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Autore: MelodramaticFool_    15/12/2012    4 recensioni
Andrea e Viola.
Marco e Viola.
Andrea, Marco, Viola, Silvio, Giulia, Gabriele.
Sei Freaks!, una storia.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Simpatica, Ginevra.- commentò Viola, seduta sul divano.
-Mah. Mi ricorda troppo il fratello. Forse è per questo che te sta tanto simpatica.- replicò Andrea.
Gli altri erano andati via poco prima. Si erano organizzati per incontrarsi tre ore dopo a casa di Viola, in centro. Non dovevano restare separati a lungo, dopo tutto il casino della sera precedente.
-A proposito di Marco, Andre. Sei stato pesante con lui, oggi.-
-Piccola vendetta personale per come mi ha trattato ieri.-
-Direi un po' troppo personale.-
-Dai sù, non me venì' a fà' la morale per uno scherzo innocente. E' tutto tuo, tranquilla.- sogghignò il ragazzo, beccandosi, in tutta risposta, una cuscinata in faccia.
-Eddai finiscila con 'sta storia!-
-Sempre meglio scherzarci su che stare a fà' il depresso incazzato come lui.-
-Dai, era solo nervoso per la storia di sua sor..-
-Viola, non me prendè' in giro, si vedeva lontano un miglio che ce l'aveva con me per te. Gli hai detto qualcosa?-
-Si.. Gli ho detto del bacio.-
-Non l'ha presa bene.- sbuffò -Gli hai detto che è successo per..-
-..per il tuo potere? No, non ho fatto in tempo. E, a questo punto, non mi sembra il caso di dirglielo.-
-No.-
Il silenzio tornò a colmare i vuoti lasciati dalle parole non dette. Andrea odiava quei silenzi, e, per una volta, decise di colmarli.
-A me è piaciuto, quel bacio. Anche se non eri in te.-
Viola arrossì, e attese qualche secondo prima di rispondere a quella domanda non pronunciata, celata dietro alle parole del ragazzo.
-Anche a me.-
Il ragazzo la guardò intensamente, gli occhi verdi e limpidi che racchiudevano un subbuglio di emozioni. Avvicinò piano le labbra alle sue e le sfiorò appena. Viola chiuse gli occhi e Andrea la baciò piano, mentre le passava un braccio attorno alla vita. Lei gli gettò le braccia al collo e rispose con passione al bacio.
Di nuovo le loro lingue roteavano insieme in quella danza di profumi e dolcezza. Stavolta però, era tutto spontaneo; Andrea non aveva interferito con il suo stupido potere, e lei era in sè e consapevole delle sue azioni. Viola si sdraiò sul divano e Andrea, sopra di lei, continuava a baciarla, stavolta con più foga. Quasi temesse che qualcosa o qualcuno interrompesse quell'atmosfera surreale. Lei gli mordicchiò piano le labbra, giocando con il piercing, mentre lui le toglieva la camicetta..
 
Erano le due e mezza passate e Marco cominciava a preoccuparsi.
Lui e Silvio erano sotto casa di Viola da più di venti minuti.
Ma di lei e Andrea nessuna traccia.
Non rispondevano al citofono e nemmeno al cellulare, la portinaia non li aveva visti salire e la macchina non era parcheggiata da nessuna parte nei dintorni.
Al quarto tentativo, i due apparvero in fondo alla via. Marco gli corse incontro.
-Dove cazzo eravate finiti?- li aggredì immediatamente
-Traffico.- spiegò Viola sbrigativa, superandolo senza guardarlo negli occhi.
Uno strano dubbio si insinuò nella mente di Marco. No, non può..
-Bella, dai, saliamo.- disse Silvio sfregandosi le mani.
Entrarono nel condominio dove viveva la ragazza.
Nessuno di loro, tranne Andrea, era mai stato nell'appartamento di Viola. Era un piccolo bilocale luminoso, semplice. Marco e Silvio rimasero affascinati dai numerosi trofei di judo della giovane, e per lei fu abbastanza imbarazzante spiegare loro che, per colpa di Simone, aveva abbandonato una delle sue più grandi passioni.
