cuori uniti in un
unico battito.
“Ho paura”, sospirò
Hermione.
A quell’affermazione,
Draco credette di perdere tutto il calore che aveva ricevuto da lei ritornando
ad essere freddo come il ghiaccio.
Se Hermione aveva
semplicemente paura, lui era addirittura terrorizzato dalla paura che provava
lei.
“Di cosa?”, domandò
Draco con voce quasi spezzata, temendo che la ragazza gli rivelasse il ritorno
alla paura di lui.
Come era sempre
successo.
“Paura di cosa,
Hermione?”, incalzò lui, quasi sussurrando, stringendola a
sé.
“Di non essere per
te”.
Draco chinò il capo, in
modo da poggiare le sue labbra sulla spalla di Hermione e risalire poi lungo il
collo. Le sue mani andarono a percorrere le braccia di lei, gettate attorno alle
sue spalle, con una lentezza esasperante. Hermione aveva il respiro bloccato:
aveva intuito cosa stava per fare. Lui raggiunse le sue mani incatenate dietro
la testa, le liberò delicatamente, intrecciandole con le proprie, fino a
riportarle le braccia lungo i fianchi.
“Perché dici questo?”,
le sussurrò Draco, continuando a lasciarle piccoli baci lungo il collo,
mantenendo le mani intrecciate a quelle di lei.
Hermione tentava in
tutti i modi di avvicinarsi ulteriormente a lui, in modo che non potesse
vederla.
Era davvero
imbarazzata, allora. E lo sarebbe stata ancora di più se Draco l’avesse
scoperto.
Non sapeva bene da dove
scaturiva la terribile sensazione che lui ne fosse già a
conoscenza.
“Mi dispiace”, proferì
Hermione, poggiando la guancia sul suo petto.
“Non scusarti di una
colpa che non hai affatto commesso”, Draco smise di baciarle il collo e sciolse
le loro mani, per cercare di allontanarla da lui e guardarla in viso. Lei teneva
ostinatamente la testa chinata.
“Ho bisogno che tu mi
guardi negli occhi, adesso come sempre. Devi guardarmi, Hermione. Ti
prego”.
Hermione spalancò gli
occhi incredula.
Draco Malfoy la stava
pregando di guardarlo.
Molto lentamente,
cominciò a sollevare la testa fino ad incontrare il viso di lui, su cui era
disegnata un’espressione di profonda preoccupazione.
“Prima erano i corpi
delle ragazze a non essere degni di ricevere il mio sguardo”, disse Draco,
portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, “Ma adesso, sono i miei
occhi a non essere degni di posarsi su di te”.
Come Hermione temeva,
Draco aveva già avvertito il suo imbarazzo.
Lui l’abbracciò di
nuovo.
“Possiamo
tranquillamente rimanere così, se preferisci”, le disse, con un mezzo
sorriso.
“In piedi?”, Hermione
non era molto convinta, anche se l’idea non le sarebbe dispiaciuta
affatto.
“Si, e quando ti
stancherai ti terrò sollevata”.
Draco circondò la vita
di Hermione con le braccia, sollevandola da terra, e lei si aggrappò prontamente
alle sue spalle.
“Vedi? Non è
difficile”, rise divertito.
A Hermione ritornò in
mente l’immagine del piccolo Draco che faceva volteggiare gli oggetti attorno a
lui. Sorrise involontariamente.
Draco era rimasto
sorpreso dall’udire la sua risata echeggiare per tutta la stanza. Credeva avesse
rimosso la capacità di saper ridere per qualcosa che lo faceva divertire, non
per malignità nei confronti di qualcuno.
Draco rideva a volte,
si, ma perché l’unico divertimento per lui era il veder soffrire gli
altri.
Come gli altri avevano
fatto soffrire lui.
Reggendola tra le sue
braccia, Draco si sedette sul bordo del suo letto, mentre Hermione si aiutava
poggiando un ginocchio sul materasso tra le gambe di lui. Draco la trascinò con
sé, facendola comodamente distendere sopra di lui.
Hermione poggiò la
testa sul suo petto e si incantò ad ascoltare il ritmo frenetico del suo cuore.
Sollevò di poco la testa per lasciare un piccolo bacio sulla parte in cui era
posato il suo orecchio e risalì lentamente fino ad incontrare la sua bocca.
