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Autore: _fix    16/12/2012    13 recensioni
Emma sbattè la porta di casa furiosamente e puntò un dito contro il petto di Zayn,ancora rosso in viso.
«Perchè lo hai fatto?» Era visibilmente fuori di sè in quel momento,e niente e nessuno l’avrebbe fermata.
«Non sono affari tuoi!» sbottò il moro. Emma sbarrò gli occhi e gli diede uno schiaffo. Le lacrime partirono incontrollate,iniziando a rigare le guancie.
«Io ti odio Zayn Malik. Ti odio per ogni cosa che fai. Ti odio per avermi rovinato questa serata. Ti odio perchè sei entrato nella mia vita senza preavviso. Ti odio perchè riesci a trafiggermi ogni volta che incateni il tuo sguardo al mio. Ti odio perchè mi fai sentire debole. Perchè mi fai sentire uno schifo. Ma soprattutto ti odio perchè dal primo giorno che ci siamo incontrati hai capito tutto. Ti odio perchè sono innamorata di te»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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≈I hear the beat of my heart getting louder whenever i'm near you    

     



XXIII
 

La luce gialla del cellulare lampeggiò ancora una volta. Emma fece leva sul gomito e poi si girò dall'altro lato del letto per recuperare un fazoletto,nero di mascara e bagnato di lacrime versate.
Goffamente portò la mano sul comodino,afferrandolo in fretta ed asciugando repentinamente l'ennesima lacrima sulla guancia. Prese poi il cellulare e notò una delle tante chiamate di Zayn.
Quattro messaggi : Uno di Sophie,due di Harry ed uno di Zayn.
Non volle nemmeno aprirli,nè controllare il numero delle chiamate perse. Era stanca di tutto ciò che stava accadendo.
Ripensare alle parole di Elisabeth era farsi del male. Era peggio di una pugnalata alla schiena o uno di quei terribili mal di testa.
Aveva passato lo stesso tempo che aveva dedicato a lei,mostrandole attenzioni quando nemmeno si conoscevano,ad Elisabeth,rotolandosi fra le lenzuola. Sperava forse che la verità non sarebbe mai venuta a galla,tenendo il segreto?
Per lei adesso era solo l'esempio del passato. Qualcosa da dimenticare,in fretta. Sopportando il dolore.
Le aveva spezzato il cuore. Sapeva di lei,di come era fatta. Aveva usato la sua fragilità per sedurla ed averla sua. Avrebbe potuto avere chiunque,e invece aveva scelto lei,debole ed insicura. Aveva capito subito cosa si celava sotto quella maschera di durezza che si ostinava a mostrare alla gente. Aveva rotto I suoi muri. Era diventato stesso lui I muri del suo cuore.
E poi? Abbandonato. Rotto. Inutile.
Si sentiva così Emma che,un po' per il freddo e per I brividi,s'era ranicchiata fra le coperte,ignorando insistentemente il telefono di casa che squillava da quella mattina.
Ma il rumore era troppo squillante per essere sopportato. Si alzò,spostando di lato il piumone e scese le scale,inciampando su I suoi stessi passi. Uno zombie sarebbe potuto essere più carino di lei in quel momento.
Afferrò il cordless e lo portò all'orecchio,dopo aver pigiato il tasto verde. La voce calda di suo padre la rassicurò,parlandole dolcemente.
Sembrava quasi la stessa voce di Zayn,che le mancava già.
Sentì gli occhi pizzicare ma si promise di non piangere e cercò di concentrarsi sulla voce del padre,che intanto squillava dall’altra parte del telefono.
«Emma,mi stai ascoltando?»
Emma deglutì e cercò di sorridere,facendo ritornare la voce al suo stato normale « Scusami,ero distratta. Di cosa stavi parlando »
« Adesso devi prestare tutta la tua attenzione alle mie parole,sono davvero importanti »
Emma si trovò sconcertata da quelle parole. Suo padre non aveva mai usato un tono di voce così serio e severo. Sembrava qualcosa di cui aver paura,qualche notizia che avrebbe potuto sconvolgere la vita.
Mise da parte per un attimo I sentimenti e I pensieri che annebbiavano la sua mente in quel momento,e focalizzò la sua attenzione sulle parole che risuonavano dall'altro capo del telefono.
« Sai quanto vi voglia bene e quanto sia disposto a fare I sacrifici per voi. Vi ho sempre reso felici,o almeno spero»
Emma sorrise felice pensando a ciò che aveva appena detto suo padre. Avrebbe voluto stringerlo a se e ringraziarlo di tutto. Era il padre migliore di tutto il mondo,e milioni di grazie non avrebbero mai potuto esprimere la sua gratitudine.
Famiglie erano state abbandonate dopo perdite importanti,come la morte della propria madre. Ma suo padre aveva continuato a lottare per I suoi figli,nonostante fossero abbastanza grandi da poter badare,in qualche modo,a loro stessi.
Non s'era lasciato scoraggiare dalla situazione familiare. Aveva stretto I denti ed aveva lavorato tanto per renderli felice. E tutto questo solo per l'amore. Solo per loro.
Sperando che Emma la stesse ascoltando,suo padre continuò « Sono qui da un bel po' di tempo. L'ambiente mi piace,sono più disponibili di Londra. Sai .. mi hanno offerto un lavoro al Presbyterian..»
Emma si bloccò. I muscoli del suo corpo divennero improvvisamente rigidi. Non riusciva ad emettere alcun suono e milioni di pensieri si stavano affollando nella sua mente.
Non solo il New York Presbyterian era al primo posto fra gli ospedali più classificati ed operosi di New York,ma richiedeva I medici migliori di tutta la contea statunitense. Provenire dall'Inghilterra e riuscire ad entrare in quella che era una classifica a gruppo chiuso,era l'onore più grande. Era così maledettamente fiera di suo padre che tutto ciò che riusciva a fare era emettere stupidi gridolini eccitati.
Aveva faticato a lungo ed era un lavoro da non lasciarsi sfuggire.
Quando riacquistò la capacità della parola,si ricompose ed iniziò a parlare «Papà,sono super fiera di te. Non puoi immaginare la mia felicità » esclamò sorridendo. Era una gioia unica veder realizzata l'ambizione di una vita « Devi assolutamente accettare quel lavoro »
Poi tutto le si fece più chiaro. Accettare un lavoro di quel calibro,avrebbe comportato un trasferimento. E sicuramente non avrebbe potuto lasciare suo padre da solo,nè tantomento avrebbe potuto chiedergli di rinunciare al suo sogno per ritornare a Londra.
« Papà ..»
Sentì sospirare dall'altro capo del telefono « Dovreste trasferirvi qui a New York »
 