Finito il giro turistico, i quattro si stabilirono in cucina, sul tavolo da pranzo, con una penna e un quaderno.
Viola strappò un foglio e cominciò -Cosa vi ricordate della sera al Blackout?-
-Già detto.- disse Andrea, stravaccandosi sulla sedia.
-Che ero sbronzo. E che mi hai quasi tirato sotto.- spiegò Silvio -E che poi ci siamo trovati tutti all'incrocio e che siamo svenuti.-
-Si, ma cos'è successo nel locale?-
-Sono entrato con un po' di amici.. Poi sono andato al bancone e ho iniziato a bere.-
-Niente di strano?-
-No.. Aspetta, qualcuno mi ha offerto un drink, ma non ho idea di chi..-
-Aspetta.. Anche a me un tizio mi ha offerto da bere.-
-Anche a me!- ricordò improvvisamente Marco.
-Un bicchierino con una roba blu? Anche a me.- aggiunse Andrea
-Non può essere una coincidenza.- fece Viola -Dite che c'entra con i poteri?-
-Com'è possibile che un potere sia concentrato in un drink?- disse Marco, confuso
-Non ne ho idea, ma la cosa mi puzza.- disse lei, scrivendo sul foglio la parola "poteri" e collegandola con una freccina a "Blackout, drink blu..?"
-E Giulia?-
-Giulia.. Che potere aveva?-
Nessuno di loro seppe rispondere.
-Bella domanda. Essere una pazza vampira vale come potere?- osservò Silvio
-Chissà se anche a lei hanno dato quel bicchierino..-
-Chissà dove s'è cacciata..- fece Andrea, pensieroso.
-La sera del Blackout, prima che quel pazzo si mettesse ad inseguirmi.. Sono stato nel parcheggio, e per terra c'era una macchia di sangue enorme, e un camioncino bianco è partito a tutta velocità da quel punto.-
-Mi stai a dì' che l'hanno rapita?-
-Magari era Gabriele, visto che Giulia lo aveva appena morso e stava perdendo sangue..- disse Viola, continuando ad annotare cose sul foglio
-Forse li hanno rapiti entrambi.- 
-Se è così, perché?- disse Andrea, confuso -E, soprattutto, perché ce vogliono fà' fori?-
I ragazzi rifletterono, in silenzio, ognuno con in testa le sue teorie e i suoi interrogativi.
-Che casino.- commentò Silvio
-E Gabriele? Che potere aveva lui?- chiese ancora Viola.
-Quando è apparso a casa di Silvio ci ha detto di averne uno anche lui, ma non ha spiegato che genere di potere fosse.- ricordò Marco
-E noi ci siamo fidati di lui..- mormorò piano Andrea.


Per colpa dei maledetti uccellini che canticchiavano con gioia nel cortile del condominio, Andrea si svegliò alle dieci e mezza. 
Il suo viso era immerso nei capelli di Viola, e le sue braccia le cingevano la vita. Nella semi oscurità della stanza distingueva la curva del suo collo chiaro.
Lui, Marco e Silvio le avevano lasciato la camera da letto, scegliendo di dormire sui divani del salotto. Alle tre del mattino, il ragazzo non era ancora riuscito a preder sonno. Di nascosto, si era infilato nel letto di Viola, anche lei persa nel limbo dell'insonnia, e avevano passato due ore a parlare. Si era addormentata abbracciata a lui, cullata dalla voce di Andrea. Con il dolce peso della sua testa sul braccio sinistro, il ragazzo si era addormentato poco dopo, stanco morto.
Sfilò via il braccio da sotto il corpo della giovane e si alzò piano dal letto, cercando di non svegliarla. La coperta le lasciava scoperto un seno, sfuggito dalla maglia del pigiama. Sembrava così indifesa ed innocente. Il giovane la guardò con un sorriso e uscì dalla stanza. 
Passò davanti a Marco, che dormiva alla grossa in salotto, stravaccato su uno dei divani. Il rumore dell'acqua, in bagno, rivelava invece la posizione di Silvio.
