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Autore: starmoon    17/12/2012    0 recensioni
La storia parla di Alice, una ragazza dal carattere un po' particolare, solitamente è molto timida, tranne in alcune occasioni. La sua vita scorre tranquilla, fino a quando come per tutti noi non ci si mette lo zampino dell'amore. Ma tutte le vicende non si incentrano solo su di lei, molti altri personaggi saranno importanti. Detto questo spero di avervi incuriositi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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ONLY CAPITOLO 1 

Il ritorno di Ollie 


Dopo quel giorno passò almeno un mese, non ci furono altri casi simili, io e loro eravamo in classi lontane e per fortuna Felicity non mi chiese più nessun favore di quel tipo. Questa giornata sembrerebbe come tutte le altre. Il sole è coperto dalle nuvole, si prospetta una giornata di pioggia, la colazione è pronta sul tavolo, in casa non c'è quasi nessuno, tutto procede come ogni giorno. Scendo le scale ancora con il pigiama, mi avvio verso la cucina, passando prima dal salottino. Mi accorgo di un bigliettino sul frigo:

" oggi non mi aspettate lavoro tutto il giorno, Amber" 

Mia sorella era appena entrata come tirocinante nell'ospedale più lontano della città. Era sempre stato il suo sogno e finalmente lo sta realizzando. La cosa che mi dispiace è che sta rinunciando a tutto pur di riuscirci. Ma forse per poter ottenere qualcosa bisogna sempre rinunciare ad altro. Presi due biscotti e li mangiai lentamente, erano ancora le sette, avevo un'ora per prepararmi. Sentii il cellulare suonare da sopra, salgo le scale e entro in camera mia. 

- Haley come mai mi chiami a quest'ora? 

" devi sbrigarti ci vediamo sotto la scuola sbrigati" E quando penso che posso rilassarmi succede sempre qualcosa. Mi infilo un pantacollant nero, un maglione lungo fino alle cosce, color panna, con le spalle scoperte, una giacca baige e un capello del colore del maglione, non ho tempo per gli accessori, un filo di trucco e corro sotto. Prendo la cartella violetta e mi avvio verso l'uscita. Sento il telefono squillare, non ho tempo, chiudo e esco. Una parte di me però, era ancora indecisa se rispondere o meno a quella telefonata, in fondo ci sono cose che percepisci e in questo momento avevo una brutta impressione. Non so perché lo feci, forse per seguire il mio istinto, ma rientrai in casa e presi la cornetta del telefono. 

- pronto?

- Alice?

La voce inconfondibile di mio fratello mi fece trasalire, erano anni che non lo sentivo, era sparito dopo il liceo. Era una sensazione strana, mi sentivo bene, ma allo stesso tempo ferita. 

- si sono io

- la tua voce è cambiata- sentii un tono di amarezza nelle sue parole, ma il punto era che non riuscivo ad essere dolce, solitamente non lo sono mai, ma lui era l'eccezione alla regola. 

- cosa vuoi Ollie? - ero fredda e distaccata. 

- sto tornando in città- ecco la frase che mi condizionò per tutta la giornata. Non pensai ad altro, anche se non era finito qua. 

Raggiunsi Haley che mi aspettava sotto scuola, non capivo perché mi aveva fatto venire prima. 

- allora cosa succede?- dico annoiata, volevo nascondere i miei problemi e a quanto pare Haley era distratta già per i fatti suoi, nasconderlo non sarebbe stato difficile. Mi sedetti accanto a lei su dei scalini di una casa posta vicino alla scuola. 

- allora?

- West torna in città

- Quel West? il primo con…- Haley mi tappo la bocca, non mi ero accorta del gruppetto di ragazzi che stava salendo. 

- scusa comunque quello?

- e chi se altro? - aveva una faccia stanca, evidentemente non aveva dormito tutta la notte per pensare a quello. 

- e quindi?

- niente ma averlo di nuovo di fronte a casa mia sarà un problema aggiungendo il fatto che i nostri sono amici e quindi verranno a cena da noi…- aveva iniziato a parlare a raffica, dovevo fermarla, anche perché notai una figura familiare venire verso di noi. Le tappai la bocca come lei fece prima con me. 

- oi Jack che ci fai da queste parti?- dissi come se nulla fosse. 

- vado a scuola?- mi chiese sarcastico. Jack era un amico di Luke e Liam, cioè dei ragazzi più popolari della scuola e a sua volta lo era diventato pure lui, ma prima di tutto lui era nostro amico, un punto in comune che non avrei voluto. Lui è biondo e a gli occhi color nocciola proprio come i miei. Ci conosciamo dal primo anno e da li in poi non ci separammo più, solo che poi per vari motivi cambiò indirizzo e adesso era con loro. 