Draco s’impadronì della sua immediatamente, mentre ribaltava le posizioni. La
sua mano le sfiorava il fianco, arrivando appena sotto il seno, che ancora non
aveva avuto modo di ammirare. Lei staccò le labbra da quelle di Draco per
lasciarsi sfuggire un piccolo gemito di piacere. Draco si sollevò appena
puntellandosi sui gomiti, soffermando lo sguardo sul suo seno. Lei era
visibilmente imbarazzata e tentò di portarsi entrambe le braccia sul petto per
coprirsi.
“Perché ti vergogni
della tua bellezza?”, le sussurrò Draco, bloccandole le braccia e avvicinando il
suo viso a quello di lei.
Lui riprese a baciarla
mentre portava una mano sulla cerniera della gonna. Gemette quando lei inarcò la
schiena per permettergli di sfilarle via la gonna, che andò ad incontrare le
camicie sul pavimento. Draco cominciò a baciarla lungo il collo, scendendo a
lambirle lo spazio tra i due seni, la zona attorno all’ombelico e fermandosi
appena sopra il bordo degli slip. Risalì di nuovo avvertendo il respiro di
Hermione farsi sempre più affannoso. Le mani di Hermione vagarono per il petto
di lui, tracciando linee immaginarie che giungevano fino alla cintura dei
pantaloni e in un attimo anche Draco fu liberato dall’indumento. Draco si portò
meglio sopra di lei, e Hermione non poté fare a meno di accorgersi dello stato
di eccitazione a cui aveva condotto Draco, impegnato a divorare di baci i suoi
seni. Lei fece scorrere delicatamente una mano lungo il suo torace, per poi
scendere lungo il fianco ed insinuarsi infine tra l’elastico dei boxer. Sussultò
non appena lui le afferrò rudemente il polso con la mano.
Vide il viso di Draco
alzato verso il suo e gli occhi ritornarono ad essere quelli del lupo. Sul volto
un’espressione seria e quasi furiosa.
“Sei ancora qui?”,
ruggì lui, facendola sussultare di nuovo.
Hermione chiuse gli
occhi per impedire alle lacrime di uscire fuori. Non voleva piangere perché
Draco le aveva quasi urlato contro, ma perché non riusciva a fargli capire che
la sua presenza, lì, era reale.
“Draco…”, sospirò
Hermione in tono quasi implorante, schiudendo gli occhi.
Lui si tolse da lei e
si distese sul letto a braccia aperte, fissando il soffitto. Hermione si voltò a
guardarlo senza riuscire a dire neanche una parola.
“Fa pure di me ciò che
vuoi”, sussurrò Draco chiudendo gli occhi, “Ma non andare via da
me”.
Hermione gli si
avvicinò, posandogli un bacio sulla guancia.
“Io voglio amarti”, gli
rispose.
“Amami,
allora”.
Draco aprì gli occhi e
le portò una mano dietro la nuca, coinvolgendola in un bacio passionale. Di
nuovo Hermione fece scivolare le mani sui boxer, sicura che Draco non l’avrebbe
fermata. Lui le tolse via gli slip e finirono per essere privati entrambi delle
loro barriere.
Draco stava per
baciarle le labbra, ma si fermò appena un centimetro
prima.
“Stai tremando”, fiatò
sulla sua bocca.
Hermione lo guadò
interrogativa. Lei non se ne era nemmeno accorta.
Draco si posizionò
meglio sopra di lei, facendo combaciare i bacini. Hermione si morse il labbro
inferiore e socchiuse gli occhi quando avvertì l’eccitazione di lui premere
sulla sua entrata umida.
“Hermione, devi
guardarmi!”, suonava come un ordine.
Lei aprì immediatamente
gli occhi, ritrovandosi il viso di lui.
Gli
sorrise.
Draco si fece
lentamente strada dentro di lei, senza distogliere lo sguardo dal suo. Hermione
non riuscì a reprimere un gemito di dolore quando lui entrò in lei con un’unica
spinta decisa, si aggrappò saldamente alle sue spalle affondando le unghie nella
carne e serrando forte gli occhi, nonostante lui le avesse pregato di non farlo.
Draco la sorresse con un braccio sulla schiena e avvertì che il suo dolore stava
cessando quando lei sospirò sulla sua spalla.