Andò in cucina e accese la macchinetta del caffé. Era in boxer, a torso nudo, visto il caldo tremendo che avvolgeva Roma come una campana, come tutte le estati. Mentre beveva piano il suo caffé, il suo sguardo si perse fuori dalla finestra, in un punto imprecisato tra i palazzi che contornavano la vista di quell'appartamento al quarto piano.
Il citofono squillò, facendolo sobbalzare.
Si avviò sospettoso verso la porta d'ingresso. Poteva essere uno qualunque di quegli squilibrati che gli stava dando la caccia. Accostò un occhio allo spioncino. Non ci posso credere.., pensò, mentre girava il chiavistello, abbassava la maniglia e tirava il battente.
Rimase qualche secondo ad osservare l'alta figura davanti a lui.
-Gabriele.- disse, freddo.
Questi non si scompose davanti all'evidente diffidenza del ragazzo.
-Posso entrare?- chiese, senza alcuna timidezza.
Marco apparve accanto ad Andrea. Squadrò il giovane in piedi sullo zerbino e mormorò -Ah.-
-Non sei proprio il benvenuto.- fece Andrea, gelido.
-Immagino. Posso spiegare tutto.-
Il tono di Gabriele era fermo, determinato. Si vedeva lontano un miglio che aveva qualcosa di importante da raccontare, e i ragazzi avevano un dannato bisogno di risposte. Andrea e Marco si guardarono, quindi si spostarono dall'ingresso, lasciando passare il nuovo arrivato.
 
-Cosa ci fai qua?- chiese Viola senza troppi preamboli.
I cinque ragazzi erano seduti attorno al tavolo della cucina. La giovane era ancora in pigiama, con il trucco sbavato dal giorno prima, e Silvio aveva ancora i capelli bagnati dopo la doccia.
-Lo so che non vi fidate di me.- disse Gabriele con un sospiro -Ma voglio spiegarvi cosa ci è successo, perché penso di aver capito un po' di cose sulla nostra situazione.-
-E se non ti credessimo?- lo sfidò Andrea, puntandogli uno sguardo indagatore.
-Siete liberi di credermi o no, però lasciatemi..-
-Aspetta.- intervenne Marco -Facciamo un patto. Tu ci racconti quello che sai, e noi facciamo lo stesso. Anche se sappiamo veramente poco, sia chiaro.-
-Per me va bene. Comincio io.- acconsentì l'altro.
-Prima di tutto vogliamo sapere una cosa.- fece Viola -Tu ci hai detto di avere un potere, come noi. Ma non ci hai mai detto di cosa si trattava.-
-Giusto.- disse Gabriele. Dopo aver riflettuto qualche secondo, disse -Posso creare cose con la mia mente. La mia immaginazione può diventare realtà, e sono capace di creare mondi paralleli.-
Gli altri quattro lo guardarono con stupore. Andava ben oltre le capacità di tutti loro.
-Non chiedetemi di dimostrarvelo- continuò -Non sono molto bravo a controllare il mio potere, potrei persino far crollare la casa.-
-Va bene. Ti credo.- disse Silvio -Un'altra cosa: dov'è Giulia?-
Gabriele stavolta riflettè più a lungo.
-A questa domanda non so bene come rispondere.-
-Provaci.- disse Andrea, che lo fissava ancora con estrema diffidenza.
-Come volete. Io e Giulia siamo stati rapiti da dei ricercatori, che ci hanno tenuti dentro una sorta di laboratorio per diverso tempo.-
La parola "rapiti" catturò l'attenzione dei ragazzi. Questo confermava la loro ipotesi.
-Un laboratorio?-
-Sì. Facevano delle ricerche su di noi, sui nostri poteri.-
-E che genere di ricerche?- chiese ancora Viola, incuriosita.
