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Autore: bobby92    15/12/2012    3 recensioni
"Qualche lacrima si fece strada sul mio viso e, in quel momento, udii dei passi. Una bambina dai capelli color argento prese a camminare verso l'altalena" . Un nuovo incontro, una nuova amica entrerà a far parte di questa vicenda. Una ragazza portatrice di sventura ma il motivo rimane ancora un mistero. Spero che gradiate questa nuova avventura. Ciauuuuuuu
(Ho notato che ci sono molte visite al primo capitolo e poche al secondo,quindi, volevo invitarvi a non farvi condizionare dal prologo. Magari trovate che sia più discreto rispetto al primo. Grazie per l'attenzione. Un bacioneee).
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin Okumura, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi,
lo so...sono in ritardo. Mi dispiace però stò studiando giorno e notte per alcuni esami. Spero che con questo mi farò perdonare. Baci a tutti.




Rumori,ancora rumori. Tintinnii di catene rimbombavando provenienti da un luogo oscuro. Ancora un tintinno. Qualcuno si stava muovendo, stava cercando di scappare. La ragazza 
era allo stremo delle forze. L'atmosfera di Ghehenna la rendeva debole,molto debole. Quell'odore putrido, senza la presenza di ossigeno e l'odore del sangue, quel forte tanfo era quasi insopportabile. Quell'aria putrida e artefatta le faceva girare la testa. Lei era ancora per metà umana e il suo fisico risentiva di quel forte cambiamento. Voleva scappare ed urlare, voleva fuggire, se pur fosse impossibile. Era stata rinchiusa come una bestia, incatenata, inerme. Chrono non le lasciava mai un attimo di pace. Era sempre
li, pronto a torturarla fisicamente e psicologicamente per indurla a scatenare le fiamme, ma lei, non avrebbe mollato. Non si sarebbe fatta imbrogliare ancora. Era pronta a sopportare qualsiasi pena. Aveva giurato a se stessa che non sarebbe mai diventata una di loro,o meglio, lo era per metà ma, uno spiraglio di speranza, le era ancora rimasto.Raika era in uno stato d incoscenza ma riusciva a sentire l'odore di terra bagnata, quell'umidità intrisa all'odore di ferro, poteva essere solo sangue. La ragazza riuscì a riprendere un lieve stato di coscenza, quell'odore le provocava la nausea. Aprì gli occhi e si trovò con il viso del demone a due centimetri dal suo volto -"Molto bene, mia cara. Ti sei ripresa"- Disse lui con tono divertito. Lei si limitò ad osservarlo con disgusto e rancore. Quegli occhi, così belli e capaci di provocare un
tumulto di emozioni nel cuore di lui, così intensi, così profondi. Lui la osservò con sguardo di ammirazione. La voleva per sè, al suo fianco, non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via. Quello sguardo di sfida gli provocava una certa voglia di ferirla in modo che potesse ancora guardarlo con quegli occhi. Lei non comprendeva se quello di lui fosse amore, per lei era ossessione. Lui in un certo senso la amava ma quasi in un modo sadico e, ora, era sua. Non gli importava se quello di lei fosse odio ma la voleva al suo fianco, a qualunque costo.- " Bene, piccola mia"- Disse lui mentre si dirigeva sul suo trono- " é arrivato il momento di farmi divertire"- Uno schiocco di dita. Un enorme demone la prese per i capelli trascinandola in una grande arena. Lei prese ad urlare per la troppa paura mentre Chrono era divertito al suono della sua voce terrorizzata-" Fammi vedere cosa sei in grado di fare".
Raika venne scaraventata all'interno di quel luogo e, un centinaio di occhi rossi la osservavano dietro le mura ormai corrose dal tempo. Quelli erano demoni, centinaia di demoni erano pronti a ferirla o ucciderla, erano li per il puro divertimento del loro padrone e lei, era una di quelle pedine. Chrono,dall'alto della sua posizione da spettatore  le lanciò il suo bastone- " Ecco, tieni! Un aiuto per la tua vittoria"-. Raika afferrò il bastone e questo divenne una falce. Chrono la osservava estasiato " Che abbia inizio il divertimento"- Un altro schiocco di dita.
 
 
 
L'accademia vera croce stava avendo riparazioni e qualcuno era ancora in ospedale per ricevere medicazioni dalle ferite da demone. I ragazzi erano ancora interi e vivevano ugualmente in accademia anche se le lezioni erano state sospese per via di quella notte. Il preside era piuttosto affranto e il suo fratellino gli faceva compagnia. Da un po' di tempo Amaimon divorava tutto quel che trovava senza chiedere il permesso. Era molto irritabile di quel periodo. " Amaimon, si può sapere cosa ti é preso?"- Chiese sospirando Mephisto. Amaimon si voltò -" Nulla, fratello, mi annoio". Mephisto prese la pila di documenti di fronte a lui iniziando a compilarla senza interrompere il discorso con il suo
fratello minore:" Da quando quella ragazza é sparita tu sei strano"-. Amaimon sobbalzò a quell'affermazione e il suo sguardo si fece più cupo. Il più alto comprese, non che avesse dubbi, ma voleva averne certezza-" Lo sai che ci é proibito immischiarci nelle questioni dei nostri fratelli. Chrono ha trovato quella fanciulla molti anni  prima di te e tu non puoi intrometterti"-Disse il maggiore in tono severo. "Lo so, fratello". Detto questo il minore si alzò per non pensare alle parole di suo fratello e  andò via dalla finestra. Un'albero, poi, un'altro ancora. Amaimon voleva andar via e non ascoltare quelle parole così veritiere ma, la legge parlava chiaro. In quel momento avrebbe preso a calci quel debole di Rin Okumura. Aveva permesso a suo fratello di rapire la ragazza e, questo, non poteva perdonarglielo. Se quel giorno l'avesse
incontrato, probabilmente l'avrebbe fatto a pezzi. 
 
