“Padre, sii clemente nel giudicarli. Sono solo dei bambini.”
I volti di Robb, Bran, Rickon, Arya e Sansa si distesero dietro le sue palpebre, mentre la fiamma attecchiva sullo stoppino della prima candela.
“Madre, proteggili, ovunque siano e qualunque cosa facciano. Li affido a te.”
Catelyn Stark non poté far altro che rivolgere uno sguardo implorante alla statua che la guardava con benevola dolcezza dall'alto del suo piedistallo, pregando che esistesse davvero qualcuno in grado di prestare ascolto alle sue suppliche.
“Guerriero, dona a Robb, Bran e Rickon il coraggio di affrontare ciò che la vita riserverà loro.”
Pregò che la presa di Robb sulla sua spada fosse forte, per togliere la vita a chiunque intralciasse il suo cammino. Pregò che Bran uscisse vincitore dalla sua battaglia contro una vita spezzata. Pregò che Rickon riuscisse a tener testa a quella lotta con l'età adulta che gli stava portando via la tenera infanzia.
“Vergine, aiuta Sansa e Arya a rimanere pure e inviolate, anche in questo mondo di mostri.”
Sansa. La piccola lady. Il piccolo pettirosso. Delicata, gentile, desiderosa di fare sempre ciò che era giusto. Cosa ne sarebbe stato di un'anima così fragile in un mondo così duro?
Arya. Chissà dov'era Arya, chissà se era ancora viva, chissà cosa ne avevano fatto quei mostri del Sud. Arya, che tutti credevano morta, ma per cui lei si ostinava a pregare, rifiutando con tutta se stessa quella ipotesi.
“Fabbro, tempra le loro anime, rendili resistenti, fa che non possano essere spezzati né da parole né da azioni. Ricoprili di ferro. Vecchia, guidali nel loro cammino, fa' luce nelle loro anime.”
Le sembravano ormai vuote, tutte quelle parole, ora che le sue preghiere dovevano essere finite. Eppure Catelyn accese un'altra candela e la pose ai piedi dell'Incappucciato.
“Sconosciuto, portati via chiunque faccia loro del male.”
L'unica luce ai piedi di quel dio senza volto. Una preghiera che non avrebbe dovuto pronunciare. Ma l'aveva fatto, perché Catelyn ormai non aveva più niente a cui aggrapparsi. E senza nemmeno uscire dal tempio diede voce alla sua blasfema disperazione.
“E chiunque esista davvero di voi, che siano Nuovi o Antichi Dei, Dio Abissale, Dio della Tempesta, R'Hllor, Dio Estraneo... non mi interessate, non mi interessano le vostre lotte di potere. Salvate i miei figli e la mia fede sarà vostra. Lasciateli morire e vi maledirò fino a che avrò fiato per farlo.”
Perché nessun poteva capire la sua disperazione. Perché Ned era morto. E le rimanevano solo i suoi figli. E se per proteggerli fosse stato necessario arrivare a rinnegare sé stessa, allora lo avrebbe fatto senza voltarsi indietro.
Le persone più pericolose erano da sempre quelle che non avevano nulla da perdere. Ma se il mondo credeva che lei non lo fosse semplicemente perché aveva qualcosa di importante per cui temere, allora quel mondo, oltre a essere crudele, era anche uno stupido illuso.
Catelyn Stark era disposta a tutto.


Note:
Catelyn Stark [492 parole]. La shot non è ambientata in un momento preciso: si sa solo che è dopo la morte di Ned ma prima della notizia della morte di Bran e Rickon. La trovo una cosa un po' disperata, questa preghiera rivolta un po' a tutti gli dei, ma d'altra parte Catelyn è diventata veramente una variabile impazzita (almeno, mentalmente, perché è sempre stata molto cauta nei fatti) nel corso della storia.
Questa shot, nel contest "La lunghezza non importa, è come si usa l'importante" ha ricevuto il premio per il miglior personaggio femminile
Alla prossima
Clara