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Autore: Sara Scrive    16/12/2012    5 recensioni
"Non ho mai voluto cambiare città, stavo cosi bene a Roma, ma mi sono dovuta ricredere... Los Angeles non è poi così tanto male!"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Taylor Lautner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12. La mia stanza

<  Sara ! Sara  > sentivo il mio nome chiamare mischiato a parole incomprensibili.
Tenevo ancora gli occhi chiusi e rimanevo immobile. Mi sentivo molto  stanca.
Ero.. in “Coma” ? Non lo so come definire lo stato in cui mi trovavo. Non ricordavo neanche il mio nome.
Sentivo delle mani che mi toccavano. Sotto di me una superficie morbida.
Non mi andava di aprire le palpebre, ma continuavo a sentire delle voci che dicevano qualcosa di strano. Parlavano in un’altra lingua.
Mi concentrai <  … ancora non tornano  …. Forse sono fuori per il weekend  >
Improvvisamente sentii uno strano rumore provenire da un’altra stanza. Qualcuno stava vomitando.
<  Tutto bene ? Ti serve qualcosa ?  > disse una voce femminile.
Udii alcuni passa allontanarsi.
Aprii gli occhi. Ero nella mia stanza. Sul mio letto precisamente.
<  Ma si può sapere perché sta cosi? Che è successo ieri sera? Non mi hai ancora detto niente…  >
Angela. Angela era a casa come me. C’era qualcun altro.
Provai ad alzarmi ma venni travolta dai capogiri che mi costrinsero a rimanere sdraiata.
Ieri .
Chiusi gli occhi mentre mi tornava in mente un flash back della sera scorsa.
 
 
“Coff Coff”  la mia immagine indistinta circondata dal fumo del ragazzo del corridoio.
Mi sembrava strano rivedere quegli avvenimenti come se li stessi visualizzando con gli occhi di un’altra persona.
Aprivo una porta a caso cercando di allontanarmi dalla nuvola di fumo della sigaretta.
Magari non l’avessi mai aperta quella porta.
Decisi di interrompere il ricordo.
<  Fanculo !  > esclamai riaprendo gli occhi.
Improvvisamente mi ritrovai Angela e Taylor che mi guardavano con gli occhi sgranati come se fossi un mostro.
<  Tu !  > urlai alzandomi bruscamente dal letto.
Barcollai per qualche secondo.
<  Stronzo. Sei uno stronzo !  >
Angela e Taylor continuavano a guardarmi confusi.
Mi resi conto dopo qualche secondo che stavo parlando in italiano e loro , ovviamente , non lo conoscevano.
<  Get out of my house !  > presi un cuscino dal mio letto e lo scagliai contro la porta colpendo anche Angela che non aveva fatto in tempo a scansarsi.
 <  Sparisci ! Ti sei baciato con un’altra ragazza. Per di più con Sarah !  > urlai di nuovo prendendo la prima cosa che mi capitava fra le mani per lanciargliela contro.
<  Non è come pensi…  >
<  NON E’ COME PENSO? !  Dicono tutti cosi !  > urlai
<  Ci ha ubriacato ! c’era anche lei nella stanza ..  >
<  Lei chi ?  >
<  Juliet !  > sbottò prendendomi per i polsi.
Provai a liberarmi della presa. <  Ci ha fatto bere. Abbiamo fatto una scommessa durante la festa e ho perso. Ero in squadra con Sarah e abbiamo perso . Abbiamo dovuto bere  un litro e mezzo di vodka , e poi ci hanno fatto bere altro…   >
<  Non sapevo che Sarah bevesse …  > mormorai
<  Ma era il suo compleanno. Ha fatto uno strappo alla regola… poi Juliet con una scusa ha detto che c’era qualcuno che ci voleva parlare in una stanza… Ci ha fatti salire e ad un tratto abbiamo cominciato a ridere. Sarah non si reggeva neanche in piedi   >
Lo guardavo scioccata , fece per parlare ma lo interruppi.
 <  E tu ti aspetti che io creda alle tue inutili scuse? Fottiti .  > con un gesto repentino mi allontanai da lui.
Angela osservava la scena in un angolo.
<  Mi sembra normale… infondo .. come potevo credere che uno come te si potesse innamorare di me? Sono stata solo un divertimento .. come tutte quelle che ti sbavavano dietro. Voi “star” siete tutti uguali  >
Lo guardai con uno sguardo sprezzante. Non ero neanche in me.
<  It’s Over ! E’ finita . Lasciami in pace. Hai già rovinato la mia vita !  > dissi quasi sputandogli in faccia.
<  Non sei mai stata innamorata di me tu !   > Urlò anche Taylor dopo che gli dissi quelle parole.
Lo guardai negli occhi,  e mi sembrò di essere colpita da uno schiaffo.
<  Io ti amo. Sei tu che non mi meriti  > gli dissi dandogli un ceffone in pieno viso.
<  Se mi ami davvero mi crederesti !  > continuò.
 <  Sei mezzo ubriaco, fai schifo. Ti sei baciato con un’altra ragazza e ora vieni qui a raccontarmi questa storiella che ti sei inventato mentre non ero cosciente . Fai schifo ! Esci da qui !  >
Lo spinsi contro la porta di casa.
<  Tu mi hai usato !   > urlai mentre una lacrima mi rigava il viso.
Aprii la porta e lo buttai fuori, con forza la richiusi facendo tremare le pareti.
Mi accascia contro di essa e iniziai  a piangere.
<  Come poteva amarmi.. non sono nessuno. Non sono una modella… non sono famosa.. non sono la sua amica d’infanzia… Sono solo una ragazza che va a fare Jogging la mattina …  >
Mormorai fra i singhiozzi .
Angela, usci allo scoperto avanzando molto lentamente.
 <  Sara… mi …  >
<  Non dire niente. Non dire assolutamente niente  >
Guardai l’orologio sul muro  erano le tre di notte.
<  I miei sono fuori questo weekend  > la informai mentre si sedeva sul divano.
Rimanemmo in silenzio per un tempo lunghissimo.
Mi sentivo tradita. Mi sentivo usata. Come se io fossi stata un divertimento.
E ora si spiegavano tante cose: il perché non voleva che i paparazzi mi fotografassero , era un buon esempio.
Io accovacciata contro la porta mentre piangevo.
Le uniche cose che si sentivano erano i miei singhiozzi  e le lancette dell’orologio che si spostavano.
<  Io gli crederei se fossi in te.  > mormorò ad un tratto.
Mi domandavo come Angela, fosse riuscita a superare quel periodo di “follia -pazzia” quando si trovava con il suo idolo.
Sarà stata l’abitudine.
<  Parli cosi solo perché se sua fan … ma mettiti nei mie panni … cosa faresti ?  >
<  Lo ascolterei ..  >
<  Ed io l’ho fatto. E cosa mi ha risposto ?!?  Mi ha detto una serie di bugie !  >
<  Non erano bugie!  > esclamò lei.
Io credevo in quello che avevo visto. Non ero ubriaca, ero sobria al 100 % e quando ero entrata in quella stanza ne avevo visto abbastanza: i loro volti vicini, le mani di Sarah sui suoi fianchi…
“Basta!” urlai fra me e me.
Un brivido mi percorse la schiena e mi arrabbiai di più.
<  Lo sai che c’è ?  > sibilai
<  Tu non mi capirai mai. E continuerai a difenderlo ! Lasciami in pace  >
Aprii la porta di casa e le feci cenno di uscire .
<  Non ti rispondo male perché so che sei abbastanza scioccata. Vedi di cambiare atteggiamento.   >
Si avvicinò a grandi passi verso l’uscita.
<  Non mi aspettavo ti comportassi cosi.   > le dissi prima di chiuderle la porta in faccia.
Corsi in camera mia, con le mani che tremavano per la rabbia.
Mi misi il pigiama e raccolsi il cuscino per terra. Mi misi a piangere, di nuovo. Più forte cercando di reprimere le immagini che mi affollavano la mente.
Davvero non contavo niente? Davvero bastava un litro e mezzo di vodka e qualche altra schifezza a rendere inutile la mia esistenza?
 