-Non lo so. Ci sedavano prima di ogni esperimento. Io venivo internato tutte le notti, durante il giorno venivo rimandato a casa. Però in qualche modo mi facevano dimenticare tutto quanto, non ricordavo nulla di voi e facevo fatica a ricordare qualcosa della mia vita precedente. Giulia invece era considerata molto pericolosa, e quindi doveva restare sotto osservazione tutto il tempo.-
-Scusa, ma se hai detto che non ti ricordavi nulla e che non potevi scappare..- osservò Marco -Come mai ora sei qui?-
-Questa è una cosa che non ho compreso del tutto. Una notte, Giulia si è liberata e in qualche modo è riuscita a trovarmi. La sua presenza mi ha risvegliato dagli anestetici. Era.. Assurda. Sembrava un animale. Aveva la faccia ricoperta di sangue e gli occhi sembravano quelli di un serpente. Poi, mi ha morso. Da lì ho perso conoscenza, e il giorno dopo, a casa, ero pieno di ferite.- disse, scoprendo il collo e mostrando un profondo morso -Però mi ricordavo tutto quanto; mi ricordavo di voi, della sera al Blackout.. Tutto. Nel pomeriggio la mia ragazza è andata a lavorare, e io sono fuggito da casa e sono andato in un albergo. Ed oggi, eccomi qua.-
Il racconto di Gabriele era talmente strano da sembrare quasi vero.
I ragazzi lo videro sotto una luce diversa. 
Non era uno degli scacchisti che muovevano le pedine di quel gioco perverso, come avevano pensato fino ad allora. 
Era una vittima.
-Ok. Ti crediamo. Ma non dirmi che sei venuto fin qua per dirci questo. Che vuoi veramente?- chiese Andrea.
-Non ho nessun posto dove andare.- ammise Gabriele -E stanno dando la caccia pure a me. Dico che potremmo stare uniti, visto che siamo tutti ricercati.- propose, lo sguardo basso.
-Non so, sai. Ci hai imbrogliati. Ci avevi detto che sarebbe bastato fermare Giulia per far tornare tutto alla normalità, e questo non è successo.- disse Viola.
-Non ne avevo idea. Pensavo che.. Ma mi sbagliavo. Commettiamo tutti degli sbagli. Datemi un'ultima possibilità.- chiese, con un tono al limite del supplichevole.
I ragazzi si guardarono. Sembravano tutti convinti, tranne Andrea, che non pareva fidarsi del tutto del giovane. Alla fine, però, capitolò. -Okay, penso che tu possa stare qua stanotte.-
Gabiele sospirò sollevato.
-Comunque penso di aver capito cosa è andato storto l'altra sera.- disse -Io non volevo uccidere Giulia, volevo solo fermarla. E lei mi aveva già morso quando siete arrivati nel parco. Non so come, ma questo c'entra con il nostro ritorno indietro nel tempo.- 
-Può darsi.- ammise Marco -Ma come?-
-E chi lo sa.- rispose Gabriele, gettando la testa all'indietro.
Dopo una breve pausa di silenzio, Viola disse -Vado a vestirmi.-, si alzò, -Voi andate a prendere un giornale all'edicola all'angolo, magari parlano in qualche modo di te e Giulia.-
-Ne dubito, ma non se sa mai. Vado io, voi apritemi.-disse quest'ultimo, dirigendosi verso l'ingresso.
Al tavolo erano rimasti Marco, Andrea e Silvio.
Non appena udì lo schiocco della porta che si chiudeva, Andrea disse -Non me fido di lui.-
-Io gli credo.. Non del tutto. Ci sono diverse cose poco chiare nel suo racconto. Però è l'unica alternativa che abbiamo.- fece Marco pensieroso.
-Però se sta con noi possiamo tenerlo d'occhio..- osservò Silvio.
Andrea soppesò l'idea.
-Silvio, c'hai ragione. Meglio avere il nemico vicino, sempre che sia veramente un nemico.- concluse.
 
Come aveva previsto Gabriele, sul giornale non c'erano tracce su lui e Giulia.
Nessun articolo su due ragazzi scomparsi, nemmeno su l'uomo che Silvio aveva accidentalmente ucciso la settimana prima.
I ragazzi passarono il resto del pomeriggio a spiegargli delle conclusioni a cui erano arrivati, quindi la storia dei bicchierini misteriosi e tutte le varie avventure che avevano vissuto negli ultimi giorni. Il ragazzo disse loro di non aver bevuto niente di strano, quella sera, anzi -Non stavo bene, uscii quasi subito per fumare e stare in pace.-
Gabriele confermò loro che l'agenzia che si occupava degli esperimenti era la VEX, la stessa a cui appartenevano i sicari che cercavano continuamente di ucciderli. Lo aggiornarono sulla situazione dei loro poteri; in particolare, rimase stupito dell'evoluzione delle capacità di Viola, che era passata da diversi stadi prima di riuscire a vedere le cose attraverso gli occhi degli altri. Il cambiamento di Andrea, invece, non gli era parso tanto significativo.
