Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Birdie    16/12/2012    0 recensioni
- Presentaci la tua amica Blaine Usignolo Ritardatario. Sono venti alle undici!
Avverto il tono scherzoso e mi viene ancor più da ridere quando Blaine, tutto serio, controlla il suo orologio, sorpreso e quasi mortificato di quei cinque minuti attesi dai compagni.
- Vi presento Rachel Berry, ragazzi. E’ venuta qui dall’Inghilterra per frequentare il suo terzo anno alla Crawford Country ed è ovviamente la mia ospite!
Uno per volta gli Usignoli si presentano facendo battute amichevoli e trovo tenerissimo che gran parte dell’entusiasmo sarà dovuto al fatto che è raro che una ragazza faccia visita alla Dalton Academy.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti! Non ho avuto ancora il tempo di parlarvi, quindi ne approfitto per scrivere due parole e dirvi che sono molto felice che la mia (prima) ff abbia ricevuto un discreto numero di visite e mi farebbe molto piacere anche sapere cosa ne pensate. Quindi, per favore, se potete scrivetemi, ci tengo tanto! :)
Questo capitolo diciamo che è un pò di passaggio e abbastanza rilassante da leggere, spero vi piacerà leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo! 
Grazie e buona lettura, xx :)


- Bì

Capitolo 2 – Zucchero, cannella e uniformi rossoblù.

 

 
Mi sveglio nel letto della mia nuova camera, e quando i miei occhi si abituano al buio, per un attimo mi sembra strano non ritrovarmi nella mia stanza, a Warwick, nelle mie lenzuola viola. Sei in America, adesso, Rachel. Mi rendo conto che l’oscurità è solamente dovuta all’avvolgibile completamente abbassato, visto che la sveglia segna le otto del mattino.
Sospiro ricordando di essermi addormentata aspettandomi di sognare Blaine. Ogni volta che cerco di addormentarmi con una visione che vorrei il mio inconscio proiettasse, finisco sempre per sognare tutt’altro o niente direttamente.
Il nostro incontro di ieri posso descriverlo come un fail totale. Non tanto per il tempismo perfetto di Fanny Brice, ma più che altro perché mi sono resa conto che avrei potuto presentarmi meglio a Blaine o rompere il ghiaccio in qualche modo. Dopo la nostra stretta di mano durata un po’ più del dovuto a causa del mio affogamento nelle sue pupille, si è gentilmente offerto di condurmi in un breve tour della bellissima casa, sorridendomi di continuo e spiegandomi contemporaneamente alcune cose mentre io, povera scema confusa, mi limitavo ad annuire. Non ricordo neanche tanto bene tutto ciò che ci siamo detti, o meglio che mi ha detto; ogni volta che sono particolarmente emozionata in un preciso momento mi è difficilissimo raccontarlo.
La prima cena in famiglia è stata poi particolarmente silenziosa. Catherine ha imbandito una bellissima tavola nonostante non sentissi il bisogno di tanta formalità, anzi, sto cercando di liberarmene e avrei preferito qualcosa di più semplice che un quasi-cenone-di-Capodanno. Apprezzo moltissimo comunque tutto l’impegno e la cordialità che mi stanno mostrando e penso che con il tempo si mostreranno man mano più autentici e semplici non sforzandosi di dare un’ottima prima impressione.
Comunque, tornando al fattore silenzio: avrei voluto tanto dire a Catherine che il suo pollo con le patate e la sua lasagna erano assolutamente favolosi ma ieri sera più che altro aspettavo che la famiglia facesse la prima mossa iniziando ad interagire. Blaine e sua madre hanno un bel rapporto e lei sembra molto protettiva e dolce nei suoi confronti: l’ho capito dal momento in cui ha iniziato a parlarmene in macchina. A tavola, ho avvertito invece un certo distacco non solo fra Blaine e Catherine ma soprattutto fra Blaine e Nathan. Spero sia stata solo una mia impressione, ma li ho visti a malapena salutarsi anche quando l’abbiamo incrociato durante il mini-tour di casa Anderson.