- scusa oggi non ci sto con la testa- disse ridendo, in un modo che solo quando mentivo facevo, non a caso lui mi guardò non capendo, sapeva che mentivo, ma non ne capiva il motivo. 

- Jack ti muovi?- Luke si avvicinò, io lo ignorai, mentre Haley gli fece un occhiataccia. Dovevano sempre sfidarsi, quei due si odiavano da sempre. Io ero l'unica a cui non importava di loro. 

- si sto arrivando… Alice puoi venire un attimo con me? - Jack non era tonto e aveva capito che c'era qualcosa che non andava, dovevo ammetterlo un amico come lui non l'avrei più trovato. 

- certo- dissi alzandomi dallo scalino per allontanarmi insieme a lui, lasciammo soli Haley e Luke, uno sbaglio enorme che ci avrebbero sicuramente fatto pagare. Ci avvicinammo al cancello della scuola e lui si appoggiò alla ringhiera.

- cosa mi nascondete?

- niente questione di cuore non mie- era la verità, ma mi sembrava poco convinto. 

- Alice ti conosco cosa mi nascondi, so che c'è qualcosa che non vuoi che nessuno sappia non ti è mai piaciuto che gli altri sappiano i tuoi problemi- lui era veramente incredibile, come se mi leggesse nella mente, non sapevo cosa dire, aprirmi con lui o continuare a negare. 

- se non vuoi dirmelo non fa niente io ci sono comunque- mi sorrise, uno di quei sorrisi rassicuranti che poche persone sanno fare. 

 

 

Pov Luke

Mi ha lasciato solo con questa isterica, per non parlare del fatto che se ne scappato con la moretta, poteva almeno prendersi la pazza. Guardai nella loro direzione, stavano ancora parlando. Mi seccavo, quindi decisi di aprire qualche discorso con la pazza isterica di fronte a me.

- allora come butta?

- butterebbe alla grande se tu non ci fossi- ok mi odiava, per quale motivo poi?

- volevo solo essere gentile, ma a quanto vedo non conosci nemmeno il significato della parola

- gentile? e per quale motivo?- era curioso lo vedevo benissimo, ma c'era sempre quella linea sottile di acidità che le due amiche avevano in comune. 

- perché mi annoi

- viva la sincerità- disse sarcastica lei, io risi, in fondo era divertente, adoravo prenderla in giro. 

- cosa avete di tanto divertente da ridere?- Jack si avvicinò a noi e con lui anche Alice. Non la conoscevo molto, non parlava con noi, le poche volte che lo vista parlava solo con la pazza e Jack, sarà una di quelle ragazze chiuse. Allungai la mano e la misi sulla spalla del mio amico. -

- cosa avete combinato invece voi due?- allusi a qualcosa di poco casto e Jack arrossi come un bambino come la sua amica, ma lei era più tranquilla come se l'avesse sfiorato di poco il pensiero, mentre Jack era rosso come un peperone. 

- niente abbiamo parlato cretino- Jack mi diede una spallata e poi si allontanò - c'è Liam- disse allontanandosi - Alice ci vediamo sta sera- le disse divertito. Lo segui facendo un cenno di saluto ad Alice e una smorfia a Haley. 

- cosa combinate sta sera?- chiesi divertito

- niente Luke niente- il ragazzo sembrava esasperato, lo vidi allontanarsi verso altri ragazzi per salutare. 

- è la sua ragazza?- mi chiese Liam, sinceramente mi sorprese questo interesse verso Jack o forse non era per lui.

- no credo sia più tipo una migliore amica

- capito- e anche lui come il biondino mi scavalcò passando avanti, ma che cavolo aveva quel cretino? Ormai la gente non la capisco più. 

- EII ASPETTATEMI- urlai raggiungendoli. 

 

 

 

 

Pov Alice

 

- allora che voleva Jack?

- niente di che era solo preoccupato 

- capisco entriamo ormai si è fatto tardi

- ok andiamo- presi la cartella che era posta per terra e salimmo anche noi. La salita era odiosa, lo odiavo, soprattutto con tutti quei libri nello zaino. 

- voglio una macchina- dissi fra me e me, Haley rise. 

- non credo che tuo padre te la comprerà mai

- già…che fai sta sera Jack viene da me

- ok non verrò ai vostri confessa-party

- confessa?

- si dove ognuno dice i suoi problemi e roba simile avete ucciso i pigiama party voi due

- che sei esagerata

- non verrò anche perché West e la sua famiglia cenano da noi te lo detto 

- forse era una buona scusa

- certo per garantirmi l'odio di mio padre a vita 

Risi, le nostre discussioni erano epiche. Arrivammo a scuola per nostra sfortuna. Entrammo, c'erano pochi studenti, ma era piuttosto chiassoso lo stesso. 

