Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Hilarie Winfort    16/12/2012    1 recensioni
Presi la mia valigia con le note che continuavano a rimbombare nella mia testa.
Ero giunta a destinazione. Londra.
Trascinai la valigia verso la mia nuova vita.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


Aprii la lettera ripiegata. La stessa che stringevo sull'aereo.

Cara Hilary,
ormai sono sedici anni.
In questo giorno speciale voglio farti i miei più cari auguri.
Sembra ieri quando muovevi i tuoi primi passi e guardati ora:
Sei una donna ormai. Spero che il regalo ti piaccia.
Sono fiera di te, ti voglio tanto bene.
Mamma.

Dopo quel giorno, il giorno del mio compleanno, non la rividi mai più.
Morì la mattina dopo, mentre andava a lavorare.
Era un insegnante. Aveva conosciuto mio padre proprio in quella scuola,
la stessa in cui stava andando quel giorno, vent'anni più tardi.
Per quanto ne sapevo mio padre se l'era svignata quando avevo tre anni, e non l'avevo mai più rivisto.
C'eravamo sempre state solo io e mia madre, nessun'altro. E adesso lei non c'era più.
L'unica che fosse in grado di capirmi, se n'era andata. ll regalo in questione era una collana che aveva
come ciondolo una gemma a forma di cuore, azzurra. Era antica, era appartenuta a mia nonna,
poi a mia madre e adesso apparteneva a me.
Non la toglievo mai, per me era come avere un pezzo della mia famiglia sempre con me.
Mi alzai dal letto, dopo aver riposto la lettera nel cassetto del comodino.
Mi vestii in fretta e scesi al piano di sotto.
Lo zio John, come ogni mattina, era già a lavoro quando io mi svegliavo. Zia Milly invece andava a lavoro più tardi.
Era segretaria di uno dei più importanti avvocati della città. Lo zio John, invece era un veterinario.

"Buongiorno",mi disse la zia mentre puliva il pianale della cucina.
Ricambiai il saluto con un sorriso. "Il latte è già sul fuoco, e ci sono anche i cereali"
"Ti ringrazio, ma sono in ritardo. Berrò solo un po' di latte"
"Come vuoi" E così feci. Mi alzai dalla sedia appena ebbi finito.
"Mi dispiace di non poterti accompagnare almeno il primo giorno di scuola", disse accennando un sorriso.
"Tranquilla, andrò in metropolitana" La salutai e uscii di corsa di casa.
Non potevo arrivare in ritardo il primo giorno.
Avrei frequentato la terza superiore, quella che avevo già iniziato nella vecchia scuola.
Già sarebbe stato orribile essere la nuova arrivata. Quando arrivai avevo il fiato corto,
avevo corso per riuscire ad arrivare in orario. Tirai fuori dallo zaino il foglio con gli orari delle lezioni e
mi diressi verso l'aula della prima lezione.
Presi un respiro profondo e aprii la porta. Constatai che ero meravigliosamente in ritardo. Dannazione!
La professoressa, di cui ancora non conoscevo il nome, era già alla cattedra.
"Buongiorno",mormorai deglutendo. Fortunatamente non mi fece fare nessuna umiliante presentazione.
Non osai guardarmi intorno, sicura degli sguardi curiosi su di me. Corsi a sedermi all'unico banco vuoto rimasto.
Ma che accidenti avevano da fissare tutti?! Avrei voluto alzarmi da quella sedia e correre fuori.
Ma per andare dove? Io non avevo più una casa.
La professoressa mi porse un libro, e capii che la lezione in corso era quella di Scienze Naturali.
L'avevo già studiato nella vecchia scuola, quindi fu facile fare finta di prestare attenzione quando invece
mille pensieri mi vorticavano nella testa.

Give a little time to me

We’ll burn this out

We’ll play hide and seek

To turn this around

And all I want is the taste

That your lips allow

Cominciai a canticchiare nella mente quella canzone, ogni volta mi faceva venire i brividi.
Mi ritrovai ben presto con le lacrime agli occhi e avrei voluto urlare a squarciagola
tutto quello che mi sentivo dentro.
Tutto quello che quelle note mi facevano provare, tutto quello che mi faceva ricordare.
Le sensazioni che mi faceva sentire, che non avrei mai avuto il coraggio di dire ad alta voce.
Volevo solo
Urlare.
Urlare fino a non avere più fiato in gola.



  
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