Trovo la cosa piuttosto strana, non solo perché Nathan mi è apparso come un uomo per bene e un padre decisamente meno severo del mio, ma perché Blaine ha tutta l’aria di essere un figlio modello.
Penso che sicuramente debba essere solo una mia supposizione o che abbia solamente male interpretato le cose e mi alzo dal letto per vestirmi. Non devo aver meravigliato Blaine ieri pomeriggio tra capelli sfatti e faccia distrutta, quindi decido di scegliere delle cose più carine da indossare per questa giornata e prego che sia uno dei giorni sì per i miei capelli. Dopo aver indossato uno dei miei vestiti preferiti e un paio di ballerine ed esser passata in bagno per una veloce rinfrescata, mi dirigo verso la cucina sperando vivamente di non macchiarmi durante la colazione.
Catherine è in piedi appoggiata all’isola della cucina e vedendomi gli si illumina lo sguardo mentre mi augura un “BUONGIORNO RACH!”.
- Cosa prendi di solito per colazione? – mi chiede, pronta a soddisfare ogni mia richiesta.
- Thè con qualche goccia di latte e biscotti, grazie, ma non si preoccupi, posso fare da sola!
Dopo aver opposto un po’ di resistenza, mi sorride mettendosi a sedere e rilassandosi. Capisco che sia abituata a servire e riverire e per un attimo quasi mi dispiace per lei dato che a casa mia le cose sono così diverse.
Mi sento in dovere di chiedere anche a lei cosa desidera e prepararle un caffè mentre discutiamo della nottata passata.
- Sai, pensavo ti svegliassi più tardi, invece sei proprio come Blaine. Anche lui è un mattiniero, dovrebbe scendere fra qualche minuto!
Bevo un sorso di thè bollente e mi sento rincuorata dal fatto che io e Blaine abbiamo delle cose in comune. Chissà se anche lui è timido come me, o se magari gli sono piaciuta, o se crede che diventeremo buoni amici, o se magari gli sono sembrata un’undicenne alle prese con la prima cotta, o se magari non si è manco accorto di come l’ho guardato, o …
- Buongiorno Rachel, buongiorno mamma! – Blaine entra raggiante in cucina, prima che possa andare avanti coi miei film mentali, con indosso quella che mi appare come un’uniforme scolastica.
- Quanto mi è mancata l’uniforme rossoblù! – fa Catherine, avvicinandosi al figlio sistemandogli il colletto della giacca navy e passando una mano sulla “D” rossa cucita sul taschino. – Prove, oggi? – aggiunge dopo avergli stampato un bacetto di buongiorno sulla guancia.
- Non proprio, ma alle 10 e mezzo devo essere alla Dalton per la nostra riunione estiva. Anzi, dobbiamo. Speravo che Rachel venisse con me così posso presentargli i miei amici e portarla da Presley’s.
Forse Blaine mi aveva già accennato che oggi mi avrebbe portato a dare un’occhiata a qualche posto in città mentre ero nel Magico Mondo Della Fantasia Di Rachel Dove Incontra Un Gentilragazzo Che Guarda I Musical E Frequenta Il Glee Club. Ah no, quella adesso è la vita reale.
L’idea di avere un assaggio della sua scuola, di questo Presley’s, e di conoscere i suoi begli amici mi ravviva non poco e ringrazio di aver pensato di vestirmi decentemente e truccarmi prima di scendere.
- Grazie mille, sarebbe fantastico! – penso che sia probabilmente la prima volta dall’inizio di quest’avventura che dico qualcosa che sento veramente.