 
 
 
 
La porta di casa si spalancò di botto,lasciando la visione di un Ed trafelato dalla corsa. Dopo aver buttato le chiavi di casa sul comodino,era corso in cucina,da dove provenivano dei rumori.
Emma stava armeggiando con due birre fresche,cercando di aprirle. Una chiazza bianca sul pavimento lasciava intendere qualche incidente dovuto con la birra,ormai accartocciata,sul ripiano della cucina stessa.
Si avvicinò lentamente e tentò di parlare. Le parole si bloccarono in gola però,dopo aver visto le profonde occhiaie che le contornavano gli occhi e l'aria stanca,distrutta di chi non aveva dormito tutta la notte.
O di chi aveva appena ricevuto una notizia sconvolgente.
«Come stai?»
Emma fece spallucce,riempiendo subito gli occhi di lacrime. Non era mai stata così fragile ed insicura,come in quell ultimo periodo. Soprattutto nelle ultime ventiquattro ore aveva cacciato moltissime lacrime,ininterrottamente.
Si sentiva vuota e maledettamente spaesata. Era preoccupata per tutto.
La sua vita non era mai stata più incasinata prima di quel momento. La sua situazione sentimentale completamente stravolta. La sua vita ormai scombussolata da una richiesta che andava oltre le aspettative.
Ed,senza l'uso di parole,l'accolse fra le sue braccia e,stringendola a sè,inizio ad accarezzarle I capelli arruffati e ad accogliere le sue lacrime. Le ennesime.
«Sono stanca di tutto,Ed»
Ed sospirò,lasciando un bacio fra la massa indistinta dei capelli castani della sorella. Il legame che univa quella famiglia era indissolubile e vedere un componente di essa stare male era qualcosa di straziante.
Ed si sentiva male a vedere sua sorella in quelle condizioni.
Sciolse l'abbraccio e la guardò attentamente,tenendola salda per le spalle : I capelli corvini scendevano scomposti sulla fronte e sulle spalle,coperte solo da una felpa enorme per il suo corpo fragile ed esile. Gli occhi erano rossi e gonfi. Le lacrime avevano rigato e bagnato le guance rosse,esaltando lo stato d'animo di quella ragazza. La bocca presentava delle screpolature evidenti,dovuti ai morsi per trattenere I singhiozzi.
Non era il suo aspetto migliore,in nessuno dei casi. Era una visione straziante e triste.
Si accomodarono sul divano del salotto e presero a bere la birra lentamente,nel completo silenzio. Ed aveva appena iniziato a bere la sua quando sua sorella iniziò a parlare.
«Zayn mi ha tradita quando non stavamo ancora insieme,ma comunque sapevamo entrambi di essere innamorati. Da allora non so nemmeno se ha continuato a scopare con Elisabeth quando stavamo insieme,quindi ti lascio immaginare. Papà ha ottenuto un lavoro importantissimo a New York ed ha deciso di portarci entrambi lì,o almeno me. Mi ha detto che con la scuola potrebbe essere tutto accordato in pochissimo tempo,grazie ai miei voti alti che mi permetterebbero anche una borsa di studio. Quindi oltre a sembrare uno zombie,sono completamente a pezzi. Ho camminato per tutta Londra ieri notte ed ho raggiunto casa solo dopo tre ore di cammino,a Natale,da sola e per di più al gelo completo. Ho fumato e non ne vado fiera. Mi sento uno schifo e non so cosa fare»
Emma sentì quasi un masso cadere nel suo stomaco. Qualcosa di pesante lasciare il suo corpo. Quasi come una liberazione.
