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Autore: CiuffoJonas    16/12/2012    6 recensioni
Dopo un anno le chiamate iniziano a diminuire.
Dopo due anni si parlano solo una volta ogni tanto.
Dopo tre anni quasi non pensa più a lei.
Dopo quattro anni le chiamate diventano quasi un peso trascurabile.
Dopo cinque anni i contatti si interrompono.
Dopo sei anni è solamente un ricordo fioco.
Un bel ricordo, certo. Ma niente di più.
Peccato, perché per Hayley lui rimarrà sempre il suo migliore amico, la sua prima cotta, il suo vero amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Andrà tutto bene, diceva.

Sarà una perfetta serata, diceva.

Infilzo con eccessiva forza un pezzettino di carne e lo assaggio di malavoglia.

Mi appoggio stancamente alla sedia e guardo distrattamente la sedia vuota davanti a me, dove Rebecca è rimasta seduta in

silenzio per l'intera cena.

Nella mia mente l'ultima ora passa come un film, soffermandosi sul suo totale rifiuto.

Perché mai dovrebbe accettarmi, poi?

Sua nonna la conosce meglio di me e sicuramente la farà più felice.

Mi sfrego la faccia e sospiro osservando il mio appartamento.

Vuoto.

Come me.

Metto velocemente il pigiama e mi rannicchio sul divano, avvolgendomi tra le coperte.

Chiudo gli occhi e cerco di non pensarci più, mettendo quei pensieri il più a fondo possibile.
 

Un rumore secco e ripetuto mi sveglia improvvisamente.

Mi alzo di scatto e mi dirigo verso la porta, leggermente confusa.

Apro la porta e una figura alta e in penombra mi sovrasta.

Si fa leggermente avanti e noto i suoi capelli di un bianco lucente, il sorriso tirato e il rossetto di un rosso fuoco.

Si fa avanti arricciando il naso, volgendo una breve occhiata di disprezzo all'appartamento.

Mi scusi, la crew di Extreme Makeover Home Edition non è ancora passata.

« Dov'è Rebecca? »

Mi tiro indietro i capelli e mi stringo nelle spalle. « Ancora dorme. »

Ok, forse non sono la miglior persona a poter giudicare, ma come può vivere con una così?

« Sono le otto in punto. A casa mia ci si sveglia alle sette e trenta precise per la colazione. »

« Beh, a casa mia ci si sveglia quando non si ha più sonno. »

Le sue dita ossute si stringono intorno ai manici della sua borsa, mi rivolge uno sguardo sprezzante e per un secondo ho

l'istinto di prendere un cuscino per poter parare un eventuale Borsa-Burberry-Dritta-Sul-Mio-Naso.

« Almeno le sue cose sono pronte? »

Alzo le spalle e mi torna in mente Rebecca che mi chiedeva del nastro adesivo per chiudere le scatole.

Ma io ero troppo impegnata a... A ripensare a Nick a torso nudo.

E a benedire la pubertà.

 

Perché penso ancora a queste cose?!

 

« Non ancora. »

Sposta la felpa dalla poltrona e si accomoda in un angolo, incrociando le caviglie.

« Hai fatto una scelta saggia, Hayley. »

« Di che scelta parla? »

« Quella di lasciare Rebecca a me. »

Mi siedo sul divano e mi liscio la felpa nervosamente. « Non è stata una mia scelta, ma sua. »

Annuisce e mi guarda dritta negli occhi, con un guizzo ironico. « E' comunque la scelta giusta. Sono la persona più

appropriata per la vita di Rebecca. »

« E perché, scusi? »

« Oh, andiamo. Sei talmente egoista da pensare di lasciar vivere qua Rebecca? In questo buco? » La sua

bocca si apre in una smorfia, con una risata tutt'altro che allegra.

Abbasso lo sguardo e stringo i pugni umiliata.

 

Ha ragione.

 

« Vado... Vado a vedere a che punto è Rebecca. »

Mi ritrovo a scappare via da quel salotto verso la mia ex camera.

Dischiudo leggermente la porta e mi accorgo che Rebecca è già sveglia, con lo sguardo rivolto alla finestra.

Mi avvicino e vedo che sta osservando la limousine nera sulla strada, dove un autista impettito in divisa blu scuro sta attendendo.

Volta leggermente lo sguardo verso di me e si riscuote dai suoi pensieri.

Va verso il letto e mette una maglia in valigia.

« La prima volta che ti ho vista avevi un anno, fuori dalla chiesa. » Non dice una parola ma noto che mi sta

ascoltando, perciò mi accomodo sul letto e continuo a parlare.
« Papà ti teneva in braccio e ti guardava come se tu

fossi la cosa più importante al mondo. Tutti ti guardavano perché eri una bambina bellissima. Ricordo

ancora quanto fossi gelosa di te. Nessuno lì sapeva che ero tua sorella, ero solo un brutto ricordo per papà.