- siamo in una giungla- dissi a bassa voce

- credo che li sia più tranquillo- mi rispose Haley. Risi per l'ennesima volta, sbaglio madornale in quando mi trovai di fronte lo sguardo di Liam che stava a pochi metri di distanza da noi. Era con il suo solito gruppo di ragazzi, ma questa volta non li stava ascoltando, stava guardando me. Cosa che mi stupii parecchio. Ma la cosa ancora più sorprendente era il fatto che non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Lo vidi avanzare ed entrai nel panico, cosa voleva da me?

- ciao- un semplice ciao e sentii il cuore uscirmi dal petto, mi ordinai mentalmente di darmi una calmata, lui non era il mio tipo, troppo stronzo, troppo fighetto. 

- ciao- risposi incerta. 

- volevo chiederti scusa per tempo fa non sapevo ci fossi nella stanza- si riferiva a quello che era successo un mese fa? se lo ricordava? non sapevo se esserne felice oppure no visto la tremenda figuraccia che avevo fatto. 

- tranquillo- dissi rassicurandolo. Lui per tutta risposta mi sorrise. Ok sapevo che lui era  un bel ragazzo, non lo mai negato, ma mai mi era sembrato tanto bello. Distolsi lo sguardo per non incontrare il suo, cosa impossibile perché continuò a parlarmi. 

- sei Alice vero?

- come mi conosci?- ero stranita, ma peggio ancora felice. 

- ti ho rovinato la lezione tempo fa e poi conosco Jack

Ok adesso non reggevo più. Sapeva chi ero, era impossibile che miss popolarità conoscesse una come me, ma quello che mi sorprende ero io, che ero sempre stata piena di pregiudizi nei suoi confronti, io che non lo volevo vedere, che non potevo soffrirlo e adesso? adesso mi batteva il cuore se lui mi guardava? Odiavo a metterlo ma avevo già un idea di quello che mi stava succedendo e dovevo fermarmi a tutti i costi. 

- capisco- dissi cercando di apparire fredda, ma sbagliai su tutti in fronti, il massimo che mi riuscì fu una parola detta goffamente e un cuore fuori dal petto. 

Cercai Haley con gli occhi, la vidi parlare al telefono un lontano da me. Non c'era mai quando era uno dei quei casi: salva l'amica dal belloccio di turno. 

- posso chiederti una cosa?

- si 

- perché non parli mai?

La sua domanda mi mise ansia, l'aveva notato, bel problema. 

- sono fatta così- dissi timidamente. Jack ci notò da lontano e infatti si avvicinò a noi. 

- che succede qui?- chiese mettendosi vicino l'amico appoggiando il braccio sulla sua spalla. 

- niente volevo solo fare due chiacchiere ma vedo che non è di molte parole- questo mi aveva dato fastidio, il tono acido con cui lo disse. Se prima mi batteva il cuore adesso mi ribolliva il sangue. 

- aah questo perché non la conosci, questa ragazza parla più di un disco rotto- Jack rise alla sua stessa battuta, mentre la battuta gliela diedi io sulla testa dopo. 

- aii mi hai fatto male

- era quello il mio intento- dissi acida

- allora sai essere anche divertente- Liam mi scrutò proprio come fece minuti prima. 

- solo con chi lo voglio essere- il tono freddo questa volta mi venne naturale, dovevo aspettarmelo da uno come lui. Abbindolarmi e poi cambiare totalmente idea quando vede che non ci sto. 

- comunque noi andiamo- disse Jack trascinandosi via Liam. 

 

 

Pov Liam 

 Jack mi trascinò lontano, il più lontano possibile da quella ragazza. 

- ehy amico ma che ti prende?- gli dico liberandomi dalla sua presa. 

- devi starle lontano ok? puoi avere tutte le ragazze della scuola, ma non la mia migliore amica- nei suoi occhi vidi un pizzico di gelosia. 

- se vuoi averla dovresti smetterla di comportarti come il suo migliore amico non farai mai nuovi passi così

- tu che ne sai?

- lei è quel tipo di ragazza Jackson non si innamora facilmente tanto meno del suo migliore amico. 

Controllai dove fosse Luke e appena lo vidi salutai Jack con un cenno alla mano e mi diressi verso di lui. 

- che combini?

- mi ha detto di stare lontano dalla moretta

- chi Jack? ma davvero ti interessa? cioè è carina ma caratterialmente lascia un po' a desiderare

- tu non guardi attentamente Luke 

-ti stai interessando- il suo tono mi sembrò accusatorio

- e anche se fosse?

- non farti incastrare amico, conosco le tipe come lei

- tu pensi troppo- gli diedi una pacca sulla spalla. Ci dirigemmo verso l'aula, ma prima mi rigirai a guardarla, cosa mi era preso non lo sapevo, ma di una cosa ero sicuro, sarebbe stata mia. 