Rin Okumura era rintanato in camera sua. Non voleva vedere ne sentire nessuno. Stava corrodendo per non essere riuscito a salvare la sua amica e voleva solo sparire. Le  sue ferite si erano rimarginate ma il dolore lacerante al petto non si era minimamente placato. Doveva andare a riprenderla a tutti i costi ma non gli veniva alcuna idea. 
Aprire la porta per Ghehenna risultava impossibile per lui ma non per..." Mephisto!!". Il ragazzo aprì velocemente la porta correndo a perdi fiato verso l'ufficio del preside.
Il ragazzo aprì violentemente la porta trovando un Mephisto poco sorpreso dalla questione -" Ho bisogno che tu mi dica come posso andare a Ghehenna"-Disse affannosamente il ragazzo. Mephisto ghignò -"Sapevo che saresti venuto da me. Mi dispiace...ma non posso aiutarti.."-. Rin osservò quell'uomo furibondo, gli avrebbe staccato il collo volentieri.
Così andò vicino a lui afferrandolo con forza per il colletto " TU SEI UN DEMONE E PROVIENI DA GHEHENNA. Sò CHE PUOI AIUTARMI NON PRENDERTI GIOCO DI ME, MALEDETTO!".
L'uomo si fece più serio e appoggiò la sua mano su quelle di Rin. Poi, con forza, riuscì tranquillamente a liberarsi dalla presa. Rin rimase basito e Mehisto se ne rese conto-" Mio caro, sono un demone anch'io. Sono, forse, più forte di te. Non dovresti meravigliarti"-. Rin guardò quell'uomo con uno sguardo ancor più furibondo. Lui voleva trovarla, voleva che Raika tornasse all'accademia a tutti i costi. "Ragazzo mio"-Continuò Mephisto-" Ti ho già dato una risposta, non posso aiutarti"-Disse il più alto girandosi verso la scrivania per tornare al suo lavoro ."Ora devo finire di complare dei moduli...chiedo, quindi, la cortesia di essere lasciato in pace"-.Rin sbuffò e uscì dalla stanza sbattendo la porta dirigendosi verso il parco per cercare di chiarirsi le idee.
Un passo...ancora un'altro e ancora uno sforzo per cercare di respirare regolarmente. Il corpo di Rin era caldo, troppo caldo. Mancava poco prima che facesse esplodere le sue distruttive fiamme blu. Nonostante il silenzio e il fruscio del vento non riusciva a rimanere calmo. Improvvisamente un rumore fra le foglie. Una chiave venne lanciata  da quel cespuglio, una chiave color oro bellissima ma con un potentissimo potere demoniaco. " Chi sei? Cosa vuoi?"- La voce di Rin rieccheggiava assieme al vento. Poi, un'altra voce, una voce ferrea e irritata -
" Questa é la chiave che ti servirà ad aprire la porta per Ghehenna". Rin cercò ivano con lo sguardo e successivamente un'esile figura
emerse dai rami di un albero. "Amaimon?"- Disse il ragazzo con stupore. "Fà silenzio"- Rispose l'altro."Nessuno deve sapere del nostro incontro. Vai nella foresta, in un luogo dove nessuno possa vederti, bagna la chiave con il tuo sangue e mettila in terra...la porta per Ghehenna verrà aperta e potrai andare a salvare la tua amica. Non puoi portare nessuno con te. I tuoi amici sono umani...in questo modo li faresti morire". Senza replicare Rin fece un cenno con il capo. Non volle chiedere nulla, nessuna spiegazione, nessuna domanda, la ragione del suo gesto poteva essere, secondo Rin, una e una solamente. Si avviò verso la parte più nascosta dell'accademia ma Amaimon gli diede un ultimo avvertimento - "Okumura... fa attenzione, l'inferno é pieno di trappole. Appena entrarai troverai Thanathos ad attenderti".
Un altro cenno del capo e Rin continuò per il suo cammino.
Arrivato nella zona più nascosta Rin seguì il procedimento speigato da Amaimon. Dopo aver bagnato la chiave del suo sangue la mise in terra e questa iniziò a vibrare.
Forti grida e forti lamenti fuoriuscivano da quella porta intrisa e bagnata dal sangue. La porta per l'inferno era stata aperta. Senza indugiare Rin vi entrò e questa si richiuse dopo aver risucchiato il ragazzo.
Qualcuno osservava divertito la scena " Aahhh Amaimon...lo sapevo che avresti consegnato la chiave. Hahahah ora si che posso godermi lo spettacolo. Buona fortuna...mio caro ragazzo".
 
 
 
 
 
  
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