 
Salendo sulla berlina di Blaine profumata dall’Arbre Magique alla rosa selvatica, mi sento come una bambina dell’asilo che deve affrontare il primo giorno di scuola: vedrò posti nuovi, conoscerò alcuni compagnetti…
La mia timidezza e impacciatezza della sera prima non sono ancora del tutto sparite e prima di acquistare confidenza con chiunque in questa città dovrà passare ben più di una sera, ma la mia emozione sembra trasparire palesemente dato che mi ritrovo a saltellare da seduta con allegra impazienza.
- Allora, contenta di conoscere gli Usignoli? – fa Blaine, mettendo in moto la macchina.
- I chi?
- Gli Usignoli. E’ il .. – spezza la frase con una risatina - .. il nome del gruppo del Glee Club della Dalton!
- Aaah ecco di quali amici parlavi. Non vedo l’ora di conoscervi, e di sentirvi.. Non è che potete cantarmi qualcosa già che ci siete? – prego che mi accontenti perché non c’è che mi alletti di più dell’idea di vedere un gruppo di ragazzi in divisa che “cinguettano”.
- Penso che per oggi non sarà possibile, ci riuniamo giusto per rivederci e accordarci su qualche pezzo da cantare all’assemblea di inizio anno, parlare un po’ dei nuovi membri che si dice si aggregheranno quest’anno…Non preoccuparti, le ragazze della Crawford vengono spesso a sentirci, quindi ci vedrai esibirci in diverse occasioni!
Menomale.
- A proposito di musica, cioè.. di musical.. – ecco, ho iniziato a ingarbugliarmi, immaginavo. – scusa se ieri ti ho interrotto Funny Girl!
- Ah, ma scherzi?? – risponde Blaine alzando le sopracciglia triangolari – Lo so praticamente a memoria! Anche a te piace?
Come se mi domandasse se mi piace respirare.
- certo, certo! Insomma, non solo Funny Girl. La Streisand è il mio idolo e vivo per i musical, e la musica in generale. A Warwick frequentavo…
Fortunatamente mi interrompe prima che possa continuare il mio elenco infinito di attività post-scolastiche.
- Sìsì, mamma mi ha parlato di te prima che arrivassi ed era sorpresa di quanto siamo fortunati a ritrovarci ad avere gli stessi interessi, dato il tempo che passeremo insieme.
Il tempo che passeremo insieme, il tempo che passeremo insieme… - Hai per caso portato qui qualcuno dei tuoi dischi o raccolte? Quando torniamo a casa possiamo ascoltare un po’ di musica, sempre se ti va di passare ancora del tempo con me…
- Purtroppo non li ho portati, ma mi piacerebbe vedere i tuoi! Perché non dovrebbe?
- Mia madre ha detto che eri un po’ sorpresa che avessero un figlio, invece io ero piuttosto contento di avere diciamo qualcuno con cui parlare perché mi sento spesso un po’ solo e la novità di avere una “sorella” a casa mi ha subito preso! Spero di averti fatto ricredere.
Si volta per un momento verso di me rivolgendomi un sorrisetto sghembo che mi fa davvero sentire uno schifo per tutto quello che pensavo fino a solo un giorno fa. Dì qualcosa di bello senza sembrare una disperata leccaculo Rachel, provaci.
- Credimi, è così. Sono contenta di avere un fratello oltreoceano, ci assomigliamo persino un po’! – dico cercando di specchiarci entrambi nel riflesso dello schermo dell’Iphone, sentendo il mio cuore riscaldarsi al suono dell’adorabile risata di Blaine.
Pochi minuti dopo Blaine rallenta e parcheggia davanti a quello che dev’essere Presley’s, come suggerisce l’elegante insegna in corsivo sopra quello che ricorda più l’ingresso di un grand hotel che quello di un bar.
Mi accorgo subito di come debba essere la cosiddetta forchetta nel brodo, visto che dagli sguardi che ho potuto dare a Westerville durante il breve percorso in auto, è chiaro che non si tratti di Beverly Hills ma di una semplice cittadina dove non mi aspettavo di trovare posticini del genere.