Adesso che aveva ammesso a se stessa,senza piangere,quali erano I suoi problemi, si sentiva quasi più libera. Bevve d'un sorso la birra,sotto gli occhi sbarrati del fratello.
«Sappi che non ripeterò niente di ciò che ho detto,perchè potrei scoppiare in lacrime»
Ed tossì « No,ho capito tutto. E' solo che non riesco a capire come sia potuto succedere .. così in fretta »
«Oh andiamo Ed» Emma sorrise amaremente,lasciando cadere la lattina di birra sul tavolino. L'aria di Londra fuori era diventata talmente pesante che I vetri s'erano appannati del tutto. La neve continuava a scendere,incessantemente,dietro di essa,andando a formare un cumulo bianco sul davanzale. «Le cose accadono perchè forse devono accadere. Non sono mai stata una credente di queste cose,del destino o roba del genere. Ma questi forse saranno segni»
«Posso chiederti una cosa banale?»
Emma annuì. «Come ti senti adesso?» chiese Ed.
Emma dapprima rimase allibita dalle parole del fratello,poi sul suo volto si allargò un sorriso per niente felice. Inarcò un sopracciglio e poi rise.
«Mi sento una merda.»
«Immaginavo»
Ricadde nuovamente un silenzio imbarazzante nel salotto di quella casa. Emma continuava a guardare fuori dalla finestra,sperando che I pensieri da soli potessero fare un po' di ordine. Gli unici rumori che riempivano l'aria erano I sospiri pesanti di entrambi,il sorseggiare di Ed e la neve che cadeva fuori dalla finestra.
Non aveva passato mai nessun natale peggiore di quello,con un cuore infranto ed una decisione difficile da prendere.
Aveva costruito castelli in aria sulla loro relazione,fondandosi sulla dolcezza delle azioni di Zayn,sui suoi occhi sinceri e le sue parole,che adesso le sembravano tutte bugie.
Ed finì di bere la sua birra e si avvicinò alla sorella,stringendola fra le braccia.
«Ho sempre temuto che qualcuno avrebbe potuto farti del male. Sempre. Ho sempre sentito il bisogno di difenderti e adesso mi sento completamente inutile »
Emma sorrise ed accarezzo il braccio che le cingeva il fianco «Non sei affatto inutile,Ed. Sei il fratello migliore che potessi desiderare»
«Il fatto è che sono troppo grande per cambiare vita adesso. So che sarebbe una rivoluzione drastica nella tua vita,ma ti consiglio di prenderti una pausa. Qualcosa che possa farti riflettere su ciò che senti,non credi?»
In realtà quello che Ed stava cercando di fare,era mandare Emma il più lontano possibile da quello che era pieno di ricordi. Continuando a rimanere nello stesso posto dove si sentiva abitualmente tradita ed abbandonata,tra persone che avrebbero potuto aiutarla ma non effettivamente cacciarla da quei pensieri,non era un'ottima mossa.
Allontanarsi da tutto e tutti,pensare a cosa fare sia nella sua vita,che nel suo cuore,mettendo un po' di ordine,era forse la cosa migliore.
E poi New York d'inverno,in quel periodo,sarebbe stato meraviglioso.
Emma sbuffò,ripensando alle parole del fratello. In effetti aveva ragione.
«E tu cosa farai qui?»
Ed sospirò,sorridendo «Cercherò Zayn e gli romperò la testa»
«Non faresti niente di insensato sapendo che potrebbe ferirmi» esalò Emma,girandosi verso di lui.
Ed divenne improvvisamente serio,guardando fisso sua sorella « Allora hai deciso?»
Emma annuì,ritornando a guardare fuori dalla finestra e sperando che quella fosse la soluzione ai suoi problemi.
 