»
Mi schiarisco la voce e mi tiro indietro una ciocca di capelli. « Mi dispiace di essermi comportata così in questi

giorni. E' solo che bruciava ancora questa ferita. Lo so che non puoi capire, abbiamo conosciuto due

persone completamente diverse, ma... »

Inspiro e mi riscopro ad asciugare delle lacrime. Tiro su col naso e girandomi vedo che anche Rebecca ha le lacrime agli

occhi.

Faccio per allungare le braccia e stringerla ma mi fermo.

Mi alzo e mi stropiccio gli occhi.

« Insomma, vorrei che tu rimanessi. Con me. »

Non dice niente, si limita ad asciugarsi gli occhi e chiudere la valigia.

 

Beh, ci ho provato almeno.

 


So just give it one more try to a lullaby
and turn this up on the radio
if you can hear me now
I'm reaching out
to let you know that you're not alone.

 

Allora dai soltanto un'altra possibilità
Ad una ninna nanna
E mettila alla radio
se riesci a sentirmi adesso
Sto allungando le mie mani verso di te
Per farti sapere che non sei sola.

[
Lullaby - Nickelback

 

Non appena mettiamo piede in salotto sua nonna si alza.

Si avvicina e sfiora appena la guancia di Rebecca con le labbra.

« Andiamo, Rebecca. Siamo già in ritardo. »

Annuisce appena e la segue fino alla porta.

Vorrei correrle dietro, fermarla, implorarla di restare qua con me, ma non riesco a muovere un dito.

Appena prima di mettere piede fuori di casa si volta verso di me e mi guarda.

« Ciao, Hayley. »

« Ciao Rebecca. »

 

Ci guadiamo per qualche secondo in cui spero di poterle trasmettere tutto quello che vorrei dirle ma lei si gira e se ne va.

Via dalla mia vita.

 

Passo l'ora successiva seduta sul pavimento di camera mia, senza niente di preciso da fare.

Ho detto a mia zia che non sarei andata a casa sua e quindi ho la mattinata completamente libera.

Distendo le gambe e mi accarezzo la pancia, cercando di far passare il senso di nausea che mi sta tormentando.

Sospiro e mi alzo, girovagando per la stanza.

 

C'è troppo silenzio.

 

Accendo la tv in salotto, accendo anche lo stereo e mi affaccio dalla finestra per sentire i pettegolezzi delle vecchie signore.

Ma c'è soltanto un asfissiante silenzio che mi opprime e non mi fa respirare.

Non ricordo di essermi mai sentita così sola da quando Nick se ne andato e mia madre ha cominciato ad ammalarsi.

Avrei voluto non provare mai più questa sensazione, ma è successo.

Ancora una volta per colpa mia.

 

Faccio su e giù per l'appartamento, poi vado verso la porta e l'apro. Mi precipito fuori urtando qualcuno.

« Mi scusi. » Mormoro quelle parole tirandomi indietro i capelli, chiudendo la porta e tirando dritto, ma vengo afferrata

per il polso.

« Hayley sono io! Ma che ti prende? » Alzo lo sguardo e incrocio gli occhi di Nick. Per un secondo temo di scoppiare a

piangere a dirotto, ma deglutisco e riesco a controllarmi.

« Scusami Nick. Non ti ho visto. »

Annuisce e mi osserva. Distolgo velocemente lo sguardo ed entro nuovamente nell'appartamento.

Mi segue in silenzio, ma so che sta per chiedermi tutto.

Sta per scoprire tutto.

« Ho portato la colazione per te ed Hayley. » Posa un pacchetto sul tavolo da cui arriva un profumo dolce che mi fa

attorcigliare lo stomaco.

« Oh, grazie. » Cerco di sorridere ma non so quale risultato ottengo.

« Com'è andata la cena di ieri? A proposito, dov'è Rebecca? »

Prendo un respiro profondo e mi mordicchio il labbro.

« Non c'è. »

« Ma oggi non c'è scuola, e sono appena le nove del mattino. » Aggrotta le sopracciglia e mi guarda perplesso.

Piano piano sul suo volto appare la consapevolezza di quello che ho fatto.

« Se n'è andata, vero? L'hai lasciata andare. »

Non dico niente, mi limito ad annuire leggermente e a mordicchiarmi l'unghia del pollice.

Si passa una mano nei capelli e lascia la testa indietro, borbottando qualche parola.

« Da non credere. Io passo la mia serata a preoccuparmi per te e tu nemmeno ti impegni? Ma lo capisci

che ne va della tua felicità e di quella della tua vita? Ma perché non vuoi capire? »

La sua voce è calma, troppo calma.

« Sono stato in colpa per tutto questo. Ma perché avrei dovuto se tanto nemmeno a te interessa cambiare?

Siamo sempre a questo punto, vero? Non vuoi essere felice. Giusto? »

Ritrovo un po' di voce e deglutisco. « Non, non è vero. Io... L'ho fatto per lei. Non può stare bene con me! »

« E chi lo dice? Eh? Che ne sai di cosa è meglio per lei se non sai nemmeno cosa è bene per te? »

« So solo che con sua nonna starà meglio. » La mia voce si incrina pericolosamente, ma riesco a trattenere un

singhiozzo.