 

 

 

 

 

Pov Haley

 

Mi avvicinai alla mia amica, la telefonata mi aveva fatto solo infuriare di più. 

- tu stavi parlando con Liam Connor?- le chiedo confusa e entusiasta allo stesso tempo. 

- è un deficiente- il tono sprezzante mi fa capire che le ha detto qualcosa di sbagliato. 

- andiamo in classe che non ne posso più 

- senti io non voglio tornare a casa pomeriggio che ne dici di passare dal parrucchiere in fondo sta sera rivedrò il mio primo amore?!- il mio tono uscii molto supplichevole, ma stranamente dal solito lei annuii senza predicare, aveva qualcosa in mente glielo si leggeva in faccia. Lascia passare tanto prima o poi l'avrei scoperto. Entrammo in classe, era tranquilla e silenziosa. 

- che succede?

- compito a sorpresa ragazze- il prof di matematica ci spuntò alle spalle, ci spostammo per farlo passare e guardammo i nostri banchi, prima fila. Eravamo spacciate. Ci guardammo in faccia disperate. 

L'ora passò lenta, troppo lenta, talmente lenta che mi sembrò di invecchiare. Vidi Alice sistemare le sue cose. 

- io vado nell'aula di italiano tu che hai ora?- mi chiese tranquilla.

- storia- dico con una smorfia. 

- quindi sei con Luke- solo sentire il suo nome mi dava i nervi, quel damerino si credeva mister so tutto io. 

- non me lo ricordare- chiusi gli occhi e misi le mani ai capelli con fare tragico - questa volta non sopravviverò- lei rise, una risata genuina che non faceva quasi mai. 

- io vado ci vediamo più tardi, ricordati il parrucchiere- ok qualcosa non quadrava, le era successo qualcosa, era troppo strana, non le era mai importato farmi compagnia e nemmeno farsi i capelli lei, dovevo scoprire cosa era successo e solo un'altra persona poteva aiutarmi. Jackson Sanders. 

Sistemai la cartella di fretta e furia e uscii dalla stanza dritta verso quella si storia. Il corridoio era pieno di gente, ma la cosa più devastante è che tutti, ma proprio tutti, sono belli tranquilli come se non fosse successo nulla, cioè era suonata la campanella per rientrare almeno una decina di minuti fa, evidentemente non avevano prof come il mio che una nota le metteva come se stesse bevendo una tazza di caffè mattutina, quindi sempre. 

Salgo le scale e chi mi ritrovo davanti? si esatto proprio lui! è la mia persecuzione. 

- cosa hai da guardare pazza psicotica?

- senti maniaco non guarderei se non stessi occupando il passaggio- lui rise facendo mossa di spostarsi, io avanzai, ma subito lui si rimise come era prima. 

- hai qualche problema mentale? sai conosco un buon  psicologo- gli dissi ridendo falsamente, lui rise malizioso. 

- preferisco un'altra tipo di terapia- mi disse sempre con il suo ghigno stampato in faccia. 

- Luke il prof ci metterà una nota se arriviamo in ritardo- gli disse una ragazza dagli occhi azzurri. Portava una coda alta e la frangetta davanti, un paio di occhiali molto spessi, come quelli che si usavano la scorsa estate, ma non le stavano male ansi le dava un aria solare, i capelli biondi le davano un aria un po' solare cosa che non sembrava affatto. Si trovava dietro di me nella mia stessa situazione. Luke vedendola non fece nessun cambiamento, ma poi fece un leggero sorriso e la lasciò passare. E a sua volta passai anch'io, sempre guardandolo male ovviamente.

- solo perché sei mia sorella- Disse Luke. Mi sorprese, lei mi dava l'impressione di una ragazza tranquilla, quasi una di quelle dolci a cui piace leggere e studiare, come poteva una ragazza del genere essere la sorella di un pervertito come quello?

Ancora shoccata dalla scoperta mi dirigo verso l'aula F. 

 

 

Pol Alice

 

Finalmente arriva all'aula A, trovarla non è facile ogni volta è posta nel luogo più remoto di tutta la scuola, ultimo piano ala est. Il preside sarà impazzito sicuramente, poteva almeno metterci un ascensore, quattro piano non sono mica una passeggiata. Mi sistemai meglio lo zaino prima di entrare in aula. 

- buongiorno- c'erano solo dieci ragazzi contando me. La professoressa stava controllando il mi nome sul registro. 