 
 
Prese il suo cellulare e trafficò con I tasti per pochi secondi,prima di inviare un messaggio a Zayn.
'' Ho bisogno di parlarti. Ci vediamo da Starbucks per le cinque? –Emma''
Non aveva lasciato nessun cuore. Nè il solito ti amo,nè il suo nome abbreviato. Non voleva sembrare fredda,ma lo era.
Si avviò fuori casa,dopo aver preso la sciarpa ed il cappello dall'appendiabiti. Il freddo invernale la colpì in pieno viso,facendole raggelare I muscoli facciali. Tentò di sorridere e si avviò verso la macchina del fratello,parcheggiata dall'altro lato del viale.
Forse le avrebbe fatto bene. Forse sarebbe ritornata Emma.





SCUSATE!
Servirebbe uno scusate più grande di questo!
so di non aver aggiornato da un sacchissimissimo di tempo,per questo sono qui a farmi perdonare.
questo capitolo è proprio la depressione HAHAHAH
cioè abbiamo capito che Emma deve partire per dimenticare Zaynuccio e Ed rimarrà qua. Per un paio di capitoli parlerò di Emma a New York e ciò che succederà sarà emozionante cwc
però non spoilero niente.
insomma,ma state diminuendo? allo scorso capitolo ho ricevuto solo otto recensioni :(
forse vi sta scocciando la storia? forse non vi emoziona più.
davvero mi sta dispiacendo.
spero che non continuiate a diminuire e farvi sentire,come avete sempre fatto! 
dedico questo capitolo a Giusi ( che mi ammazzerà se non la farò finire bene ) e ad Anna Rita ( per la quale ho intrapreso una storia rossa mlmlml su Harry,che potete trovare
qui )
vi ringrazio di aver letto e vado a mangiare.
un bacio a tutte e come sempre,fatevi sentire!
sciao ♥

   
 
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