A Presley’s troviamo già un discreto numero di clienti; è un locale arioso e luminoso ed entrando avverto subito l’accoglienza da parte del personale che saluta affettuosamente Blaine.
Individuo con lo sguardo un tavolo libero e Blaine mi fa cenno di andare a sedermi, chiedendomi prima cosa voglia ordinare. Rispondo che va benissimo quello che deciderà di prendere lui, l’esperto della situazione.
Dal tavolo getto un’occhiata alla vetrina del bancone assortita della più grande quantità di torte e pasticcini che abbia mai visto. La varietà di colori e sapori è spiazzante e scommetto che si potrebbe passare la giornata intera studiandone i particolari senza arrivare ad una scelta completamente convinta.
- Negli anni, sono riuscito ad assaggiarli tutti! – dice Blaine sedendosi di fronte a me. – Prendono spunto dalla pasticceria straniera e creano qualsiasi tipo di dolce tu possa immaginare. “Il maestro” pasticcere e proprietario, Humphrey, vanta una lontana parentela con Elvis.
Fa una smorfia come per dire “ma chi ci crede?”.
- Sì, si intuisce la sua ammirazione! – rispondo io, riferendomi al lento ritmo di “I can’t help falling in love with you”  che stava suonando in sottofondo.
- Direi che la condividiamo! Da Presley’s si ascolta solo musica anni ’50-60.
La cameriera in vestito nero e grembiule bianco arriva finalmente per servirci.
- I vostri espresso con panna…e i pasticcini! – adagia sul tavolo i caffè e un piccolo piatto di vetro rettangolare contenente qualcuna di quelle delizie che non vedo l’ora di provare.
- Ho richiesto i miei preferiti, spero ti piacciano! Prima di uscire ne prendiamo qualcun altro da mettere in una confezione da portare ai miei amici uccellini, altrimenti se scoprono che siamo passati di qui senza comprare niente per loro finiranno per spennarmi.
Prima che Blaine possa finire la frase, ho già iniziato ad addentare una sorta di crostatina con crema al cioccolato bianco e mirtilli e faccio del mio meglio per ridere senza sputare o soffocarmi. Questo ragazzo. Continuo a pensare che è soltanto il mio primo giorno e già mi sento rinata. Forse sarà solo colpa di questo squisito caffè che non avevo mai assaggiato prima…Ed intanto Elvis continua a cantare.
Like a river flows surely to the sea
Darling so it goes
Some things are meant to be”
 
 
Prima tappa superata. E dove Presley’s mi ha sorpreso con la sua fanciness, la Dalton si presenta esattamente come me la immaginavo: una magnifica, costosa, scuola privata che definirei più che altro come una villa dal fascino storico. I soffitti alti, gli archi, la tappezzeria ed i mobili art decò, tutto mi suscita una certa nostalgia per un tempo che non ho neanche mai vissuto.
Gli Usignoli ci aspettano tutti e 16 in quella che Blaine chiama “Sala del Consiglio” e vedendoci arrivare hanno un’espressione a metà tra il “Blaine siamo così felici di rivederti!” e il “ma chi è lei?”. Si dirigono verso di noi a gruppetto e un ragazzo dalla pelle scura abbraccia Blaine fraternamente e dice:
- Presentaci la tua amica Blaine Usignolo Ritardatario. Sono venti alle undici!
Avverto il tono scherzoso e mi viene ancor più da ridere quando Blaine, tutto serio, controlla il suo orologio, sorpreso e quasi mortificato di quei cinque minuti attesi dai compagni.
- Vi presento Rachel Berry, ragazzi. E’ venuta qui dall’Inghilterra per frequentare il suo terzo anno alla Crawford Country ed è ovviamente la mia ospite!