Hermione si distese
rivolgendo lo sguardo a Draco. Entrambi cominciarono a muoversi con più decisone e ritmo,
mentre i loro respiri si facevano sempre più affannosi.
Draco era terrorizzato
all’idea di commettere anche un misero errore che gli sarebbe costato
l’abbandono da parte di Hermione.
Perché non si
convinceva del fatto che lei non l’avrebbe mai lasciato?
Perché continuava a
torturarsi la mente a quel modo?
“Draco…”, gemette
Hermione, poco prima di giungere al culmine.
Entrambi vennero
travolti da un’intensa ondata di passione. Draco si lasciò cadere su di lei,
poggiando la testa sul suo petto. Hermione gli accarezzò la guancia, mentre
entrambi cercavano di regolarizzare i loro respiri.
Poco dopo, Draco si
portò alla sinistra di Hermione, infilandole un braccio sotto la testa e
tirandola verso di sé. Lei si accoccolò contro il suo petto, facendosi cullare
dal suo respiro.
Draco si strinse a lei
ancora di più, come a temere che il suo corpo sarebbe potuto ritornare ad essere
freddo come il ghiaccio.
Hermione si allontanò
leggermente in modo da poterlo guardare in viso.
“Io non ho mai…non ho
mai…”, mormorò Draco, senza riuscire a proseguire.
Hermione gli sfiorò la
guancia con un dito, soffermandosi poi sulle sue labbra per disegnarne il
perfetto contorno.
“Io non ho mai…”,
ripeté Draco, muovendo le labbra sul dito di Hermione.
“Stai tranquillo, dimmi
pure”, disse Hermione mentre seguiva con lo sguardo il proprio dito spostarsi
verso il basso, continuando a sfiorarlo.
Lui la osservò con
un’espressione indecifrabile.
Mai nella vita gli era
capitato di non avere il coraggio di dire qualcosa.
Avvicinò una mano al
viso di Hermione, che alzò subito lo sguardo verso di lui,
sorridendogli.
“Io non ho mai
creduto…di poter dipendere da qualcuno”, sussurrò, accarezzando col dorso della
mano il viso di Hermione, che si fece serio, “Sono sempre stato solo e questo mi
ha permesso di cavarmela con le mie uniche forze. Non ho mai rivolto il mio
pensiero a nessuno, né mi sono mai sprecato di dare una mano a qualcuno. Ho
condannato me stesso a diventare pura perfidia”.
Hermione lo osservava
senza avere l’intenzione di interromperlo con qualche sua stupida osservazione.
Era strano pensare
all’associazione della parola stupida
con Hermione. Ma di fronte alla capacità di Draco di pronunciare quelle parole
in modo quasi solenne, la Hermione intelligente e studiosa svaniva in un
colpo.
Continuò ad ascoltare
Draco in perfetto silenzio.
“Ho fatto del male agli
altri come loro ne hanno fatto a me, e questi sono stati costretti a scappare
via impauriti, tipica reazione dell’essere umano. Tutto sommato sono felice,
sai? Perché l’unica persona che non è fuggita è qui con me e questo mi basta a
compensare tutta una vita”.
Draco sorrise,
chiudendo gli occhi.
Era un ragazzo di ricca
famiglia, poteva permettersi tutto quello che voleva, aveva tutto, chiunque
sopraggiungeva al suo servizio con un semplice schiocco delle dita, qualsiasi
ragazza era pronta all’occorrenza quando lui sentiva il bisogno impellente di
dar sfogo al suo essere, possedeva un’infinità di Galeoni con i quali avrebbe
potuto ottenere ogni cosa…
Ed era abilissimo nel
nascondere la sua infelicità.
Non era mai riuscito ad
essere felice nella sua vita, nonostante avesse tutto ciò che un uomo poteva
bramare.
In quel momento, però,
sentiva che tutta la tristezza precedente stava piacevolmente svanendo.
Ma solo finché lei gli
sarebbe rimasta accanto.
Il sorriso di Draco si
spense improvvisamente. Corrugò la fronte disegnando un’espressione preoccupata
e terrorizzata al contempo, mantenendo gli occhi chiusi.