- Brown? - io annuii leggermente e mi diressi nel posto a seconda fila, vicino alla finestra. Amavo quella stanza, anche se per andarci bisognava fare i sarti mortali. Era tranquilla e si poteva studiare serenamente, non che mi piacesse ovviamente, ma la professoressa Martini spiegava in una maniera tale che riusciva a trascinarsi tutti anche quel bullo di Vincent. Che se ne stava assorto nella lezione tutto il tempo e aveva pure 8, la cosa bizzarra era vederlo minacciare chiunque interrompesse la sua lezione preferita. Risi al pensiero. 

- bene non manca più nessuno?- chiese la prof, una ragazza alzò la mano, una di quelle studiose che sono sempre precise. 

- manca il signor Connor- quasi non mi soffocai con la mia stessa saliva, avevo dimenticato che andavamo nello stesso corso, forse il fatto che non veniva mai mi aveva fatto scordare questo piccolo dettaglio. 

- no invece ci sono- disse Liam entrando nella stanza e sedendosi giustamente accanto a me e il banco era vicino a quella ragazza che notai guardarlo come se fosse un Dio greco. 

- con tanti posti- bisbigliai tra me e me. 

- hai detto qualcosa?- mi chiese con un sorrido compiaciuto in volto. 

- no niente- ok adesso non avrei più seguito la lezione ne ero sicura. 

- credo che mi piacerà fare lezione d'ora in poi- mi disse radioso, ma che aveva? sinceramente quel ragazzo era un vero e proprio mistero. 

- bene iniziamo la lezione oggi tratteremo di una delle poesie di Pascoli

Mi accorsi che lui non aveva nemmeno la cartella figuriamoci il libro. Presi il mio e lo misi sul banco, lui mi guardò come per dire " mettilo in mezzo" io sbuffai e lo misi in mezzo, lui mi guardò un po' seccato, forse avevo reagito esageratamente. 

- signor Connor mi sa dire qualcosa della vita del poeta? lo abbiamo fatto la volta scorse- La prof lo volle valutare. 

- certo ciò che rimane impresso dell'autore è il suo accanimento per la morte del padre, quasi come a rincorrerlo sempre, vuole ricostruire quel nido che era stata la sua famiglia

- benissimo Liam, possiamo iniziare la lezione

Lo guardai stupita, era tutto giusto, il senso era quello, le sue parole chiare, comprensibili pure ad una testa calda come me. 

- perché quella faccia?- mi chiese compiaciuto 

- non me lo aspettavo

- che fossi bravo?

- credo di averti stereotipato troppo- dissi accennando ad un sorriso. 

La prof incominciò la sua lezione, il tempo trascorse velocemente, erano già le dieci e dovevamo cambiare nuovamente aula. 

- cosa hai adesso?- mi chiese mentre si alzava dalla sedia e si metteva davanti al banco in modo da venirmi di fronte. 

- matematica- dissi con un tono completamente annoiato. 

- non ti vedo molto entusiasta

- non ci capisco niente

Lui fece un sorriso di vittoria.

- perfetto ti aiuto io

- cosa?

- esattamente

- è un nuovo modo per abbordare le ragazze?

- esatto, ma con te non credo funzioni

- giusta intuizione

- ragazzi dimenticavo dovrete fare una relazione tra D'Annunzio e Pascoli e la farete in coppia, Giordia lei sarà in gruppo con il signor Connor, Amelia tu e Will siete insieme, Alice tu sarai con Vincent….- mi voltai per guardarlo aveva quell'aria da duro che metteva veramente terrore. Vidi la ragazza di prima avvicinarsi, era lei Giordia, un senso di fastidio si instaurò in me. Si avvicinò a Liam.

- bene non voglio prendere un brutto voto quindi ti raccomando- sembrava che lo stesse minacciando, mi dava fastidio, non sapevo il motivo, ma il solo fatto di come si era posta mi dava sui nervi. 

- bel caratterino- dissi io lei probabilmente mi sentii, ma non mi importava

- hai qualche problema? io decido suoi miei studi 

- ei non agitarti sei tu che ti comporti da capoclasse, e poi un'altra cosa credi che un compito a due implichi solo il tuo lavoro? - era vero non sapevo il suo nome perché poco mi importava di lei, ma ogni volta prendeva le decisioni per tutti, come se qualcuno le avesse incaricata poi. Presi la cartella e feci per allontanarmi, ma lei mi richiamò ancora.

- se hai problemi perché non ti canditi tu?

Sembrava una sfida, ma io non ero fatta per farlo. 

- la suggerisco io- una voce profonda e rude si sentii da dietro la classe. Ci girammo ed era Vincent. 

- mi piace molto di più di te- Vincent si fece avanti. Liam lo guardò, nei suoi occhi notai qualcosa che prima non avevo mai notato, era rabbia. 

- Alice saresti perfetta- mi disse. Dovevo ammetterlo per quanto potesse incutere terrore era veramente un tenerone. 