-Il tuo potere era già evoluto quando ci siamo incontrati per la prima volta.- gli spiegò.
-Secondo te perché i nostri poteri sono cambiati?- chiese Silvio.
-Penso sia un accumulo di energia, o una cosa simile. Ora avete la consapevolezza delle vostre capacità, quindi riuscite a controllarli meglio.-
-Lo stesso che pensavo io.- disse Viola.
Poi, formularono un piano d'azione. Era sabato, e il Blackout probabilmente avrebbe fatto il pienone. Era la loro occasione per cercare di capirci qualcosa di più. Andrea non era del tutto convinto.
-E se quelli ce sparano di nuovo?- 
Gabriele riflettè un attimo.
-Avete armi con voi?- chiese quindi.
-Io ho uno spray al peperoncino.- disse Viola, tirando fuori un contenitore di plastica dalla borsa.
-Io posso cambiare l'umore della gente, è l'arma migliore. E Silvio fa volare in aria la gente come un Super Sayan.- disse invece Andrea.
-Sì, noi siamo a posto.- confermò Silvio.
-Restiamo io e Marco. Io posso far apparire qualcosa che li distragga, ma tu sei completamente disarmato..- fece Gabriele, pensieroso.
Marco provò l'ennesimo moto di vergogna a causa del suo maledettissimo potere. Perché a lui era andato quello più sfigato di tutti?
-Beh, direi che.. Sì, Marco e Andrea, voi due girate assieme. Domani penseremo a prendere qualcosa con cui tu ti possa difendere, ma per ora è l'unica soluzione.-
Nessuno potè fingere di notare che Gabriele sembrava aver preso il comando. 
Marco squadrò Andrea con uno sguardo indecifrabile. Quest'ultimo, invece, sembrava d'accordo.
-Okay. A posto, allora.-
 
-Andre, vieni un po' qua.- lo chiamò Silvio quella sera, poco prima di uscire.
Il ragazzo si avvicinò, incuriosito.
-Beh?-
-Con Viola? Stamattina non eri in salotto, eri da lei, vero?-
Andrea si sentì avvampare. L'altro ridacchiò.
-Zì', sei rosso come un preservativo alla fragola!-
-Non abbiamo fatto nulla..-
-Si, e vuoi pure che ti creda. Dai, è evidente che te piace, però c'è..-
-..Marco.- disse Andrea, con un chè di rassegnato nel viso.
-Lui non ha visto nulla, tranquillo.-
-Andiamo?- li chiamò Viola.
I due raggiunsero gli altri e si avviarono fuori dall'appartamento.
 

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Ebbene sì, capitolo tre.
Anche questo è l'unione di altri due capitoli, in origine il cinque e il sei.
Ho deciso di spendere più parole per il contesto di Freaks!, oltre che per la coppia Andrea-Viola. Questo perché i poteri e le situazioni che ne derivano giocano un ruolo fondamentale, influenzando moltissimo i personaggi.
In questo capitolo troviamo quindi una sorta di riunione tra i quattro freaks principali, che cercano di riassumere quello che è successo loro negli ultimi tempi. Qui spunta fuori la faccenda dei bicchierini, che viene esposta nella puntata 7 della seconda stagione. Questa scena ovviamente è stata partorita dalla mia mente malata, nella serie i ragazzi non hanno ancora scovato questo particolare. Poi, ecco Gabriele. E' molto difficile parlare di lui, perché è come un enorme punto interrogativo che circonda l'intera serie. Ci ho provato, ditemi voi. Ovviamente ho dovuto attivare l'immaginazione, per scrivere questa parte. Però, la faccenda del laboratorio e del potere di Gabriele sono state tutte confermate. Infine ecco un Silvio molto perspicace che intuisce quello che sta succedendo tra Andrea e Viola.
A presto, prestissimo,
MelodramaticFool_
 
  
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