Uno per volta gli Usignoli si presentano facendo battute amichevoli e trovo tenerissimo che gran parte dell’entusiasmo sarà dovuto al fatto che è raro che una ragazza faccia visita alla Dalton Academy.  Faccio un po’ di confusione sui nomi anche se cerco di ricordarne il più possibile. Trent, James, Luke, Thad, Wes, poi persino un Jesse. Andrew, Ethan… Ma Nick è quello col ciuffo platino o è il moretto accanto? O forse mi ha detto che è Jeff? Credo mi ci vorrà più di qualche visitina per ricordarmi tutti, contando che Blaine mi darà una mano.
La maggior parte delle loro domande sono incentrate sul motivo della mia scelta di venire proprio a Westerville, e rispondo solamente che è stata una scelta dei genitori ma che ne sono grata perché piano piano mi sto rendendo conto che non è tanto il luogo quello che conta, ma le persone che veramente mi stanno facendo sentire a casa.
Ci sediamo sui divani in pelle per continuare la nostra conversazione mentre Blaine apre il pacchetto con i pasticcini di Presley’s che fanno scintillare gli occhi a tutti i presenti.
- Così, - dice un ragazzone biondo che mi sembra di ricordare si chiami Flint – sei sicura di voler andare alla Crawford Country Day?
- Beh, non è che sia sicura, mi ci hanno iscritto… Perché? Ha qualcosa di male? La mamma di Blaine ha detto che è la scuola-sorella della Dalton e che hanno anche loro un glee club, e …
- Aaaah, Catherine. – sospira qualcuno pulendosi la bocca con un fazzoletto ricamato.
-  Non è che abbia qualcosa di male… - comincia Trent – è solo che…
- Diciamo che sono un po’ galline. – conclude David, l’Usignolo che ha ripreso Blaine giocosamente per il lieve ritardo.
- Tutte esclusa Coleen! – precisa quello che capisco essere Nick.
- Nick ha una cotta fanatica per Coleen Cunningham. – mi sussurra Blaine, poi alza la voce per rivolgersi a tutti. – Non la spaventate inutilmente! Sono delle brave ragazze, Rachel, e ci andiamo d’accordo, solo che ci rendiamo contro che non ci sia esattamente tra di loro la stessa solidarietà che avverti tra noi Usignoli, tutto qui.
- Il loro glee club è solido? – domando, alquanto preoccupata.
- Ci sono delle belle voci e tanta competizione – risponde Thad puntando un mini-bicchiere di cioccolato fondente con crema alla vaniglia e fragole dal vassoio. – ma se sei brava veramente, ti rispetteranno. Cerca di trovare una canzone che possa fare colpo alla tua audizione per entrare nel loro gruppo!
- Qualcosa che BANG, gli faccia capire che devono temere il tuo talento. – rafforza Flint.
- Tipo? Voi cos’avete cantato alla vostra audizione per entrare negli Usignoli? – chiedo timidamente iniziando a ripassare a mente tutte le liste delle canzoni che interpreto meglio. Mi vengono nominate più che altro diverse canzoni tratte da musical, proprio come immaginavo: Something’s coming, Put on your sunday clothes, One song glory…
- Io ho cantato “I’m not wearing underwear today” da Avenue Q! – dice Jeff.
- E poi ti sorprendi di non aver mai avuto un assolo! – fa David, scatenando una risata generale.
Dopo aver sfumato la tensione dovuta alla mia ansia per la scelta del brano, qualcuno mi suggerisce saggiamente di scegliere un pezzo che mi valorizzi non solo vocalmente ma anche a livello interpretativo.
- Blaine ad esempio per l’audizione ha cantato “Can you feel the love tonight” di Elton John e pur commettendo dei trascurabili errori, siamo rimasti in silenzio per alcuni minuti dopo l’esibizione tanta è stata l’emozione.
Mi volto e mi accorgo che Blaine sta arrossendo. Non posso fare a meno di invidiare chi lo abbia ascoltato quella volta, e spero anche io di avere un’occasione del genere e magari anche, un giorno, unire le nostre voci in un duetto.
Ed è in quel momento che mi colpisce l’idea di quale canzone presentare quel fatidico giorno.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Birdie