Mi guarda un po' poi sospira.

« Lo so che la tua visione di famiglia è totalmente sfasata. E ti capisco, lo sarebbe anche la mia con la tua

esperienza. Ma tu una famiglia ce l'hai. E' Rebecca. Il destino ti ha voluto dare un'opportunità, non

sprecarla così. Sai meglio di me che lei starà male da sua nonna. »

Mi sfrego le nocche contro la guancia e lo guardo.

Ok, ha ragione.

Come potrebbe stare bene con una donna del genere?

« Sì ma... Io non posso offrirle tutto quello di cui ha bisogno. »

« Lei ha bisogno di amore. E in quello nessuno è più adatto di te. » Mi guarda intensamente negli occhi e si

avvicina un po'.
« Anche tu ne hai tanto bisogno. »

Ci guardiamo per qualche secondo negli occhi.

Per qualche ragione non riesco a distogliere lo sguardo, nonostante mi senta così a disagio.

C'è un silenzio imbarazzato – o almeno lo percepisco io così, dato che lui mi sembra a suo agio – in cui non ho idea di cosa

fare o dire.

« Non lasciare che il passato ti rubi il futuro. Lotta per la tua felicità. Prometti che questa volta non

mollerai. »

Annuisco convinta, questa volta ho capito.

Io e Rebecca siamo una famiglia, e insieme saremo felici.

« Sai, non ho mai voluto ammetterlo ma... Quando c'era Rebecca mi piaceva. Certo lei è una maestrina

perfettina ma... E' bello tornare a casa e trovare qualcuno. Così è troppo vuota questa casa. »

Sorride e guarda l'appartamento.

« Decisamente troppo vuoto. » Annuisco e mi stringo nelle spalle. « Sai cosa fa, vero? »

Annuisco convinta e sorrido.


So esattamente cosa fare.


Forse.

 

 

 

 

E' una giornata un po' strana per Hayley.

La mamma e lei sono andate alla Messa domenicale, cosa che non fanno poi molto spesso.

Quasi mai.

La giornata è fredda, nonostante sia già primavera.

Salgono le scale e raggiungono la piazzetta davanti alla Chiesa.

Una piccola folla è radunata intorno ad un uomo di spalle.

Stanno guardando qualcosa, ma Hayley non capisce.

Sente la presa della mamma farsi più forte; alza lo sguardo e vede che è turbata.

« Che hai mamma? »

Scuote la testa e le sorride, ma è un sorriso tirato.

Si avvicinano e Hayley vede che tutti stanno guardando una bambina.

Ha circa un anno, un ciuffo di capelli castano ramato, due occhioni curiosi e uno sguardo che quasi le è famigliare.

Le signore lì intorno si complimentano con l'uomo che tutto fiero la mostra.

La guarda con tanto amore e Hayley si chiede come ci si sente ad avere un papà così.

Poi l'uomo si gira e Hayley sente le ginocchia tremare.

Quell'uomo è suo padre.

Con parecchi chili in meno.

Con una barba curata e capelli ben pettinati.

Con un abito scuro che fa risaltare il suo incarnato.

Quando l'uomo si gira tutto si ferma.

Lo sguardo di suo padre è fisso in quello di sua madre.

Per un attimo Hayley è convinta che avrà una famiglia normale: suo padre tornerà a casa e amerà la sua mamma, così lei

non si vergognerà più in classe perché non la prenderanno più in giro.

Invece il suo papà fa un breve cenno a sua mamma, tornando poi a guardare la piccola.

Hayley guarda con odio quella bambina.

Chi è?

Perché tutti la guardano?

Poi una signora si avvicina: è rossa di capelli, alta, con occhi grigi.

Abbraccia il fianco del papà e bacia le sue labbra. Poi prende in braccio la bambina e la stringe.


Quando Hayley e sua madre tornano a casa, Hayley si fa spiegare tutto.

E capisce: suo padre non tornerà, si è trovato una nuova famiglia. Quella bambina è la sua sostituta e non c'è posto per lei.



 


Ma saaaaaaaalve :3

Quanto tempo, eh? *si nasconde*

Che palle la scuola. E' asfissiante e.e

Mi scusa tantissimo per la schifezza che avete appena letto e.e

Il capitolo non doveva essere così, ma è venuto fuori così çç


Comuuuuunque sappiate che Hayley non è una pazza che cambia idea ogni tre secondi, è solo che tra il dire e il

fare c'è di mezzo il mare e spesso per fare la cosa giusta abbiamo bisogno di una scossa.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, prometto sul mio koala di peluche che posterò il prima possibile!

Anche perchè tra una settinana ci sono le vacanze *----*


Credo che posterò prima di Natale, in caso non fosse così vi faccio già gli auguri!

Passate un buon Natale e mangiate il pandoro anche per me :'3


Ci sentiamo nelle recensioni, un bacione grande :3

Ciuffo♥

 




 

   
 
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