- grazie ma odio questi compiti e poi la capoclasse non decide ma deve solo rapportare ciò che tutti decidono

- allora non avresti nessun problema?- quella ragazza incominciava a rompermi le scatole. 

- esatto allora mi candido- dico con un sorriso di sfida. Vincent sorrise, mentre Liam si avvicinò a me. 

- vieni con me- mi trascinò fuori dall'aula, vicino al bagno delle ragazze.

- che c'è?- dico non tranquilla.

- perché tutto quel casino?

- non l'hai visto mi ha sfidato

- ma ha colpito me inizialmente quindi perché sei intervenuta?

- scusa se ti da tanto fastidio visto che è così la prossima volta fatti prestare il libro da lei…ci vediamo! - questa volta aveva superato il limite. Me ne andai furiosa. Nelle scale incontrai Haley e Felicity, le salutai con la mano e me ne scesi velocemente. 

 

 

Pov Haley

 

-ma che ha?

- forse è successo qualcosa

La risposta l'ebbi subito dopo, quando vidi Liam vicino al bagno con un pugno sulla porta.

- Liam che è successo?- disse Felicity

- niente ho combinato un casino- le rispose, era turbato, aveva per caso litigato con Alice? e poi da quando quei due si davano confidenza? 

- potevi evitare oggi non è di certo la sua giornata migliore- dissi senza pensare alle conseguenze.

- che intendi?

- ritorna suo fratello- ok io avevo fatto un errore, ma Felicity fece una catastrofe. Si mise la mano sulla bocca dopo essersi accorta di quello che aveva detto. 

- cavolo non dovevo- disse dopo

- fai finta che non ti abbiamo detto niente

- suo fratello non era Oliver Brown?

- esatto

- ora capisco- disse lui,la nomina di Ollie lo precede ancora, anche a distanza di anni. 

 

 

Le ore trascorsero lentamente, ma finalmente suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni. Presi i libri e mi diressi all'ingresso, dove mi aspettava Alice.

- andiamo a mangiare prima?- mi disse con una brutta c'era.

- certo andiamo

Andammo in una pizzeria…ordinammo una pizza e poi dopo mangiato andammo dritte dal parrucchiere, non ero riuscita a capire cosa avesse in mente. 

Entrammo, il ragazzo sulla trentina, che solitamente si occupava di pulire si avvicinò a noi.

- ciao ragazze cosa vi porta qui?

- un cambiamento radicale- Alice parlò per prima, stupendo sia me che il povero Paul. 

- cosa hai in mente realmente Alice?

- mi fai vedere i nuovi colori?- chiese cordialmente. 

- eccoti- le porse una specie di libro dove al suo interno c'erano piccole ciocche di colore. Gli occhi di Alice si soffermarono su quelli rossi, un rosso acceso che tendeva al fucsia, era bello, ma azzardato, non aveva mica pensato di tingerseli tutti? La risposta mi venne subito data. 

- voglio farmi questa tinta

- sei impazzita"- dissimo io e Paul insieme.

- ai dei capelli stupendi e li vuoi rovinare?- disse il ragazzo

- voglio un cambiamento ve lo detto. 

Oggi Alice ha superato il limite della sopportazione per impazzire così. Paul si preparò. 

Io invece scelsi una tagliatina alle punte semplicemente. Appena Paul ebbe finito il suo lavoro con Alice tutti ammirarono il suo capolavoro, non credevo fosse così bravo. I capelli di Alice erano perfettamente di quel colore, solitamente non vengono mai uguali, ma lui si era superato. 

Pagammo e poi ci separammo, Alice aveva da "fare" ma io sapevo che il suo da fare si trattava di Ollie. Non capisco perché non me ne abbia parlato. Mi dirigo verso casa anch'io avevo i miei grattacapi da risolvere. 

 

 

 

Pov Alice

 

Giro l'angola e mi dirigo verso la locanda del signor Gilbert. Li potevi mangiare la qualunque, da patatine a dessert buonissimi. Era famoso soprattutto per i suoi spaghetti. Entrai nel locale e mi sedetti sul posto più lontano dalla porta, vicino si trovava un vecchio Juke-box dove potevi ascoltare musica di tutti i tempi, il bello di quel posto è che sapeva di antico. Sia il rivestimento che il clima che c'era. Erano le quattro di pomeriggio, mi aveva detto che sarebbe stato li. In questo luogo venivamo tutti i giorni io, Oliver e Amber. Dopo la scuola non eravamo contenti se non passavamo di qua, da quando Ollie era andato via non ci era più venuta, dopo che Amber entrò all'università io ero rimasta sola con lui, poi lui decise di andarsene e adesso? adesso ricompare dopo tre anni. Guardo il menù, è sempre lo stesso, sorriso amaramente, quando noto una figura davanti a me. 