Ripensò a quanto
adorava rifugiarsi nel buio dei suoi occhi chiusi, perché era l’unica via di
fuga da quella condizione di infelicità. Ma in quell’istante, si rese conto di
quanto fosse atterrito da quell’unica sua salvezza.
Errore fatale sarebbe
stato chiudere gli occhi in presenza di lei. Non sarebbe stato attento a tenerla
vicina.
Oramai, il tenere gli
occhi chiusi non rappresentava altro che un terribile baratro oscuro in cui
sarebbe stato costretto ad agonizzare da solo.
Spalancò gli occhi di
scatto, mostrando ad Hermione un’espressione di puro
terrore.
Lei sussultò non appena
ricevette quello sguardo, rabbrividendo visibilmente.
Si rannicchiò contro il
petto di Draco, mentre lui le passava il lenzuolo sulle spalle.
Ritornò a guardarlo
negli occhi, la sua espressione non era mutata di una
virgola.
Gli accarezzò
lievemente la guancia e Draco si andò rilassando pian
piano.
“Draco”, lo chiamò,
“Non cercare di tenerti dentro i tuoi pensieri, ti farai solo del male. Urla
pure, se vuoi, non preoccuparti di nulla. Io sono qui”.
Draco la guardò grato
di quelle parole.
Nessuno gli aveva mai
dato la possibilità di esternare ciò che provava. Forse perché lui non provava
nient’altro che non fosse stata pura malvagità.
Quella, però, sapeva
esternarla anche fin troppo bene.
Sorrise
amaramente.
“Rimarrò sempre e
comunque un irrimediabile egoista, piccola mia”, proferì Draco, mentre stringeva
ancora di più Hermione.
Lei non riusciva più a
guardarlo negli occhi, tanto era schiacciata contro il suo petto. Era
paralizzata, sarebbe stato impossibile muoversi.
L’aveva imprigionata di
nuovo nella sua gabbia.
Quale dolce
detenzione.
“Non sei egoista”, gli
rispose Hermione.
Draco l’allontanò
bruscamente da lui, le si posizionò sopra bloccandole le spalle con le
mani.
Sul viso era ritornata
quella rude espressione.
“Tu dici?”, sbottò,
osservando la ragazza dall’alto, “Come chiameresti qualcuno che vorrebbe tenere
una persona tutta per sé per paura di restare solo come un cane, eh? Non è
egoismo?”.
Hermione era
pietrificata sotto quel dardeggiante sguardo di ghiaccio.
Non riusciva a muovere
un muscolo.
Draco le si avvicinò
pericolosamente, abbassandosi verso di lei, bloccandosi ad un centimetro dalle
sue labbra.
Hermione accelerò
involontariamente il respiro, chiudendo gli occhi in attesa che Draco le
catturasse le labbra.
“Eppure tu sei ancora
qui…io…io non riesco a capire…”, Draco parlava sulla bocca di
Hermione.
Senza staccarsi da lei,
si portò di lato avvolgendola con le braccia.
Poco dopo Draco si
staccò dal bacio, cercando di assumere una posizione comoda per
entrambi.
“Io non riesco a capire perché tu sia qui
con me, adesso”.
Non fu Draco a
pronunciare quella frase.
Hermione lo guardava
negli occhi, tanto intensamente che Draco credette glieli stesse
perforando.
“Te l’ho detto…sono
egoista”, rispose lui, cupo, distogliendo lo sguardo da
lei.
“Allora lo sono
anch’io, visto che l’ultima cosa che voglio è vederti varcare la soglia di
questa stanza e lasciarmi qui”.
“E’
differente”.
“E’ la stessa
cosa”.
“NON E’…la stessa
cosa”.
Hermione trasalì
sentendo le due prime parole ruggire dalla bocca di Draco, per sfumare subito
dopo.
Draco tornò a guardarla
riassumendo quell’espressione dura e furiosa, che si trasformò poi in una più
addolcita, come a volersi scusare con lo sguardo.
“Nessuno…”, esordì
Draco a fil di voce, “…nessuno me l’ha mai dimostrato, prima di te. Capisci
perché è differente?”.
Hermione stette un
attimo a fissarlo senza capire. Lui aveva deliberatamente estromesso il soggetto
di quella frase.
Sarebbe stato sciocco
chiedergli a cosa stava riferendosi.
