Quella voce mi tormentava. Era Dahlia. La sporca figlia del traditore. Era figlia del comandante della resistenza che aveva tradito il villaggio schierandosi dalla parte di Darken Rahl. Ed ecco dove sua figlia era finita. Segno che di Darken Rahl non ci si doveva fidare. E neanche delle sue più strette seguaci, le mord-sith. Ero tormentata da quella voce che tamburellava nella mia mente, ripetitiva e assordante. La porta della stanza si aprì delicatamente. La mia "padrona", nome che mi lasciava dell'amaro in bocca, stranamente non fece rumore. Dondolavo, ripetendo all'infinito il nome della mia compagna di scuola quando mi porse una mano e si aprì in un sorriso dolce e contagioso. Mi stavo ricredendo sul fatto che forse aveva un cure quando con voce brusca mi disse:" Allora, vuoi venire o no!?". Non risposi, ma rimasi a guardarla. Era una bella donna. Le soppraciglia folte nascondevano dei penetranti occhi glaciali, freddi e pazzi.La bocca carnosa e color pesca, pareva potesse profanare solo dolci parole. Ma non era così. la lunga treccia castana e ben ordinata rifletteva una donna dall'anima diligente e ordinata. ma mi sbagliavo. Lei era un mostro, come tutte. Ma mi sbagliavo ancora; nessun mostro arriva ha picchiare delle bambine, a strapparle dalla loro famiglia per addestrarle con la violenza per volere di un terribile despota. Nessuno. E ancora questa volta mi sbagliavo