E quei pensieri continuavano ad assillarmi la mente.
Ogni sera , ogni volta che chiudevo gli occhi pensavo alle scene di quel terribile 8 Aprile.
Non uscivo dalla mia stanza , che ormai era diventata una specie di tana.
Non vi uscivo mai. Rimanevo li chiusa mentre aspettavo che mia madre mi portasse da mangiare.
La luce della mia stanza non veniva più accesa, le tapparelle rimanevano chiuse.
Nessuno mi diceva più niente, neanche mia sorella.
Ero li isolata dal mondo con il mio dolore.
Possibile che io mi ero cosi innamorata di lui?Avevo davvero avuto l’illusione di aver trovato la persona giusta ? Avevo davvero trovato qualcuno che mi amava realmente?
No. E tutto quello che avevamo passato non contava. Non esisteva.
Non era giusto. Perché io rimanevo nella mia stanza da sola? Perché io rimanevo dentro quattro mura a soffrire , mentre lui  sicuramente era fuori di casa a divertirsi?
Non andavo a scuola da due settimane. Mi sentivo uno schifo.
E ripensai a quello che era successo per colpa di Taylor.
Ero uno zombie. Un automa. Non servivo più a niente. Ero inutile.
Avevo smesso di “vivere”.
E tutto per cosa ? Per uno stupido ragazzo che era entrato nella mia vita, con un sorriso falso e promesse vane.
Ci stavamo avvicinando alla fine del quadrimestre e non potevo perdere troppe lezioni.
Non potevo perdere i miei amici per colpa di un ragazzo. Un inutile ragazzo.
Molte volte avevo pensato di farmi del male per evitare di soffrire.
Perché io amavo quell’inutile , stupido ragazzo.
Perché io amavo Taylor e  vederlo baciare Sarah mi aveva reso stupida e inutile.
Nessuno poteva capire il mio dolore.
Ma era meglio stare da sola senza parlare con gli  altri.
Forse avevo bisogno di tempo prima di tornare com’ero prima.
Ero intenzionata a tutti i costi a tornare com’ero a Settembre, quando tutto ebbe inizio.



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#Spazio dell'autrice 

Ecco più o meno questa dovrebbe essere Sara , nella sua stanza >.<
                                

Scusate il capitolo, abbastanza corto e deprimente >.< Spero di aver scritto e descritto tutto bene .
Perdonatemi se ci sono stati errorri di battitura ma non l'ho rivisto il capitolo. Ho fatto tutto di fretta.
Mi scuso se vi ho fatto aspettare tanto. Ma ripeto, questa era una vecchia Fan Fiction che avevo deciso di non continuare più. E dopo un anno eccomi qui , decisa a scrivere la parola fine @.@ (Sono complessata lo so). Prima di continuarla però dovevo finire un'altra storia. Ecco perchè ci ho impiegato molto a postare questo capitolo.
Be' adesso però state certe che l'aggiornerò più spesso.
Ok, dopo questa lunga lista di scuse eccomi qui, a chiedervi le vostre impressioni e chiedervi di recensire, cosi solo per farmi capire che tutto quello che ho scritto non è una totale schifezz (?)
Bene , ora levo le tende :D Buona giornata a tutte <3

-Sara

   
 
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