Com’era
possibile che un sentimento tanto forte potesse essere espresso così
tempestivamente?
Forse
Draco con ne conosceva l’intensità, di conseguenza l’aveva usato
superficialmente. Ma allora tutto quello che era successo tra di loro era stato
qualcosa di momentaneo, passeggero…
Hermione
stava in realtà dando vita ad una serie di pensieri senza significato alcuno.
Non era ammissibile pensare di Draco Malfoy in quei
termini.
Per lui
nulla sarebbe stato superficiale e passeggero, neanche quel momento.
Doveva
smetterla di dare un fondo razionale a qualsiasi cosa.
Si
accorse che lei e Draco si guardavano negli occhi già da parecchi minuti, senza
avere l’intenzione di distogliere lo sguardo altrove.
“Sorridi?”, chiese
meravigliata Hermione, posando per un secondo lo sguardo sulle labbra di
Draco.
“No che non sorrido”,
rispose lui, anche se il suo viso lo stradiva
spudoratamente.
“Lo stai
facendo!”.
“Ti dico di
no”.
“I miei occhi non
mentono, Draco. Mentre tu sorridi per chissà quale motivo, io mi sento malissimo
per tutto quello che mi hai raccontato”.
“Sorrido perché mi
piace”.
Questa non era la
tipica risposta che avrebbe detto Draco Malfoy. Anche questa era di una banalità
estrema, ma Hermione non capì dove risiedeva la sua profondità, come aveva
capito per qualsiasi altra frase semplice all’apparenza.
Draco Malfoy sorrideva
perché gli piaceva sorridere?
“Cosa ti piace?
Sorridere?”, chiese Hermione.
“No. Stare con
te”.
Hermione non poté fare
a meno di ricambiare il sorriso di Draco.
Si rilassò tra le sue
braccia e poco dopo avvertì le palpebre diventare sempre più pesanti. Stava per
qualche secondo con gli occhi chiusi per poi aprirli verso
Draco.
Non voleva lasciarsi
vincere dal sonno.
“Dormi”, disse Draco
dolcemente, posandole un lieve bacio sulle labbra.
Draco si allontanò
lentamente da lei, sfiorandole il viso col dorso della
mano.
Hermione si lasciò
cullare dalle sue carezze, sentendo gli occhi grigi di Draco posati su di lei.
Infine, si
addormentò.
Lui tolse la sua mano
dal viso di Hermione e continuò a guardarla, per convincersi ulteriormente che
non sarebbe sparita via con un puf
avvolta dal fumo.
Lei ci sarà, per
me.
“Adesso lo so”,
sussurrò lui, a se stesso.
Le diede un piccolo
bacio sulla fronte, senza svegliarla, e poggiò la testa accanto a quella di
Hermione, col naso che quasi le sfiorava il collo.
Draco chiuse gli occhi
consapevole che quel gesto sarebbe ritornato ad essere il suo rifugio e che,
aprendoli, avrebbe trovato in lei il suo nuovo rifugio.
Si lasciò abbandonare
al sonno con Hermione stretta tra le braccia, mentre fuori altri fiocchi di neve
ricoprivano di bianco il suo Dicembre.
The
End
E
stavolta è davvero finita, tranquilli!
Magari il capitolo non è come ve lo aspettavate, ho
cercato di fare del mio meglio^^’ Draco e Hermione infine stanno insieme, no?
L’importante è questo :P^^
Ho il dovere
di ringraziare infinitamente coloro che mi hanno lasciato quelle bellissime
recensioni, mi sono sciolta nel leggerle! Non avrei mai pensato che potesse
piacere così tanto questa storia, dato che ho scelto un pairing non mio e che, a
dirla tutta, non avrei mai pensato di scegliere. GRAZIEEEEEEEEEEEE!!!!^^
Uno Special Thanks va a gemellina, il mio grande saggio da oggi
ufficialmente neodiplomato, senza la quale questa storia non avrebbe mai avuto
né un secondo né, addirittura, un terzo capitlo, e valeria18, a cui è piaciuta la storia
pur non essendo fan di questa coppia – come me, del resto XD – e per il sostegno
che mi dà inondandomi di complimenti che non credo di meritare. Grazie nicuzze,
vi voglio bene^^
Questo è tutto, gente!!!
Un
bacio a tutti e buone vacanze!^^