- Alice? - era la voce di una ragazza, alzai lo sguardo era Ines, la figlia del proprietario. 

- si sono io

- non ti avevo riconosciuta con quella tinta 

- lo appena fatta 

- ti stanno bene, solitamente non mi piacciono le tinte o cose del genere ma a te ti stanno d'incanto- era una ragazza dolce, lo era sempre stata, soprattutto con me. Tempo fa aveva un debole per Oliver, ma non ho mai saputo ne capito le cose tra quei due. 

- grazie

- cosa ti porto?

- per ora niente aspetto una persona

- il tuo ragazzo?- la guardai non sapendo se dirglielo o meno, ma tanto lo avrebbe visto, quanto vale dirlo subito. 

- sto aspettando Ollie- il mio tono scii amaro e malinconico, il suo volto mutò immediatamente. 

- ok chiamami dopo se vuoi qualcosa, è stato un piacere rivederti sono sicura che mio padre ne sarebbe stato felice di rivederti. 

- sarebbe?

- è venuto a mancare un anno fa

Ecco un'altra di quelle sorprese che nessuno gradisce mai. Il signor Gilbert non c'era più. Mi rattristai di brutto, era un uomo meraviglioso e amava raccontarci storie di tutti i tipi. 

- sai quando non ci sei venuta più era molto triste, ma poi un giorno mi disse che ti ha vista allegra e ne era felice. 

- tuo padre è sempre stato come un nonno per me, cioè mi viziava come solo un nonno sa fare, mi dispiace di non esserci stata per lui. 

- non preoccuparti lui lo capiva il perché non venivi più, so quello che hai provato- detto questo si allontanò, ma non perché aveva finito di parlare, ma perché una figura era entrata nel locale, quella figura che si diresse al mio tavolo sedendosi di fronte a me. Non sapevo cosa dire ne come reagire.

- ciao- un semplice ciao il suo. 

- ciao

- sei cresciuta- anche lui, aveva della barba non troppo fitta e corta, lo rendeva più uomo, i suoi occhi blu avevano perso quella luce che avevano un tempo e i suoi sorrisi non era più sinceri come quelli di una volta. 

- cosa ci fai qui Oliver?- diretta e fredda, ecco cosa venne fuori dalla mia bocca. 

- mi odi vero? mi dispiace di essermene andato così

- non ti devi scusare eri libero di fare quello che volevi

- sono tornato perché mi mancava la mia famiglia

- te ne sei accorto dopo tre anni

- papà lo sa?

- no non glielo detto, vuoi tornare a casa?

- non mi vuoi?- era sarcastico, non che io ci trovassi da ridere. 

- Ollie c'è una cosa che non ho mai capito, cosa è successo quella sera?

Lui si sistemo le maniche della camicia rialzandole e poi si avvicinò maggiormente a me. 

- io e papà avevamo litigato, era per via della macchina, una delle mie cazzate, ma si era trasformato in un rinfaccia tutto. Lui disse delle parole che io presi troppo seriamente o forse erano vere non lo so. 

- cosa ti ha detto?

- ero la rovina della famiglia

 

Flashback 

 

Ollie aveva diciotto anni, uno di quei periodi complessi dove ti accorgi di avere delle responsabilità. Aveva distrutto la macchina per via di un incidente e aveva chiesto al padre di portarla ad aggiustare, ma in quel periodo suo padre era parecchio nervoso, reagiva male ad ogni cosa. Erano in cucina:

- non ti pagherò la macchina ci pensavi prima di distruggerla 

- come vuoi che vada a lavorare senza?

- prenditi le tue responsabilità

- sei mio padre dovresti venirmi incontro

- e tu sei mio figlio e dovresti capire che non puoi dipendere sempre da noi…DANNAZIONE SEI UN IRRESPONSABILE, LA ROVINA DI QUESTA FAMIGLIA SE NON FOSSE PER TE TUA MADRE SAREBBE ANCORA QUI- quelle parole colpirono il ragazzo dal profondo del cuore, sapeva che era colpa sua, ma di certo non credeva che suo padre gli rinfacciasse tutto così facilmente. 

Lo guardò negli occhi e poi andò nel salotto, salii le scale e si diresse in camera sua, mise tutte le sue cose nel borsone, prese i pochi soldi che aveva messo da parte e uscii, nel corridoio incontro Alice, era solo una ragazzina, ma aveva capito benissimo che se ne stava andando.

- te ne vai pure tu?- furono le uniche parole che disse tra le lacrime. Ollie le accarezzò i capelli. 

- tornerò a prenderti Ali

fine Flashback 

 

 

Non sapevo cosa dire, mio padre era sempre stato severo, ma non erano mai uscire parole di cattiveria su di lui. Ma forse la partenza della mamma lo aveva completamente scombussolato, da quel giorno era cambiato, non aveva mai accettato la sua perdita. 

- scusami se non mi sono fatto sentire più 

- chissà perché in quella casa mi sentivo l'unica a sentire la tua mancanza

- non ne avevo dubbi- lui si alzò e io feci lo stesso, mi abbracciò, uno di quelli che per poco non ti stritolano. 

- volete ordinare?- era Ines

- certo- disse lui, immediatamente mi accorsi di una cosa, quando la guardò i suoi occhi avevano quella scintilla, quella che aveva una volta. Lei sembrava più fredda e distaccata di prima. 

- una cioccolata calda per me- disse felice, ora che sapevo come erano andate le cose non potevo non essere felice di riaverlo con me. 

- per me una birra

Il resto del tempo lo passammo li, adesso la parte più difficile era tornare a casa, cosa avrebbero detto papà e Amber?

 

 

 

 

Pov Haley 

 

La cena era un disastro, era calato uno di quei soliti silenzi imbarazzanti. 

- allora Haley cosa hai fatto di bello in questi ultimi anni?- mi chiese sua madre. 

- niente di speciale le solite cose da ragazze- sempre curiosa lei eh. 

- tu West?- questa volta fu mio padre a parlare. 

- sono andato all'università, sono solo di passaggio- poteva risparmiarselo. 

La cena fini dopo due ore, due lunghissime ore. Ci alzammo tutti dal salotto dove si erano messi i nostri genitori a conversare. 

- allora come stai?-  la voce di West mi distrasse dai miei pensieri. 

- bene tu?

- diciamo bene

- problemi?

- un po' ho saputo che prenderai la laurea qui in città

- esatto non voglio andarmene- con lui adesso si parlava solo di scuola, la cosa incominciò a pesarmi un po'. Tagliai corto con la scusa di dover andare da Alice. 

 

 

 

pov Alice

 

Bussai alla porta, sta mattina a causa della fretta avevo dimenticato le chiavi, il cuore mi batteva forte, avevo paura di una loro reazione esagerata. 

- arrivò- la voce di mia sorella si sentii da fuori casa.

- Alice quante volte te lo detto che devi…- appena apri la porta si bloccò di colpo. Non disse nulla, non si mosse. 

- che succede Amber?- mio padre entrò dalla cucina e ebbe la stessa reazione di mia sorella. 

- Ollie- disse semplicemente prima di avvicinarsi e abbracciarlo sotto gli occhi increduli miei e di Amber. Cosa gli era preso? lui non era il tipo di persona che faceva segni d'affetto.

 

 

 

Erano le undici di sera, Jackson era arrivato da circa dieci minuti, aveva salutato Ollie e poi si era diretto insieme a me in camera mia. Presi uno dei Dvd che tenevo sulla scatola e lo misi nel lettore. Sentii la porta bussare. 

- Ragazzi!- Haley entrò nella stanza

- che succede?

- West ecco cosa succede… ho visto Oliver perché non mi hai detto che tornava?

- non mi andava di parlarne

- ma a questo zotico l'hai detto- disse prendendolo in giro tirandogli un cuscino. 

- mi ha minacciata…. niente più confessa-party 

- allora si è che un bel problema visto che ne ho bisogno 

- non eri tu quello che ci dava degli ammazza pigiama-party?

- lo so ma è un emergenza 

- cosa ci può essere di tanto terribile 

- il mio primo ragazzo si è trasformato da Badboy ad un futuro avvocato solo studio

- questo si che necessità si un confessa-party- le passai le patatine e Jack si mise seduto tra noi due, il film era iniziato. 

 

Anche quando le cose sembrano andare male non tutto si conclude come pensavi tu. Ho creduto di aver perso mio fratello tempo fa e adesso me lo ritrovo di nuovo con me. Ero di nuovo felice, ma un pensiero mi venne in mente, anso più che pensiero una persona. Cercai di scacciarlo dalla mente, ma era difficile, così mi concentrai sul film, ma l'unica cosa che mi veniva in mente era quello che era successo la mattina con Liam. Dovevo smetterla di pensare a lui. Se avessi continuato così sarei finita con l'innamoramento e non era quello che volevo. 


















Angolo autrice

Salve a tutti, se leggete questo vuol dire che mi avete sopportato e avete letto tutto xD mi scuso per essere cosi lunga, solitamente sono molto breve nei capitoli, ma ho esagerato un pò lo ammetto, se voletevedere i volti dei personaggi qui li troverete quasi tutti. 
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.308697475914228.74920.203699906413986&type=3

Spero che vi abbia incuriosito la storia e che vi piaccia. 
Alla prossiama baciii!!!!
  
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